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Lez. 81 - Conflitti nel mondo della dualità

Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
3 marzo 1961

Traduzione in italiano di Donatella Morelli
Revisione a cura di Andrea Genini
Registrazione vocale a cura di Margherita Saetti
Edizione Maggio 2017

  1. Saluti, Dio benedica tutti voi, miei carissimi amici. Benedetta sia questa ora.

  2. Su questo sentiero voi attraversate diverse fasi. Finora abbiamo indagato a grandi linee il primo livello della vostra mente inconscia. È il livello in cui albergate impressioni e conclusioni erronee che prendono la forma di generalizzazioni rigide sui diversi aspetti della vita. Noi chiamiamo queste rigide forme nell’anima, “immagini”. Alcune potrebbero essere di per sé insignificanti, tuttavia sono abbastanza importanti da distorcere la vostra vita.

  3. Siamo penetrati nel mondo della dualità, che si trova al di sotto del livello superficiale della vostra mente subcosciente. È a questo livello più profondo che la battaglia fra gli opposti è combattuta. Questa battaglia crea una terribile confusione nella vostra vita, che riguarda sia le grandi questioni sia quelle apparentemente minori. I grandi opposti sono vita e morte, felicità ed infelicità, amore ed egoismo, luce ed oscurità. La vostra confusione ha luogo in quanto un certo atteggiamento verso la vita, che dovrebbe portare alla meta desiderata, spesso porta con sé, almeno in una certa misura, quella indesiderata. Occorre una grande dose di onestà con se stessi e di consapevolezza per comprendere questo fenomeno e per individuare gli errori interiori, di azione e reazione, responsabili di questo risultato confuso.

  4. La religione simbolizza la lotta fra opposti come la lotta fra Dio e il demonio. Le confusioni che hanno origine da questa dualità vengono viste come un inganno usato da Satana per confondere l’umanità in modo che essa non sia più in grado di distinguere fra la via di Dio e quella del demonio. Ad un livello superficiale, ciò che è intrinsecamente egoistico e distruttivo, appare spesso come giusto e sacro e viceversa. La distorsione della verità in falsità fa parte della grande battaglia fra le forze della luce e quelle dell’oscurità, che gli esseri umani immaginano erroneamente infierire al di fuori di se stessi; essi tendono a credersi delle semplici vittime intrappolate nel mezzo.

  5. Dovendo scegliere fra le alternative che quotidianamente vi confrontano, spesso create confusione. Queste alternative non sono grossolanamente “buone” o “cattive”; ambedue traggono origine dallo stesso conflitto fondamentale nell’animo umano.

  6. La psicologia moderna ha riconosciuto lo stesso problema fondamentale definendolo come la lotta fra l’istinto di vita contro l’istinto di morte o fra il principio del piacere contro il principio di realtà. Anche in relazione al principio di realtà esiste tuttavia della confusione. Spesso le persone non hanno chiarezza su quale principio rappresenti Dio e quale quello diabolico. Il principio del piacere è egoistico e perciò distruttivo? Si può indulgere in esso senza far male ad altri? E il principio di realtà non è sinonimo di dovere, responsabilità, lavoro, conquista e perciò costruttivo? D’altra parte vi viene detto che Dio è felicità, beatitudine, luce ed è proprio il principio del piacere che vi fa anelare a questo. Che lo sappiate o meno, è proprio qui che vi trovate inghiottiti in una delle più grandi confusioni dell’umanità.

  7. Al di sotto di tutti i conflitti che avete scoperto durante il lavoro su questo sentiero, c’è un conflitto ancor più grande che è sempre in relazione al vostro mondo duale. Dietro alle vostre immagini e alle vostre convinzioni erronee, troverete sempre un conflitto. In un modo o nell’altro, siete combattuti tra diverse alternative. Spogliandole dalle motivazioni sovraimposte, troverete nel nucleo la contrapposizione di due opposti fondamentali.

  8. Ma questo livello di dualità in cui siete combattuti tra gli opposti non è ancora il nucleo. Dietro ad esso c’è l’origine del mondo della dualità, esattamente come il mondo della dualità è dove hanno origine le vostre immagini. Abbastanza stranamente, questa sorgente sottostante diventa uno degli opposti al livello successivo. In altre parole, la sorgente, che è un nucleo unico, si divide in due opposti al livello successivo di coscienza. Questo nucleo sottostante è il vostro anelito verso la completa felicità, luce, amore, beatitudine e pace. L’anelito originale è raggiungere la felicità suprema, ma la vita sulla terra proibisce tale soddisfacimento. Questa proibizione crea il mondo della dualità e, quindi, i vostri conflitti. È comunque ugualmente vero affermare che è stato il mondo della dualità a creare tale proibizione. Esso ha creato condizioni di vita sulla terra che hanno reso la “realtà” qualcosa che si oppone al principio del piacere, per esprimerci in termini psicologici; in termini spirituali diremmo che la “realtà” sulla terra si oppone al principio divino della beatitudine.

  9. Questo vi pone in un circolo vizioso. La domanda rilevante è come potete uscirne fuori e trovare la vostra strada verso la luce della verità. In primo luogo è necessario comprendere che cosa è responsabile, almeno in parte, della creazione umana della dualità a partire da un nucleo unico.

  10. La vita sulla terra implica necessariamente la morte fisica. Anche se eliminiamo molte delle inutili miserie della vita create dalla confusione, la morte continua ad esistere. Essa rimane un mistero sconosciuto e perciò spaventoso, nonostante la fede religiosa. La morte sembra essere la fine e, come tale, è in netta opposizione con l’anelito dell’uomo alla vita che in essenza significa beatitudine. Per quanto vere possano essere, tutte le spiegazioni religiose sono solo delle congetture. Quindi, seguendo la conclusione logica di questo ragionamento, possiamo osservare che la paura della morte crea il mondo della dualità ed il mondo della dualità crea una realtà che dice “no” all’anelito dell’umanità al completo soddisfacimento. Questo ci lascia con il problema della morte. È affrontandolo che possiamo interrompere il circolo vizioso.

  11. L’umanità ha cercato di risolvere questo problema fin dalle sue origini. Sfortunatamente questi tentativi erano insoddisfacenti e destinati al fallimento, esattamente come sono destinati al fallimento i vostri tentativi inconsci di risolvere un problema psicologico con delle scorciatoie o evitandolo. Invece che affrontare il problema direttamente, voi sovrapponete risposte preconfezionate, che possono essere anche vere in sé stesse, ma che non sono vere per voi personalmente, perché non siete pervenuti ad esse grazie alla forza e al coraggio che provengono solamente affrontando il problema. Voi scegliete piuttosto la via dell’evitare per paura e debolezza. Questo è uno dei modi con cui si prova a gestire il problema. Molte persone religiose che si aggrappano per paura alla fede, sono esempi di persone che vogliono evitare il confronto con la realtà della morte su questa terra.

  12. Un altro tentativo di far fronte al problema della morte avviene attraverso la negazione di ciò a cui si anela più profondamente. L’umanità anela alla beatitudine e alla vita eterna, ma molti di coloro che la desiderano sono terrorizzati dall’idea di non ottenerla. Perciò essi si precipitano direttamente nella negazione di ciò a cui anelano di più. Questa autodistruttività può essere trovata a tutti i livelli e si manifesta nei vostri atteggiamenti verso gli aspetti meno importanti della vita, ma è fondamentalmente la vostra modalità di far fronte al problema della morte. L’ateo/materialista e il religioso superficiale, che vogliono evitare la morte attraverso la fede sovraimposta, ne sono due prototipi. Entrambi non comprendono che stanno facendo esattamente la stessa cosa, cioè gettar via ciò che più desiderano. Si oppongono violentemente, poiché, per ognuno di essi, l’altro rappresenta l’opposto di ciò che crede essere la soluzione al grande problema. Eppure nessuno dei due ha trovato la risposta poiché essa deve venire dal Sé, dall’interiorità. Essa può venire solo dall’affrontare coraggiosamente questi problemi, queste domande, queste confusioni e paure ed esaminando il modo con cui avete tentato di farvi fronte fino ad ora.

  13. Il mio discorso sull’anelito a Dio può sembrare astratto e distante. Quando cercate di immaginare la beatitudine divina di cui godono gli spiriti, la vostra associazione automatica produce qualcosa che è piuttosto differente dalla felicità che voi desiderate come esseri umani. Voi immaginate la beatitudine del paradiso come qualcosa di noioso, sterile, poco interessante. Molte persone pensano che la presenza stessa dell’infelicità è ciò che da gusto alla felicità. Naturalmente questo non è vero. Siccome la parola “felicità” richiama per la maggior parte di voi una spiritualità vaga e distante, useremo la frase: “piacere supremo a tutti i livelli del vostro essere”. Il vostro anelito profondamente radicato per questo “piacere supremo” è costantemente in conflitto con la realtà quale voi la conoscete su questa terra. Questo è il risultato della vostra inabilità di riconciliarvi con la morte.

  14. La psicologia moderna sostiene che questo profondo anelito derivi dal desiderio di tornare al grembo materno, dove il feto ha vissuto in uno stato dell’essere esente da preoccupazioni, responsabilità e sofferenze. Quanto più l’entità cresce, tanto più deve affrontare le realtà della vita e perciò il conflitto diventa più intenso. Ma l’anelito degli esseri umani va molto più indietro del grembo materno. La verità è che tutti voi avete impresso nel vostro spirito la vaga memoria di una vita in un altro stato di coscienza, nel quale non conoscevate null’altro che il piacere supremo senza alcuna alternativa opposta. Potete riconquistare questo stato gradualmente, in una certa misura, persino quando siete ancora delle entità incarnate. Non è sufficiente rimuovere le vostre immagini e le vostre conclusioni sbagliate. Facendo questo, tuttavia, incontrerete il livello del mondo della dualità. Una volta che lo comprenderete nel suo nucleo più profondo, vi troverete faccia a faccia con la vostra lotta contro la morte, o contro “l’antipiacere” se posso chiamarlo in questo modo.

  15. Come ho già indicato in precedenza, ci sono due modi principali, con cui l’inconscio tenta di far fronte alla morte. Ambedue sono basati sulla negazione: uno attraverso l’evasione, l’altro andando deliberatamente verso ciò di cui avete più paura. In ambedue i casi, combattete disperatamente contro la morte. Non combattete di meno quando scegliete deliberatamente la morte spinti da paure servili, con uno spirito negativo di debolezza. Accettare la morte con una modalità sana è una scelta completamente diversa, che proviene dalla forza.

  16. Quando uso la parola “morte”, non mi riferisco unicamente alla morte fisica. Mi riferisco a tutti gli aspetti negativi della vita e a tutto ciò che si oppone al vostro impulso al piacere. In tal senso la morte significa anche perdita, cambiamento e ignoto che potrebbe contenere qualcosa di meglio dello stato in cui ora vi trovate, ma che diventa terrorizzante per il solo fatto di essere sconosciuto. Non c’è essere umano che non muoia molte piccole morti ogni giorno.

  17. La vostra attitudine verso la morte, in tutti i suoi aspetti, determina la vostra capacità di vivere e sperimentare il piacere. Quanto più la vostra attitudine verso la morte è sana, tanto più la forza vitale può fluire liberamente attraverso di voi e tanto più sana e duratura è la gratificazione che vi porta il vostro impulso al piacere.

  18. Il vostro primo passo è individuare quanto lottate contro la morte. Diventatene pienamente consapevoli, così come è necessario che diventiate pienamente consapevoli del vostro costante anelito al piacere supremo. Ambedue possono essere molto nascosti. Identificate quale delle due modalità di far fronte alla morte avete scelto: evadendola o precipitandovi in essa. Ambedue sono sempre presenti in ogni essere umano, ma una o l’altra può essere predominante.

  19. Nella seconda alternativa, sabotate la felicità che potreste avere, perché avete troppa paura di poterla perdere nuovamente, o di non poterla ottenere nella misura in cui voi desiderate. Voi dite: “Morte, o perdita, non posso evitarle, tanto vale che la faccia finita”. Ne è un esempio estremo il suicidio.

  20. Siete combattuti fra due tentativi insoddisfacenti e dannosi di negare la morte. Questi tentativi artificiali, forzati e limitanti vi avvicinano molto di più a ciò che vorreste evitare e così perdete ciò che desiderate ottenere. Quindi non è nella semplice accettazione della morte in se stessa che voi troverete forza e guarigione, ma è come voi scegliete di accettarla. L’accettazione mischiata a paura e negatività – che portano entrambe all’autodistruzione - è completamente differente dall’accettazione sana e forte dell’inevitabile. Affrontandola direttamente e non evitandola per paura, imparerete a riconciliarvi con la morte liberando la forza vitale che è in voi e che rimane tappata dentro fin quando non imparate ad affrontare la morte in un modo sano.

  21. Percepite che la soluzione risiede nell’accettazione, ma credete anche che nell’accettazione si nasconda l’annichilimento. Fintanto che non portate questa confusione alla vostra coscienza, non potete cominciare a trovare la vostra via d’uscita dal labirinto.

  22. Confrontate con questa confusione, spesso le persone ricorrono alla religione in una delle sue svariate forme. Ma lo fanno con uno spirito di evasione e di paura. Perciò la religione, non importa quanto veritieri siano i suoi insegnamenti, non potrà veramente aiutarli, esattamente come non può farlo il falso tipo di accettazione. Questo tipo di religiosità non aiuterà, perché viene accettata per debolezza e ciò inquina le motivazioni delle persone. Esse si disprezzano sentendo profondamente l’insincerità delle proprie motivazioni. Per di più questa fede sovrapposta non ha alcun potere di aiutarli. Essi accettano Dio e tutto ciò che implica credere in Dio, non per vera convinzione, né per una profonda genuina comprensione, ma perché sono spaventati. Perciò i nemici della religione hanno spesso ragione quando affermano che essa è un oppiaceo. Per la stessa ragione, i nemici del materialismo hanno ragione quando rifiutano il punto di vista materialistico, non solo perché non è vero, ma anche perché la motivazione per aderirvici è la paura.

  23. Quanto più approfondiamo questo soggetto, tanto più troviamo che la soluzione risiede nell’affrontare l’ignoto e nell’affrontare la paura di esso. Il compito è di imparare la forza di morire perché solo la persona che sa morire sa anche come vivere.

  24. Inutile dire che non avete da aspettare la morte fisica reale per imparare come morire. Vi possono aiutare in questo, non solo la vostra occasionale paura cosciente di qualsiasi cosa sia connotata di morte, ma anche tutti gli altri aspetti della morte, che fanno parte della vita quotidiana. Se non sapete come morire, non potete vivere perché non potete riconciliare gli opposti che costituiscono il dualismo nella vostra propria anima. Quindi non potete liberare la forza vitale che giace in voi inutilizzata.

  25. Quindi esaminate anche la vostra fede, amici miei. Non siate spaventati di riconoscere che, a qualche livello essa è anche una sovrastruttura intellettuale, alla quale vi aggrappate per debolezza e per paura. Proprio questa franca ammissione vi darà la forza stessa per costruire una fede genuina, che è anche convinzione e conoscenza. Essa verrà dall’esperienza interiore delle verità che avete finora conosciuto solo intellettualmente. Questa certezza giungerà dopo che avrete imparato a far fronte alla morte nel senso più pieno. Fino a quando la vostra capacità di accettare la morte si baserà su una conoscenza sovraimposta, che la vita continui e che la morte è un’illusione, la vostra fede sarà fondata sulla sabbia. Ma se farete il grande e coraggioso passo di affrontare il vostro scetticismo, la vostra incertezza, la vostra paura e se riuscirete a riconciliarvi con esse accettando l’ignoto, coltiverete la vostra forza e farete spazio per una vera convinzione e per l’esperienza della verità spirituale. La forza vitale sarà liberata ed una buona parte del vostro profondo anelito alla beatitudine sarà soddisfatto, mentre siete ancora su questa terra.

  26. Cercate e troverete un’area del vostro essere che si aggrappa alla vita solo per evitare la morte. Questa motivazione è negativa e nega la forza vitale stessa, ma se affrontate e vi riconciliate con la morte, il vostro abbraccio alla vita avrà uno spirito positivo. Solo questo potrà risolvere il problema della dualità, dal momento che la dualità nasce dalla negazione.

  27. Il problema del dualismo andrà affrontato infine lungo la strada dello sviluppo e della crescita. Per alcuni emergerà presto, per altri più tardi, ma dovrà giungere per tutti.

  28. Non abbiate paura di essere infedeli nei riguardi della vostra fede, quando vi confronterete con quella parte di essa che è sovrimposta al vostro terrore della morte, poiché solo grazie a questo voi potrete veramente diventare forti, conoscendo ed accettando ogni giorno l’incertezza del morire nelle piccolezze. Questa forza non proviene dell’evasione o da qualcosa di negativo. Voi saprete che la morte è parte integrante della vita. Nella misura in cui crescerete in questa direzione, la forza vitale fluirà attraverso di voi e vi farà pregustare che cosa siano la vera felicità, il piacere supremo e la vera sicurezza, anche mentre sarete ancora nel vostro corpo.

  29. Molti aspetti della vita civilizzata si frappongono alla beatitudine suprema che, in una certa misura, potrebbe essere disponibile anche sulla terra. Essi sono il diretto risultato della dualità interiore, che a sua volta deriva dall’incapacità di morire. La vita civilizzata vi impone continuamente alternative fra il piacere e il dispiacere. Consideriamo, per esempio, il lavoro che non sempre è in accordo con le vostre capacità o inclinazioni creative e che, quindi, non è in accordo con il vostro gradimento e piacere. Per di più le condizioni di lavoro, con tutti quei “devi” che derivano da fattori politici, economici e sociali, che a loro volta derivano dalla dualità interiore, obbligano a lottare per la vita. Questo incoraggia l’ambizione, la tendenza al comando e l’ossessività. Inoltre si è spesso confrontati con obblighi che sarebbero necessari solo nel contesto della vostra presente vita terrena. In questa maniera si crea un principio di realtà che è in netto contrasto con il vostro anelito ad essere felici e con la possibilità di soddisfare quel desiderio di felicità che potrebbe essere vostra. Ecco che i problemi interiori individuali hanno creato, a livello collettivo, una stato di civilizzazione che vi rende la vita inutilmente difficile. Perciò la vostra realtà spesso spiacevole non è, per certi aspetti, necessaria e si presenta come una manifestazione collettiva della dualità interiore. Nel momento in cui ogni individuo comincia ad affrontare questo problema dall’interno, egli contribuisce a cambiare queste condizioni in maniera sottile ma ciò non di meno decisiva. Nel momento in cui vi focalizzate su questi problemi all’interno di voi stessi, sarete in grado di far fronte a questa dualità non necessaria in una maniera molto più sana. Simultaneamente contribuirete anche a cambiare il principio collettivo di realtà eccessivamente duro.

  30. Ora desidero toccare un’altro tipo di conflitto e confusione. Nel corso di questo lavoro, siete probabilmente diventati acutamente consapevoli del desiderio di felicità, di amore, di soddisfazione o, per usare l’espressione di questa sera, di piacere supremo. Avete scoperto che buona parte di questo anelito è da ricondurre alla vostra insoddisfazione da bambini, che si manifesta ora come brama esagerata. Imparate a distinguere fra il sano desiderio di un amore maturo e il bramoso e infantile bisogno di essere amati. Con questa consapevolezza vi potete liberare in una certa misura della brama. Ciò nondimeno è importante per voi capire quale sia l’origine di questa pretesa eccessiva. Il bisogno proviene dalla vaga memoria impressa nello spirito.

  31. Ora potreste domandarvi: “Se questo desiderio ha un’origine spirituale, come mai non è sano? Parte della risposta è che è impossibile esaudire aspettative così eccessive in questa vita terrena, considerata la realtà che l’umanità ha creato. Né è sufficiente dire che la brama infantile è unilaterale, mentre l’amore maturo è disposto a dare e amare così pienamente come desidera ricevere. Infatti nell’adulto la brama infantile si fonde sottilmente con la capacità di amare in maniera matura, così che la giustificazione dell’individuo risulta questa: “Se solo trovassi l’amore completamente soddisfacente, sarei disposto a dare a mia volta tutto il mio amore.” E spesso questo è vero, ma la risposta è ancora più profonda.

  32. La differenza fra il desiderio immaturo e la brama, da un lato, e il desiderio maturo di amore e di piacere supremo dall’altro, non è determinata dall’intensità del sentire, ma dall’elemento tempo e dalla prevalente illusione che il sé e gli altri siano contrapposti. La gratificazione di un’istinto o la soddisfazione di un desiderio producono spesso un conflitto perché potrebbero rivelarsi dannosi allo stesso tempo per qualcun altro. Questo potrebbe rendervi egoisti. Così vi sentite di dover scegliere fra il piacere e l’altruismo che fanno parte entrambi dell’intento divino. Ora, come si fa fronte a questa dualità? Forse ricordate una recente lezione che ho dato sulla grande transizione nello sviluppo umano. (La Guida intende la Lez. N° 75, nd.). In essa ho illustrato l’illusione della contrapposizione fra sé e gli altri. Non esiste una cosa come una vera esperienza di beatitudine a spese di un altro. La comprensione di questa verità sopraggiungerà solo nel momento in cui procederete su questo percorso, attraverso tutti i passi che vi indico.

  33. Questa più vasta visione verrà ottenuta anche con una riflessione sull’elemento tempo. La gratificazione immediata, nella modalità del bambino, spesso pone la scelta fra il proprio piacere contro quello di un altro. Quanto più una persona è matura, tanto più essa può collegare causa ed effetto, anche se essi non sono vicini l’uno all’altro. Il tempo è un prodotto del vostro mondo di illusioni, perciò la durata del tempo che intercorre fra causa ed effetto, fa una grande differenza nella vostra comprensione e valutazione delle cose. Quanto più una persona è matura spiritualmente ed emotivamente, tanto più essa supera gli aspetti dell’illusione. Sebbene si trovi ancora immersa nel tempo, tale persona comincia ad intuirne il carattere illusorio. Questo si manifesta praticamente nella sua capacità di vedere causa ed effetto, anche se questi non si trovano in diretta successione. Quando essi si susseguono, anche un bambino piccolo è in grado di fare il collegamento e di imparare da essi. Il processo di crescita è perciò anche determinato dalla capacità di collegare causa ed effetto anche quando questi sono separati nel tempo.

  34. Per imparare questo, è necessario mettere in relazione cause ed effetti passati e presenti. Questo è comunque quello che imparate nel vostro lavoro su questo percorso. Andrà anche coltivata la pazienza per quello che concerne il presente. Potete coltivare questa prospettiva più ampia quando il vostro impulso istintivo verso la soddisfazione dei desideri interferisce con la felicità di un’altra persona o se, per altre ragioni, non potete ottenere talvolta la gratificazione a cui anelate. Togliete l’istantaneità dal desiderio, che di per sé è sano e inizierete a vedere la legge prendere il suo corso naturale e scoprirete che potete sollevarvi al di fuori del tempo, almeno in una certa misura. Quindi la scelta difficile fra egoismo ed altruismo esiste solo nell’elemento relativo del tempo.

  35. Quando il vostro anelito alla felicità non è soddisfatto istantaneamente, anche questo vi appare come una specie di “morte”. Spesso dà la sensazione di miseria desolante, ed in questo senso sembra essere morte per voi. Quando rinunciate ad avere una gratificazione immediata, lasciando però in vita, in linea di principio, il desiderio di ottenere ciò che cercate, voi state utilizzando una sana attitudine di rapportarvi con la morte. Rinunciare al desiderio stesso è, in realtà, una malsana accettazione della morte. Diventando più forti nel modo sano, farete l’esperienza di ottenere infine ciò che volete. Non potete evitare di diventare consapevoli anche dell’illusione della morte fisica, non per sovraimposizione intellettuale, ma dalla forza che proviene dall’affrontare poco a poco e in modo sano la morte quotidiana.

  36. Una volta che avrete superato questo conflitto, la via verso questa vera forza di vivere, che risiede nella forza di morire, sarà appianata.

  37. Ci sono domande a proposito di questo argomento?

  38. DOMANDA: Puoi mostrarci come possiamo gestire questo argomento nella nostra vita di tutti i giorni? Come possiamo imparare ad eliminare il tempo?

  39. RISPOSTA: Questo è un malinteso. Non potete eliminare il tempo fintanto che rimarrete sulla terra. Potete solo sviluppare una diversa comprensione, una più vasta visione. Causa ed effetto si avvicinano l’uno all’altra, e perciò il carattere illusorio del tempo, nella percezione che voi avete di esso, si attenua. Cominciate a percepire qualcosa dietro al tempo.

  40. Il miglior approccio pratico per iniziare è il processo che voi state usando in questo lavoro. Tutti voi iniziaste questo percorso con la convinzione che molte delle disavventure della vostra vita erano causate dagli altri, o da un fato ingiusto. Procedendo scopriste, non teoricamente ma come dato di fatto, come le vostre stesse attitudini e reazioni fossero responsabili di questi avvenimenti. Questa fu per voi una meravigliosa rivelazione. Forse non avete ancora altrettanto successo in altre aree della vostra vita, ma avete iniziato, e ora potete collegare causa ed effetto. Precedentemente eravate incapaci di farlo, poiché causa ed effetto non erano vicine. Un’attenta investigazione, tuttavia, ha rivelato il collegamento. Quanti più problemi affrontate e dunque risolvete, tanto più sarete in grado di percepire la natura illusoria del tempo.

  41. A questo proposito avete un nuovo compito, e quanto più vi lavorerete, tanto più sarete in grado di percepire automaticamente una nuova dimensione dietro al tempo. Non voglio usare la parola eternità. Quest’altra dimensione dietro al tempo non è ancora l’ultima; poiché dietro ad essa c’è ancora qualcosa d’altro, e aldilà di questo c’è ancora qualcos’altro, per il quale non ho a disposizione parole adatte.

  42. Per quanto riguarda l’aspetto pratico del come affrontare la morte nella vostra vita di tutti i giorni, la cosa è così evidente, che non é necessario parlarne. Lavorate innanzitutto per riconoscere e diventare consapevoli della vostra fondamentale tendenza verso il piacere supremo, così come della vostra apprensione nei confronti della morte in tutte le sue sfaccettature. Non è troppo difficile; è una questione di focalizzare la vostra attenzione. Osservando i vostri vari stati d’animo, emozioni, paure, apprensioni ed ansie, che rappresentano tutte una forma di morte personale, voi potrete vedere come veramente reagite alla morte. Scoprite quale dei due modi errati di rapportarvi alla morte utilizzate come risposta emozionale. Imparate a diventare consapevoli di tutto ciò da cui rifuggite; non reprimete queste paure.

  43. Inizierete a notare che non temete solo le cose negative, ma anche il cambiamento, perché vi è sconosciuto. È la grande battaglia fra un’altra coppia di opposti. Il primo è lo spirito emergente che va avanti, l’altra è l’ipotetica sicurezza dell’immobilismo. Il ristagno è una distorsione dell’elemento senza tempo dell’essere.

  44. Potreste dire che siete consapevoli del vostro anelito alla felicità come della vostra paura del negativo. No, amici miei, nessuno di voi è minimamente consapevole di quanto queste due correnti esistano dentro di voi. Molto è “condizionato per essere evitato” se posso usare questa espressione. Questo lavoro porta a focalizzare più chiaramente la consapevolezza di ciò a cui più anelate e anche di ciò che più temete. Quando la consapevolezza crescerà, potrete comprendere ciò di cui vi ho parlato finora.

  45. DOMANDA: Non ho capito cosa intendi quando hai affermato che la nostra realtà è negativa e perciò noi rifuggiamo da essa.

  46. RISPOSTA: Esistono la morte fisica e la malattia e il mondo della materia che è destinato al decadimento. Esiste la lotta ed il lavoro per la sopravvivenza quotidiana e degli obblighi imposti su di voi che forse non vi piacciono. La vita è un continuo cambiamento, che porta perdite e fattori sconosciuti che creano ansia in voi. Tutti questi fattori sembrano bloccare la strada verso la gratificazione del vostro desiderio di piacere supremo. Questo non vi piace, ma è la vostra realtà in questo stadio di evoluzione.

  47. DOMANDA: Puoi spiegare un po’ più chiaramente la differenza fra il tipo sano di accettazione e quello sbagliato, per esempio per ciò che riguarda un martire?

  48. RISPOSTA: L’attitudine sbagliata contiene, al di là di tutto, uno spirito di disfattismo. Come ho indicato prima, la stessa paura di qualcosa, fa in modo che voi vi precipitiate verso quella cosa. Il vostro desiderio represso per l’esatto opposto di ciò che temete, che sia o meno evitabile, vi fa abbandonare lo stesso desiderio. L’attitudine sana è dire: “Si, la morte non è la benvenuta. Non so veramente che cosa succederà e per questo non mi piace. Ma fa parte della vita, e quando sarà il mio turno, sarò forte abbastanza per accettarla. Altri ci sono passati, e così farò io. La incontrerò con la piena consapevolezza delle mie incertezze. Ora sono consapevole che mi fa ancora paura, ma imparerò ad accettare ciò che non può essere evitato e questo mi aiuterà infine a perdere la mia paura”. Questo vale per ogni altro aspetto negativo della vita e può essere praticato ogni giorno. È difficile trovare le parole giuste. Forse può aiutarvi a capire visualizzare un movimento dell’anima di tensione e di lasciare andare. Quando lottate per evitare ciò che vi fa paura, voi vi irrigidite e vi tirate via. Lo stesso tirare con tensione vi ci spinge dentro. Il coraggio, un onesto confronto col sé, e una rilassata attitudine produrranno la necessaria forza. La mancanza di questi attributi o vi spingerà verso ciò di cui avete paura o vi farà scappare da esso. Entrambi danno lo stesso risultato, cioè la negazione.

  49. DOMANDA: Qual’è il tuo atteggiamento verso l’asceta? Cerca di fuggire da tutto? Affronta la realtà oppure la evita?

  50. RISPOSTA: In generale un asceta cerca di tirarsi fuori da ciò che teme. Rinuncia al piacere e alla felicità, auto infliggendosi delle privazioni. In altre parole, egli sceglie inutili avversità perché teme enormemente altre avversità.

  51. DOMANDA: E per quanto riguarda gli asceti spirituali?

  52. RISPOSTA: È esattamente la stessa cosa. L’ascetismo è spesso un grande auto-inganno e una completa negazione della forza vitale. Il principio della morte è talmente temuto, che la forza vitale viene completamente negata. È una forma molto distruttiva e dannosa di rapportarsi con la morte.

  53. DOMANDA: Come spieghi il supremo piacere che deriva dal raggiungere il dominio e il superamento dei cosiddetti problemi spiacevoli?

  54. RISPOSTA: Ancora una volta dipende delle motivazioni e dal modo in cui viene fatto. Se è genuino e sano, è avvenuto il processo che ho descritto. Dal momento che la dualità è il risultato della negazione, essa può essere superata solo affrontandola e non più negandola. Questo rivelerà quindi l’unità oltre la dualità, così che il dolore ed il piacere diventano una cosa sola. Per raggiungere questo ci sono anche modi immaginari e sovraimposti che sono illusori.

  55. DOMANDA: Lo stato di sanità nega l’enfasi sul dispiacere?

  56. RISPOSTA: No, direi esattamente l’opposto. La morte cessa di esistere, ma questo avviene in maniera genuina solo dopo essere stata elaborata affrontando il fatto che essa ancora esiste per voi. Negandola, potreste incontrare il pericolo della negazione e dell’evasione. Se ci si aggrappa artificialmente al risultato finale, si ottiene l’effetto opposto. Non potete negare ciò che per voi ancora esiste.

  57. DOMANDA: È vita e morte, o vita o morte?

  58. RISPOSTA: È vita e morte.

  59. DOMANDA: Quindi non dovrebbe essere spiacevole, altrimenti sarebbe vita o morte. Perciò la morte deve essere un piacere. La sana attitudine non nega perciò l’enfasi spiacevole?

  60. RISPOSTA: Non confondiamo il risultato finale con la strada che porta a questo risultato. Molte filosofie religiose hanno insegnato questa verità. Ma il risultato finale è stato usato per evitare ciò che ancora appare spiacevole, non fosse altro perché è sconosciuto. Prima di poter veramente provare che la morte è piacere in modo sano, dovete prima attraversare le vostre distorsioni, in cui essa sembra desolante e paurosa. Solo dopo avere attraversato tutto questo, giungerete alla realizzazione che la vita e la morte sono una cosa sola, che il dolore ed il piacere sono una cosa sola.

  61. DOMANDA: Non è ugualmente illusorio pensare che i problemi della vita quotidiana e le cose odiose che si incontrano sono spiacevoli? Non sono piacevoli per colui che li ha padroneggiati? Questo nega il principio spiacevole, eccetto che in termini di attitudine non sana?

  62. RISPOSTA: Una volta che sarete arrivati a questo stato, scoprirete che le cose stanno così. Ma fin quando una persona non ci è arrivata, sarebbe pericoloso tentare di convincerla. Questo avviene fin troppo spesso. Bisogna fare molta attenzione, visto che l’evasione e l’auto-inganno sono sempre a portata di mano. La tentazione è così forte perché l’umanità teme di affrontare la verità. La verità non è mai spiacevole, ma può apparire tale nel vostro temporaneo stato di realtà e visione distorta. Le persone hanno da lasciare andare le verità che essi stessi non hanno ancora scoperto e contemporaneamente hanno da affrontare la falsità che ancora vive dentro di loro. È necessario guardare nell’ostico baratro dell’illusione, fintanto che esso è ancora un abisso per voi.

  63. DOMANDA: Penso che questo ha a che fare con l’interpretazione della parola “negare”. Se si intende che qualcosa non esiste, ciò è falso. Tuttavia, se per rifiuto si intende che qualcosa non è reale, questo è un’illusione, il che è diverso.

  64. RISPOSTA: Si, questo è vero. Ma vedete, ci sono così tante affermazioni religiose, che originariamente contenevano questa verità, quando insegnavano la negazione della morte. Tuttavia a causa dell’inclinazione a giungere alla meta usando delle scorciatoie, per evitare il disagio di affrontare l’abisso illusorio, l’umanità si aggrappa a parole come “non c’è morte” e ne abusa. Il risultato è una fede sovrimposta, che si abbraccia per paura e debolezza. Perciò facciamo attenzione e ricordiamoci sempre che ciò che sembra più terrorizzante, la morte in tutti i suoi aspetti, deve essere affrontato, prima che essa possa negare se stessa.

  65. Questa non è stata una lezione molto semplice, amici miei. Vi darà molto cibo per i vostri pensieri e molto materiale per progredire.

  66. Siate benedetti ognuno di voi. L’amore e la forza divine vi avvolgono. Questo amore è una realtà. Possiate sentirlo e portarlo con voi nelle vostre vite. Siate benedetti. Siate in pace. Siate in Dio!

Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 81 - Conflict in the World of Duality
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