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Lez. 177 - Il piacere - la pulsazione piena della vita

Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
7 novembre 1969

Traduzione in italiano di Daniele Buratti
Revisione non ancora effettuata
Edizione Giugno 2018

  1. Saluti a tutti i miei amici che si sono riuniti qui per ricevere nutrimento e verità, nella misura in cui ne hanno bisogno in questo momento. L’argomento della lezione di questa sera è il piacere, il suo significato e la sua connotazione sia nello schema universale che a livello dell’entità umana individuale.

  2. La religione parla della felicità ultima dell’essere, concetto che il più delle volte è del tutto frainteso. Si pensa alla felicità dell’essere come a uno stato totalmente diverso da quello del piacere assoluto, o dal potenziale che ha l’uomo di conseguirlo, che ci riesca o meno. Dunque sembra che per l’uomo sperimentare la felicità sia qualcosa di molto remoto. Sembra qualcosa d’intangibile che si potrà conseguire solo con tempi biblici. Questo tipo di felicità appare talmente irreale e lontana da ciò che la gente considera veramente desiderabile, da rimanere tutt’al più una vaga teoria.

  3. In realtà non c’è differenza tra la condizione ultima di felicità spirituale e il potenziale che ha l’uomo di conseguirla. Cambia solo il grado d’intensità, poiché nessun essere umano è capace di una profondità di esperienza come quella di una coscienza non strutturata e altamente evoluta. Ma il piacere resta piacere. Il piacere spirituale non è privo di corpo, e nemmeno la coscienza non strutturata è priva di forma. Quest’ultima crea dei cosiddetti "corpi sottili" di energia che fluisce in forma purissima. Dunque questo tipo di energia scorre libera da impedimenti, ed essa stessa è piacere. Il corpo umano, nella sua sostanza fisica, rappresenta un’ostruzione che si può superare solo se la personalità globale si armonizza con le correnti energetiche di origine cosmica.

  4. Un essere umano liberato, senza blocchi e inibizioni, o quasi, senza distorsioni né negatività, è in grado di raggiungere un alto livello di piacere, poiché l’energia dei corpi sottili penetra attraverso il corpo fisico. Abbiamo spesso detto come il simultaneo desiderio del piacere e la paura di provarlo costituiscano uno dei vostri fondamentali conflitti interiori. Lo sapete per esperienza.

  5. Stasera parleremo del legittimo bisogno del piacere e di quale sia il suo scopo per l’entità umana. Vi dimostrerò che questo bisogno non solo non è in contrasto con la vera realizzazione spirituale - come molti falsamente credono - ma ne è, di fatto, un prerequisito essenziale. O, detto diversamente, chi blocca il piacere blocca necessariamente anche il profondo collegamento con il sé spirituale. Per contro, chi è abbastanza libero da lasciarsi andare con l’uno, lo farà anche con l’altro. Due esperienze all’apparenza diverse - autorealizzazione spirituale e capacità di provare piacere - diventano la stessa cosa. Sono interattive e interdipendenti.

  6. Parleremo anche degli ostacoli che vi impediscono di raggiungere la profonda esperienza del piacere supremo. Quali sono questi ostacoli? Cosa vi impedisce di realizzare quella condizione che sarà sempre l’oggetto del vostro anelito più profondo, che ne siate consapevoli o meno? Siete voi a ostacolate quell’anelito nella vostra anima, entrando così in conflitto con voi stessi.

  7. Non mi voglio soffermare troppo sul significato cosmico del piacere, per evitare il rischio di farlo apparire troppo remoto dalla vostra vita nel qui e ora. In realtà non è così, poiché la realtà cosmica si può applicare a qualsiasi stato dell’adesso. Ma è facile fraintendere e applicare in modo errato il significato di piacere cosmico. Solo se arriverete a liberare il flusso interiore e rimuovere gli ostacoli e i blocchi per provare un alto livello di felicità, saprete nel profondo che il piacere umano è essenzialmente identico alla condizione cosmica di felicità; che il piacere fisico e il piacere spirituale sono una cosa sola, e non condizioni opposte.

  8. Il piacere è, nel suo vero senso, intensamente fisico e intensamente spirituale. Non c’è divisione fra stato fisico e stato spirituale. Ecco perché non serve soffermarsi troppo sugli aspetti filosofici del piacere nello schema della creazione. L’unica cosa che vorrei menzionare sulla realtà cosmica, al riguardo, è che lo stato ultimo della liberazione, dell’esistenza cosmica, è il piacere totale. Dunque il piacere è la realtà ultima. La felicità non è il premio per essere stati "buoni", come sembra implicare la religione nelle sue erronee interpretazioni. Il piacere è la condizione naturale di un essere unificato, in armonia con sé stesso e con l’universo.

  9. Quando parliamo di piacere, dobbiamo anche essere chiari su cosa intendiamo. Non si tratta di un piacevole passatempo della mente; non di fughe o sostituti superficiali. Io intendo una condizione di felicità fisica e spirituale che si prova con ogni singola particella del corpo e dell’anima, dell’essere interiore e di quello esteriore, attraverso un sentire che ha tutti i canali e la facoltà aperte, vive e all’erta. Questa condizione è proprio qui e adesso. Ed è anche la realtà spirituale ultima di ogni entità. È un vostro diritto di nascita, amici miei. Anelare a questa condizione è il vostro movimento interiore più reale e salutare. Sono le vostre confusioni e divisioni dualistiche a creare idee sbagliate, paure e timidezze del tutto superflue.

  10. Veniamo ora al significato di piacere per l’essere umano a tutti i livelli di esistenza. Il piacere di cui parliamo è, come dicevo, un’esperienza totale, non frammentaria. Non è un’esperienza fisica che esclude il sé spirituale, né un’esperienza spirituale che esclude lo stato fisico. Tutto il vostro essere vibra e pulsa, indiviso, in armonia con voi stessi e con l’universo e, dunque, con gli altri esseri umani. Non c’è divisione in voi, né correnti del No; non dubbi sul diritto alla felicità, non “se e ma” sul fatto che la vostra felicità possa interferire con il mondo esterno. Non dovete provare senso di colpa né esitare. Al contrario, sentirete nel profondo che quanto maggiori saranno l’estasi e la gioia, tanto più contribuirete al mondo intorno a voi.

  11. Raggiungendo questa consapevolezza interiore, non in modo teorico ma come esperienza reale, creerete in voi le seguenti condizioni: farete dell’esperienza totale del piacere un obiettivo spirituale e pratico; il vostro agire sarà sempre incentrato su questo obiettivo; rimuoverete ogni impedimento interiore ed esplorerete con pazienza il vostro inconscio per portare alla luce gli impedimenti; dedicherete tempo ed energia a questa impresa; sentirete sempre più che soddisfazione e piacere personale promuovono crescita spirituale e autorealizzazione, e viceversa. La capacità di amare in modo intimo e totale con tutto il corpo, l’anima e lo spirito sarà l’obiettivo che aiuterà di pari passo la vostra auto-purificazione, perché non ci può essere l’una se non c’è l’altra. Ne parlerò ancora in seguito.

  12. Ma prima parliamo del significato di piacere pieno a ogni livello della personalità umana. A livello fisico: salute e benessere fisico sono regolati e subordinati alla condizione di piacere che il corpo riesce a consentire. Le correnti del piacere sono le forze concomitanti di vita, salute, auto-rinnovamento e auto-rigenerazione, quindi salute e longevità saranno proporzionali alla capacità di provare piacere. Similmente, nella misura in cui negate a voi stessi il piacere per vergogna, paura, malintesi, negatività, impurità ecc., voi separate il corpo dalla fonte della corrente universale.

  13. Spesso mi avete sentito dire che ogni entità umana è un microcosmo, un intero universo interiore che rappresenta l’universo macrocosmico. Entrambi sono regolati da leggi e condizioni identiche. Quindi se l’universo interiore è in armonia con sé stesso, il flusso universale di energia spirituale risanatrice, di vita, salute e piacere che permea l’intero creato, pervaderà anche voi: diventate parte dell’universo e l’universo parte di voi. Trascendete le limitazioni strutturali pur trovandovi ancora nel corpo fisico. L’abbondanza universale e illimitata della vita che sempre si rinnova diventerà parte di voi, anche se in modo relativo, dato che vi trovate ancora nel corpo. La cosa avviene in modo assoluto solo quando si trascende il corpo.

  14. Non crediate che il sentire che sperimentate in un corpo e in un’anima senza blocchi cessi con la morte. Al contrario, le sensazioni corporee vengono dai corpi sottili, e si possono manifestare proprio perché si sono rimossi i blocchi fisici. Una volta trascesa l’esistenza fisica, quelle stesse sensazioni si manifesteranno con intensità ancora maggiore, perché non più bloccate dalla sostanza materiale della vita fisica. È importante comprendere che le sensazioni di piacere e di felicità registrate dal corpo non cesseranno nell’esistenza ultraterrena. Anzi, saranno più intense. Sarete maggiormente in grado di tollerare sensazioni di supremo piacere, di estasi, di felicità, d’amore, e di quella che nella sfera terrestre è chiamata sessualità, cioè la fusione totale con un altro essere. Qui parlo di quelle entità che avranno superato le false paure e le ostruzioni; altrimenti l’esistenza spirituale non sarà molto diversa da quella terrena.

  15. Ogni tipo di malattia fisica o di deterioramento, compresa la morte fisica, è una manifestazione di divisione, di conflitto e di negazione del piacere. Lo sviluppo spirituale deve portare a incrementare il piacere e non a negarlo e sacrificarlo, come vorrebbero molte religioni autoritarie. Questo concetto di martirio è un totale fraintendimento della verità spirituale. La verità potrà essere compresa solo se non si avvertirà più il piacere come qualcosa di negativo, quando non avverrà a scapito di altri, quando non porterà più con sé correnti distruttive. Chiunque può confermare che energia e benessere sono proporzionali al piacere profondo che si prova. Non dovete prendere per buono quanto vi dico io, provate voi stessi.

  16. Ora esploriamo un po’ più a fondo l’importanza del piacere. A livello psicologico, il piacere è importante almeno quanto quello fisico. Come assumervi delle responsabilità in modo maturo? Come accettare le difficoltà della realtà temporanea che vi circonda e che è, in effetti, espressione del vostro stato interiore corrente? Come riuscire a gestire le situazioni frustranti in cui v’imbattete?

  17. Naturalmente, queste ultime vi capitano a causa delle vostre limitazioni interiori. Tuttavia dovete accettare le vostre limitazioni, e la cosa non è facile. Come rinunciare agli svariati sotterfugi con cui violate e minate la vostra integrità, con cui desiderate imbrogliare segretamente la vita, con cui volete che altri sostengano il peso della responsabilità per i vostri errori? Come impegnarvi davvero per l’integrità, l’onestà, la verità, e per un approccio positivo verso voi stessi e la vita? Come rinunciare al piacere negativo, alla pseudo-soddisfazione derivante dalle vostre finzioni, al gioco dei ruoli, alle vostre difese? Come iniziare a impegnarvi in modo totale e cosciente nella realtà della vita, non per salvare le apparenze ma per amore di quello che c’è, se non siete consapevoli del fatto che c’è ad attendervi la più grande felicità se abbandonerete le soddisfazioni e i piaceri fittizi, che altro non sono se non grami sostituti?

  18. Fintantoché sarete convinti che questi surrogati siano il solo piacere possibile e che vivere una vita dignitosa implichi rinunce e sacrifici, non riuscirete nemmeno a credere nel piacere. La difficoltà è accentuata dal fatto che non potrete tollerare il piacere, nella misura in cui rimarrete aggrappati a questi falsi modi di vivere. Sarete capaci di accogliere il vero piacere solo se saprete rinunciare al falso piacere negativo.

  19. Dovete trovare il modo di spezzare il circolo vizioso in cui siete intrappolati, che funziona così: quanto meno vorrete rinunciare in modo serio alle sottili falsità e alle difese distruttive, tanto meno riuscirete ad accettare il piacere, e dunque non ci crederete. E quindi non riuscirete a rinunciare a ciò che vi impedisce di sperimentarlo. Dunque non ci potranno essere né la volontà né la determinazione di provare il piacere, né si riuscirà a rinunciare agli schemi distruttivi che inibiscono il flusso vitale.

  20. Accettare la realtà e di essere responsabili in modo maturo sembra una difficoltà insormontabile, senza la prospettiva di un conseguente piacere. Ma finché insisterete a comportarvi come bimbi irresponsabili - scaricando sugli altri le conseguenze delle vostre azioni o non-azioni, ingannando la vita in modi occulti e nevrotici - e finché minerete la vostra integrità, in quella stessa misura non riuscirete a sperimentare piacere. Ve lo impedirà Il vostro essere più intimo. La vostra energia è deviata verso attività negative interiori. Ma se vi assumerete le vostre responsabilità, se vi rispetterete e vi amerete perché avrete smesso di barare, anche nei modi più sottili, in quella misura riuscirete a provare piacere, e in modo sempre maggiore.

  21. Quanto più desidererete condurre un’esistenza piena e felice, tanto meno vi sembrerà difficile lasciar andare gli schemi distruttivi al livello più profondo, fare affidamento su di voi e accettare le necessarie frustrazioni. È molto importante comprendere l’equazione tra l’accettare la piena autonomia e la capacità di provare piacere: l’una è impossibile senza l’altra. Se si ritiene che essere una persona dignitosa e responsabile nel senso più vero implichi la rinuncia al piacere, allora non è possibile desiderare veramente il piacere. O, se lo si desidera, lo si fa in modo non sano, quasi fosse un premio elargito dalla figura autoritativa da cui si dipende, per essere stati dei “bravi bambini”.

  22. Vorrete mettere al centro voi stessi ed essere autonomi nel senso più vero del termine, anche se all’inizio vi potrebbe sembrare difficile riuscirci, se capirete che la paura del piacere diminuirà in modo proporzionale al processo di auto-purificazione. Nella misura in cui accetterete le apparenti difficoltà iniziali di essere adulti con tutto ciò che implica, qualcosa in voi si scioglierà e vi sentirete sempre meno minacciati. E così potrete aprirvi al piacere, nel suo significato più pieno e profondo.

  23. Voi tutti potete meditare sul collegamento tra maturità emotiva, con i suoi vari significati, e conseguimento del piacere personale. È una cosa del tutto logica, amici miei. Voi sapete che potete amare veramente solo se avete autoresponsabilità, e non se vi aggrappate a qualcun altro o ne siete dipendenti. La dipendenza potrebbe assomigliare all’amore, ma voi avete imparato dal lavoro svolto su di voi che niente potrebbe essere più lontano dalla verità. La dipendenza deriva dalla paura e crea una paura ancora più grande, che porta inevitabilmente al risentimento e all’odio. Voi cercate in tutti i modi di nascondere le emozioni, perché non si può provare odio per la persona di cui si ha bisogno e da cui si dipende.

  24. L’amore è possibile solo se siete liberi, se bastate a voi stessi senza dipendere da qualcun altro. E il piacere è possibile solo se amate. Come vi dicevo, il piacere sessuale senza amore è assolutamente incompleto e finisce sempre in un vicolo cieco. Mancherà sempre qualcosa, segno di una divisione interiore fra spirito, anima e corpo. L’unificazione completa del piacere avviene quando amate come esseri sessuali, perché in quel modo siete anche degli esseri spirituali. Questo vuol dire che possedete integrità emotiva e mentale. Dunque piacere e spiritualità, piacere e decenza, piacere e maturità emotiva, piacere e salute fisica, sono tutti strettamente e intimamente collegati.

  25. Adesso vediamo cosa ostacola il piacere. Alcuni di voi che si trovano qui per la prima volta e che non sono abituati alle profondità del nostro lavoro potrebbero non afferrare che cosa intendo per paura del piacere. Diciamo che voi tutti anelate al piacere, lo desiderate e vi adoperate per ottenerlo. Credete di volere il piacere, ma ignorate il fatto che una parte di voi non lo vuole, che ne avete una paura matta. I miei amici che hanno già percorso un po’ di strada nel cammino e che hanno avuto modo di esplorare abbastanza a fondo il proprio inconscio, si sono resi conto di provare spesso terrore per il piacere. Addirittura anche di più di quanto siano terrorizzati dalle emozioni negative che scoprono in sé stessi o negli altri.

  26. Altrove ho già evidenziato il collegamento tra paura delle emozioni negative in voi e negli altri e paura del piacere dentro di voi. Infatti, avendo timore del piacere, voi desiderate inavvertitamente, ma logicamente, il suo opposto. Dunque voi temete la conseguenza dei vostri desideri negativi perché sapete, nel profondo, che quello che desiderate si realizzerà. E quanto meno siete coscienti di ciò che desiderate, tanto più ne temerete i risultati. Pertanto la paura della morte denota sempre un inconscio desiderio di morte.

  27. Per contro, il piacere diventa possibile con uno stato mentale ed emotivo calmo e fiducioso, di paziente attesa e ricettivo, sereno e privo d’ansia, senza fretta né preoccupazioni. In caso contrario, la vostra battaglia contro la paura del piacere si manifesterà coscientemente con la ricerca eccessiva del piacere; con l’ansia di non riuscire a raggiungerlo; con il pessimismo o perfino la disperazione e il senso di impotenza che vi fanno oscillare tra due estremi dannosi: o la rassegnazione, o un’iperattività compulsiva, miope e, dunque, non appropriata. Questo ostacola in modo considerevole il conseguimento del piacere.

  28. La paura del piacere deve essere resa conscia, per poterla combattere. Uno dei primi ostacoli da ricercare è la dicotomia tra l’ansia di riuscire e una rassegnazione impotente, dovuta al rifiuto inconscio del risultato desiderato, che si tratti di piacere o di altro. Pertanto bisogna trasformare la consapevole paura del piacere in vigile e diretta consapevolezza della paura stessa. Non è facile, ma è senz’altro possibile con questo cammino. Chiunque lo desideri sinceramente sarà in grado di portare a livello consapevole ciò che è ancora inconscio.

  29. Nell’ultima lezione vi dicevo che dovete rendere coscienti le vostre creazioni negative e il vostro piacere negativo per poi superarli. Dovete anche essere in contatto con la vostra negazione del piacere. Posso affermare con sicurezza che non c’è essere umano che sia del tutto libero da questa negazione. Varia l’intensità, tutto lì. Chiedo anche a chi è relativamente libero dalla paura del piacere di non trascurare le aree interiori in cui rifuggite ancora il piacere, quasi fosse un pericolo. Meditate e impegnatevi a volerne essere consapevoli, e poi andrete alla fase successiva: verificare se questa paura sia o meno fondata, in modo che alla fine desideriate sbarazzarvi in misura sempre maggiore della paura e degli impedimenti al piacere.

  30. Solo quando sarete perfettamente coscienti di come temete e negate il piacere, la smetterete d’incolpare gli altri di quella deprivazione che vi causa tanta sofferenza. Si dissolverà il pesante fardello interiore di sentirvi confusi e impotenti per non riuscire a conseguire ciò a cui anelate nel profondo. Un fardello sottile e inespresso. Una volta verificato in piena coscienza che “Io ho paura del piacere”, l’impotenza svanirà. Sentirete in voi due forze: una che vi spinge verso il piacere, l’altra che ve ne allontana. Avvertirete queste due forze a tutti i livelli del vostro essere: nella mente e nel vostro sentire.

  31. Se il conflitto avviene al di sotto del livello della coscienza, esso è estremamente doloroso. Ma se venite a scoprirne l’esistenza, sarete in grado di iniziare a sedarlo. Solo la consapevolezza del conflitto vi permette di affrontarlo. Ecco perché è tanto importante per l’essere umano prendere coscienza di ogni condizione interiore. Non potrete mai liberarvi del vago senso d’ansia, impotenza e inadeguatezza che deriva dal non sapere che negate ciò che desiderate; che da una parte desiderate, ma dall’altra provate paura. Dato che è impossibile superare la vostra negatività e la vostra distruttività, se non prendete coscienza di voler essere negativi, è altrettanto impossibile sedare il conflitto senza sapere, sentire e sperimentare che il conflitto avviene dentro di voi.

  32. Proprio come per la negatività, di cui ho trattato nell’ultima lezione, dovrete anche scoprire le ulteriori conseguenze della negazione del piacere. Voi avete paura del piacere perché non vi distaccate dalla negatività, e il non voler rinunciare agli schemi negativi e distruttivi del comportamento e del sentire non solo non vi fa sentire degni, a livello inconscio, del vero piacere, ma addirittura vi terrorizza. Vi spaventa troppo essere aperti al piacere, perché la vostra negatività crea nell’anima e nel corpo una condizione di fatto incompatibile con il piacere. La vostra negatività crea tensione, separazione, contrazione. Essa deriva da un eccessivo orientamento sull’io, ed è quindi del tutto estranea a una condizione di piacere.

  33. Il piacere negativo è sempre più adatto a gratificare gli scopi dell’io piuttosto che a soddisfare l’autentico e legittimo bisogno che ha l’entità d’immergersi nella luce del piacere supremo. Esso dà asilo ai tre atteggiamenti alla radice di ogni distruttività e deviazione: orgoglio, volontà egoica e paura. Ho detto molti anni fa che laddove c’è orgoglio, volontà egoica e paura c’è anche, necessariamente, uno stato di contrazione.

  34. Non c’è modo di evitare del tutto la contrazione pur impiegando i migliori approcci terapeutici, se non si abbandonano orgoglio, volontà egoica e paura. Nell’orgoglio, nella volontà egoica e nella paura la struttura dell’io diventa più e serrata rigida. La volontà egoica dice: "Io, io, io ", il piccolo io, che investe solo sul livello della personalità esteriore dell’io conscio, snobba, ignora e respinge in modo assoluto la Coscienza Universale di cui voi siete espressione.

  35. A meno che la persona globale non sia unificata con la più vasta coscienza che trascende l’io, diventa imperativo per la persona aggrapparsi al piccolo io. L’io non sarebbe tanto enfatizzato senza la falsa convinzione che il sé si annulli nel momento in cui l’io non fosse più l’unico sovrano della vita. Dunque, identificandovi completamente con l’io non riuscirete a identificarvi né con la coscienza più vasta né con il sentire del corpo, i quali vanno in parallelo. L’esperienza diretta delle sensazioni spontanee del corpo è espressione della verità universale dell’essere, esattamente come lo sono la guida, l’ispirazione e la conoscenza che vi arrivano in modo spontaneo quando vi identificate con il vostro essere che trascende la coscienza dell’io.

  36. La struttura contratta dell’io dice: “È il mondo del mio io che conta. È tutto quello che c’è per me e non ci posso rinunciare, altrimenti cesserei di esistere.” Con questo atteggiamento il piacere è impossibile, dato che il piacere totale e autentico dipende da quanto l’io riesca a lasciarsi andare, trasportare ed essere vissuto da un più grande potere che risiede nel corpo e nell’anima.

  37. L’orgoglio dice: “Sono meglio degli altri.” Ciò comporta separazione, prevaricazione e tutto il contrario di una condizione di amore. L’orgoglio potrebbe anche dire: “Sono peggio degli altri, sono insignificante, non valgo nulla. Ma lo devo tenere nascosto, così posso far finta di valere”. Sono pensieri non articolati, certo, ma forse non del tutto inconsci. Un orgoglio distorto, al contrario di una sana dignità, fa sempre paragoni e valutazioni tra il sé e gli altri e rimane, quindi, in uno stato di continua illusione, e con questo atteggiamento non si potrà mai valutare obiettivamente il valore di qualcuno. È una ricerca disperata e senza fine di un obiettivo illusorio, che sfinisce la personalità e la rende sempre più frustrata. Il divario tra il sé e gli altri aumenta sempre più, l’amore diventa sempre meno possibile e il piacere sempre più distante.

  38. Non importa se pensate effettivamente di essere meglio degli altri o se fingete per nascondere il vostro senso di inferiorità: è la stessa cosa. È un atteggiamento che non produce amore, e come si potrebbe conseguire l’amore se c’è assenza d’amore? L’amore non è un’imposizione che vi toglie qualcosa, anzi è il più egoistico degli atteggiamenti perché apporta il massimo del piacere a livello fisico, emotivo e mentale. È un bel sentire già di per sé, semplicemente: è un fluire e un pulsare in uno stato di pace, sicurezza, entusiasmo, eccitazione, stimolazione e fiducia assoluta. Quando amate, un senso di dolcezza e di realizzazione pervade il vostro essere profondo e le vostre membra. Invece nello stato egoico di orgoglio vi sentirete tesi, ansiosi e contratti. Se siete rilassati non potete fingere, mentre l’orgoglio vi porta sempre a farlo in qualche modo, anzi, lo richiede. Uno stato rilassato, senza conflitti e senza finzioni è il prerequisito numero uno per il piacere.

  39. La paura è contrazione totale. Non si fida di nessuno, né del sé né dell’universo, e quando il sé prova paura non può lasciarsi andare. Il piacere è irrealizzabile se la personalità è vincolata all’io da orgoglio, volontà egoica e paura, da creazioni negative, con il conflitto interiore che nega la sua negatività e ne cela l’esistenza. La personalità non conosce la natura della sua sofferenza. L’io è intrappolato nel conflitto tra il desiderio e la paura della medesima cosa. L’inconsapevolezza del conflitto porta a frustrazione, infelicità e ad addossare la colpa agli altri creando risentimento, amarezza, rabbia e ribellione. La confusione che ne deriva è causa di tormento per l’anima.

  40. Come dicevo, il piacere a cui tanto anelate sarà vostro se lascerete andare ogni atteggiamento distruttivo. Insomma, il piacere richiede uno stato interiore di completo rilassamento, che non vuol dire apatia passiva, immobilità o inerzia. Il vero rilassamento è un movimento costante e armonico. È il movimento dell’universo. Un’entità umana abbastanza libera da trovarsi nella condizione unificata di piacere, avvertirà il ritmo della pulsazione cosmica e si armonizzerà con essa.

  41. Questo piacevole ritmo dell’universo si ritrova in ogni singolo microcosmo. Occorre essere in sintonia perfetta con il ritmo cosmico interiore che segue i movimenti dell’anima: non le distorsioni, bensì il riflesso dei cosmi più vasti. Una sintonia simile richiede una diffusa calma interiore. Occorre sedare ogni agitazione della mente. La turbolenza deve cessare. Allora si manifesterà in voi un nuovo tipo di movimento, né attivo né passivo in senso superficiale, che combinerà un’attività interiore dal ritmo molto piacevole, con una calma ricettività interiore e un’apparente immobilità. La ricettività non contraddice il movimento, bensì ne è parte integrante. Ciò che sembra essere contraddizione a livello dell’io diventa unificazione su una diversa lunghezza d’onda. In tale condizione non ci possono essere divisioni né conflitti contro il sé, né tensioni o sforzi. È una condizione in cui non si è pressati dal tempo, giacché il tempo non esiste, nemmeno adesso che vi trovate ancora nel corpo fisico.

  42. Naturalmente non è una condizione sempre raggiungibile. Ma potete arrivarci a più riprese, e ogni volta sarete persone più forti, più unificate, più complete, con un io intatto e sempre più integrate con il più grande Sé. L’evoluzione, la crescita e lo sviluppo individuale vi porteranno sempre più spesso a raggiungere questa condizione, che potrete sperimentare in modo più significativo e intenso in una relazione affettiva. Ma in modi diversi ne farete esperienza in tutto quello che farete e sarete, vivendo e muovendovi, e il vostro essere si troverà nella Coscienza Universale.

  43. Dovunque vi troviate in un dato momento, saprete trascendere quell’istante, per spiacevole che sia. Se andate sufficientemente a fondo dentro di voi per esplorarvi completamente in quel frangente, in quella situazione (se non la rifuggite), proprio quel momento di non-piacere si trasformerà nella sua natura ultima: il piacere supremo.

  44. Non è facile riuscirci, se siete separati nella percezione di voi stessi, pur avendo già sperimentato alcune delle verità e delle condizioni cui accennavo. In questo stato di scollegamento, andare dentro di voi richiede ripetuti tentativi per trovare la giusta autodisciplina e la capacità di osservarvi, e l’uso della volontà per vedere la verità e trasformare la distruttività. Occorre anche pazienza per lasciar andare e saper aspettare con fiducia. Dovete trovare le giuste risposte e i giusti atteggiamenti, quando lottare e quando no, nel modo giusto e nella giusta misura. Non vi aiuterà molto ricordare una passata analoga condizione della vostra mente. Ogni volta occorre riconquistare la verità. La memoria vi aiuterà solo a ricordare che la verità è possibile, che non è un’illusione. No, non è facile trascendere il vostro adesso e sintonizzarvi con il ritmo cosmico interiore. Ma quanto più spesso ci proverete, tanto più spesso la cosa sarà possibile, finché diventerà la condizione normale, mentre la disconnessione sarà l’eccezione. La finalità dei momenti difficili sarà in misura sempre crescente quella di condurvi verso il vostro centro interiore, dove regna il piacere supremo.

  45. I momenti difficili diventeranno allora quei catalizzatori che dovevano preparare tutta la vostra persona allo stato di piacere senza conflitti che è in voi. Accettate il dolore che avete creato con i vostri concetti erronei e la vostra distruttività e non rifuggitelo, ma esploratelo. Rimanete calmi anziché combatterlo con sotterfugi, negatività, giochetti, ruoli e finzioni, proiezioni e fughe. Osservatevi veramente. Alla fine, e in modo sempre maggiore, si sbocceranno davanti a voi il piacere e la capacità di rimanere in una condizione di piacere. Voi ne diventerete parte integrante. Questo deve essere il vostro obiettivo.

  46. Il piacere è lo scopo ultimo a livello sia umano che spirituale, simultaneamente. È anche l’agente curativo, senza il quale non potete guarire.

  47. Credo che stiate iniziando a capire sempre più che non dovete temere la difficoltà di questo cammino. Ogni singolo passo dà grande gioia, non solo perché alla fine raggiungerete la liberazione, ma anche perché, nonostante lo stato di combattimento, il cammino vi procurerà diversi gradi di felicità ad ogni vostra vittoria: l’intensità dipenderà dalla capacità di superare la vostra resistenza.

  48. Siate nello stato di felicità che è il vostro diritto di nascita e il vostro destino ultimo. Comprendete la verità che non c’è nulla da temere. Siate benedetti.

Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 177 - Pleasure - The Full Pulsation of Life
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