Lez. 159 - Le manifestazioni della vita come riflesso dell'illusione dualistica
Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
12 gennaio 1968
Traduzione in italiano di Daniele Buratti
Revisione non ancora effettuata
Edizione Luglio 2021
- Saluti a tutti voi, amici carissimi. Che l’anno che sta arrivando sia ricco di benedizioni e di successo - di successo dall’unico punto di vista che conta davvero, che è trovare il vostro vero sé. L’espressione "trovare il sé reale" è stata talmente abusata che ha perso parte del suo significato; la qual cosa è inevitabile, se un’espressione viene usata di frequente, in modo meccanico e senza riflettere. Si rende quindi necessario contemplare in profondità il reale significato di questa parola.
- Trovando il vostro vero sé trovate anche il vero significato della vita; iniziate a capire la vita in un modo del tutto nuovo. Iniziate anche a comprendere la vita esteriore e la manifestazione della morte. Una volta capito questo, niente potrà più spaventarvi e turbarvi. Potete capirlo solo se percepite e sperimentate a livello emotivo le leggi della vita e i processi di quella interiore. Ma non ci si riuscirà se lo si fa in modo astratto, generico o filosofico. Potrà accadere solo in una maniera ultra-personale, usando un approccio diretto con voi stessi e con le vostre reazioni soggettive.
- Una notevole difficoltà che fa parte della vita è la curva di tutti i processi di crescita che tende ineluttabilmente verso il basso. La vita è crescita, e la crescita è un moto continuo che segue una linea altalenante. Ogni discesa comporta una risalita; ogni risalita è seguita da una nuova discesa, che è necessaria per poter risalire. Non c’è moto verso l’alto che non sia preceduto da uno verso il basso. Dunque non ci può essere vita se non si passa attraverso una forma di morte. L’alternanza prosegue finché la coscienza non è più scissa in se stessa a causa del dualismo illusorio. Il moto discendente (la morte) rappresenta un lato del dualismo, il moto ascendente (la vita) l’altro. Tutto si riconcilia se si seguono i due moti appieno, se li si assaggia, li si assimila e accetta come creazione del sé. Se si teme la curva discendente, si lotta e si combatte contro di essa, si va anche contro la propria capacità creativa, e si è quindi in guerra con se stessi. Ciò denota la totale assenza di comprensione delle leggi della vita e dei fatti della creazione, nella propria coscienza. Temere la curva discendente è aver paura di cambiare: allora per sentirsi al sicuro si cerca la stagnazione, per eludere l’apparente pericolo di entrare nella curva autoprodotta. La curva può condurre fuori dal conflitto solo quando la si comprende, la si accetta e la si trascende.
- L’alternanza tra le curve discendenti e le ascendenti si manifesta in tantissimi modi. Il più comune è la curva della vita e della morte fisica. Spaventa perché il piccolo io cieco non vede oltre la curva successiva e perde la visione d’insieme. Sembra essere la fine - una fine nella morte, non nella vita. In realtà la sequenza di curve sfocia nella vita, senza più curve discendenti. La lotta contro l’eterno alternarsi del moto peggiora solo l’esperienza soggettiva. Tuttavia c’è lotta e paura anche in manifestazioni meno comuni di questa legge della vita. Prendete un viaggio, ad esempio, un cambiamento di domicilio. Le persone sperimentano sempre un po’ di depressione al termine di una fase dell’esistenza, anche se potrebbero gettare lo sguardo oltre, alla ricerca di nuovo inizio. Ogni nuovo inizio presuppone la fine della fase precedente, un metterci un punto, un "morirla", per così dire. Questo vale per ciascun livello del proprio essere.
- A livello fisico la cosa è ovvia. Anche se riuscite a vedere il nuovo inizio oltre la fine della vecchia fase, voi fate opposizione. Pensate quanto vi opporreste, se non lo vedeste affatto! La crescita interiore e il moto seguono la stessa legge. La nuova vita, il nuovo inizio di una fase, non può che succedere alla morte della vecchia fase, cosa che fa spesso soffrire. È così perché si combatte tra lo spreco e la melma delle proprie idee erronee e distruttive. Sapete tutti che è così, e lo sperimentate più e più volte nel cammino. Non c’è alcuna nuova espansione se non dopo aver seguito il moto discendente dello spirito. In breve, si tratta di immergersi nelle profondità del proprio essere interiore. Se, entrandoci, vi trovate della sofferenza, fatela emergere, altrimenti non riuscirete a dissolverla. La sofferenza ostacola la luce, pertanto la si deve far venire allo scoperto.
- Nella respirazione si verifica lo stesso tipo di moto, come vi spiegavo. È il respiro dello spirito, il respiro dell’universo, che si esplica in ogni manifestazione di vita individuale.
- Quando osservate la vostra vita e i vostri stati d’animo, provate a considerare i momenti ‘no’ alla stregua di una curva discendente che ne preannuncia una ascendente. Prendete il meglio di entrambe sintonizzandovi su quella ascendente; sintonizzandovi sull’intelligenza subliminale sempre a vostra disposizione, se la volete. Allora non cercherete di opporvi alla curva discendente, ritardando il moto ascendente del vostro respiro e della crescita spirituale: ma la abbraccerete con piena accettazione, vivendo in essa e con essa. Non c’è modo più costruttivo ed efficace di farlo che capire il significato personale della curva verso il basso. Consideratela una vostra creazione e cercate di scendere in profondità dentro di voi. Domandatevi: "Che cosa ho creato, e che cosa significa?”
- Qual è il significato della vostra vita in termini di leggi e processi di vita interiore? Qual è il significato del vostro desiderio insoddisfatto, in quei termini? E delle vostre frustrazioni? Non serve che vi dica che saprete affrontare appieno tutto questo solo se prima ammetterete a voi stessi quali sono i vostri desideri insoddisfatti, il vostro malcontento, le ferite, le paure, gli autentici desideri. Quando l’avrete fatto, in maniera diretta e onesta, potrete iniziare a cercare di capire perché provate tutto ciò e perché i desideri non si sono realizzati. Il fatto che sono presenti nella vostra vita è perché sono una vostra creazione, un’opera d’arte, un risultato che è proprio di qualsiasi atto creativo. L’unica differenza è che alcune creazioni sono consce e deliberate, altre, invece, no. Dunque vi esorto a capire la creazione negativa vedendola come un vostro prodotto. Altrimenti non la potrete annullare, né potrete mai trovare la gloria della vita e le sue ricchezze, che sono sempre lì, a portata di mano.
- Non vedere che le creazioni negative sono un vostro prodotto genera ribellione. Così vi trovate nella peculiare posizione di litigare con voi stessi. Quel che una mano produce, l’altra lo nega e lo combatte, e la persona non si accorge di cosa stia succedendo. E così voi litigate con il destino, con la vita, e con tutte le cose buone che potrebbero essere vostre, se foste disposti ad aprire gli occhi.
- In genere, in questo stato di ribellione, si dà la colpa a qualcuno o qualcosa. Quando lo fate, non siete connessi alle cause e ai processi inerenti del sé: questa è la fonte di ogni sofferenza. Malgrado lo ripeta spesso in tutti i modi, nessuno dei miei amici impegnati nel Sentiero lo osserva nella sua totalità. Ancora quasi nessuno di voi si accorge di quante volte vi sentiate infelici e affrontiate solo marginalmente la vostra infelicità. Dunque non riuscite a connettervi con voi stessi. Anche quando sapete di essere infelici e ne avete vagliato gli esatti motivi, vi ribellate comunque, come se la cosa dipendesse da altri. Pertanto siete ancora alienati dal vostro potere creativo, nonostante abbiate affrontato il vostro sentire. Il magnifico processo creativo che opera incessantemente dentro di voi, spesso all’inizio si rivela nella sua manifestazione negativa.
- Se anche credeste nei poteri creativi, nelle loro possibilità illimitate, li immaginereste ancora come un premio speciale per aver vinto ogni vostra cecità, disconnessione e difficoltà. Dovreste diventare un "prodotto finito", per così dire, prima di poter essere partecipi dei poteri creativi universali. Questo è il vago convincimento di quasi tutti, ed è una distorsione della realtà. La stessa infelicità di cui soffrite è una vostra creazione, com’è una creazione il bene che agognate. Finché non l’avrete compreso appieno vi risulterà impossibile prendere parte alla creazione, plasmare il vostro destino, o sentirvi al sicuro e in pace con il mondo.
- Vedete, amici, il potere creativo che opera in voi è davvero immenso e sempre attivo, ma tuttora non ne avete sentore. Il potere creativo agisce secondo lo stato della vostra coscienza. Ovviamente ciò include la mente conscia e inconscia - il vostro essere globale. Ciò che avete o non avete è una creazione diretta di tutto ciò che pensate, sentite e desiderate. Magari non lo volete, e a ragione, e di sicuro non lo volete a livello cosciente, ma lo volete a livello inconscio. Capito questo, avrete capito la legge della vita, la legge della creazione che è in voi. E allora inizierete ad avere un vago sentore dell’enorme potere a vostra disposizione.
- È un potere magnifico. Non fatelo operare in modo casuale, distratto e arbitrario, attivato da processi di pensiero imprudenti, distruttivi e sciatti, dalle vostre paure, dalle vostre idee errate, dalla vostra ignoranza - in breve, non consentite a tanto materiale di restare inconscio e dunque disconnesso da voi. Altrimenti saranno i processi distruttivi a determinare la creazione di voi e della vostra vita, nella misura in cui sono presenti in voi. Ogni volta reagite come se il vostro inconscio non esistesse. Siete consapevoli di desiderare qualcosa. Eppure non vi viene in mente che il vostro inconscio lavora nella direzione opposta a ciò che volete, se il desiderio non viene appagato. Ma non cercate in voi il motivo dell’insuccesso. Non vedete la vostra condizione come un vostro prodotto o una creazione operata da voi.
- Cercate, nella vostra poderosa sostanza animica, le forme che vi portano quel che avete o che non avete. Il peggior nemico è la separazione tra la vostra mente conscia e l’inconscia. Nel momento in cui si elimina la separazione non siete più governati da forze interiori sconosciute e, pertanto, temute. Tuttavia la vostra maggior paura e resistenza sta nell’abbattere il muro di separazione. Resistete con tutte le forze, ma è pura follia, poiché nella separazione voi siete impotenti. E solo nella separazione siete costretti, praticamente, ad attribuire la vostra infelicità a poteri oscuri che paiono a voi alieni. Dunque temete il mondo, nonché il vostro stesso essere interiore. Temendo l’essere interiore, distogliete lo sguardo da esso e ve ne separate, e avete quasi l’impressione di doverlo temere. Il non volerlo osservare in modo logico porta a una mancanza di consapevolezza, a non sapere che cosa stia accadendo, sia riguardo alla distruttività involontaria, sia riguardo al potere creativo. Potere che potrebbe lavorare in vostro favore, e non contro di voi. Questo è uno dei circoli viziosi fondamentali che vi rifiutate ostinatamente di trasformare in virtuosi.
- Il potere creativo interiore non è soltanto costruttivo, benevolo, buono e saggio, ma anche distruttivo, vizioso, malvagio e stupido. Questo non lo rende meno divino, in quanto a natura ed essenza. Esso è sia errore, fraintendimento e desideri malvagi, sia verità, realtà e amore. Attualmente si manifesta così a causa della temporanea condizione mentale dell’entità. Ma per sua natura non è così. Esso opera in modo perenne, neutrale e acritico, in base alla coscienza e all’orientamento dell’entità.
- Il potere creativo si esprime attraverso di voi in base a ciò che voi siete in un dato momento. Esso pervade tutto il vostro essere ed è modellato da tutto ciò che voi siete, da cosa inspirate ed espirate e in che modo, da tutto quel che pensate, sentite, volete e desiderate. È espressione di ogni vostro atteggiamento, di quelli comuni ed evidenti e dei più sottili e nascosti. La sua energia è talmente potente e creativa che, al confronto, la dinamite e l’energia atomica impallidiscono. Tali energie fisiche creano un unico impatto e un enorme effetto fisico. L’energia della vita è una forza dinamica e incessante che segna, modella e guida. E voi ne fate uso, che lo sappiate o meno. Ne fa uso ogni vostro pensiero, ogni desiderio, ogni paura nascosta, ogni tirarsi indietro dall’esperienza.
- Un percorso come il nostro mira soprattutto alla realizzazione di questa verità, alla comprensione di questo fatto della vita, e all’eliminazione del muro di separazione tra mente conscia e inconscia.
- Non pensiate che la conscia e la inconscia siano due menti diverse. Sono la stessa cosa. Appaiono diverse solo la prima volta che si scopre la parte inconscia, la quale sembra avere le parvenze di una creatura del tutto scollegata da scopi e desideri coscienti. Un po’ alla volta, quando le due parti dell’individuo si uniscono, diventa evidente che erano sempre state una cosa sola e che erano state divise artificialmente. E così una parte fu "dimenticata" e la sua esistenza negata.
- Lo stesso accade per la mente universale. La coscienza umana non è separata dalla coscienza universale. In effetti, non esiste un confine netto che segni la differenza. Ciò che accade con il conscio e l’inconscio della personalità accade anche con la coscienza individuale e universale. Questo vale tanto per le loro parti consapevoli, quanto per le inconsapevoli. È impossibile stabilire dove termini la coscienza individuale e dove inizi quella universale. La mente cosciente immediata, quella di pronto utilizzo, è una propaggine della vasta mente universale. Dire che l’umanità è connessa con la mente universale non trasmette la verità in modo adeguato, poiché potrebbe implicare un collegamento tra due cose distinte. Questo è fuorviante, poiché non vi è distinzione tra natura, essenza od origine: esse sono la stessa cosa. Come accade per il conscio e l’inconscio, la mente umana e la mente universale sono separate dalla mera mancanza di consapevolezza.
- La mente cosciente che esprimete nella vita quotidiana è separata dal vasto insieme - la mente universale - solo dal convincimento illusorio di essere separati. Non possedete solo un aspetto della mente universale, non siete una sua parte separata: voi siete la mente universale.
- Ciò che oggi è inconscio, una volta era conscio. Quella parte di voi è diventata inconscia. Ma non vi è capitato: siete stati voi a farlo. Voi l’avete resa inconscia e continuate a rendere inconscio altro materiale ogni giorno, persino il materiale che avete conosciuto prima di questa vita. Materiale che avete ritenuto conveniente “dimenticare momentaneamente”. Ma per quanto siate inconsapevoli di quel che accade in voi, quando ne prendete atto è sempre una riscoperta. Avete addirittura l’impressione di averlo sempre saputo. La cosa vale sia per il materiale psicologico represso di questa vita, sia per le grandi verità metafisiche. Di fatto la conoscenza dell’universo è già presente in voi. La vostra coscienza si è separata da quella conoscenza e poi ha "dimenticato". Ciò è vero sia per la parte erronea e distruttiva, sia per la mente universale. Voi siete una manifestazione di quest’ultima.
- Se viene meno la separazione, svanisce anche l’illusione di essere delle creature separate. La vostra paura di rinunciare a quella illusione è drammatica, poiché siete convinti che lo stato illusorio e separato sia reale, che esso abbia un’identità. Credete che se non ci fosse più separazione voi perdereste la vostra identità, e quindi la vita stessa. Nulla di più falso. La separazione deve svanire. Essa esiste a causa di errori infiniti che voi state cominciando a scoprire, grazie al cammino.
- L’errore primario nello stato di separazione è il dualismo: è tutto ‘o / o’. Abbiamo parlato di molti aspetti dualistici, di molte alternative erronee su cui gli esseri umani indugiano e a causa delle quali soffrono. Vi cacciate sempre più in fondo nella trappola, convinti di dover scegliere tra alternative dualistiche - e dunque errate - basate su premesse del tutto false. Ne ho menzionate diverse, e voi, nel vostro percorso individuale, ne avete scoperte molte di più di quante se ne possano trattare in questa sede.
- Stasera parlerò di un dualismo specifico, molto importante e fondamentale (e basato, come al solito, su concetti erronei). Questa particolare dualità è universale. In qualche modo si applica, in una certa misura, a ogni essere umano: è la contrapposizione tra piacere e bontà. Il termine "piacere" indica tutte le felicità personali, le realizzazioni, le gratificazioni a ogni livello, l’interesse personale, l’autoaffermazione. Nella dualità tutto ciò si contrappone a bontà e altruismo, e dunque bisogna sacrificarlo. L’altro lato di questa dualità è la privazione autoinflitta per amore della decenza, dell’onestà, della moralità: "Devi essere buono, altrimenti..." Bontà e altruismo impongono, dunque, la rinuncia alla felicità.
- Impossibile capire appieno quanto sia nocivo fraintendere tale dualità, se non si osservano con molta attenzione le sue ramificazioni. Sacrificare il piacere include tutto. Poiché la vita è piacere, si rinuncia alla vita stessa. Dato che è impossibile godere di buona salute se non si permette alla forza vitale e ai suoi piacevoli effetti di fluire attraverso il sistema, la cattiva salute è il prodotto della dualità. Il totale piacere fisico è un bisogno e un desiderio legittimo, essendo parte della legge universale della vita. Affermazione di sé, individualità e autonomia denotano autoresponsabilità e maturità e infondono molto piacere: vi si rinuncia quando si ritiene che il piacere sia sbagliato - e dunque lo si nega. E così l’individuo rimane in uno stato sofferente di dipendenza e mancanza di identità, debole e impotente, perché ha la vaga sensazione che sia un modo di essere più “decente” e “disinteressato”. L’altra modalità gli appare troppo “aggressiva”, vigorosa, proibita. Dunque, nella dualità, si deve rinunciare anche al piacere spirituale di conoscere il potere interiore e il proprio potenziale di creare il destino; perché sembra troppo piacevole, troppo presuntuoso, non abbastanza umile. Si rinuncia a quelle delizie nella convinzione distorta che siano sbagliate. Le persone sono convinte che se si affermassero in quel modo, arrogandosi dei poteri - che, in realtà, sono già loro - sarebbero "egoiste e peccaminose". Ma proprio perché sono realmente egoiste e peccaminose sotto altri aspetti - e non a causa del bisogno di individualità ed estasi - esse credono a questa falsità. Credendo nella falsità non si possono liberare dal vero egoismo, dall’avidità e dalla crudeltà.
- Nel momento in cui comprendete davvero la vostra libertà e il vostro potere, non avete bisogno di essere egoisti, crudeli e avidi. A quel punto non ci sono più false alternative, scissioni o scelte tra piacere e bontà. Ma finché credete che per essere bravi dovete rinunciare al piacere, oscillerete tra quelle due alternative. Non potrete impegnarvi a fondo in nessuna delle due direzioni. Non riuscirete a trovare la pace, finché avrete un sentore che la scelta vi venga imposta. Dunque siete proni sia all’egoismo che alla negazione del piacere. Più vi sentite obbligati a negarvi il piacere, più diventate egoisti per riempire il vuoto, ma in modo acritico. Più diventate egoisti, più vi punite per l’egoismo e più vi convincete che non vi meritate alcun piacere.
- La gioia di amare, quella gioia che è parte dell’essenza della vita, rimarrà celata finché vi sarà dualità. Non sopporterete di dover scegliere tra alternative impossibili finché voi penserete - pur se solo nella vostra segreta autovalutazione - di dover scegliere tra rinunciare alla speranza di un completo appagamento per amor di decenza e bontà, e sopportare il peso della cattiveria, perché possiate gustare alcune delle delizie che la vita offre e che fanno parte di essa.
- È una dualità molto radicata. Osservatevi da vicino e vi accorgerete di quanto ne siete influenzati, più di quel che pensate. La dualità non proviene semplicemente da influenze subite nel proprio ambiente. Certamente vi sono state, ma solo per via di una distorsione generale e universale. La parte distruttiva della coscienza universale è profondamente marcata da questa dualità, è intrisa delle sue false divisioni.
- Quando giungerete al punto in cui vivrete nell’intimo l’unità originaria della vita sotto questo aspetto, scoprirete la grande verità: che non si deve fare alcuna scelta. E allora potrete puntare a ogni delizia possibile, a ogni piacere, appagamento, gratificazione ed estasi immaginabili, ed essere, al tempo stesso, delle persone del tutto generose, altruiste e arrendevoli. In effetti l’essere arrendevoli e altruisti non solo non vi toglie nulla - come temete vivendo ancora nella dualità - bensì vi arricchisce. Forse già ne accettate la teoria, ma quando arriva il risveglio emozionale succede un vero terremoto. È come liberarsi del peso di catene inutili e scoprire la grande libertà che c’è nel mondo - la libertà di crescere, di essere, di aspirare a qualunque cosa e di sperimentare la vita. Allora non vi sarà più nulla che vi impedirà di crescere in forza e integrità, in amore e saggezza, nel potere di creare, nella consapevolezza delle cose come in realtà sono, nella capacità di sperimentare sommo piacere.
- Cari amici, vi potrebbe sorprendere l’espressione "la parte distruttiva della coscienza universale", giacché di solito si presume che la coscienza universale sia solo costruttiva. Anche qui si fanno delle inesistenti divisioni arbitrarie. Voi avete un inconscio personale costruttivo e distruttivo; lo stesso dicasi della coscienza di questa sfera terrestre e di ogni nazione, città, o gruppo. Proprio come per l’individuo, questa coscienza è in parte costruttiva e in parte distruttiva; e il suo contenuto è in parte consapevole e in parte no. Così come gli individui sono un’espressione del divino e possono manifestarne il potere unificato e la bontà quando vanno nel profondo di sé stessi trascendendo la mente risvegliata e cosciente e l’inconscio distruttivo, altrettanto può fare la coscienza di gruppo. Un simile cambiamento può essere conseguito anche da gruppi più vasti di persone la cui sostanza vitale creativa, combinata, formi una unità.
- Più gli individui dissolvono i propri processi distruttivi consci e inconsci e li trascendono, raggiungendo le profondità divine unificate, più cambia la coscienza del mondo. Così ogni individuo contribuisce a modellare il mondo con il proprio sviluppo e crescita, molto più di quanto se ne renda conto. Non vi è altra salvezza all’infuori della scoperta del fondamento del proprio essere, che è fortemente vivo, potente, ricco di potenziale e di possibilità - infinito nel bene, infinito nell’abbondanza. Se l’intelligenza dell’io può accettare tutto ciò come possibile e lavorarci su, attivando questo potere in modo deliberato, lo strato intermedio di errore, distruzione e sofferenza svanirà molto più velocemente. A poco a poco vi accorgerete che la sostanza è la stessa, che ogni sostanza vitale è essenzialmente identica alle altre. Esiste un parallelo tra la scoperta del sé (costituito da una parte distruttiva e ostinata - separata solo in apparenza - e da un potere divino infinito ancora più nascosto, fatti entrambi della medesima sostanza vitale della mente cosciente) e la scoperta dell’unità di piacere e bontà personale.
- Avete domande sull’argomento?
- DOMANDA: È una questione personale ma attinente all’argomento, che mi piacerebbe commentassi. Ultimamente ho vissuto una condizione di grande energia che sembrava correlata al mio lavoro, ma che mi impediva di dormire e che mi ha costretto a ricorrere di nuovo ai tranquillanti. E poi, tra non molto incontrerò una persona a cui sono stato vicino in passato. Sono alquanto intimorito e indeciso riguardo a questa persona, e sento che in sua presenza non riuscirò a mantenere il controllo. Credo di provare una forte paura correlata al sesso in questo frangente.
- RISPOSTA: Sì, in effetti è molto attinente all’argomento di questa lezione. I due aspetti sono collegati e interdipendenti. Il tuo stato di grande energia è prodotto dallo spostamento di energia sessuale naturale. Quell’energia non ha modo di trovare espressione nel piacere, verso cui, invece, dovrebbe essere diretta. La privazione del piacere ti fa ammalare, in una certa misura. Dato che ti neghi a ogni livello il piacere intenso che dovresti provare - a causa di false paure e idee - si crea un’energia che non puoi assimilare correttamente. Perché una persona funzioni in modo sano ci deve essere un continuo ricambio di energia. Questo non avviene se il flusso della corrente di piacere viene bloccato in modo deliberato e artificiale. Il piacere arriva se si segue il flusso di energia, il quale porta ad amare, a dare e a ricevere, a unirsi e ad aprirsi alle forze vitali. Esso conduce al sé profondo e ai suoi poteri, e anche verso un’altra persona con cui condividere quei piaceri. Se si segue questo flusso il sistema umano funziona a meraviglia. Ogni unità energetica possiede un suo metabolismo, un suo ritmo o ricambio.
- La paura di incontrare quella persona è dovuta all’energia del principio del piacere che è fortemente attivato in te. Così la tua convinzione che l’unione con l’altro sesso e il piacere che ne deriva siano malefici e pericolosi emerge in modo più diretto. Ed è positivo, perché ti permette di osservarla, di vederla in azione, di vedere la sua energia nella tua coscienza e di dimostrarti quanto sia assurda la tua paura. Quell’esperienza può essere trasformata in un’ulteriore occasione di crescita, se capisci che cosa ti sta succedendo.
- Nella tua situazione lavorativa il problema è essenzialmente lo stesso. Per te è una nuova esperienza. È una buona esperienza in quanto dimostra che hai padroneggiato un tuo limite. Dimostra che stai affrontando con successo la realtà, molto meglio di prima. Dimostra che puoi prendere e accettare certi aspetti della vita che prima non volevi affrontare e accettare. Non solo ne ha beneficiato il tuo lavoro, ma hai anche superato dei blocchi e delle difficoltà che fino a poco tempo fa ti sembravano insormontabili.
- La tua volontà e forza personale ti hanno condotto a questa crescita, che ti esorto a vivere come qualcosa di piacevole. Scoprire la propria forza, le proprie risorse, le abilità, la capacità di recupero e qualsiasi altra risorsa a cui possiate pensare è un piacere. Lo si potrebbe vivere come una conoscenza delle proprie infinite possibilità nel bene, come lo scrollarsi di dosso di una camicia di forza limitante e inutile. Tuttavia vi negate questo piacere - il piacere della vostra realizzazione - poiché negate a voi stessi ogni piacere. È come se ci fosse una pellicola tra voi e l’esperienza, spessa e traslucida come un muro di plastica. Il muro vi separa dalla possibilità di essere toccati dall’esperienza. Ciò non vale solo per voi, ovviamente. Crescita significa, tra l’altro, il progressivo assottigliamento e infine la dissoluzione di quella pellicola, così che l’esperienza diventi immediata. Vi è un significato profondo: finché vi allontanerete dall’esperienza nuda e diretta, vi troverete nei guai con voi stessi. Vi sentirete deboli, dipendenti, paurosi e, soprattutto, deprivati di qualcosa. Più ci si libera dalle idee errate e ci si risveglia alla vita, più si assottiglia la pellicola, e più direttamente si sperimenta la vita. Più è spessa la pellicola, più dovreste esserne consapevoli: "Ecco, c’è un muro trasparente davanti a me; se guardo oltre vedo l’esperienza, ma essa non mi tocca."
- Ogni volta che siete toccati dall’esperienza vi ritraete spaventati. Lo spavento proviene da una conclusione errata. L’esperienza del piacere, o del dispiacere, non può mai farvi del male, a meno che non crediate che ve ne faccia. Il danno viene esclusivamente dal difendersi dall’esperienza, dal chiudersi. L’ansia che provate non è che il prodotto della paura del piacere e del dispiacere: la paura di essere toccati dall’esperienza fa sì che costruiate una muraglia difensiva.
- Per uscire da questa condizione dovete riconoscere che il vostro inconscio ancora non possiede la volontà della vostra mente cosciente. Per il momento accettatelo: è il prerequisito per influenzarlo. Affrontate la vostra resistenza inconscia con intelligenza. Parlatele in modo rilassato. Ditele: “Sbaglio a temere l’esperienza. Non può accadermi nulla di male se provo piacere, o se resto ferito o deluso. Sono paure illusorie. Voglio la resilienza, che in sostanza mi appartiene. Invoco i poteri in me che sono più profondi delle false paure e idee. Non desidero più rifuggire l’esperienza. La mia paura dei cosiddetti eventi buoni o cattivi si basa sull’illusione". Imparerete così, a poco a poco, a consentirvi di sperimentare tutto quel che vi capita. Fate che l’esperienza venga a voi; non rifuggitela.
- Possiate tutti ottenere una comprensione più veritiera della gloria della vita, che vi dimostrerà in misura sempre maggiore che non c’è proprio nulla da temere. La vostra paura è un’illusione. Paura e illusione sono sinonimi, come lo sono vita e piacere. Siate benedetti, siate in Dio!
Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 159 - Life Manifestations Reflect Dualistic Illusion
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