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Lez. 53 - Amore di sé

Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
19 giugno 1959

Traduzione in italiano di Simona Fossa
Revisione non ancora effettuata
Edizione Giugno 2016

  1. Saluti, miei cari amici. Dio vi benedica tutti, benedica quest’ora, benedica il nostro lavoro. Ora che per qualche tempo mi allontanerò dalla manifestazione fisica per un breve periodo, dal nostro mondo desideriamo esprimere la nostra gratitudine per ciascuno di voi, voi che fate ogni possibile sforzo, combattete e vincete, sempre disposti a evocare la vostra forza per superare i blocchi interiori e le resistenze. Voi che avete il nobile coraggio di percorrere questo sentiero di luce, dovreste rendervi conto che ognuno dei vostri sforzi aiuta anche noi, e di questo vi siamo grati perché senza la vostra buona volontà noi non potremmo portare a termine il nostro compito.

  2. Vorrei anche dare un suggerimento a tutti i miei amici dei tre gruppi. Quando in autunno riprenderete la vostra attività, riunitevi tutti insieme. Da quella riunione collettiva dei tre gruppi potrebbero derivare alcuni cambiamenti. Sarebbe buono poter discutere sul modo migliore per eliminare gli attriti tra di voi, su come fare per imparare da questi contrasti, sia individualmente che collettivamente, e anche poter riflettere su come ognuno di voi contribuisce a creare quegli attriti, anche se siete convinti che la colpa sia decisamente degli altri. Cercate di trovare un modo per raggiungere un’unità di intenti. Cercate di rendervi conto della responsabilità e dell’impegno meraviglioso che ciascuno di voi ha nel partecipare a questo lavoro. Cercate di avere un’idea chiara di quale dovrebbe essere il lavoro di gruppo da fare, che cosa si propone di realizzare e come va affrontato. Tutti dovrebbero esprimere il loro parere. In questo incontro comune, ogni obiezione dovrebbe essere liberamente espressa e intelligentemente discussa in amicizia e con spirito di apertura verso il punto di vista degli altri. Questo è il mio consiglio per l’inizio della nuova stagione, dopo le vacanze. Naturalmente, voi avete il vostro libero arbitrio e dovreste prendere quel che vi dico solo come suggerimento, e nulla più. Dopo la discussione in comune, potreste accorgervi che una sola riunione non è sufficiente, così potreste decidere di riunirvi ancora una volta tutti assieme, fino a che ogni aspetto non sia stato chiarito, e ritornare poi a riunirvi di nuovo nei tre gruppi distinti. Elaborate un piano d’azione e riceverete ispirazioni. Cercate di diventare consapevoli dello Spirito Santo, dell’ispirazione proveniente dal mondo divino. Cercatela, specialmente quando i disaccordi e gli attriti vi dividono.

  3. Stasera vorrei trattare dell’argomento dell’amore di sé. Sapete tutti, perché l’ho detto ripetutamente, che ogni verità può venire distorta e diventare una menzogna. È questa, probabilmente, la più potente arma del male. Una completa menzogna non sarebbe di per sé pericolosa, ma quando una cosa che in alcune situazioni può essere giusta e vera, viene applicata male in altre situazioni, viene cioè distorta e rigidamente impostata come regola inflessibile, siamo allora di fronte al pericolo del male. La verità e il significato di qualunque concetto o idea possono essere distorti fino al punto estremo del loro annullamento.

  4. Questo accade anche per l’amor proprio. Nell’anima matura questo amore di sé è sano, ma tutte le volte che gli atteggiamenti e le correnti inconsce vengono distorte, questo succede anche per il sano amore di sé. Il tipo sbagliato di amor proprio esiste in molte forme. Il più crudele è l’egoismo, cioè porsi in una luce o in una posizione migliore rispetto agli altri, desiderando vantaggi che sono ingiusti verso gli altri. Poi c’è anche un certo tipo di narcisismo, un tipo sottile di boria nauseante del tutto ovvia. Anche questo può manifestarsi su vari livelli. Il livello più esterno si nota facilmente, e viene anche facilmente rilevato dal ricercatore spirituale che ha già iniziato a esaminarsi, sebbene la sua esistenza sia spesso celata nelle emozioni e non si esprima nei gesti e nelle manifestazioni esterne. A volte può essere persino mascherata da un comportamento di tipo opposto, che non è autentico. A quel punto può essere difficile da rilevare, sia per gli altri che per il ricercatore stesso; questo richiede un lavoro profondo, come quello che state facendo su questo sentiero. È inutile dire che qualunque condotta, per quanto corretta, ma che non sia fondata sull’onestà e su una profonda convinzione, e non sia sostenuta da emozioni dello stesso tipo, è non solo inefficace, ma addirittura dannosa per la personalità – almeno fin quando l’individuo è ancora convinto che la sua condotta sia espressione del suo sé più profondo, poiché l’illusione è più dannosa della peggiore condotta esterna.

  5. Perciò, cominciate a cercare le vostre correnti interiori, e forse nascoste, dell’amor proprio distorto. Innanzitutto, scoprite quale sia l’idea corretta di amore di sé, e fate caso a come opera quando viene distorta. Tuttavia non permettete che questa idea corretta vada a sovrapporsi alla deviazione che ne fate, a causa del senso di colpa che avete. Notate piuttosto che cosa si origina in voi a causa di questo errato tipo di amor proprio. Deve esserci sempre una ragione per questo. Finché non avrete scoperto questa ragione, amici miei, anche se sapete che la distorsione è sbagliata, il solo saperlo non vi sarà di nessun beneficio; non sarete in grado di raddrizzarla. Il procedimento deve sempre essere questo: per prima cosa, scoprite in che modo il vostro amor proprio è errato. Finché non scoprite tutte le più sottili emozioni nascoste non potrete andare avanti, ma appena ne siete venuti a conoscenza, potrete esplorare le regioni più profonde e portarne allo scoperto la causa. Generalmente troverete che la causa del vostro amor proprio distorto è proprio una mancanza di sano amore di sé. Quando non vi amate come dovreste, siete costretti ad amarvi troppo in un’altra direzione. In altre parole, voi cercate inconsciamente il rimedio sbagliato. A causa della mancanza di rispetto di sé – rispetto che è il giusto tipo di amor proprio – cercate di supplire a quella mancanza con un amore sproporzionato di sé in altre aree del vostro essere. Dovete ricordarvi dell’inevitabile relazione fra queste due tendenze. Se vi amaste in modo corretto non avreste bisogno di amarvi troppo.

  6. Nella lezione sul circolo vizioso, vi parlai dei vostri sensi di colpa, della vostra ribellione contro l’autorità e delle vostre paure di non essere accettati e amati. Tutti questi atteggiamenti sono alla base del disprezzo di voi stessi e dei vostri sentimenti di inferiorità. Vi disprezzate perché in qualche modo desiderate prendere sempre la via più breve. Volete ottenere le cose nel modo più facile, come fa un bambino Questo desiderio si trova, in definitiva, alla radice del disprezzo di voi stessi, dei vostri sensi di inferiorità; non è nient’altro. Ogni altra cosa che vi capita di scoprire per spiegare i vostri sensi di inferiorità, non è altro che un sintomo e una razionalizzazione. Nella misura in cui vi sentite insicuri e inferiori ci deve anche essere un aspetto in voi, anche se forse profondamente nascosto, che desidera sfuggire alla vita. In questo modo sperate di ottenere un guadagno dalla vita, senza investire o rischiare, e senza “esporvi”. In altre parole, desiderate ingannare la vita, in un modo o nell’altro. Solo dopo aver scoperto questo lato, giungerete alla radice dei vostri sensi di inferiorità e della mancanza di rispetto per voi stessi; e non prima. Fino ad allora non riuscirete a spezzare il vostro circolo vizioso, ma giunti ad un punto di svolta – quando, per intima crescita e comprensione, – non desiderate e non vi aspettate più di prendere scorciatoie nella vita – otterrete un ben fondato rispetto di voi stessi. Da quel punto in poi vi amerete in modo sano e giusto. Non avrete più bisogno dell’amore sbagliato che, in ultima analisi, alimenta solo il disprezzo per voi stessi.

  7. Il solo fatto di rinunciare all’intenzione di barare con la vita, purificherà la vostra intima visione e la capacità di comprensione, e vi renderete pienamente conto che un vostro vantaggio, che sia allo stesso tempo uno svantaggio o un danno per gli altri, non vi sarà mai di alcuna utilità. Può sembrare così per un certo periodo, ma non lo è mai veramente. Il crederlo è dovuto all’umana cecità di questa sfera terrestre che, a causa di una visione limitata delle cose, vi fa intravedere solo una piccola parte del quadro complessivo. L’intima conoscenza di sé, tuttavia, vi rivelerà altri aspetti del quadro che vi convinceranno della falsità di una tale supposizione. Siete ancora intrisi della falsa convinzione che uno svantaggio per gli altri possa costituire un vantaggio per voi; ogni giorno ci sono momenti in cui reagite in questo modo, per lo meno a livello emotivo. Ma su questo cammino comprenderete pienamente che ogni possibile vantaggio ottenuto a scapito di un fratello o di una sorella, che in tal modo viene a subirne un danno, in definitiva richiederà da voi un prezzo molto più alto di quello che paghereste rinunciando a tali “buoni affari”.

  8. Esiste anche un altro tipo errato di amor proprio, la cui esistenza è molto più diffusa di quanto supposto. È quello stucchevole tipo di boria tipico di chi è innamorato di se stesso. Si può manifestare in vari modi; non discuterò ora il caso più evidente della persona semplicemente innamorata del suo se esterno; quella è una forma molto grossolana e relativamente rara di malattia dell’anima. Voglio occuparmi della parte più sottile della stessa corrente che è molto più diffusa della forma grossolana. Una persona può essere attaccata ad alcuni suoi difetti, come ho già spiegato. Ha piacere di averli e crede che siano degni di ammirazione, sebbene intellettualmente sappia che non è così. Eppure, se si soffermasse ad analizzare le sue reazioni, scoprirebbe che è innamorata del suo modo di vivere, del suo proprio stile di vita. Questo è un aspetto sottile, che viene facilmente confuso con il senso di gratitudine e di gioia di vivere che sono invece del tutto positivi. La linea di demarcazione tra le due emozioni è molto sottile. La più piccola deviazione dal senso di gratitudine e di gioia che si prova quando si è percorsi dalla forza vitale, può portare per reazione ad un insano attaccamento al proprio modo di vivere. Non ci sono regole che definiscano dove potete deviare e dove no. Soltanto quando siete in completa sincerità e onestà con voi stessi, quando vi ascoltate interiormente, quando controllate e osservate bene le vostre reazioni e cercate di sentire appieno le vostre emozioni, avrete la risposta su dove deviate da un atteggiamento sano e positivo. State comunque attenti all’estremo opposto, al sentirvi cioè in colpa quando assaporate piacevolmente la vita, poiché vi avete rilevato anche una leggera vena di amor proprio. Separate quei due atteggiamenti, senza soffocare la legittima emozione nella paura e nel senso di colpa per la possibile emozione sbagliata frammista a quella sana. Non potrete mai sbarazzarvi a forza delle reazioni sbagliate, una volta che le avete scoperte; non potreste riuscirci e finireste solamente per soffocare la genuina gioia di vivere. Scoprite piuttosto dove mancate del giusto amore di sé e questo diminuirà automaticamente il vostro amor proprio distorto.

  9. Mi rendo conto che questo è un terreno scivoloso, amici miei. Quelli di voi che ancora non hanno sperimentato né sono in qualche modo addestrati al lavoro che stiamo facendo, mi potrebbero facilmente fraintendere. Il vostro intelletto non sarà mai sufficiente a comprendere quello che intendo; solo le vostre emozioni possono farlo. Non sentitevi mai in colpa per le cose che scoprite di voi, ma accettatele e andate avanti a scoprire che cosa si trova al di sotto; il motivo per cui reagite o sentite in quel particolare modo. Scoprite quale rifiuto possa aver causato il vostro amor proprio, quell’essere “innamorati” di voi stessi o della vostra vita, in una forma o nell’altra. Perché ogni volta che esiste una forma errata di amor proprio, deve esservi coinvolto un rifiuto, immaginario o reale. Normalmente il rifiuto si trova all’estremo opposto della corrente dell’errato amor proprio. Quando riuscirete a scoprire dove siete stati rifiutati, non sarete più così severi con voi stessi. Cercate di scoprite anche in che modo avete cercato di contrastare questo rifiuto, ritirandovi inconsciamente dalla vita, manipolandola e ingannandola in modo sottile con il vostro atteggiamento interiore. È questo il rimedio, che non vi porterà a scartare il sano e buon sentimento che si trova accanto alla reazione distorta. In tal modo sarete in grado di mantenere la vostra contentezza, la vostra gratitudine, la vostra gioia per ogni cosa buona che avete, senza l’elemento dell’attaccamento, diciamo così.

  10. Il corretto tipo di amore di sé è una naturale qualità dell’anima sana. Nella misura in cui guarite dalla vostra malattia interiore, amerete anche voi stessi correttamente. Per un lungo periodo l’umanità ha creduto erroneamente che amare sé stessi fosse in qualche modo peccaminoso. Credere questo è altrettanto sbagliato quanto provare un amor proprio distorto. In nessuna delle Sacre Scritture o nei vari insegnamenti spirituali di verità e di valore, troverete mai che non dovreste amare voi stessi. Non amarsi significherebbe non onorare la manifestazione divina che voi rappresentate. Non amarsi comporta autopunizione, masochismo, negazione della propria personalità. Non amarsi vi impedisce di funzionare armoniosamente; inibisce la vostra capacità di amare e aiutare gli altri. Così, fate una distinzione tra il sano e il malato, cioè, tra il rispetto di sé stessi e il distorto amor proprio.

  11. Spesso le persone si tormentano prima di prendere una decisione giusta in cui devono anche prendere in considerazione se stesse. Inconsapevoli di quei pensieri, sono sature dell’immagine di massa che qualunque considerazione di sé stessi sia egoistica e peccaminosa. Quell’immagine di massa ostacola completamente la capacità di prendere decisioni. Naturalmente, entrano in gioco anche tutte le varie paure e problematiche, eppure prendere decisioni è indispensabile per vivere in modo sano. All’incapacità di prendere decisioni contribuiscono le distorsioni nella mente e nell’anima. Da un lato, la carenza del sano amore di sé, e dall’altro, un amor proprio ipertrofico e malato, fanno oscillare l’individuo tra i due estremi sbagliati. Finché non riesce a individuare il punto focale menzionato prima, la gente è incapace di trovare una via d’uscita. Coloro a cui è stato insegnato che pensare a sé stessi è egoistico, sono totalmente confusi. Credono che ogni vantaggio per sé stessi debba essere automaticamente sbagliato. Ma questo potrebbe non essere vero. Ancora una volta, è impossibile stabilire una regola fissa.

  12. Rendetevi conto che siete spesso chiamati a prendere decisioni quando non è facile scegliere tra un ovvio giusto e sbagliato, buono e cattivo, bianco e nero. Le decisioni possono ferire le persone; prendete in considerazione il fatto che non dovete per forza essere voi la persona ferita, anche se a volte questo può accadere; in altre occasioni, può essere saggio decidere che non siate voi. Questo potrebbe sembrare in contraddizione con quello che ho detto prima, cioè che causare un qualunque svantaggio a un’altra persona non né saggio né realmente vantaggioso per voi, ma in realtà non c’è alcuna contraddizione. Su questa sfera terrestre entrambe le affermazioni sono vere. Quando vi trovate di fronte ad una decisione in cui non potete evitare di ferire qualcuno, che siate voi o un’altra persona, siete in realtà davanti al risultato di un insieme di distorte reazioni a catena provenienti dal passato. Ormai il passato non lo potete più cambiare, e perciò non potete evitare di affrontare la questione nel presente; e ancor meno vi sarà utile non prendere nessuna decisione. In quel caso siete egoisti o masochisti, perché non considerando voi stessi con sano rispetto, state negando a voi stessi quel medesimo diritto che date all’altro, e a lui negate lo stesso diritto che date a voi stessi. Se soppesate tutto ciò con integrità e onestà, troverete la risposta giusta, che varierà da caso a caso.

  13. Se porterete a voi stessi il giusto rispetto, smetterete di esigere una posizione di privilegio, come emotivamente state facendo al momento. Quando ricorrete al famoso “non me lo merito”, che viene fuori così spesso durante il lavoro sulle immagini, siete fuori strada. Come compensazione di questa cosiddetta umiltà, non cercate il punto di svolta menzionato sopra, ma andate direttamente all’estremo opposto, mettendovi su un altro piano, separato dagli altri, chiedendo più di quello che date, inconsciamente, emotivamente e psicologicamente. Vi ribellate contro la vostra stessa mancanza d’amore di sé, contro il disprezzo di voi stessi e scegliete un’insana sovra-compensazione. In realtà, la vostra ribellione non è mai diretta verso gli altri, sebbene all’inizio possa sembrare così. In profondità, la ribellione è contro la bassa opinione che avete di voi stessi.

  14. Di nuovo, le mie parole sono indirizzate molto più ai vostri sentimenti che al vostro intelletto, al quale molto di quel che ho detto appare evidente. Queste parole dovrebbero raggiungere le emozioni che emergono alla superficie mentre proseguite il lavoro, e che altrimenti non potreste comprendere. Quando l’inconscio permette loro di emergere, queste vi sembrano un grande groviglio di emozioni confuse. Con l’aiuto delle mie parole sarete in grado di lavorare con quelle emozioni. Se non le comprendeste, esse vi soffocherebbero completamente, vi deprimerebbero più del necessario, e non vedreste più nessun rimedio, nessuna via di uscita. Perciò, rileggete di nuovo attentamente queste parole, cercando di percepirne un’eco entro voi stessi.

  15. Vorrei anche parlare del ruolo che ha la punizione nella personalità umana. In precedenza ho parlato a lungo dello specifico bisogno di autopunizione. Tuttavia nel bambino, come anche nell’adulto immaturo, esiste un’altra forma di punizione, cioè il desiderio di punire l’altro. Se l’altra persona non asseconda i vostri desideri, spesso sentite il desiderio di punirla. La cosa può accadere in modi molto nascosti e sottili; non è necessariamente evidente nelle azioni, ma si tratta più che altro di un atteggiamento interiore.

  16. È ben noto che ogni essere umano, da bambino e qualche volta anche dopo, ogni volta che vive un dolore, una delusione, una frustrazione o un rifiuto, desidera morire. Analizzando bene questo desiderio, si scopre che raramente il dolore è così profondo da rendere autentico il desiderio di morire. Il bambino desidera morire quasi sempre per punire coloro che lo hanno contrariato. Il bambino sente e pensa qualcosa del genere: “Ora saranno dispiaciuti, ora vedranno quello che hanno perduto. Piangeranno al mio funerale.” Conoscete tutti queste reazioni infantili, che spesso si verificano persino nelle persone già abbastanza adulte. Ma anche se non vi abbandonate più a tali fantasie quando qualcuno vi offende, non portate forse con voi lo stesso germe, che si manifesta in altro modo? Non esprimete la stessa cosa attraverso altre piccole, sottili reazioni? Invece di abbandonarsi ad una fantasia di morte, è possibile punire gli altri in molte altre maniere.

  17. Ogni volta che vi sentite rifiutati o disprezzati, controllate nelle vostre reazioni più interiori là dove può entrare l’elemento punitivo. Quando lo avete trovato, sarà già un successo. Osservate queste reazioni senza sensi di colpa, con la saggia distanza che dovreste avere verso l’aspetto infantile che ancora vive nella vostra anima. Tutti gli esseri umani si portano dentro il bambino che sono stati per tutta la vita, in un modo o nell’altro. Sappiate prendere questa distanza, sorridetegli; non coinvolgetevi con quella parte del vostro essere, ma guardatela con obiettività.

  18. Ci sono molti modi di punire quelli che vi amano, per esempio ammalandovi. Quante persone sviluppano una malattia per punire coloro che amano, per forzarli ad essere affettuosi, comprensivi, premurosi! Ma esistono anche molte altre forme; scopritele. Se vi potete riconoscere anche da questo punto di vista, porterete luce e aria fresca nella vostra anima. Niente se non la realizzazione, la capacità di riconoscere nel giusto spirito tali reazioni nascoste, contribuirà alla vostra salute mentale, emotiva e spirituale.

  19. C’è qualche domanda in relazione con quello che ho detto stasera?

  20. DOMANDA: In relazione al modo giusto di amare sé stessi, potresti parlarci dell’autocommiserazione e dell’egocentrismo?

  21. RISPOSTA: È ovvio che entrambi sono il risultato di una forma errata di amore di sé. Per quel che riguarda l’egocentrismo, credo che la domanda abbia già ricevuto risposta, sebbene io non abbia usato questo specifico termine. Per l’autocommiserazione invece, esaminiamo che cosa esprime il compatimento di sé. Che cosa dice l’anima mediante questa emozione? Essa dice, “Riconosco che non posso cambiare niente, perciò voglio che il mondo, il mio ambiente, i miei cari e Dio, vedano quanto soffro e quanto piccola è la mia colpa, quanto io sia stato vittima delle circostanze sulle quali non ho alcun controllo. Voglio che siano gli altri a cambiare. Se rendo esplicita la mia sofferenza, forse loro cambieranno”. Chiunque si renda pienamente conto che non può accadere nulla che non sia autoprovocata, indulgerà mai nell’autocommiserazione! Se siete dispiaciuti per voi stessi, non avete ancora accettato la verità che voi, e solo voi, siete i padroni della vostra vita. Questa è una verità scomoda che viene spesso volutamente evitata, ma è la sola verità che potrà rendervi veramente liberi e indipendenti. L’autocommiserazione è un completo rifiuto della responsabilità personale. Esprime ancora di più il desiderio nascosto di forzare gli altri – siano essi persone, Dio o la vita – a fare quei cambiamenti che invece è necessario che facciate voi nel vostro sé.

  22. DOMANDA: Dove cade la linea di demarcazione tra il sano amore di sé e quello patologico? Quale definiresti quello patologico?

  23. RISPOSTA: Io penso, mio caro, che è quello di cui abbiamo parlato in questa lezione. Qualcun altro pensa che non sia stato sufficientemente spiegato? Se gli altri sentono che le mie parole non sono state chiare, sarò felice di dare ulteriori chiarimenti. Ma se sei il solo a non aver capito troppo bene, forse ti sei perso parte del discorso, forse ti sei distratto e quando rileggerai la lezione, il significato che ora ti sfugge sarà più chiaro. Se a quel punto avrai ancora difficoltà, sarò lieto di aiutarti personalmente.

  24. Come ho detto, non si può stabilire una regola per tirare una netta linea di demarcazione. Questa linea può essere trovata solo se l’individuo si interroga, verifica le sue emozioni, le analizza per accertarne il significato, per conoscere quello che esprimono. La linea di confine è dentro l’individuo; è la verità interiore di ogni singola persona. Essa si differenzia in ogni essere umano.

  25. DOMANDA: Potresti chiarire in che modo l’odio di sé impedisce all’individuo di accettare e di amare?

  26. RISPOSTA: Non ho usato il termine odio di sé, bensì disprezzo di sé. Ho detto esplicitamente che nella misura in cui vi disprezzate, vi sentite anche inferiori, perché in un qualche modo, siete disonesti con voi stessi e con la vita. Nella misura in cui non vi amate correttamente, allo stesso modo compensate con un eccesso di amor proprio mal diretto.

  27. DOMANDA: Che cos’è il narcisismo?

  28. RISPOSTA: Questa è una forma di amor proprio. Si può manifestare in vari modi, non necessariamente nel banale senso fisico di essere innamorati del proprio aspetto esteriore. Anche di questo ne ho già parlato, pur senza usare questa particolare espressione. L’amor proprio viene distorto quando la forza vitale è diretta verso sé stessi, invece di essere proiettata verso l’esterno e fare da ponte con le altre persone.

  29. DOMANDA: C’è qualche possibile collegamento tra eccessivo amor proprio e omosessualità?

  30. RISPOSTA: Ci può essere, ma non si può generalizzare; L’origine dell’omosessualità è molto variegata. Affermare che l’omosessualità derivi da questa o quella causa è molto miope. Spiritualmente parlando, per quel che concerne la legge karmica, le possibilità sono altrettanto variegate e molteplici quanto lo sono i fattori psicologici. I fattori spirituali non contraddicono mai i fattori psicologici, e questi ultimi sono solo un’estensione dei primi. La differenza risiede nel fatto che per voi non è molto facile rintracciarne l’origine karmica, mentre potete sempre trovare le radici psicologiche e le origini in questa vita. Questo, per inciso, si applica a tutto, non soltanto all’omosessualità. Per ciò che concerne l’omosessualità, la causa ed effetto in questa vita presentano molteplici possibilità. Una delle possibilità può essere una forma di eccessivo di amor proprio, ma vi possono far parte anche molti altri fattori.

  31. Un’altra ragione dell’omosessualità può essere un eccessivo timore delle donne da parte di un uomo, o degli uomini da parte di una donna. Ancora un’altra ragione può essere esattamente l’opposto. In altre parole, se un ragazzo ama moltissimo sua madre, mentre disprezza e teme suo padre, anche questo può portare all’omosessualità, perché egli vuole emulare e imitare sua madre. Si vuole identificare con lei. Ma un’altra personalità, con differenti caratteristiche, può essere omosessuale per il motivo opposto. Allora si tratterà di paura e odio verso la madre – o della figura femminile che ha preso il posto della madre – piuttosto dell’amore e del desiderio di identificarsi con lei. Così anche qui, vedete, non si può è possibile generalizzare. E generalizzare è sempre pericoloso. Naturalmente, si dovrebbe anche tener presente che non si può trattare di un singolo fattore; nessun fattore da solo può bastare, e vi sono molte altre ragione che possono avere un peso rilevante. Vari fattori insieme possono esserne coinvolti.

  32. Nel caso specifico di un eccessivo amor proprio che porti all’omosessualità, o che al limite ne sia almeno in parte responsabile, vi sarebbe l’identificazione con l’amato che viene sostituito da un altro essere umano, poiché l’inestinguibile desiderio dell’anima di creare un ponte con un altro sé non può essere interamente sradicato. Così, quelle due correnti lavorano assieme, esprimendosi nella scelta di un partner dello stesso sesso.

  33. DOMANDA: Il sé superiore si sente portato verso il principio femminile, lo stato dell’essere. Non potrebbe, anche questa, essere una ragione per l’omosessualità? Intendo dire, la corrente incompresa di questo anelito?

  34. RISPOSTA: Intendi nell’omosessualità maschile? [Sì.] Sì, potrebbe essere. Ma allora come spiegheresti l’omosessualità femminile? [Potrebbe essere esattamente l’opposto?] Sì, perché vedi, il sé superiore è sia maschio che femmina e contiene correnti e tratti sia maschili che femminili. Naturalmente, questo c’entra ma non è un fattore in più, quanto piuttosto una spiegazione delle deviazioni. L’errata interpretazione di queste forze animiche provoca una deviazione delle emozioni. Per ogni altro aspetto, sappiamo che succede allo stesso modo. Tale fraintendimento è causato da alterazioni psicologiche. In altre parole, se un uomo rifiuta di prendere decisioni, e tutto quel che è parte di una vita attiva, il lato femminile della sua natura cresce a dismisura. D’altro canto, se una donna teme lo stato passivo e ricettivo, il quale, in un modo sano, è parte della sua natura, diventerà iperattiva. Quell’iperattività, se supera certi limiti, può sfociare nell’omosessualità. Come ho detto, normalmente entrano in gioco molti fattori e non uno soltanto, per cui bisogna prendere in considerazione tutto il sistema complessivo.

  35. Qui dovete distinguere anche un altro fattore, e cioè il grado di tendenza omosessuale, il quale è anch’esso determinato da molti elementi. Se il grado è relativamente piccolo, può essere accresciuto da sensi di colpa e repressione. Ma affrontandolo, potrà essere ridotto. In quel modo, l’individuo è aperto ad un’ulteriore ricerca che lo porterà a capire i vari fattori che vi sono implicati. Se per ragioni karmiche il grado è più forte, allora può mancare il desiderio interiore di cambiare. Ogni caso è diverso. Io posso mostrarvi solo lo schema generale, le molte possibilità. Quanto è pericoloso dire che l’omosessualità deriva da questo o da quello, fare un’affermazione pretendendo che valga per tutti i casi! Una cosa del genere è assurda.

  36. DOMANDA: E cosa puoi dire delle persone bisessuali?

  37. RISPOSTA: Ancora una volta le ragioni sono molteplici. Le origini possono essere le stesse che sono alla base dell’omosessualità, seppur indebolite da una sana forza opposta, la quale può essere più forte. Può anche essere che la personalità sia così contratta, così rigida che l’individuo non è in grado di lasciarsi andare per donarsi completamente. Perciò, dopo che è passato il primo periodo di innamoramento, di novità e di eccitazione, subentra la noia. Se questo accade continuamente e con i sempre nuovi partner di sesso opposto non si ottiene nessun senso di distensione soddisfazione, allora, per avere un’esperienza completamente diversa, viene cercato un partner dello stesso sesso. Qui abbiamo di nuovo un caso di ricerca del rimedio sbagliato. Perché con tali mezzi artificiali, cui si ricorre per ignoranza, si finirà per avere uno stallo per quanto riguarda l’appagamento. Non importa quanto sia diversa la nuova situazione, anche quella alla fine cesserà di essere uno stimolo. Il rimedio sta nel rintracciare la paura di lasciarsi andare, di donarsi, di aprirsi e rivelarsi, di cercare l’altro sé; fare questo sembra implicare sempre un rischio: quello di vivere e di amare. Nella misura in cui questo rischio viene evitato, si può instaurare la monotonia sessuale, che può poi causare l’insorgere di ogni genere di cosiddette perversioni. Oppure, per un tipo diverso di carattere, la cosa può, sotto varie maschere religiose e spirituali, essere fatta passare per virtù, con la negazione di qualunque esperienza sessuale.

  38. DOMANDA: Ho letto recentemente che lo spirito, o l’anima, devono essere sia maschio che femmina per essere completo. Così per quattro o cinque incarnazioni uno potrebbe essere maschio e successivamente essere femmina per altre quattro o cinque incarnazioni. Di conseguenza, uno potrebbe essere un omosessuale nel primo cambio di sesso. È possibile?

  39. RISPOSTA: È possibile, ma non deve per forza essere così. Inoltre, noi non possiamo dire quattro o cinque vite. Questo può accadere in alcuni casi, ma in altri può essere diversamente. Ancora una volta, le generalizzazioni possono portare ad errori. Vedi, l’entità spirituale originaria è un essere composto di qualità sia maschili che femminili; la divisione è avvenuta soltanto dopo la caduta. La scissione non avviene sempre in maniera uniforme, dove una parte dell’entità ha tutte le qualità maschili e l’altra parte tutte le femminili. Poiché la caduta è il prodotto del caos, anche la scissione delle singole entità è stata caotica, cioè è avvenuta a caso, secondo l’attitudine e le emozioni che governavano l’entità in caduta. Così, in alcuni esseri la scissione è molto più irregolare e combina qualità maschili e femminili in entrambe le metà. In altri casi, vi è stata una divisione più netta del tipo maschio/femmina, sebbene noni in modo così esatto, ovviamente. A seconda della regolarità o irregolarità della divisione, le incarnazioni cambiano da un sesso all’altro. Se una parte dell’entità scissa è prevalentemente maschile o femminile, l’altra parte corrisponderà questa e, nel ciclo delle reincarnazioni, i cambiamenti di sesso avverranno meno spesso. Nei casi in cui il cambiamento di sesso deve avvenire più spesso, a causa di una maggiore sproporzione avvenuta durante la divisione, la prima volta in cui l’entità nasce di sesso opposto rispetto a quello dell’incarnazione precedente, può manifestarsi l’omosessualità. Ma questo non altera minimamente i fattori psicologici. Infatti, tutte le incarnazioni esistono per rendervi più sani e integrati. Se una entità non elimina i fattori psicologici erronei, attraverserà un’altra vita dove le sarà sempre più difficile superare l’omosessualità. Quindi è importante trovare sempre le cause, indipendentemente dalla verità della legge karmica. Una cosa non esclude mai l’altra.

  40. Ora vi lascerò per breve tempo, ma solo nella manifestazione. Tuttavia questo non significa che tutti i vostri amici spiriti non siano sempre con voi e vicino a voi. Ricordatelo. Possiate tutti voi, durante questo periodo di riposo, trovare nuova forza nella vostra anima, nuova forza di volontà, nuova comprensione e un nuovo desiderio di crescita e di cambiamento interiore. Non ci può essere niente di più fruttuoso, niente che vi dia una soddisfazione più costante e appagante di questa. Le benedizioni di Dio sono con ognuno di voi e attendono solo che apriate la vostra anima, e che le lasciate penetrare nel vostro essere interiore. Siate in pace, miei carissimi amici, siate in Dio!

Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 53 - Self-Love
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