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Lez. 176 - Superare la negatività

Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
10 ottobre 1969

Traduzione in italiano di Daniele Buratti
Revisione non ancora effettuata
Edizione Novembre 2020

  1. Saluti e benedizioni a ciascuno di voi, amici miei. Questa lezione segue la precedente che verteva sull’importanza della mente e della coscienza, coi rispettivi aspetti e poteri creativi. Abbiamo anche parlato della creazione negativa, un processo in atto in ogni essere umano.

  2. Se non foste presi dalla negatività nel creare non sareste umani; non vivreste su questo piano di coscienza, che esprime un particolare grado di sviluppo. In generale gli esseri umani sono liberi, in qualche misura, e possono anche creare in modo assai costruttivo. Ma nella psiche umana c’è ancora una creazione negativa. Pertanto il compito dell’umanità su questa terra è lottare per uscire dalla propria creazione negativa e liberarsi sempre più dalle insidie della negatività. Cosa non facile, perché il fascino dei processi creativi s’impossessa della persona, che poi non vuole più farne a meno. In tal modo una persona entra simultaneamente in tanti circoli viziosi che sembrano difficili da spezzare. Il mio compito di oggi è aiutarvi, passo dopo passo, ad allentare la presa del vostro coinvolgimento negativo nei processi creativi distorti.

  3. Tratteremo quegli aspetti che riguardano in particolare il Sentiero. Molti di voi iniziano a trovare in se stessi la verità della propria negatività, a vederne l’intenzionalità e come ci si attaccano. Arrivare a questo passaggio è di estrema importanza. Non c’è differenza più marcata tra esseri umani che sanno di creare il proprio destino, di voler essere negativi malgrado il disagio provato, ma che persistono nel loro atteggiamento, e quelli che ignorano questo fatto. Chiunque segua un percorso che conduce alla vera realizzazione del sé universale giungerà a questa personale scoperta. Se ciò non dovesse accadere, vuol dire che il percorso intrapreso porta all’illusione e si occupa solo di speculazioni teoriche o di alienate idealizzazioni, e non di esperienza viva, reale e autentica.

  4. Dal momento che siete umani, cari amici, voi create in modo negativo. Il sentire e gli atteggiamenti negativi intenzionali che non volete abbandonare sono una creazione. Credere che la vostra infelicità e sofferenza siano inflitte da altri o dalla vita è pura follia. È follia credere che ogni infelicità derivi da qualcosa al di fuori del sé. Forse già lo sapevate da un bel po’, a livello teorico, e a parole ci credevate. Ma esiste una grande differenza tra l’avallo intellettuale e la netta consapevolezza che voi create davvero in modo negativo, e che quella infelicità che voi lamentate e di cui incolpate agli altri è causata da atteggiamenti negativi che vi piacciono e che volete conservare. Se voi attribuite le frustrazioni, l’insoddisfazione o i dolori alla società, vi sbagliate di grosso. Ciò non significa che i mali che vedete nella società non esistano realmente. Ci sono. Ma non potrebbero influenzarvi se voi non deste il vostro contributo, a livello inconscio e profondo, a quegli stessi mali che tanto lamentate. E lo fate precisamente con quella negatività che ancora seguitate a esprimere nella vostra vita privata.

  5. Potrebbe essere difficile credere a questa verità, all’inizio di un percorso. Ma se vi ci impegnate seriamente capirete che le cose stanno proprio così. Non siete mai vittime innocenti, e la stessa società non è altro che la somma totale o il prodotto di costanti produzioni e creazioni negative, vostre e di molti altri. Al principio rendersene conto è scioccante e doloroso, ma solo finché non siete disposti a rinunciare alla negatività. Se non vi rinunciate, vi serve l’illusione che lo facciano gli altri. Sperate di arrivare alla felicità evitando quell’aspetto in voi che rende impossibile arrivarci. Sperate di diventare degli esseri umani con rispetto e accettazione di sé, ma senza rinunciare a quel che pregiudica per davvero la vostra integrità. E allora vivete nell’illusione che siano gli altri a vessarvi, così li potete incolpare di rendervi vittime. Questo è uno dei famosi e frequenti giochetti di finzione che molti di voi hanno scoperto, in varie forme. Una volta abbandonate le illusioni e le intenzioni ingannevoli, la realizzazione del proprio potere creativo - che è sempre al lavoro, anche se forse ancora, per lo più, in modo negativo - diventa una rivelazione e una liberazione meravigliosa, malgrado all’inizio possa essere stato uno shock.

  6. Vorrei parlarvi dei passaggi per uscire dal labirinto della vostra illusione e creazione negativa, in cui sembrate essere bloccati in modo tanto inestricabile e inesorabile. Ovviamente la prima cosa da fare è trovare, determinare, riconoscere, accettare e osservare i propri atteggiamenti negativi, i sentimenti distruttivi, le sottili bugie, l’intento di imbrogliare e l’ostile e insulsa resistenza ai buoni sentimenti. Vi ho elencato degli esempi di creazioni negative. Chi tra voi lavora in modo personale e dinamico sulla propria crescita, ha già avuto qualche tipo di contatto con la propria produzione negativa intenzionale. Ma è importante diventarne ancor più consapevoli, esserne degli osservatori più distaccati. In questo consiste il primo passaggio.

  7. Il secondo è constatare come, nel profondo, voi dubitiate del vostro particolare sentire e reagire riguardo alla produzione negativa, e come il vostro intento sia scelto e voluto. Vedrete allora che vi piace, che provate una sorta di piacere e che non desiderate rinunciarvi. L’aspetto piacevole del creare si applica anche alla creazione negativa. È cruciale che voi lo sentiate e l’ammettiate. Anche se capite vagamente che è qualcosa di distruttivo e, in qualche modo, sbagliato, siete comunque affascinati dal piacere perverso della vostra produzione negativa. Riconoscerlo è essenziale. Altrimenti non potrete uscire dalla sofferenza, né potrete conseguire l’individualità spirituale cui anelate.

  8. Il terzo passaggio consiste nella meticolosa elaborazione delle esatte conseguenze e ramificazioni della produzione negativa, senza tralasciare dettagli, effetti diretti o collaterali. Occorre capire in modo molto preciso quali siano gli effetti nocivi su di voi e sugli altri. Ma non ci riuscirete se mitigate il senso di colpa per la creazione negativa illudendovi di fare del male solo a voi stessi. Dovete capire che non potete farvi del male senza causarlo anche agli altri, e anche che nel danneggiare gli altri voi danneggiate voi stessi. Non è un castigo voluto da qualche autorità vendicativa lassù in cielo. È così perché tutti voi, tutti loro, tutti noi, siamo un unico sé universale. Così quel che accade a voi accade a tutti gli altri e viceversa. È impensabile che quel che ha un’influenza negativa su di voi non impatti anche gli altri. L’odio verso se stessi, ad esempio, si manifesta sempre anche come incapacità di amare, o persino come impulso a odiare gli altri. Questo è solo un esempio. Non si tratta di teorie: scoprirete che è la verità, ma solo impegnandovi a elaborare questi passaggi.

  9. Il terzo passaggio è vedere come il piacere ricavato dalla propria produzione negativa non valga mai il prezzo esorbitante pagato, poiché tutto quel che lamentate in voi stessi e nella vostra esperienza di vita ne è un effetto diretto. Voi sacrificate gioia, pace, autostima, sicurezza interiore, espansione e crescita, il piacere a tutti i livelli del vostro essere, e un’esistenza pregnante e coraggiosa. Tutto ciò, e altro ancora, non vi dà lo stesso piacere perverso che traete dalla creazione negativa.

  10. Osservate in che modo la vostra creazione negativa influisce sugli altri. Qualche parte profonda di voi lo sa molto bene e si sente in colpa, comprensibilmente, e fa sì che vi odiate e vi auto-puniate, derubandovi delle vere soddisfazioni della vita. Arriverete a capire che vivere senza sensi di colpa è possibile solo abbandonando la creazione negativa. Il solo desiderio sincero e serio di farlo vi donerà sollievo.

  11. Un ulteriore aspetto del terzo passaggio è che vi farà capire che non è il piacere derivato dalla distruttività nel sentire e nel comportarvi a dover essere sacrificato. Di fatto quello stesso piacere viene traslato alla creazione positiva, in cui voi potrete espandervi con gioia e senza alcun senso di colpa, senza pagare il caro prezzo della creazione negativa e del sacrificio della vostra vita - e non esagero. L’elaborazione esatta di causa ed effetto, di conseguenze e connessioni, è ciò che rende possibile rinunciare alla negatività. Non basta la consapevolezza di essere volutamente distruttivi. Occorre che ammettiate che non desiderate rinunciarvi. Dovete capire quale prezzo state pagando. In questo modo sarete connessi esperienzialmente con la causa della creazione negativa e l’effetto che essa ha su di voi. Tracciate il nesso. Vedete chiaramente che ciò che vi rende infelici (ansia, preoccupazioni, l’antipatia per voi stessi, le insicurezze, lo scontento per la vita, le frustrazioni, il senso di spreco di voi e della vita, sofferenze e dolori) sono le conseguenze dirette degli atteggiamenti negativi che avete deciso di adottare.

  12. Arrivati al secondo passaggio siete ancora separati dagli effetti. Forse capite che la causa è la vostra distruttività; lo ammettete, ma ancora non vedete la connessione con tutto quel che lamentate nella vita. Non c’è ancora il nesso causa-effetto. Finché non si stabilisce il nesso, non riuscirete a voler rinunciare davvero alla negatività. Per essere davvero motivati dovete vedere il prezzo che state pagando. Non basta rinunciarvi perché è così che dovreste fare, o perché in qualche modo è sbagliato o dannoso per voi o gli altri. Non serve la vaghezza, serve vedere il collegamento specifico, cosa forse più facile a farsi rispetto al primo o secondo passaggio. Il difficile è arrivare al secondo passaggio: la piena consapevolezza della creazione negativa dovuta ad atteggiamenti distruttivi da voi scelti. C’è enorme differenza tra tale stato di consapevolezza e il precedente, quando proiettavate la vostra infelicità al di fuori di voi, incolpando il mondo e gli altri senza accorgervi che la causa era in voi. Il secondo passaggio è di massimo rilievo: conoscere il vostro potere, la vostra individualità. Poiché se riconoscete in voi la forma negativa del processo creativo, avete un barlume di cosa poter fare per realizzare delle fantastiche esperienze di vita. Forse è il passaggio più difficile: di sicuro un cambio radicale nella percezione di sé e quella dei processi vitali. Ma è altrettanto importante lavorare sul terzo passaggio, poiché senza di esso non si è motivati al cambiamento. Tuttavia non è un passaggio difficile come il precedente, e non incontra mai la stessa resistenza che si trova nel secondo.

  13. Quando iniziate a scoprire di essere sedotti allo stesso modo dalla creazione positiva e dalla negativa, ma stavolta senza soffrire, senza sensi di colpa, paure e autoaccuse, il mondo vi si spalanca davanti con indicibile bellezza e luminosità. Assaporerete la libertà di essere i creatori della vita che voi sceglierete.

  14. Per aiutarvi a scoprire il collegamento tra fascinazione positiva e creazione, dovrete riconoscere distruttività e negatività così come sono, senza facciate di alcun tipo. Abbiamo discusso e lavorato molto a lungo su finzioni, difese, giochini e stratagemmi, sulle immagini di sé idealizzate, sulle forme specifiche di negazione per nascondere la vostra distruttività: non sono che maschere ipocrite che mostrano l’opposto di ciò che rifiutate e non vi piace in voi. Tali coperture sono, in realtà, assai più insidiose e nocive della stessa distruttività. Poiché una volta che avrete affrontato la vostra distruttività per come essa è, avrete affrontato una verità che si trova in voi e potrete scegliere in tutta onestà la direzione futura. Ma se siete ancora presi da coperture, ruoli e giochini, non arriverete al cuore del vostro disturbo. La vostra sofferenza peggiora; vi allontanate da ciò che ha determinato la vostra condizione, e dunque vi sentite sempre più disconnessi e disperati.

  15. Per nascondervi dagli altri - e soprattutto da voi stessi - generate qualcosa che sembra l’opposto di ciò che volete nascondere. Il ruolo diventa una seconda natura che non ha nulla a che fare con voi: è un’abitudine che non riuscirete a eliminare finché non vorrete scoprire che cosa nasconde. È di primaria importanza che vi disilludiate riguardo all’immagine di voi che proiettate nel mondo e della cui genuinità cercate, a fatica, di convincervi. Dovete smascherare l’artificiosità del ruolo a cui vi concedete. In qualche modo vi sembra sempre di essere buonini, anche quando fate finta di essere delle vittime. Fate un’attenta analisi, cercate di comprenderne i dettagli, e vedrete che non è quel che fingete essere. Non è mai una cosa buona. Non siete mai del tutto innocenti, né gli altri sono così malvagi. Ma, d’altro canto, non siete neanche così perdutamente cattivi e inaccettabili come pensate di essere, dietro alla facciata del vostro ruolo. Poiché il ruolo trasmette l’opposto non solo di chi in realtà voi siete, ma anche di quel che credete di essere.

  16. Il ruolo alberga quegli stessi aspetti che vi affannate a occultare. Se vi nascondete, e il vostro ruolo è essere perseguitati dall’odio e dalle accuse ingiuste altrui, quello stesso odio risiede anche nella finzione. Il fronte, o il ruolo, non è mai per sua natura diverso da ciò che copre. È un atteggiamento di odio fingere di essere vittima dell’odio altrui. Questo è solo un esempio. Fate emergere il giochino, non solo per rivelare quel che cela, ma anche per metterne a nudo gli aspetti reali e quel che significano davvero. L’energia creativa negativa è pienamente partecipe nell’immagine che presentate. Prendetevi un po’ di tempo, adesso, per identificare i vari ruoli che avete scelto. Date un nome ai ruoli con frasi semplici che descrivano ciò che intendono trasmettere. Cercate di rilevare in che modo un ruolo che si ritiene angelico sia distruttivo quanto ciò che gli si cela dietro. Di fatto non può essere altrimenti, poiché non potete occultare l’energia delle correnti animiche, né potete renderle diverse con la finzione, nonostante il vostro impegno per cercare di trasformare la vostra vita in una farsa.

  17. Il ruolo o il gioco adottato nell’illusione di eliminare la propria distruttività intenzionale è il primo strato da affrontare. Dopodiché potete iniziare a intraprendere i passaggi che vi ho delineato. A volte i passaggi sono sovrapposti.

  18. Più osserverete il giochino perdente che fate con la vita quando insistete col falso ruolo che copre gli atteggiamenti distruttivi, più sarete motivati a rinunciare a tutto ciò. Rafforzerete la vostra volontà. In tal modo arriverete al quarto passaggio: l’effettivo processo per ricreare la sostanza animica. Attraverso la meditazione, la preghiera, i pensieri ponderati di verità riguardo a tutta la questione impressi nel vostro materiale psichico distruttivo, ha inizio una nuova creazione che si amplia man mano che diventate più esperti. Dovete innanzitutto rilevare più e più volte il vostro desiderio di odio, condanna, punizione, risentimento e di ferire. Diverrete consapevoli del vostro tentativo di esagerare e di rivangare le vecchie ferite, di punire intenzionalmente gli altri per quel che vi hanno fatto i genitori (o ritenete vi abbiano fatto), e del vostro non voler vedere i loro fallimenti se non come un intenzionale atto di odio nei vostri confronti. Nel momento in cui sentirete che dentro di voi provate piacere a indugiare in tutto questo, senza modificare la visione delle cose e l’atteggiamento né il vostro sentire, potrete iniziare la nuova creazione. La falsità delle vostre finzioni fungerà da promemoria per desiderare di vedere cosa c’è sotto la vostra particolare facciata di biasimo e vittimizzazione, in qualunque forma essa si presenti.

  19. Lì per lì vi sembra davvero di star subendo un danno, ma un’attenta analisi rivelerà che è una sensazione illusoria: è qualcosa che avete coltivato, al pari dei ruoli che recitate. Riconoscere in modo oggettivo le finzioni - la finzione del vostro ruolo e delle ferite subite che genera emozioni negative nei confronti delle persone e dell’esperienza di vita - vi fa desiderare di voler essere nella verità più profonda, di abbandonare quelle falsità e di andare incontro alla vita con atteggiamenti onesti e genuini. Il quarto passaggio consiste nel dichiarare tale intenzione e appellarvi ai poteri superiori insiti in voi per ottenere l’aiuto.

  20. Un’altra parte del quarto passaggio consiste nel porre al vostro essere più profondo una domanda concisa: “Quale approccio posso usare per vivere una vita senza finzioni? Cosa si prova ad adottare delle modalità di risposta più adeguate alle esperienze della vita?". Rispondere a queste domande farà evolvere qualcosa di nuovo. Nel processo di ri-creazione, la vostra autentica natura produrrà reazioni sane, resilienti, adeguate e vere, non più da coprire. Quando ricreate, formulate le frasi in modo molto conciso. Dichiarate che ciò che fate non funziona e perché non funziona, e che volete operare in modo diverso. Quelle frasi, se esprimono il vostro reale intento, posseggono un gran potere creativo. E di certo lo esprimeranno, quando comprenderete appieno il danno che state facendo nel mantenere i vecchi atteggiamenti.

  21. Queste sono le fasi di una purificazione profonda e vivificante. La purificazione non è pensabile senza questi quattro passaggi, ed è necessario anche l’aiuto. È troppo difficile fare da sé. È pura illusione sperare - a livello conscio o inconscio - che possiate evitare di affrontare quegli aspetti del vostro essere, ignorarli, aggirarli o eluderli con qualche magia "spirituale". Realizzare il sé, soddisfare il proprio potenziale e arrivare al proprio centro spirituale - o comunque vogliate descrivere l’obiettivo di una vita - sarà impossibile senza che affrontiate le vostre negatività, le ipocrisie più profonde, la vostra intenzionalità di essere negativi e distruttivi, perfidi e rancorosi; molto spesso sareste persino disposti a rinunciare alla vostra felicità, solo per punire qualcuno del vostro passato. All’inizio rendervi conto di ciò vi sembrerà doloroso, ma si dimostrerà liberatorio.

  22. Chi tra voi non ha ancora fatto queste scoperte su di sé, ci arriverà. Preparatevi. Poiché se non eseguirete questi passaggi non farete entrare la felicità nell’animo, né potrete eliminare il senso di colpa pervasivo che cercate di spiegarvi con false colpe. Per quanto siate convinti che a privarvi di quel che desiderate siano gli altri, oppure i capricci della vita, in realtà siete voi a farlo. Ma se gli farete spazio nella coscienza e nella vostra autocreazione, riuscirete ad accogliere quel che la vita è sempre pronta a darvi con tanta generosità. Sono molte le persone che vogliono raggiungere le vette spirituali, con l’illusione inespressa di poter evitare di affrontare quel che sto dicendo. Corrono da un posto all’altro, e ogni volta che si trovano di fronte alla loro spiacevole verità, scappano. L’immaginario bisogno di correre si rivela così illusorio. Non serve scappare da se stessi.

  23. Ogniqualvolta evitate di affrontare i vostri atteggiamenti distruttivi, voi vivete in una dolorosa ambivalenza. Perché non andrete da nessuna parte se volete essere negativi. Da una parte c’è il sé reale che reclama a gran voce la realtà suprema, dall’altra una spinta nella direzione opposta. Ci sarà una unificazione della direzione interiore solo se la personalità è realmente e genuinamente costruttiva, senza distruttività nascoste. Riuscite a percepire il dolore prodotto dalla lacerazione del muoversi in due direzioni opposte? Questo combattimento è più doloroso, confuso e paralizzante di ogni altra cosa avvenga nella psiche umana.

  24. Per ripristinare l’essere che voi eravate ben prima di questa vita terrena - e prima che foste coinvolti nella creazione negativa - e per rivivere voi stessi come quel voi eterno, che in essenza e in ultima analisi voi siete, dovete considerare e provare la possibilità della creazione positiva. Vedrete allora che creare positivamente è davvero molto più naturale e facile: è un processo organico. Gli atteggiamenti creativi negativi e distruttivi sono artificiali e forzati, anche se con la pratica li fate sembrare più naturali. Il positivo avviene senza sforzi. All’inizio vi sembrerà che rinunciare al negativo, ormai divenuto una seconda natura, richieda uno sforzo eccessivo: è perché credete ancora che rinunciando alla negatività create una positività che è qualcosa di completamente nuovo. Se fosse così, nella maggior parte dei casi crearla risulterebbe impossibile. Ma nel momento in cui vi rendente conto che la creazione positiva è già lì, dentro di voi, e che è solo coperta, e che può dispiegarsi e rivelarsi nel momento in cui lo consentirete, lasciar andare la negatività equivarrà a sbarazzarsi di un pesante fardello che vi ha zavorrato per tutta la vita - e per molte altre vite prima di questa. Anche se voi odiate, diffidate, avete una visione confusa delle cose o escludete un esito favorevole e vi aspettate solo il peggio, c’è comunque in voi la capacità di amare, di avere fiducia e di sapere che la vita è buona e affidabile. Tutto questo, e molto altro, esiste già in voi: dovete solo permettergli di emergere, come un sole che spunta dalle nuvole. E vedrete che sarà possibile percepire la corrente positiva sottostante. Allo stesso tempo sperimenterete la gioia profonda che permea l’intero essere di ogni persona che fa una tale scoperta.

  25. Quando diciamo che Dio è dentro di voi, intendiamo precisamente questo. Non solo avete a disposizione la suprema coscienza di saggezza infinita e ultra personalizzata quando ne avete bisogno; non solo avete a portata di mano poteri di forza ed energia creativa, sentimenti di felicità, gioia e piacere sommo a ogni livello, ma anche, e proprio lì dove siete ammalati di negatività, una nuova "vecchia vita" che vi aspetta, in cui ciascuna reazione a qualsiasi tipo di evenienza è chiara, forte e pienamente soddisfacente e appropriata per ogni occasione. Flessibilità e creatività nel modo di reagire le avete già adesso, coperte dai falsi ruoli della finzione, oltre la morsa della distruttività. Sotto l’intorpidimento esteriore ribolle una vitalità che all’inizio si intravede solo per qualche attimo, ma che in seguito si manifesta in voi come il vostro stabile clima interiore.

  26. Prima di poter vivere quel clima di stabilità dovrete attraversare due fasi fondamentali che si occupano della negatività, con cui l’umanità ha ancora a che fare. Gli umani, per la maggior parte, si trovano nella prima fase fondamentale della negatività: quella che dà inizio alla negatività. La seconda fase è la negatività reattiva. Nella prima fase reagite in modo automatico in base al modello distruttivo che avete adottato dopo i primi traumi subiti nell’infanzia. Ma ancora conservate le risposte negative che durante l’infanzia non potevate non adottare, e che nelle circostanze di allora sono servite a preservarvi. Ma se si continua a reagire in quel modo anche dopo, quando non c’è più motivo di usarle, allora tali risposte non sono solo "nevrotiche": esse danno anche inizio alla negatività, indipendentemente dal fatto che gli altri si comportino verso di voi in modo analogo ai vostri genitori. I quattro passaggi che vi ho spiegato in questa lezione servono tutti ad affrontare la prima fase.

  27. La seconda fase si occupa della negatività puramente reattiva. Quando gli individui si sono affrancati dall’innescare la negatività e si sono chiariti al riguardo, reagiscono in modo positivo se gli altri non hanno reazioni negative nei loro confronti. Ma può ancora divampare la negatività reattiva in risposta alla negatività altrui. Potreste obiettare che si tratta di qualcosa che è perfettamente naturale; d’altro canto tutto, ma proprio tutto, è "perfettamente naturale". Ma non si è ancora nello stato della purificazione e della verità. Reagire in quel modo alla negatività altrui è ancora un’azione basata sull’illusione.

  28. C’è un modo migliore di reagire. Se anche l’altro dovesse proiettare su di voi una gran mole di ostilità ingiustificata, è un’illusione averne timore e approntare le vostre difese negative. Potete reagire in modo molto più adeguato senza dovervi ritirare o mettervi sulla difensiva, o senza diventare distruttivi con il vostro sentire. Non dovete credere che la vita sia squallida e senza speranza perché qualcuno agisce in modo distruttivo nei vostri confronti. Dunque c’è bisogno di risolvere anche questa negatività reattiva, ma solo dopo aver sventato l’innesco della negatività. La stragrande maggioranza della razza umana si trova ancora nella prima fase. Se qualcosa, fosse anche un’inezia, non va per il senso giusto, se avvertite anche solo un po’ di frustrazione, tendete ad adottare nuovamente le vostre reazioni negative originarie. In molte occasioni lo fate persino a titolo preventivo, soltanto perché potreste sperimentare frustrazioni, rallentamenti, critiche, o l’altrui negatività.

  29. Ritengo che la maggior parte di voi avverta l’importanza di questa lezione, specie se usata con riferimento alla vostra vita e non come mera disquisizione. In quel caso si dimostrerà di vitale importanza per la vostra evoluzione personale. Che siate benedetti. Amore e forza per tutti voi.

Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 176 - Overcoming Negativity
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