Vai ai contenuti

Lez. 86 - Il conflitto tra l'istinto di autoconservazione e procreazione

Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
26 maggio 1961

Traduzione in italiano di Daniele Buratti
Revisione non ancora effettuata
Edizione Giugno 2020

  1. Saluti, miei cari amici. Dio benedica ognuno di voi, e benedetta quest’ora.

  2. Nell’ultima lezione abbiamo parlato degli istinti di autoconservazione e procreazione, di come essi agiscono in modo armonico o distorto. Ora vorrei proseguire l’argomento e mostrarvi in modo specifico in che modo i due istinti entrano in conflitto tra di loro, assieme alla particolare distorsione da essi prodotta quando l’anima è turbata.

  3. C’è distorsione se si adotta un determinato atteggiamento e vi si aderisce rigidamente. Ciò accade quando la personalità ritiene inconsciamente che quell’atteggiamento sia una soluzione alle sue difficoltà nella vita. I vari aspetti dell’immagine di sé idealizzata che abbiamo trattato sono dei tentativi inconsci di affrontare la vita. Ma trattandosi di soluzioni erronee, sono necessariamente rigide. E più sentite che quelle soluzioni non funzionano, più forte è il vostro impulso a farle funzionare. Questa reazione di difesa è la causa della rigidità.

  4. Crescita, sviluppo, maturità e guarigione di forze animiche distorte hanno luogo se si elimina la pseudosoluzione rimpiazzandola con la verità, che è sempre flessibile e non conosce regole. Solo la verità dona vera sicurezza, sebbene la personalità che sta nel processo avverta grande insicurezza e ansia se le si chiede di rinunciare alle pseudosoluzioni.

  5. L’istinto di autoconservazione serve a preservare e salvaguardare la vita. Il suo scopo è di evitare pericoli e garantire la sicurezza. Nella condizione di salute e maturità, i pericoli reali - non solo quelli fisici, ma qualsiasi cosa minacci la crescita sana dell’individuo - vengono allontanati. Ma nella distorsione i pericoli sono immaginari e irreali. Quando un essere umano si sente minacciato perché non è amato, ammirato, approvato, o perché non si è d’accordo con lui, il pericolo è irreale.

  6. In una lezione recente parlavo di tre pseudosoluzioni principali: (1) la ricerca dell’amore, (2) la ricerca del potere e (3) la ricerca della serenità(*) . L’equivoco che sta dietro a ognuna è che vivere secondo i dettami di queste "soluzioni" vi aiuti a essere padroni della vostra vita.

  7. In generale la distorsione dell’istinto di autoconservazione porta l’anima ad adottare la ricerca del potere, e il distorto istinto di procreare induce l’anima a cercare l’amore. Eppure i due istinti possono servire a entrambe le cose, poiché sicurezza e piacere sono necessari, nella vita. Se gli istinti sono distorti, essi entrano in conflitto, anziché completarsi l’un l’altro. Pertanto si deve trovare un compromesso anche per le pseudosoluzioni. Adesso entro un po’ di più nello specifico.

  8. Se l’istinto di autoconservazione è distorto, si verifica il seguente processo: Il bambino sperimenta insicurezza o per mancanza di amore, o perché non comprende la propria individualità, oppure per un generale senso di incertezza nell’atmosfera circostante o nella personalità dei genitori. Questo crea ansia. Il bambino avverte una sensazione di pericolo. In quell’istante si attiva l’istinto di autoconservazione. Per scongiurare il pericolo, la personalità assume determinati schemi comportamentali interni ed esterni, al di sopra e al di là delle distorsioni del carattere che di solito porta con sé l’alterato istinto di autoconservazione. Ne parlavo nell’ultima lezione. Sono tendenze che comportano aggressività, ostilità, ricerca del potere, bisogno di primeggiare sugli altri, competitività e pretese esagerate. L’autoimmagine idealizzata verrà impostata secondo quelle tendenze.

  9. Vi faccio nuovamente notare che la cosa non esclude necessariamente la presenza di tendenze contraddittorie, come la ricerca di amore. E vi ripeto che quello che vi sto dando è solo uno schema generale. Ogni individuo che lavora su questo percorso ha una sua particolare pseudosoluzione che occorre identificare, giacché ne esistono tante possibili varianti. Ad esempio, la ricerca del potere potrebbe prevalere senza ostentazione di aggressività od ostilità. Vi sono svariate possibilità. Ma si avranno integrazione e autoindividuazione solo se si accerteranno e vivranno individualmente queste tendenze, magari in termini del tutto diversi da quelli che vi sto illustrando.

  10. L’alterato istinto di autoconservazione porta alla pseudosoluzione di una ricerca del potere con tutte le sue pretese, aggressività e forza. La psiche pensa: “Se affermo me stesso e il mio potere, la mia onnipotenza, la mia invulnerabilità, non mi accadrà nulla di male. Allora non sarò minacciato dai pericoli di questo mondo ostile che non mi capisce".

  11. Per contro, l’istinto distorto di procreazione ha in sé la spinta al piacere, un desiderio del massimo piacere in ogni livello dell’essere. Se quel piacere non arriva, vuoi per le circostanze della vita, vuoi per i limiti personali o i disturbi della personalità, l’alterato istinto di procreazione contribuisce alla pseudosoluzione che fa essere remissivi, conformi e compiacenti. La ricerca dell’amore dovrebbe, in teoria, risolvere ogni problema. Ma il non essere assertivi, l’essere cedevoli, può essere nocivo perché vi lascia esposti agli abusi, ed è un atteggiamento comunque destinato a fallire. Le persone scelgono questa soluzione nella convinzione inconscia di poter essere amate, e dunque di ricevere piacere.

  12. La terza pseudosoluzione, quella di ritirarsi alla ricerca della serenità, è secondaria. È la conseguenza delle altre due soluzioni in lotta tra loro e che lacerano la personalità. Quando la pressione del conflitto interiore diventa troppo forte, si adotta questa soluzione secondaria e sovrapposta. Le prime due soluzioni servono a far fronte alla vita. Questa serve a far fronte al conflitto derivante dalle altre due false soluzioni. Sul livello cosciente e più esterno della personalità, il terzo tentativo di risolvere i problemi della vita assume la forma di un ritiro dal coinvolgimento emotivo, una sensazione di voler essere lasciati in pace pensando che così si raggiunge la serenità. In realtà ciò non basta a soddisfare i due istinti. La soddisfazione si allontana ancor di più, con l’aumentare della distorsione.

  13. Man mano che proseguite nel lavoro, amici miei, sentite e sperimentate con dovizia le due pseudosoluzioni principali, che con gradazioni diverse sono presenti in ogni individuo. Conoscerete e sperimenterete il conflitto, non come teoria, ma come una battaglia che potete osservare dentro di voi. Questo vi darà una comprensione del tutto nuova di voi stessi e dei vostri problemi.

  14. Se la vostra preoccupazione principale è la sicurezza interiore, non potrete che dare un’enfasi eccessiva all’istinto di autoconservazione, alterandolo. Pertanto schiaccerete o terrete in sospeso l’istinto di procreazione, almeno in parte. L’intera personalità è volta a ottenere sicurezza, minando in tal modo un altro bisogno legittimo. Ma l’anima si ribella. Essa seguita ad anelare al piacere. Meno si dà ascolto a quell’anelito a motivo dell’immaginario bisogno prioritario, più aumenta la brama inconscia.

  15. A livello inconscio vi trovate a scegliere tra sicurezza e piacere. E per conseguire felicità, realizzazione, felicità e piacere ci vuole del coraggio, uno spirito di avventura, per così dire. Il piacere implica la volontà di rischiare. Ma quel rischio è il pericolo che pensate di dover evitare a ogni costo. Dunque l’anima immatura lotta per ottenere sicurezza e piacere senza osare rischiare, senza uscire dal guscio, senza compiere i passi necessari. E se non raggiunge quegli obiettivi, insorgono autocommiserazione e ribellione, poiché non c’è consapevolezza della causa. Tutto il processo è inconscio, dall’inizio alla fine: non si è consapevoli dei due bisogni di fondo, né si capisce che quei bisogni non vengono soddisfatti e perché. Tutto ciò deve essere reso conscio attraverso questo lavoro.

  16. A ogni tentativo infruttuoso e incerto per ottemperare ai propri bisogni, le anime timorose considereranno ogni minimo rifiuto, critica o disapprovazione un pericolo tale da indurle di nuovo a chiudersi velocemente in una ingannevole serenità, o ad adottare un atteggiamento aggressivo e di negazione. Ciò rende impossibile conseguire l’amore. L’impresa non sembra valere la pena. Così il desiderio di un soddisfacente appagamento viene frustrato e una parte essenziale dell’anima rimane assetata e sterile. Non si perde solo la felicità e la bellezza, ma parte integrante dell’esperienza di vita. Inutile dire che quell’anima subisce un danno al quale il sé reale si ribellerà, e la ribellione, non appena raggiunge i livelli esteriori dell’essere, può assumere varie forme.

  17. Se prevale il principio del piacere supremo la personalità accetterà il rischio, ma al prezzo di far insorgere ulteriori disturbi. Il contrastato istinto di autoconservazione cerca un compromesso: correrete quel rischio adottando un atteggiamento remissivo. Cercherete di ottenere la felicità con l’autocancellazione e il masochismo, pensando di combinare le due esigenze del piacere e della sicurezza. Cedendo, siete convinti di ricevere ciò a cui anelate, mentre vi proteggete facendovi vedere indifesi.

  18. Se sono il falso istinto di autoconservazione e la sua pseudosoluzione a prevalere - la ricerca del potere - una parte vitale dell’anima ristagna e viene lasciata senza nutrimento. Se prevale l’istinto distorto di procreazione e la sua pseudosoluzione - la ricerca dell’amore - vulnerabilità e impotenza aumentano, tanto da mettere l’anima in reale pericolo. Non il pericolo come lo intende la psiche, ma in un senso molto diverso: il pericolo della perpetuata negazione di sé e dell’allontanamento dal sé reale. Ciò porta all’inibizione e all’arresto della crescita delle forze creative, fatto che a sua volta determina ansia e frustrazione, oltre ad altri sentimenti.

  19. Poiché i due istinti hanno ugual forza nell’animo umano, e dato che la distorsione dell’uno porta sempre a una distorsione dell’altro, ogni individuo ha in sé entrambe le pseudosoluzioni. In qualcuno prevale l’una, ma dopo qualche ricerca si troverà anche l’altra, che rappresenta il nucleo sottostante della tendenza prevalente. In altri, le due tendenze coesistono fianco a fianco, lacerando la persona con conflitti infiniti. Ma anche se una tendenza prevale in modo deciso, non vuol dire che il conflitto sia assente. Solo perché qualcosa non agisce in superficie non significa che non possa causare degli effetti nefasti. Se una tendenza è nascosta, gli effetti sono spesso più gravi proprio perché è più difficile capire la causa.

  20. Per via della furiosa battaglia interiore tra obiettivi e soluzioni che si escludono a vicenda, la psiche cerca delle soluzioni di compromesso che possono assumere varie forme. Ad esempio, far scattare l’impulso per il piacere solo in certi livelli dell’essere. Potreste sentire che perseguire il piacere spirituale, intellettuale o mentale non è un’impresa pericolosa. Non vi coinvolge emotivamente e non vi espone al rischio di rifiuto e dolore. Il piacere emotivo o dei sensi, d’altro canto, sembra estremamente pericoloso e quindi è, più o meno, da eliminare. Inutile dire che le persone trovano sempre spiegazioni all’apparenza valide. Non sempre il processo è così diretto da far recedere la persona. Potrebbe essere molto sottile; a livello inconscio, potreste anche autosabotarvi e proiettare il vostro fallimento sugli altri. In realtà fallite perché trattenete le forze in uscita e siete riluttanti a rischiare di donare voi stessi. Un atteggiamento simile ruba una parte vitale dell’organismo interno, causando danni alla psiche e all’intera struttura dell’individuo.

  21. Un altro compromesso molto comune è cercare di far sì che l’autoconservazione o la procreazione servano ad entrambi gli scopi. Chiaramente non funziona così. Ad esempio, la ricerca del potere mira all’amore e al piacere, nella convinzione inconscia che essere onnipotenti, forti e invulnerabili porti amore e devozione. Ritenete che un tale atteggiamento vi garantisca sicurezza e invulnerabilità, e che quell’aspetto vi porti al contempo così tanta ammirazione che la vostra sete d’amore ne sarà appagata. Non vi accorgete che l’invulnerabilità rende impossibile l’amore. Più provate a convincere gli altri che siete forti e invulnerabili, più essi vi temeranno - e la paura non ha mai suscitato amore. Né l’essere superiori agli altri induce amore, poiché essi non amano sentirsi inferiori, e certamente non risponderanno con l’amore a chi li sminuisce, per sottile che sia il modo di mostrarsi superiori.

  22. Chi adotta la pseudosoluzione della ricerca dell’amore per ottenere il piacere, opterà per il compromesso e tenterà di combinare spinta al piacere e bisogno di sicurezza, spesso con l’assurda convinzione di non generare alcun conflitto. Costoro credono che obbedendo e facendo tutto ciò che ci si aspetta da loro, riceveranno non solo amore e piacere, ma anche protezione dai pericoli. Non vedono come quelle tattiche generino delle reazioni interne destinate a distruggere il loro obiettivo. Più essi si sottomettono, più l’altrui sete di potere ne approfitterà. Più gli altri si approfittano di loro, più essi proveranno ribellione e risentimento. Il risentimento potrebbe non arrivare alla consapevolezza di superficie, ma la sua forza minante respingerà gli altri, i quali risponderanno a loro volta col risentimento.

  23. Sono esempi generici di compromessi che vogliono combinare delle pseudosoluzioni mutuamente esclusive. Compito di ognuno è scoprire tutte le varianti possibili. Ma attenti a concludere che ciascuna pseudosoluzione contenga un solo istinto distorto. Non è così semplice. Scoprite come anche voi cerchiate di soddisfare entrambi i bisogni con qualcosa che non ne soddisfa nemmeno uno.

  24. Sto parlando molto in generale, amici miei, ma avete già un’idea delle varie possibilità del modo spesso inconscio e infruttuoso dell’anima di trovare delle soluzioni. In questo lavoro dovrete scoprire, strato per strato, come le pseudosoluzioni non vi possano dare i risultati desiderati, il perché non funzionino, come influenzino il sé e gli altri, e quale sia il loro scopo originale. Per riuscirci dovete rendere consce le emozioni che provavate da bambini e, in modo diverso, anche adesso. Allora vedrete le contraddizioni, quanto le vostre emozioni siano arbitrarie e come i vostri concetti e le vostre idee inconsce ne determinino origine e scopo. Quelle pseudosoluzioni vanno a sovrapporsi ad altre ancora, con tutte le loro contraddittorie emozioni sottostanti.

  25. Vi faccio un esempio. Le persone remissive, sempre pronte a compiacere, a essere oltremodo modeste e a non prendersi mai meriti o vantaggi per sé, alla fine proveranno del risentimento verso gli altri. Non capiscono di non essere nel giusto, essendo state loro a scegliere quel modello di comportamento. Non hanno il diritto di incolpare gli altri per essersi presi quel che esse offrivano loro: la propria autocancellazione. Si dicono: "Anche se offro il mio sacrificio senza vanti, gli altri mi dovrebbero usare un rispetto speciale e amarmi, anziché darmi per scontato". In altre parole, costoro offrono il proprio annullamento in cambio di amore. Ma poiché preferiscono annullarsi piuttosto che amare gli altri, il baratto non funziona. Di qui il loro risentimento. E non potranno cambiare finché non capiranno il giusto processo interiore in atto tra loro e gli altri.

  26. Anche le persone sottomesse si sentono in colpa per il loro risentimento, perché non corrisponde ai dettami della loro immagine idealizzata di sé. Se trovate in voi un simile atteggiamento di sottomissione, guardate cosa c’è sotto. Non solo troverete il risentimento e i sensi di colpa, ma anche, ben nascoste, delle pretese eccessive, non meno di quelle di chi è aggressivo e guidato dal potere. Scoprirete che proprio perché ci sono certe pretese - di amore, protezione e premure - si è scelta la sottomissione, convinti che faccia in modo che gli altri soddisfino le vostre richieste. Tuttavia, il riconoscimento consapevole delle pretese contraddice in maniera diretta il carattere generale di tali persone. Pertanto esse devono tener nascoste le proprie pretese, procurando così ulteriori sensi di colpa. Maggiori sono le pretese, più sentite di doverle nascondere, poiché sarete criticati e dunque non amati. Così sviluppate un duplice senso di colpa: uno a causa delle vostre pretese, l’altro a causa della mancata sincerità riguardo alla vostra modestia e assenza di pretese.

  27. Molto spesso la tendenza primaria cela il suo opposto. Se la tendenza primaria è la ricerca del potere per sentirsi sicuri, con tutto quel che comporta - ostilità, crudeltà, orgoglio, superiorità e la presunzione di invulnerabilità - il nucleo latente potrebbe essere quello del bambino indifeso che cerca amore e protezione; che anela a piacere e felicità; che si sente vulnerabile, assoggettato, insicuro e dipendente. Se a prevalere è la tendenza a cercare l’amore per ricevere il piacere, con l’annullamento di sé, compiacere, abnegazione e sacrificio masochistico conseguenti, il nucleo latente potrebbe consistere in egoismo impietoso, orgoglio egocentrico e superiorità, pretese eccessive e spesso addirittura in impulsi crudeli nei confronti altrui.

  28. Il nucleo sottostante genera sempre un senso vergogna da dover nascondere, e lo si copre con il suo opposto. Queste due tendenze si escludono a vicenda e dunque creano conflitti, e altri conflitti provengono dal senso di vergogna dato dalla tendenza latente che bisogna occultare. Anche se provate vergogna per qualcosa di positivo e costruttivo, il fatto stesso di provarla e nasconderla produce tensione, ansia, finzione e paura di essere scoperti.

  29. Ciò che rende momentaneamente il lavoro tanto doloroso, è la scoperta di qualcosa di cui si ha vergogna. Solo il coraggio di portare la vostra vergogna allo scoperto ne dissiperà l’aspetto esagerato. E facendolo proverete anche un indescrivibile senso di liberazione, perché vi sarete scrollati di dosso un fardello che non avreste mai creduto fosse tanto pesante.

  30. Più progredirete nel lavoro, più diventerà importante sentire e sperimentare ogni vostra emozione, stimarne l’importanza e interpretarne il significato. Senza questo lavoro sarà impossibile che vi liberiate da conflitti e problemi. Dovete spostare il fulcro dal pensiero dalla valutazione mentale e dalla deduzione al sentire e provare ogni emozione positiva e negativa. Non lo ripeterò mai abbastanza. Man mano che imparate e riducete la vostra resistenza grazie a una comprensione più ampia, saprete anche verificare, strato dopo strato, le varie pseudosoluzioni con tutte le loro reazioni emotive. Perderete l’abitudine di reprimere i sentimenti proibiti e li ammetterete senza censure. Solo allora potrete capirne l’origine e il significato.

  31. Diventare consapevoli delle emozioni è un processo graduale che avviene solo se lo si desidera davvero e lo si alimenta. Prima di coltivare tale consapevolezza, la persona media vive la vita con una modalità e una comprensione molto diverse. L’ansia acuta e la paura talvolta vissute sono attribuite a cause del tutto esterne, e ci si accontenta di credere che, a parte quelle poche volte, vada tutto bene. Certo, non sto parlando di persone con disturbi gravi. I più non riescono a collegare causa ed effetto tra l’evento esteriore che li turba e i conflitti e le pseudosoluzioni interiori. Non si rendono conto che ogni pseudosoluzione produce una dipendenza malsana dagli altri, a prescindere da quanto essi siano inclini a emanciparsi. Né vedono che quando tutto è calmo nella loro vita esteriore, essi usano solo una percentuale minima della capacità di sperimentare, godersi la vita ed essere creativi. Ignorano le proprie inibizioni e di essere incapaci di esprimersi pienamente. Non si accorgono che tensione, stanchezza e una certa inquietudine provengono da emozioni represse. Ma soprattutto essi non sono consapevoli delle proprie emozioni negative che tengono nascoste, e che fuoriescono solo quando hanno motivo di esternarle.

  32. Dunque il primo grande passo per diventare consapevoli delle emozioni è concedersi il permesso interiore di scoprire cosa proviate davvero. Avvaletevi della preghiera, della meditazione e di una quotidiana risoluzione di intenti. In tal modo porterete alla vostra coscienza il risentimento, i sensi di colpa, l’ansia, l’animosità e altre emozioni negative. Le emozioni negative sono motivo di inibizione della spontaneità e del senso di piattezza che provate per la vita, di una scarsa vitalità. Di solito accettate questo clima esteriore generale, aspettando di fare qualche progresso in questo lavoro: lo date per scontato, e non vi viene proprio in mente che la vita potrebbe essere molto diversa. Se penetrate quella pseudocalma esteriore, facilmente turbata da circostanze al di fuori del vostro controllo, troverete un vasto accumulo di emozioni ribollenti che ritenete totalmente estranee al vostro carattere, e che quindi sono doppiamente imbarazzanti. Sebbene sgradevole all’inizio, quel penetrare eliminerà le cause che vi avevano reso vivi a metà, giacché stavate usando solo una piccola parte del vostro potenziale su tutti i livelli del vostro essere.

  33. Il primo livello emotivo di consapevolezza di solito consiste in una serie di risentimenti di cui non eravate consapevoli, e che sono collegati al senso di colpa e all’ansia. Ma scoprirete che non tutti i risentimenti sono ingiustificati. Alcuni lo sono, perché siete stati voi a crearne le condizioni; ma altri no. Ciò nonostante avete la vaga impressione che non dovreste mai provare risentimento per nulla, e che tutto sia sistematicamente colpa vostra.

  34. Imparerete a distinguere. Scoprirete che alcuni risentimenti sono comprensibili e salutari, a condizione che facciate qualcosa per provvedere anziché cadere in uno stato di lassismo. Imparerete ad affermarvi lì dove prima vi lasciavate sfruttare. Un po’ alla volta interromperete il processo. Vi accorgerete di altri risentimenti del tutto infondati. Non ci sono regole. Voi stessi conoscerete sicuramente la verità, appena avrete il coraggio di far emergere quel che reprimete. Ciò renderà possibile la vostra autoaffermazione e, se necessario, saprete adottare una sana aggressività, totalmente diversa da un’aggressività distorta. In tal modo si stabilirà un corretto equilibrio interiore. Smetterete di essere aggressivi - dentro o fuori di voi - se non ce n’è motivo; e sarete aggressivi solo quando è sano e costruttivo esserlo. Uno squilibrio conduce sempre ad altri squilibri. Pertanto, se si affronta la verità e si cambia, ove possibile, si crea equilibrio. Questo nuovo equilibrio viene da sé: è impossibile ripristinarlo attraverso delle azioni esteriori dettate dalla propria volontà.

  35. Nel provare quel livello di risentimento, trovando ciò che sentite davvero (non quel credete di dover sentire, in base alla vostra soluzione privata) e avendo il coraggio di riconoscere quel che sentite, giusto o sbagliato che sia, vi preparerete a prendere coscienza dello strato successivo e della pseudosoluzione primaria. Vi imbatterete anche in altri meccanismi di difesa. Troverete i principali componenti della vostra autoimmagine idealizzata, e forse anche le tre tendenze. Solo dopo aver esplorato tutto ciò, il nucleo latente del vostro problema, trascurato e nascosto per vergogna, evolverà in consapevolezza emotiva. E poi vivrete quelle emozioni.

  36. Questo è un processo doloroso, amici miei. Voglio dire a tutti voi che fate questo lavoro: non rifuggite dal dolore, poiché è salutare e indispensabile per poterlo sradicare per sempre. Se non passate per quella strada, esso vi resterà nell’anima e vi danneggerà, che lo sappiate o no. La libertà e la felicità, la sicurezza e l’incolumità, la meraviglia dell’esperienza di vita saranno vostre solo se avrete il coraggio di affrontare il tutto. Solo allora vi accorgerete dell’importanza del processo. Saprete quindi che evitare le situazioni era una politica dello struzzo, inadatta a estirpare il dolore profondo. Se lo farete uscire, esso svanirà; ma se lo terrete racchiuso e se lo coprirete, continuerete a soffrire. Sperimentate il coraggio di attraversare il dolore che potreste incontrare su vari livelli, oltre che nel nucleo. Questo percorso e la vita stessa vi daranno una mano, se così vorrete. L’aiuto verrà anche attraverso eventi esteriori che richiameranno la vostra attenzione sui fattori causali interni.

  37. Alimentate di continuo la volontà interiore di attraversare il dolore. La volontà interiore di affrontare la verità in voi, pur se sgradevole o poco lusinghiera, deve essere deliberata di volta in volta. Questo vi darà la forza per riuscire. Vi aiuterà ad andare avanti nei passaggi più cruciali, quando sarà forte la tentazione di arrendervi. Perseguite, persistete e perseverate! Questo è il mio consiglio, amici miei.

  38. Vi consiglio anche di chiedervi quale sia il vostro atteggiamento verso questo lavoro. Quando arrivate a certi punti dolorosi, in che modo reagite al lavoro, a voi stessi, alle persone che vi aiutano, all’intera idea come tale? Si reagisce in tanti modi diversi.

  39. E adesso, amici miei, avete domande?

  40. DOMANDA: Ho una domanda sulle tre distorsioni presenti simultaneamente in una persona. Si alternano nel tempo? Come agiscono sulla personalità?

  41. RISPOSTA: L’ho appena spiegato. Che cosa non ti è del tutto chiaro?

  42. DOMANDA: Per esempio, capisco che le persone interiormente remissive possano provare un sottostante impulso di potere - e viceversa. Se la cosa diventa insostenibile, esse creano una falsa serenità ritirandosi dalla vita. Ma quello che vorrei sapere è che succede quando si alternano due, o tutte e tre queste tendenze? Quando una persona è remissiva in un’occasione, autoritaria in un’altra, o si ritira in un’altra ancora. Forse si alternano anche solo momentaneamente? Perché succede?

  43. RISPOSTA: Perché sono pseudosoluzioni che non funzionano. Fino a un certo punto, talvolta potranno anche funzionare, se la situazione di vita e gli altri lo consentono. Ma se la vita vi pone degli ostacoli che non permettono a una delle pseudosoluzioni di funzionare, allora potreste ricorrere alle altre e metterle alla prova, per così dire.

  44. Facciamo un esempio. Supponiamo che un uomo abbia un prevalente impulso di potere e che si relazioni con persone remissive e compiacenti. Sembrerebbe che per lui questa soluzione funzioni. Quindi prevale l’impulso del potere. Diciamo adesso che una persona molto importante, da cui lui dipende, sia anch’essa guidata in modo prevalente dal desiderio di potere: forse questa persona, relativamente sana, non si comporterà con lui in modo remissivo. Una terza possibilità è che anche la persona più mite arrivi al punto in cui manifesterà la sua ribellione. Guai a superare certi limiti, che anche la persona remissiva ha dei lati di potere aggressivo. Dunque la "soluzione" del più forte non funziona. A quel punto, per avere ciò che vuole e crede di necessitare, quell’uomo si sottometterà. La stessa persona che di solito domina sarà quindi sottomessa. È così che le persone cercano di soddisfare il proprio bisogno di sicurezza, di amore e di approvazione incondizionata. Oso dire che voi tutti lo avete spesso notato. Tutti conoscono qualcuno che si umilia davanti ai superiori oppure a chi è, di fatto, più forte o si ritiene tale, ma che non ha scrupoli con i più deboli. Questa è una modalità tipica di come si alternino le varie soluzioni, in base alle necessità e alla situazione. È chiaro?

  45. COMMENTO: Sì, penso di sì. Allora diventa una questione di sapersi barcamenare.

  46. COMMENTO: Corretto. Vedete, qualsiasi pseudosoluzione di questo tipo è sempre un barcamenarsi, perché il bambino, in cerca di soluzioni per affrontare un mondo che gli appare ostile e spaventoso, non ha i mezzi per trovare la vera soluzione. Afflitto dai problemi che si è portato nella presente incarnazione, non coglie il nesso e reagisce adottando delle pseudosoluzioni. Perciò siete assolti dai sensi di colpa distruttivi per le vostre pseudosoluzioni originarie: allora non potevate fare altro. Ma adesso ve ne assumerete la piena responsabilità senza sensi di colpa distruttivi, qualora decidiate di continuare ad avere richieste legate a delle pseudosoluzioni. E questo stesso fatto vi aiuterà a liberarvene.

  47. DOMANDA: In un bambino relativamente ben integrato, come si manifesta l’immagine di sé idealizzata rispetto al sé reale? C’è una fusione continua che evita di ricorrere a una forte personalità-maschera?

  48. RISPOSTA: Certo, più sano è un essere umano, più è debole l’immagine di sé idealizzata. Autoimmagine che potrebbe ancora manifestarsi nelle aree disturbate della sua personalità, ma in misura minore. Quella immagine sarà sempre contrastata dalla manifestazione più forte del sé reale. Poiché non c’è essere umano che sia del tutto libero da distorsioni interiori e disturbi dell’animo, ogni persona ha un’immagine di sé idealizzata. La forza degli ostacoli determina la forza dell’immagine di sé idealizzata, e in quella misura il bambino - o l’adulto, in quell’ambito particolare - si aliena dal sé reale e cerca di diventare il sé idealizzato. Più forti sono i conflitti interiori, più è marcata la differenza tra il sé reale e il sé idealizzato. Nella persona relativamente sana, la differenza non sarà tanto marcata o incongruente: le esigenze e i parametri del sé idealizzato saranno meno rigidi.

  49. La vita fantastica dei sogni a occhi aperti dà sempre una buona misura dell’immagine di sé idealizzata e delle sue pseudosoluzioni. La fantasia è la proiezione degli scopi e dei bisogni predominanti della psiche. Poiché gran parte degli adulti sogna a occhi aperti, in una forma o nell’altra, quei sogni sono del materiale utile di ricerca. L’immagine di sé idealizzata si manifesta come qualcosa di più della mera fantasia. La si riscontra nei comandi rigidi, nei ‘dovresti’ e ‘devi’ che menzionavo. La si nota nell’ansia e nei sensi di colpa quando non si vivono le proprie compulsioni. La si vede in certe aspettative su di sé o sugli altri. Ma serve un lungo lavoro. Se l’immagine idealizzata si manifesta nella vita sognata, vuol dire che essa fa parte della personalità, anche se ancora non ve ne rendete conto. Se la personalità ne fosse totalmente libera, se non si auto-estraniasse, non ci sarebbe motivo di fantasticare sull’autoimmagine idealizzata. Una vita di fantasia molto attiva in cui ogni desiderio è realizzato è indice di un urgente bisogno di diventare l’immagine di sé idealizzata.

  50. DOMANDA: I bambini, alla nascita, non hanno tutti una taratura analoga?

  51. RISPOSTA: Certo che no. Vi portate dietro problemi e conflitti irrisolti della precedente esistenza. Le circostanze e l’ambiente della vostra vita sono stati scelti - forse da voi - per risolvere al meglio i problemi rimasti insoluti. Non solo la crescita spirituale generale varia da persona a persona, ma variano anche i conflitti e la loro intensità.

  52. DOMANDA: La volta scorsa sono state poste due domande, tra loro correlate. A una non si è risposto per mancanza di tempo, e l’altra non sembra aver ricevuto una risposta esaustiva. Una era sul fatto che risentimento e indignazione potessero essere ridotti a uno stato di apatia. L’altra chiedeva quanto fosse corretta la giusta indignazione o un giustificato risentimento. Ritengo che stasera tu abbia risposto a entrambe. Vorresti aggiungere qualcosa?

  53. RISPOSTA: La lezione di stasera spiega il tutto. Ad esempio, ho specificato che sia le persone remissive, sia chi è alla ricerca di una falsa serenità, potrebbero addirittura non consentirsi di prendere coscienza della giusta indignazione, che richiede di agire. Una volta che la personalità ha conseguito la salute interiore in tal senso, ingiustizie o provocazioni verranno dichiarate in modo sano. Prima di allora sarà molto difficile distinguere tra una giusta indignazione per effettive provocazioni, e una indignazione ingiustificata per provocazioni fittizie o autoindotte. Solo un ampio lavoro in questo percorso vi condurrà al punto di sapere al di là di ogni dubbio, senza esitazioni o sensi di colpa, senza bisogno di trovare alleati per confermare le vostre ragioni, quando farvi valere e quando, invece, no. Agirete in modo libero perché sarete voi a sceglierlo, e lo farete senza costrizioni interiori nella direzione che vorrete.

  54. Benedico ognuno di voi, amici carissimi. Vi chiedo di aprire il vostro sé più intimo per ricevere la forza che vi faccia acquisire nuove informazioni su di voi, in ogni modo possibile. Che le tensioni esterne siano un elemento di aiuto per riconoscere le vostre tensioni interne. Con queste parole vi benedico e vi do forza con tutto il nostro amore.

  55. Siate in pace. Siate in Dio!

(*) Lezione 84

Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 86 - The Instincts of Self-Preservation and Procreation in Conflict
Il copyright del materiale della Guida del Pathwork® è di esclusiva proprietà della Fondazione Pathwork®
Torna ai contenuti