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Lez. 145 - Rispondere alla chiamata della vita

Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
9 settembre 1966

Traduzione in italiano di Daniele Buratti
Revisione non ancora effettuata
Edizione Agosto 2022

  1. Saluti, amici carissimi. Le benedizioni dispensate possiedono la forza e il potere dei desideri sinceri e dell’amore di tutti coloro che partecipano a questa impresa, che si trovino nel corpo fisico o meno.

  2. All’inizio del nuovo anno lavorativo vorrei lanciare un progetto che servirà anche a riformulare lavoro e obiettivi. Le persone hanno sempre bisogno di chiarire le proprie motivazioni e le idee sul dove stiano andando e perché.

  3. Finché vi identificate esclusivamente con il vostro Io e ignorate l’altra parte di voi rimarrete intrappolati in una lotta dolorosa e lacerante di cui non vedete soluzione. Ciò produce sovente una tensione e un’ansia insostenibili. Questa insicurezza mentale di fondo, con tutto quel che comporta, può essere camuffata da una miriade di diverse occupazioni. Ma quand’anche queste fossero di per sé valide, non potranno mai attenuare la paura di fondo o il senso di vacuità e spreco. Solo allorché troverete il vostro centro e lo attiverete nel profondo di voi stessi sarete in grado di realizzare il vostro destino, la vostra ragion d’essere. Ogni altra vostra realizzazione, se voi lo vorrete, servirà a rendervi più consapevoli del vostro sé reale e, dunque, della realtà dell’essere. Allora, e solo allora, troverete la vera sicurezza e la vera pace che vengono da dentro. Ma dovete mollare la presa sull’Io esterno: cioè dovete rinunciare a fidarvi unicamente dell’Io, anzi fatene uno strumento utile ad attivare il sé universale che vi sonnecchia dentro.

  4. Ora, cari amici, molti di voi già sono a conoscenza di tutto ciò e spesso ne sono convinti, a parole. Ma capire la teoria e viverne la realtà sono due cose del tutto diverse. Il vostro lavoro nel Sentiero vi aiuterà a realizzare il risveglio di un nuovo sé che non avete ancora sperimentato in modo consapevole. Questo percorso vi dà gli strumenti per realizzarlo in modo certo.

  5. La vita chiama: ha una richiesta per ogni individuo vivente. La maggior parte delle persone non percepisce la chiamata. Solo diventando consapevoli delle vostre illusioni diverrete al contempo più consapevoli della verità che alberga in voi e, quindi, nella vita. Allora capirete in ogni istante quel che vi vuole trasmettere la chiamata della vita. Come risponderete? Risponderete con tutto il vostro essere? O risponderete con qualche esitazione? O non risponderete affatto e vi renderete sordi alla chiamata? Questo è il grande quesito, amici miei.

  6. Per quanto semplice possa sembrare, quel che vi dico può essere molto importante per aiutarvi a condurre una seria autoanalisi: desiderate davvero capire la chiamata della vita? Che cosa vi sta chiedendo? E siete pronti a rispondere?

  7. La chiamata della vita è un moto dinamico che si può avvertire anche come flusso. Il flusso vitale si manifesta in modo diverso per ciascuno. È al contempo universale e finemente personale. È universale poiché mira esclusivamente a risvegliare il sé reale, la realtà assoluta. Lo fa senza sentimentalismi. Ignora gli attaccamenti personali, le considerazioni sociali e qualsiasi altro valore marginale, incluso il dolore o il piacere personale.

  8. Se risvegliare il sé reale richiede quel che può sembrare una temporanea distruzione, saranno proprio quelle rovine la base di una autentica vita interiore, la preparazione necessaria al risveglio del centro interiore. Se quel che vi porta il risveglio è anche qualcosa che vi rende gioiosi, l’esperienza stessa dimostra che siete più in sintonia con il vostro sé reale di quanto pensiate.

  9. Degli atteggiamenti moralistici autodistruttivi vi inducono spesso a rifiutare tutto quel che può condurvi al vostro destino e alla vostra realizzazione solo perché vi potrebbe dare gioia, mentre voi siete convinti che essere realizzati voglia dire privazione e sacrificio di sé. Se le vostre condizioni di vita non vi aiuteranno, nel tempo, a pervenire al sé reale, esse verranno di sicuro distrutte. Le condizioni che promuovono il risveglio del sé reale portano pace, gioia, benessere e piacere intenso. È questo il flusso vitale, che viene spesso bloccato dalla caparbia resistenza dell’umanità a riconoscerlo.

  10. La chiamata della vita è universale. L’atteggiamento necessario per risvegliare il centro interiore segue i valori universali. Verità, amore e bellezza sono aspetti universali del flusso della vita reale. Anche l’esistenza isolata dell’Io è una condizione generale che interessa tutti, ma come l’Io blocchi il sé reale è un fatto personale; il fatto universale è che per permettere al flusso vitale di fluire bisogna trasformare il proprio carattere. Torneremo più tardi sull’argomento della trasformazione.

  11. E quand’anche a livello di intelletto si siano riconosciuti i principi universali, non vuol dire che li si percepisca e li si esperimenti. Ci si riuscirà solo riconoscendo l’esperienza personale del flusso vitale e rispondendo a essa. Pertanto un percorso che porti a una autentica autorealizzazione è altamente personale e affronta problemi decisamente personali. Chi crede che impregnandosi di verità generali e collezionando sempre più credenze veraci possa arrivare all’obiettivo, si illude. Queste persone non desiderano osservare la verità di chi esse sono nel momento presente, ma preferiscono una nozione idealizzata di se stesse. Il loro stesso evadere le allontana dall’obiettivo ancor più della franca ammissione di non volersi osservare, di non volersi permettere di provare emozioni che esse temono o disapprovano e, soprattutto, di non voler trasformare i propri difetti caratteriali. L’attivazione pratica (non teorica) del sé reale con la sua vita vibrante, l’abbondanza infinita, le illimitate possibilità di bene e la suprema saggezza e gioia, avverrà nella misura esatta in cui deciderete di osservare la momentanea verità su di voi. Ciò vuol dire accettare di sentire quel che sentite, e avere il coraggio di trasformarvi in esseri umani migliori per il solo desiderio di dare il vostro contributo alla vita, anziché quello di fare una buona impressione e di essere approvati. Una volta superate le barriere che ostacolano la vostra trasformazione fine a se stessa, vi si manifesterà in modo netto il sé reale e tutti i suoi tesori.

  12. Una di quelle barriere è la vergogna che provate per ciò che siete adesso. A causa di essa vi costruite un muro di riserbo che vi fa sentire isolati. Potete anche negare o giustificare il senso di solitudine, o dare la colpa ad altre circostanze. In realtà, è il vostro desiderio di nascondervi da voi stessi e dagli altri che vi separa da loro. Nei recessi profondi della mente temete di essere diversi dagli altri, di essere peggiori, e guai a far trasparire la vergogna di essere diversi. Quella convinzione segreta vi tiene intrappolati nella particolare illusione di essere separati, e vi priva del beneficio di scoprire che la vostra universalità offre la sua aura guaritrice alla psiche. Di nuovo, non basta la mera comprensione teorica: dovete sperimentare voi stessi quelle aree in cui ancora vi nascondete. Sono proprio queste le principali barriere che vi separano dal flusso vitale. Non c’è modo di attenuare la solitudine del vostro intimo riserbo, quand’anche le condizioni esterne fossero favorevoli. La vostra solitudine può essere alleviata solo superando l’orgoglio celato dalla vergogna. L’intenso lavoro personale per vincere l’orgoglio vi condurrà alla realizzazione dei valori universali, i soli che possano darvi il coraggio di seguire il flusso vitale.

  13. Il sé universale spesso contraddice le regole esteriori che provengono dall’Io complessivo dell’umanità. Dunque, pur ribellandosi a conformismi e leggi sociali, le persone restano confinate in quell’Io, prese da un lato nella lotta dualistica tra conformismo e sottomissione (come l’Io vuole), e dall’altro nella ribellione e nella sfida. Per emanciparsi dalle regole esteriori dell’Io non c’è bisogno né di conformismi né di ribellioni, giacché la vera emancipazione lavora sui valori interiori, che rispecchino o meno i dettami della società. In nessun caso chi si rifà ai valori interiori ne resterà danneggiato, anzi, superato il temporaneo scompiglio, diventerà più completo.

  14. La chiave non è così occulta come potrebbe sembrare. Chiedetevi solo se siete spinti da amore e verità, e se state adottando, in questo ambito, una condotta integra e onesta prescindendo dall’opinione altrui. Avete mollato la paura, l’orgoglio, la volontà egoica dell’Io, e siete pronti ad ascoltare la voce del divino che è in voi, senza badare alle apparenze? Questa strada sempre aperta vi emanciperà, se così vorrete, dal combattimento dell’Io. Le soluzioni che vi saranno offerte dal vostro percorso attenueranno dolore e ansia. E col tempo riceverete una risposta per ogni vostro conflitto e avrete la pace.

  15. La chiamata della vita ignora la moralità superficiale a cui i più aderiscono con fervore, o che combattono con pari fervore. Quel tipo di moralità si basa sulla paura della disapprovazione. Chi la contrasta forse agisce ritenendo che essere buoni significhi privarsi di qualcosa. La chiamata della vita ignora le apparenze esteriori e i miopi sentimentalismi. Essa vuole restituire a ogni individuo il proprio diritto di nascita, giacché si basa solo su valori universali. Tutto ciò che conta si trova al suo interno.

  16. Perché l’umanità si accanisce a contrastare il compimento del proprio destino, se quel destino non porta che cose buone? Perché resistete al richiamo della corrente vitale, se essa vi porta tutto quel che c’è di sicuro, buono, produttivo e gioioso? Questa è la tragica battaglia dell’umanità. Da un lato siete turbati dall’incertezza della vostra esistenza. Fintanto che presterete fedeltà esclusiva al sé esteriore, e dunque ai valori esteriori, sentirete che state sprecando la vostra vita. E dall’altro lato fate di tutto per mantenere la vostra condizione di infelicità. Di fatto cercate in ogni modo di rafforzare l’identificazione con l’Io attraverso delle modalità esteriori, delle attività esteriori, delle credenze esteriori e delle fughe esteriori. A volte riuscite soltanto a rendervi sordi alla voce che sale dal profondo.  Altre volte avvertite un profondo disagio, ma poi vi rifiutate di analizzarlo.

  17. Solo chi decide in modo consapevole e deliberato di vivere la vita con un serio impegno e con lo scopo primario di attivare il sé reale può incontrare la profonda pace interiore, nonostante possano permanere degli errori interiori che impediscono una totale autorealizzazione.

  18. Chi legge queste parole si chieda perché si trova nel Sentiero. Qual è il vostro scopo nella vita? Vivete solo per cavarvela come meglio potete? O siete qui perché avete dei sintomi che vorreste rimuovere, visto che interferiscono sgradevolmente con la vostra vita? Certamente siete liberi di farlo. Ma osservatene il significato profondo. Finché vi limiterete a voler rimuovere alcuni effetti dell’identificazione con il vostro Io perché ignorate o temete l’attivazione del sé reale, emergeranno altri sintomi della malattia principale. Non arriverete a conseguire il benessere totale, pur riuscendo a risolvere delle condizioni temporanee di dolore e privazione. C’è grande differenza tra le due finalità. Finché non sarete del tutto orientati verso l’attivazione del centro interiore del vostro sé reale non potrete conoscere la vera sicurezza, la pace e il benessere. Né potrete attingere alle scorte del potenziale esistente in voi, o sperimentare la libertà di attingere dalle risorse illimitate dell’universo per il vostro bene. Non poter approfittare di questo, non riuscire a essere quel che potreste essere, procura un dolore infinito. Ma dovrete permettervi di provare quel dolore in modo consapevole, in modo da avere la motivazione a reagire.

  19. Per contro i perseguimenti dell’Io, ammesso che vi portino a ottenere dei grandi risultati, non vi daranno mai pace o sicurezza, né la sensazione di essere il meglio che potete esprimere. Vi potrebbe sembrare che la forza dell’Io vi dia potere sugli altri, ma non potrà mai darvi autonomia e indipendenza; e prima o poi l’illusione del potere verrà smascherata come falsa.

  20. Consiglio a chi è in cerca di aiuto (e anche a chi può aiutare) di definire in modo molto chiaro il proprio scopo. Qual è l’obiettivo? Quanto lontano volete andare? Il vostro impegno è totale? Quindi visualizzate i sintomi specifici che volete eliminare. Ogni vostro disturbo non è che un sintomo del malessere fondamentale dell’identificazione esclusiva con l’Io, comunque lo chiamiate: nevrosi, malattia, distorsione, infelicità. Potrete forse eliminare i sintomi, ma in che modo cambierà il vostro futuro? Che cosa vi potrete aspettare? Vi potete aspettare di più? Cos’è quel qualcosa in più? Come sarebbe la vostra vita con quel qualcosa in più? O vi prenderete l’impegno assoluto di scoprire chi voi siate davvero e quali siano le vostre possibilità?

  21. Credo che chi ci riflette sul serio e coglie adeguatamente tutto il significato di questo importante quesito, mettendosi chiaramente in discussione senza inganno, risponderà alla vita con il suo essere globale. Parliamo di questo impegno verso il sé reale.

  22. In qualche modo avete tutti sperimentato, in alcune meditazioni, il bene illimitato che l’universo vi mette disposizione quando vi aprite a esso. Vi sono momenti in cui vivete nettamente questa verità sapendo, senza alcun dubbio, che quel che sperimentate non è né una coincidenza, né un’illusione: sapete che è un dato di fatto. E allora tutti i vostri atteggiamenti sono chiari, liberi e rilassati. Siete convinti nel profondo della vostra verità e ne avete fiducia; sentite di essere meritevoli, quindi non rifuggite l’appagamento. E l’appagamento arriva. L’intero vostro essere risuona di una vibrazione positiva e costruttiva, esente da conflitti. Non vi sentirete egoisti nel voler degustare la bellezza, né vi tratterrete dal far emergere il meglio che è in voi.

  23. Ma poi ci sono anche quelle occasioni in cui le cose non vanno proprio così. Anche se in alcuni ambiti della vita avete già provato delle manifestazioni positive, in altri state ancora annaspando. Ma cercare di ottenere un bene globale solo con il vostro Io non funziona. Laddove il vostro sé reale non è stato attivato, lì restano chiuse le porte del benevolo universo. Non perché un’autorità severa abbia deciso che voi non siete degni di questo o di quel tal altro soddisfacimento, ma solo perché c’è qualcosa in voi che vi sbarra la strada: voi dovete identificare quel qualcosa così da poterlo eliminare.

  24. Qualunque sia l’ostruzione, avete paura di mollare l’Io, quindi rimanete centrati e orientati verso l’Io esterno. L’Io esterno è incompatibile con il mondo unificato di tutto il bene, poiché è separato da esso nella dualità. Può aprirsi solo al bene parziale, del quale (come sempre nelle dualità) esiste anche un aspetto sgradevole. E questo aspetto, a livello inconscio, potrebbe affievolire il desiderio del bene. Inoltre tutto ciò che si frappone al lasciar andare l’Io, se interamente emerso e compreso, è sempre qualcosa che altera l’integrità e deforma la struttura del carattere. Pertanto la profonda coscienza interiore si sente immeritevole di ricevere il bene e si fa piccola piccola. Ed è proprio quel difetto caratteriale a impedire alla personalità di aprirsi al bene, laddove sia presente.

  25. Solo il sé totale può relazionarsi e unirsi al bene totale. Verificatelo voi stessi. Prendete un problema su cui state lavorando, che si tratti di una questione esterna che vorreste cambiare o di una condizione interiore che desiderate superare. Meditate, espandetevi e andate verso l’obiettivo totale. Reclamate per voi quell’obiettivo. Quante volte vi capita di pensare di non farcela! Provate adesso.

  26. Anche se volete davvero rivendicare per voi quell’obiettivo, lo ritenete comunque una cosa impossibile. C’è un muro che non vi lascia passare: non ignoratelo né copritelo mai, in nessuna circostanza.  Non dovete esercitare la volontà per superare il "no" di quel muro. Le forzature vi allontanano ulteriormente dal vostro sé reale interiore e quindi dalla realtà della vita in cui ogni bene è lì a vostra disposizione. Cercate piuttosto di interpretare il significato di quel muro e di tradurlo in parole chiare. Che dubitiate di poter raggiungere l’obiettivo o vi sentiate in colpa per averlo raggiunto, o che abbiate la sensazione di non meritarlo o paura di ciò che la vita potrebbe chiedervi in cambio una volta conseguito, ancora non avete la risposta finale. La vostra riserva è collegata a un difetto caratteriale che non avete ancora realmente affrontato, né desiderate farlo, giacché non volete rinunciarvi.

  27. Trasformare il carattere è essenziale per potersi liberare dall’identificazione con l’Io. ‘Liberarsi’ non vuol dire rinunciare all’Io, ma usarlo come strumento per trovare l’essere interiore e permettere all’Io di integrarsi con esso. È evidente che l’integrazione sarà possibile solo dopo aver trasformato alcuni difetti caratteriali, o quando la persona è veramente disposta a trasformarli in tutta sincerità e senza sotterfugi. Deve esserci un impegno totale, senza finzioni o giochini di prestigio. Quando questa sarà la vostra risposta totale alla vita potrete discernere il flusso della vita, e la sua guida saggia e la sua pregnanza diventeranno una presenza potente nella vostra vita.

  28. Ci siamo concentrati a lungo sulla ricerca di errori, di concetti errati e di difetti che sono tutti, ovviamente, interdipendenti. In effetti abbiamo avuto sempre cura di sottolineare che non dovete giudicarvi o essere moralisti verso di voi, giacché l’automoralismo è un impedimento e non un aiuto. È giunto il momento in cui riconoscere chiaramente la differenza tra moralismo e desiderio di trasformarvi. Credo che la maggior parte di voi adesso possa capirne la differenza con il cuore - e questa è la comprensione che conta davvero.

  29. Il giudizio, il moralismo e il perfezionismo subentrano quando si basano i valori su dei parametri esteriori. Tali comportamenti mirano a compiacere o impressionare gli altri, a conformarsi agli standard esteriori. Il moralismo tende sempre a mostrare agli altri quanto si sia giusti, buoni o superiori. Quando moralizzate avete sempre bisogno di dimostrare qualcosa. Quale che sia la forma del moralismo, serve solo per le apparenze, e non perché si sia davvero interessati a una questione morale in quanto tale. Ma quand’anche sosteniate a parole il sentire e i diritti altrui, oppure la liberazione del sé reale o del sé altrui, nel profondo il motivo è ben altro: è apparire giusti o buoni per dimostrare qualcosa.

  30. Chi desidera genuinamente trasformare i difetti di carattere non si preoccupa affatto delle apparenze o di ciò che pensano gli altri, ma solo della propria trasformazione, che gli altri la vedano e la ammirino o meno. Un moralismo e un’autoaccusa falsi, dannosi e tormentati celano sempre una intima resistenza al cambiamento. Dunque la moralizzazione è un moto interiore che dà tormento; riconoscere la colpa in oggetto dà un dolore insopportabile solo perché la persona non vuole rinunciarvi. Giacché il moralizzatore si rifiuta di rinunciare alla propria tendenza negativa, il suo moralismo si trascina dietro ulteriore negatività, anche se trasmette la parvenza dell’intenzione onesta di voler vedere il difetto e di seguire elevati standard di moralità, non riuscendo a tollerare quel difetto.

  31. Il desiderio genuino di trasformare i propri difetti non è mai gravato dalla sgradevole ammissione di un difetto, qualunque esso sia, proprio perché la volontà di cambiare è genuina. In quel desiderio esprimete amore per l’universo poiché desiderate contribuire alla vita con tutto il vostro essere. Questo vi fa sentire meglio, anche se non siete subito in grado di trasformarvi perché dovete ancora capire alcune connessioni. Che questo sia per voi un metro, cari amici, da usare nel vostro percorso. Se la distorsione che scoprite vi incide nell’animo e vi getta nello sconforto nei vostri riguardi, facendovi dubitare della vostra capacità di trasformare il difetto, sappiate che a livello profondo non desiderate rinunciare a quella vostra tendenza. Dunque andate avanti e scoprite perché.

  32. Se la vostra personalità è orientata verso un moto animico positivo, non vi sarà alcun ostacolo alla trasformazione di un difetto di carattere, e di conseguenza nemmeno all’abbondanza inesauribile di cose buone che l’universo ha in serbo per ognuno. Cercate di eseguire quel moto interiore esprimendo un ‘Sì!’ assoluto, invece del solito ‘No’. Quando avrà luogo questo moto interiore, quando andrete incontro al mondo con un atteggiamento rilassato e pronti sia a dare che a ricevere, la trasformazione del difetto non vi sembrerà più pericolosa, bensì vi sembrerà di vivere un’avventura fantastica.

  33. Quindi se vi trovate bloccati nel desiderio di conseguire in voi un bene e una potenza creativa illimitati, cercate la chiave non solo nelle aree in cui, nell’esprimere il desiderio, siete negativi, ma anche in quelle in cui siete collegati a una negatività persistente. Troverete il relativo difetto di carattere a cui è altrettanto difficile rinunciare: ma finché non lo vedrete, in voi permarrà la negatività. La negatività esclude sviluppo, espressione di sé e appagamento, nonché i vostri poteri creativi innati. Pensateci attentamente e potreste trovare quella chiave.

  34. Ci siamo concentrati a lungo e in modo prevalente sulla scoperta dei difetti, delle illusioni, della negatività e della distruttività che vi ostinate a negare. Ed è stata una cosa molto importante. Ora si va verso una seconda, fondamentale fase del lavoro: la fase in cui farete pratica di espansione nell’universo.

  35. Ovunque riusciate nelle vostre cose perché siete interiormente liberi, vedrete come mai prima d’ora delle nuove manifestazioni nella vostra vita. E laddove vi sentite ancora bloccati, incapaci di credere, di andare fino in fondo, troverete aspetti più profondi di voi che non riuscivate a far emergere e che ora vedrete come deformazioni della vostra struttura caratteriale, senza incappare nel passato pericolo di chiudere la porta con un moralismo nocivo. La vostra libertà in quel senso preparerà il terreno perché possiate decidere di trasformarvi, e nelle vostre meditazioni potrete verificare quanto la vostra decisione sia sincera.

  36. Quanto intensamente desiderate questa trasformazione? Perché vi ostinate a non voler trasformare quei difetti? Nel momento in cui sarete davvero pronti a trasformarli, la porta vi si spalancherà davanti. Vi sentirete come catapultati nell’universo infinito. Potrete espandervi nell’universo e dunque sentirvi degni di poter ricevere da esso. Allora tutto il bene desiderabile non avrà più dei lati oscuri.

  37. In quel momento capirete anche i valori reali e rinuncerete a ogni falso moralismo. Più sarete disposti a trasformare veramente i difetti, meno avrete bisogno di sovrapporre dei valori esterni. I quali non hanno quasi mai senso, specie dalla prospettiva della chiamata della vita che esige una risposta e un impegno totali.

  38. Ora, perché avete tanta paura di questo impegno totale per la vita? o di rinunciare all’identificazione con l’Io? o di quelle manifestazioni positive che vi possono arricchire? Perché resistete al bene restando invischiati in una lotta dolorosa e in un conflitto insolubile? Perché temete il bene che vi libera? E perché riponete la fede nell’Io, che tiene prigioniero il piccolo sé esteriore e i piccoli valori esteriori? Le risposte sono svariate, a seconda della prospettiva. Iniziamo con il seguente approccio.

  39. Quando dubitate di una realtà più ampia e non volete rischiare, rimanete nel mondo della dualità che, come sapete, comporta il seguente conflitto: “Se sono altruista soffrirò. Io non voglio soffrire. Ma se sono egoista verrò rifiutato, disprezzato, non amato, e rimarrò solo: anche questa è sofferenza". E continuate a girare in tondo cercando una soluzione. Più vi convincete dell’inevitabile “verità” delle due alternative, più sarete obbligati a sperimentare la vita attraverso di esse. Non avete il coraggio di essere altruisti; né volete esserlo del tutto, poiché dovreste rinunciare a ciò che voi ritenete siano la realizzazione e la felicità personali. E nemmeno potete scegliere la via dell’egoismo assoluto, in parte per la continua presenza del vostro sé reale, in parte perché temete l’opinione del mondo. È questa la tragedia di questa lotta senza senso. Non riuscirete a districarvi dalle sue maglie finché vi identificherete e vi baserete su valori, regole e concetti appartenenti alla logica dell’Io.

  40. Se volete essere trasformati dovete rinunciare all’egoismo e a barare con la vita, con voi stessi e con gli altri, in tutti i modi possibili. Non potete correre un rischio totale, se ciò comporta sacrificare tutto quel che desiderate. Ma la condizione più dolorosa è l’indecisione, e questo vale a tutti i livelli. Questo sarà il vostro destino finché non avrete trasceso il livello della realtà dell’Io. Non riuscendo a conciliare autorealizzazione e altruismo, siete indecisi e oscillate tra le due alternative. Se le persone riuscissero a impegnarsi in una vita di totale egoismo, presto molte se ne tirerebbero fuori, giacché riconoscerebbero che l’egoismo non porta da nessuna parte, che non porta alla salvezza che ricercano, senza convinzione, nelle due alternative.

  41. Siete tutti presi in questa lotta, ognuno di voi. Ogni vostro problema è espressione e risultato diretto di questa dualità. Guardate i vostri problemi, andate a fondo e vedrete che le cose stanno così. Temete gli impulsi del sé più grande e saggio, ma non potrete desiderare di impegnarvi con tutto il cuore finché crederete che la vostra decisione comporti degli svantaggi per voi.

  42. Il fatto di poter ottenere il bene universale solo dopo aver superato i vostri difetti potrebbe confermare, a prima vista, il concetto di premio e punizione. Vi potrei dire che quel concetto è una distorsione del processo che vi ho appena spiegato. Premio e punizione presumono un’autorità esterna che somministri la giusta mercede in base alle azioni e agli atteggiamenti di ognuno. Spesso si ritiene che ricompensa e punizione appartengano solo al mondo ultraterreno.

  43. Quel che vi sto spiegando, invece, è un meccanismo che si attua nella personalità. Il sé profondo sa dell’incongruenza di volere per sé il meglio, pur rifiutandosi di donare il proprio meglio. Inoltre ottenere il meglio è un peso che si teme di sostenere, se non si è disposti a dare il meglio di sé. Del resto, dare il meglio è impossibile se lo si associa a sacrificio e svantaggio. Il solo fatto che si creda nella punizione e nella ricompensa cela il profondo sconforto che l’altruismo porti privazione, dunque ci si costringe a trattenere il desiderio totale di amare e di dare. Le ricompense e le punizioni, in qualunque forma si presentino, servono a compensare la realtà insostenibile che si percepisce nella dualità.

  44. Quando si attiva il sé reale il conflitto cessa. Una volta fatto emergere lo specifico conflitto che è in voi riuscirete ad attivare il sé reale. All’interno della realtà del centro interiore non vi è più scissione. Scoprirete che è ugualmente possibile donarvi con tutto il cuore, amare, essere altruisti, umili, abbandonare l’egocentrismo del bambino spaventato e permettere agli altri di essere liberi, costi quel che costi; e allo stesso tempo non essere dei perdenti. Presto la sensazione di non dover essere per forza dei perdenti muterà nella convinzione che è possibile essere dei vincenti. In seguito capirete come l’essere vincenti sia intimamente collegato al concetto di decoro, poiché sarete abbastanza liberi da decidere di volerli entrambi.

  45. Quando darete il via alla trasformazione dei vostri difetti, vi piacerete a sufficienza da aprirvi a tutto il bene che intende venire a voi. Quando la trasformazione inizierà a dare i suoi frutti sarete abbastanza forti da tollerare la felicità. Potrete rivendicare per voi il meglio una volta che sarete all’interno del processo di trasformazione di quel che non vi piace di voi, che siate consapevoli o meno di quanto non tolleriate alcuni vostri aspetti, o che stiate ancora proiettando l’odio di sé sugli altri. Allora realizzerete la verità della realtà assoluta e del vostro sé reale, che non vi è limite all’espansione. Il processo renderà il vostro intuito forte e affidabile, e saprete ascoltare le richieste del flusso vitale. E avrete il coraggio di seguirlo anche qualora non vi sembri corrispondere alle aspettative, alle regole e ai valori esterni. Finché voi sarete ben determinati a seguire i valori interiori, quelli esteriori cesseranno di essere importanti a livello mentale o nella manifestazione esteriore della vostra vita. Pertanto non avrete più paura, se la vostra vita non sarà conforme alle convenzioni. La vita esteriore cambierà di conseguenza, senza attriti. Il mondo si metterà al passo con voi.

  46. Ci sono due chiavi importanti in questa lezione, forse proprio quelle che state cercando per uscire da un momentaneo intasamento. Le riassumo in breve:

  47. (1) Qual è il vostro scopo nella vita? Qual è il vostro obiettivo in questo percorso? Quanto lontano volete arrivare? Volete rimuovere solo alcuni sintomi? O desiderate una completa autorealizzazione, l’attivazione di un centro interiore in cui trovare ogni bene e riparo da insicurezze, ansie e confusioni? Se è questo che volete, siete disposti a pagare il prezzo della perseveranza e dell’impegno totale? Un impegno totale fa emergere le vostre possibilità totali. L’illimitato potenziale del vostro essere profondo vi permetterà di realizzare un bene illimitato.

  48. (2) Trovate il punto esatto in cui i vostri desideri positivi sono bloccati, e chiedetevi quale particolare difetto caratteriale vi impedisce di rinunciare a un atteggiamento autodistruttivo e di negazione di voi stessi. Asserite chiaramente il vostro intento di trovarlo. Una volta scoperto avete ancora tempo per decidere se volete rinunciarvi o meno. Se non volete, scoprite perché. Insistere a mantenere qualcosa che viola la vostra integrità e decoro blocca il meglio che avete da offrire e il meglio che potete essere, e ciò va a detrimento del rispetto verso di voi. Potrebbe non essere del tutto manifesta quella piccola deviazione nascosta dall’apparenza innocua, ma non è così, che ne siate consapevoli o meno.

  49. Il progresso sperimentato in modo netto da molti di voi è commisurato al grado di disponibilità e apertura. Tutti sanno cos’è che favorisce il progredire, e il Sentiero non può non funzionare se vi sono disponibilità e apertura. Chi tra voi non è soddisfatto dei propri progressi si dovrebbe chiedere con sincerità nel profondo: “Dove mi sono tirato indietro? Dove non volevo arrivare fino in fondo? Dove ho perso la chiarezza dell’obiettivo? E dove ho scollegato l’obiettivo dalla mia situazione del momento perché non voglio espormi?". Voi state evitando di vedere che vi state ritraendo nel timore e nella vergogna: questi sono degli ostacoli inutili di cui vi servite per sbarrare le porte alla liberazione.

  50. Chi tra voi è più avanti nel cammino e sta percependo l’eccitazione della vita nuova che sta arrivando ha molto di più a cui aspirare, e ora rafforzerà i suoi poteri. Li potrà attivare in misura sempre maggiore, rimuovendo gli ostacoli delle rimanenti illusioni e orientandosi verso ciò che è eterno dentro di sé, scevro da conflitti e tormenti. Imparerete a sperimentarlo come una realtà vivente.

  51. Siate benedetti. Ricevete la forza e l’amore che si stanno riversando su di voi. Siate nella pace. Siate in Dio.

Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 145 - Responding to the Call of Life
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