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Lez. 79 - Domande e risposte

Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
3 febbraio 1961

Traduzione in italiano di Daniele Buratti
Revisione non ancora effettuata
Edizione Dicembre 2022

  1. A causa della scarsa partecipazione dovuta al temporale abbiamo deciso di fare, al posto della lezione, un’altra sessione di domande e risposte e dare ai presenti l’opportunità di ricevere un aiuto personale per alcuni dei loro problemi. Riteniamo che le risposte andranno a beneficio di tutti. Al termine leggeremo un saggio di un membro del nostro gruppo.

  2. Saluti, amici carissimi. Dio benedica ognuno di voi. Benedetta è quest’ora. Poiché voi lo desiderate, risponderò alle vostre domande con la speranza che possano aiutarvi personalmente e rendere questa serata costruttiva per tutti voi.

  3. DOMANDA: Qual è il significato della Via Crucis, dei suoi principi e della sua linea di azione? Come si pone rispetto al concetto orientale dell’insegnamento del Buddha?

  4. RISPOSTA: La croce rappresenta la duplice essenza della persona. In voi coabitano degli interessi divergenti: è questa la grandiosa battaglia da vincere. Ogni insegnamento della verità contempla la fondamentale duplicità dell’uomo, come vedete esplorando i conflitti e i problemi più intimi. La duplicità si esprime in tanti modi. C’è il desiderio di essere amati e il rifiuto dell’amore. C’è l’istinto di base di vivere e il rifiuto di farlo. Intendo di più della mera vita fisica: tutto ciò che è l’essenza di una vita vibrante vissuta appieno. Nell’animo umano vi è un conflitto che vede costruzione e creatività opposte a distruzione e ristagno. Tutto questo e tanto altro sono segno della divisione interiore della persona, raffigurata nella croce da un asse verticale e uno orizzontale che puntano in due opposte direzioni. Fintantoché non si armonizzano gli opposti vi sarà dolore e sofferenza. Ma se vince la battaglia la persona torna a nuova vita e vive nell’armonia, nella pace e nella gioia. Gesù ha dimostrato l’intero processo superando gli opposti e integrandoli grazie all’amore e al sacrificio. Cioè in modo sano e genuino, come vi spiegavo nella lezione sulla grande transizione umana: quando una persona cessa di vivere nella prospettiva egocentrica e si accorge di essere parte di un tutto.

  5. Questo non contraddice gli insegnamenti orientali. È solo un approccio diverso che esprime semplicemente un altro aspetto.

  6. DOMANDA: Dopo un anno di lavoro nel Sentiero, la persona con cui lavoro e io sentiamo di aver dissolto un’immagine molto importante. È vero? e potresti darmi un aiuto per il nostro lavoro futuro?

  7. RISPOSTA: Verissimo! Però, come tutti ormai sapete, dovete stare all’erta. Per disfarsi per sempre di un’immagine non basta un attimo: non svanisce automaticamente appena la si trova. Certo, trovarla vi dà un gran senso di sollievo, di illuminazione e di vittoria grazie alla migliore visione e comprensione della vostra vita e di voi stessi. Ma non scordate che la psiche umana è legata all’abitudine e tende a seguire dei tracciati, per così dire. Anni e anni di ripetizioni di modelli di abitudini consolidano quegli schemi interiori. Se non li guardate e osservate con costanza mentre essi operano in modi occulti, sottili e discreti, regredite senza accorgervene. Tuttavia la conoscenza della scoperta rimane. Grazie al successo ottenuto, si può reagire in modo diverso e sano in alcuni ambiti della propria vita, anche se alcune reazioni emotive ancora seguono il vecchio schema all’insaputa della coscienza. Se non si fanno i conti con questa realtà, si potrebbe avere l’impressione di aver risolto completamente il problema, mentre la soluzione è solo parziale. Se non è completa, rimanete impigliati e siete vieppiù bloccati e accecati perché non vi accorgete del tranello. E se dopo ulteriori disarmonie e depressioni vi imbatteste nuovamente in quell’aspetto che eravate convinti di aver risolto, la risultante delusione e lo sconforto potrebbero costituire un ostacolo ancor più grande del problema.

  8. Dunque non mi stancherò mai di ripetervi che trovare, capire e persino cambiare, in qualche misura, non significa che non possa rimanere qualcosa dei vecchi schemi abitudinari. Sta a voi osservarli di continuo nel vostro riesame quotidiano e nel lavoro che svolgete in questo cammino. Osservate tutte le vostre reazioni emotive: analizzatele, cercate di capirle e di elaborale ancora e ancora. Non scoraggiatevi se vi accorgete che persiste in voi parte delle vecchie abitudini. Aspettatevelo, e quella scoperta vi elargirà a sua volta una più ampia visione, liberazione, felicità e crescita.

  9. Per il momento quella scoperta vi dovrebbe semplicemente aiutare a capire perché non potete far altro che percepire e reagire in una data maniera. Ulteriori intuizioni ricevute con un impegno continuo e perseverante, alla fine cambieranno le cose. Tutto ciò che dovreste aspettarvi ora è che ogni volta che vedrete parte del vostro essere reagire alla vecchia maniera, acquisirete nuova conoscenza e comprensione e amplierete la vostra visuale. Facendo ciò produrrete voi stessi il materiale su cui lavorare. La vostra guida interiore vi mostrerà con chiarezza come procedere. Io vi indicherò in quale direzione andare solo se e quando sarete bloccati e non ce la farete a uscire da un circolo vizioso. Qualunque cosa vi disturbi, vi infastidisca o vi opprima in un dato momento, è quello il materiale da usare nel vostro lavoro. E vedrete che ciò vi darà ulteriori prospettive e progressi.

  10. DOMANDA: La mia deformità mi ostacola nel pensiero e nelle mie abilità. Cosa devo sapere e come posso trovare la forza per superarla?

  11. RISPOSTA: Ebbene, amico carissimo, la sola verità che ti posso dire è che troverai la forza solo se comprenderai a fondo le emozioni negative che sussistono in te e di cui non sei consapevole in relazione a questo o altri temi. Questa è l’unica strada. La forza reale, pura e durevole si può conquistare solo attraverso un’analisi quotidiana scrupolosa e certosina di ogni reazione, emozione, impressione e stato d’animo negativo. Non vi è altro modo. Anziché soprassedere, come tendete a fare, o togliervele dalla mente o attribuirle a motivi esterni - che talora potrebbe pure avere una certa logica - dovreste investigare tali reazioni con determinazione e vigore per identificare l’erronea conclusione occulta. Giacché se c’è un disturbo, una disarmonia o un’infelicità, per quanto spiegabili in base alle circostanze esteriori, c’è senz’altro un’errata conclusione interiore, un’impressione sbagliata dei fatti e della realtà. Ci si dimentica sempre di questa semplice verità: capita persino agli amici del Sentiero. Se tenete presente che qualsiasi sentire negativo, che si tratti di spossatezza o altro, è in qualche modo segno che non vi trovate nella verità, non potrete far altro che muovere i passi per procedere nella giusta direzione e scoprire la verità che dà la forza, partendo proprio dalla non-verità.

  12. Occorre esaminare con la massima onestà le motivazioni delle azioni, dei desideri e delle ambizioni. Anche qualora le motivazioni esterne e coscienti siano vere, ricordate che non sono necessariamente le uniche. Trovate quelle motivazioni che covano sotto la brace. Tiratele fuori dal loro covo e osservatele alla chiara luce della coscienza.

  13. Purtroppo l’umanità è fatta di nove decimi di finzione, in un modo o nell’altro. Ogni vostra pulsione, stimolo e gran parte delle vostre motivazioni sono in larga misura dovute a finzione. Non mi riferisco solo al desiderio di apparire migliori di quanto non siate per poter appartenere a qualcosa, o di essere amati e accettati, ma anche a emozioni negative quali odio, risentimento e disprezzo. Guardando bene vedrete che sovrapponete emozioni positive e negative al vostro sentire autentico. Producete dei sentimenti artificiali perché avete l’impressione che sia quello il modo in cui vi dovreste sentire. Coltivate lungamente quei sentimenti artificiali finché non diventano parte di voi, e alla fine non distinguete più il voi vero dal voi falso. Solo attraverso questo lavoro potrete finalmente arrivare al punto in cui vi renderete conto, a volte in modo del tutto inatteso, che quelle vostre emozioni erano false - ma unicamente per via di una conclusione erronea e di un desiderio non realistico. Avete l’errata impressione di riuscire a ottenere quel che volete se sentite, reagite e vi comportate come voi in realtà non siete, e fate un disastro. Una volta identificato quel vostro processo mentale nascosto, vi accorgerete della finzione e della sua totale futilità e vi sbarazzerete di quel fardello. E allora diventerete reali e le vostre facoltà intuitive saranno liberate, e potranno finalmente prevalere e operare nel modo corretto.

  14. La situazione è più o meno questa: a livello cosciente si è spesso inconsapevoli delle emozioni negative, siano esse risentimento, odio o disprezzo. Riguardo ai desideri validi, si è consci del loro scopo costruttivo ma se ne ignorano le false motivazioni di base. Dopo aver fatto qualche ricerca nella giusta direzione si scopre l’esistenza delle emozioni negative e di ulteriori motivazioni che talora sono infantili, irrealistiche e improduttive. A quel punto non capite ancora perché debba esistere quel livello. Dopo ulteriori ricerche, tuttavia, ne troverete il reale motivo. Come vi stavo accennando, scoprirete di aver creato una messinscena nell’errata convinzione di poter essere accolti, accettati, ammirati e amati. Poi, dopo aver fatto la vostra scelta, vedrete che se anche se quell’atteggiamento avesse potuto darvi il risultato sperato - cosa ovviamente impossibile - non ne sarebbe valsa la pena, e così lo lascerete andare. Vi libererete dalla finzione di atteggiamenti, tendenze, desideri e motivazioni, sia positivi che negativi. E adotterete atteggiamenti, desideri e motivazioni genuini.

  15. Queste parole avranno un senso per tutti voi che avete incontrato quell’area del vostro essere. Gli altri capiranno solo dopo averne fatto esperienza.

  16. La compulsione è il prodotto di emozioni, desideri e ambizioni accelerati in modo artificiale. L’artificialità, a sua volta, viene dal fingere. Il fingere proviene da una visione erronea di causa ed effetto; c’è un giudizio errato: “Se sono, sento, o agisco in questo o in quel modo, otterrò questa o quella cosa”. L’intero processo è molto sottile, e il più delle volte talmente occulto che risulta impossibile identificarlo con un’indagine superficiale del sé. Ma ovunque vi siano dei problemi nella vita, come ben sapete, sotto sotto vi sono dei problemi interiori. Quei problemi interiori sono sempre collegati, in qualche maniera, a quel processo di finzione. Non serve dire che la finzione blocca una reale forza sana, poiché questa proviene solo dal sé reale che è stato ricoperto totalmente dal falso strato di uno pseudo-sé.

  17. Un altro fattore che contribuisce a bloccare la forza è il concetto sbagliato di tempo, ossia l’atteggiamento di impazienza. Il bambino interiore vi fa correre in avanti e credere di dover avere subito qualunque cosa pensiate di dover ottenere. Anche questo determina un’accelerazione artificiale e, pertanto, una compulsione. Giacché neanche l’impazienza è conforme alla verità, essa produce un effetto e un serie di reazioni a catena simili a quelli del fingere. In effetti impazienza e finzione spesso interagiscono tra loro: le false motivazioni producono impazienza.

  18. Il forte e sovente inconscio desiderio di far parte di quel mondo che vi appare altamente appetibile genera impazienza, e così adottate atteggiamenti ed emozioni artificiali. Ma dato che quel "mondo attraente" e il modo in cui operate per farne parte non si basano sulla realtà o sulla verità, il vostro sé reale rimane celato e, dunque, anche la vostra forza reale.

  19. Quanto detto vale per ogni essere umano, in un modo o nell’altro. Ma risponde anche alla tua domanda. La tua deformazione esteriore non è la ragione della tua mancanza di forza, in quel senso. Potrebbe anche sembrarlo ma, credimi, non è così. Alla radice ci sono i processi interiori. Se tu dovessi individuare e cambiare quelle correnti, ti posso promettere che, malgrado la difficoltà fisica esteriore, la forza verrà a te in un modo che ora neanche ti immagini. La tua forza interiore verrà fuori nel momento in cui ti sbarazzerai di sotterfugi e sentimenti sovrapposti e compulsivi. Il che accadrà, a sua volta, solo dopo che avrai preso piena coscienza della loro esistenza. Vedi, amico mio, tu produci di continuo una forza artificiale ricorrendo a degli elementi compulsivi. Ma più lo fai, più indebolisci e blocchi la forza reale: forza che potrà iniziare a operare solo se avrai prima il coraggio di liberarti della forza che hai prodotto in modo artificiale, e quello di indagarne l’origine e i processi del tuo ragionamento interiore.

  20. Non potrei essere più personale di così. Ciò che ho detto può e deve aprirti la strada per trovare in te stesso tutto ciò che ho indicato e che esiste in ogni essere umano. Se non si fa il lavoro in modo sistematico e con l’aiuto e la collaborazione di un’altra persona, non si potrà ottenere più di tanto. Devo dire che, pur avendo fatto tutto da solo, hai iniziato alla grande. Stai procedendo straordinariamente bene in tanti modi, amico mio. Ma senza l’aiuto sistematico di una persona obiettiva, il tuo lavoro rimarrà limitato. Restano alcune aree che non vedi ancora chiaramente, dove non puoi procedere interiormente. Questo accade ogni volta, se non si riceve aiuto. Se hai desiderio di fare una ricerca approfondita e chiederai l’aiuto, presto o tardi troverai il modo. Allora, e solo allora, ti renderai conto di quel che ti sto dicendo ora. Ma farsi dire cosa fare, pur se in modo mirato, e intendere solo col proprio cervello non potrà mai essere sufficiente. E lo sai bene.

  21. COMMENTO: Potrei aggiungere qualcosa? Da quando ho iniziato il lavoro, e anche come membro anziano del gruppo, osservo che nonostante abbia mollato degli atteggiamenti negativi, il processo è talmente graduale che persino dopo tre anni e mezzo sto ancora all’inizio del da farsi. Ci vogliono tanti anni per guarire del tutto, e forse non basterà questa vita. Certo, per il nostro amico che ha posto la domanda è molto più difficile perché ha parlato di una deformità che per lui è molto pesante. Lui vorrebbe riuscire a cantare ed è logico che sia impaziente, dato che in questa vita non ci riuscirà mai.

  22. RISPOSTA: La deformità fisica esteriore non è più grave delle deformità dell’anima che tutti gli esseri umani hanno, in qualche misura. È una vostra illusione umana ritenere che una deformità esteriore vi possa ostacolare più di una interiore, solo perché ne vedete una e non l’altra. Se il nostro amico trovasse i suoi ostacoli interiori potrebbe conseguire anche il successo esteriore, e allora vedrebbe che la deformità esteriore non è un ostacolo.

  23. Ciò che dici sul progresso lento è vero, in una certa misura. Ma varia da persona a persona e dipende dal problema. Ci sono costituzioni interiori in cui certi problemi non sono chiusi e bloccati come altri. Nonostante sia un lavoro lento, ogni piccolo passo in avanti è foriero di liberazione ed è molto importante. Ma riuscite a capirlo solo con una visione retrospettiva d’insieme. Vi sono dei momenti nella vita che vi danno barlumi del cammino già percorso, di quanto siete cambiati dall’inizio di questo lavoro. Mentre vi trovate nel processo non vi accorgete di quanto sia decisivo ogni vostro piccolo passo in avanti. A voi sembrerà una cosa di poco conto, eppure ha una enorme importanza come parte del tutto. È chiaro?

  24. DOMANDA: Sì, è chiaro. Gli hai detto che troverà la forza dopo aver individuato tutti i suoi processi, ma è la cosa più difficile da fare. Trovare se stessi è un compito di grande portata. Ma se lui dovrà aspettare tanto per ottenere la forza, poi…?

  25. RISPOSTA: Piano piano, per gradi. Tutti voi avete notato, facendo questo lavoro, come dopo ogni intuizione e liberazione sorga in voi una nuova forza. Quando affrontate un nuovo aspetto in voi la forza potrà anche svanire per qualche tempo, ma a ogni piccolo passo la forza risulterà incrementata.

  26. DOMANDA: Ci troviamo qui perché vogliamo evolverci, che riusciamo a soddisfare certe nostre ambizioni o meno. Ma lui vuole ancora soddisfare le sue.

  27. RISPOSTA: Posso solo dirvi quel che vedo che sta ostacolando le sue ambizioni. Non si tratta di capire se stia cercando di dissolvere i suoi impedimenti per un desiderio di sviluppo, pace e armonia, o per lo scopo più diretto di una data ambizione. Posso solo mostrare dove vedo l’ostacolo. Iniziare il processo di individuazione e dissoluzione degli ostacoli non rallenterà la realizzazione. Anche se il lavoro dovesse essere lungo, è il solo modo per liberare davvero le sue abilità intrinseche. La stessa impazienza derivante dai processi interiori prima descritti costituisce di per sé un problema. Più si è impazienti, più si avrà l’errata convinzione di riuscire a ottenere dei risultati. In realtà si produce l’effetto opposto, poiché l’impazienza paralizza gli attributi genuini necessari per realizzarsi.

  28. COMMENTO: Posso aggiungere una cosa? Ho la sensazione che ci sia un malinteso che confonde l’impazienza col fervore. Penso sia chiaro che lui dovrebbe cessare di perseguire la sua ambizione. Sento inoltre che non vi è nulla di tanto bloccato, per quanto difficile o breve la vita, da non poter essere realizzato nel corso della nostra esistenza. È una questione di lavoro personale. Non è così? Non c’è nulla di così bloccato da non poter essere sciolto.

  29. RISPOSTA: Nel modo più assoluto. Se c’è la volontà si può risolvere qualsiasi problema interiore. È anche corretto non ritenere le mie parole una esortazione per il nostro amico a rinunciare a lottare per la sua ambizione. Ma occorre notare la differenza tra uno sforzo sano e rilassato e un’impazienza frenetica e compulsiva. Quest’ultima si può evitare solo se la si comprende.

  30. DOMANDA: Per chiarire, potrei dire che forse l’impazienza sta nel cercare una scorciatoia non realistica, ché in quel modo l’obiettivo è irraggiungibile.

  31. RISPOSTA: Sì. E anche le motivazioni non del tutto riconosciute. Vi sono motivazioni non realistiche, immature e distorte, oltre a quelle valide e consapevoli. Quelle motivazioni non riconosciute non sono "cattive" o "malvagie" o "peccaminose": sono solo miopi, errate e poco logiche, esattamente come il bambino interiore. Sono motivazioni che non vanno all’essenza della cosa, ma che aggirano il problema reale e che sono, quindi, inefficaci. Ciò impedisce di riuscire, fatto che, a sua volta, produce frustrazione. La frustrazione provoca una compulsione frenetica che si manifesta sotto forma di impazienza e che si prende facilmente per impegno e ambizione. È questo ciò che blocca la riuscita, e non l’impedimento fisico.

  32. DOMANDA: Si può lavorare sull’immagine con i bambini?

  33. RISPOSTA: Sì, ma in modo molto diverso. I bimbi manifestano così tante cose. L’occhio allenato scoprirà dove si stanno formando dei concetti erronei indotti da stress emotivi. Il bambino dovrà dunque essere guidato e apprendere ad assumere i giusti concetti. Gli insegnamenti dovranno essere condotti in modo da influenzare l’area emotiva affetta da problemi già esistenti o allo stato embrionale. Nel modo appropriato, l’insegnamento giusto sarà impartito al momento giusto in modo che raggiunga il subconscio. In linea generale la modalità sarebbe questa. E si usano approcci ancora diversi per i giovani e i meno giovani.

  34. DOMANDA: Vorrei un aiutino. Lavorando su di me ho scoperto di provare una emozione negativa verso un mio fratello a cui mi ero aggrappata fin da piccola. E pensavo di provarla davvero. Ma poi, lavorando, ho trovato il vero motivo che era simile ai motivi che hai appena spiegato. In altre parole non è che mi sentissi davvero così, ma pensavo di doverlo fare per vari motivi esterni. Subito dopo aver visto questo, me ne sono liberata: sono riuscita a lasciar andare l’emozione negativa. Provo la stessa emozione negativa nei confronti di mio marito, ma non riesco a liberarmene. Potresti farmi capire perché?

  35. RISPOSTA: Ci proverò. La ragione della tua incapacità di lasciar andare è l’esistenza di un dolore particolare di cui non prendi atto. Ti concentri su altri tipi di ferite che sono solo un sotterfugio o una copertura di quel che ti fa davvero male. Ma poiché non sai che cosa ti fa male, non riesci neanche a trovarne la causa o come hai contribuito alla situazione. Qualunque cosa troverai in quella direzione potrebbe avere un senso per te, a livello intellettuale, ma a livello emotivo penetrerà solo una volta che avrai portato alla luce ciò che ti ha davvero ferito e che, per qualche ragione, non vuoi affrontare. Questa è la chiave di tutto il problema e, potrei dire, di molto di più del semplice problema che hai menzionato. Per qualche motivo infantile pensi che il dolore reale sia inammissibile, quindi lo tieni sotto chiave. Così sovrapponi e amplifichi in modo artificiale altre ferite. Con il procedere del lavoro, a volte vedi che non è ragionevole da parte tua sentirti in quel modo, ma non puoi farne a meno. Altre volte ritieni che le ferite sovrapposte siano dei motivi sufficienti per mantenere il tuo risentimento. Ma non fai che girare in tondo. Interiormente lo sai, com’è ovvio, ma esteriormente finora non hai voluto sapere che cosa ti dà davvero fastidio. Se vorrai realmente e veramente trovare quel dolore, riuscirai a mollare così come hai fatto con tuo fratello. Ricorderai che in quel caso hai seguito un processo simile. Hai scoperto che quello che pensavi ti avesse ferito non c’entrava nulla. Dopo quella scoperta il tuo atteggiamento è cambiato, e sarà lo stesso anche in questo caso. [Grazie.]

  36. DOMANDA: Vorrei sapere qualcosa sul comandamento “Non uccidere” nel contesto della vita quotidiana, delle diverse emozioni, ad esempio. La distruttività dei pensieri e dei sentimenti ha a che vedere con questo comandamento?

  37. RISPOSTA: Certo. Ogni comandamento interessa uno o più livelli della personalità umana. Anche in questo caso. Non è solo l’atto di uccidere fisicamente. Come dicevi giustamente, pensieri ed emozioni possono essere distruttivi, e in quel senso sono atti di uccisione. I termini “vita” e “morte” non indicano semplicemente delle manifestazioni fisiche, come ho spesso argomentato. Se si considera il comandamento da questo punto di vista, il significato è molto diverso. Inoltre non interessa solo le emozioni e i pensieri distruttivi che influenzano negativamente - e uccidono - gli altri, ma anche la vostra stessa forza vitale, come opacizzate e spegnete la vita. Più progredirete nel lavoro, più vedrete come i vostri problemi irrisolti, i conflitti, le deviazioni e le immagini influenzino in modo negativo ciò che vi circonda, voi stessi, e dunque la vita in quanto tale.

  38. Prendiamo il processo psicologico universale di cui parliamo tanto spesso. Quando vi sentite rifiutati e insicuri, assumete sovente l’atteggiamento di cercare di compiacere le persone da cui volete essere accettati. Così facendo vi trovate non di rado a disprezzare chi, secondo voi, è disprezzato da coloro di cui desiderate tanto l’attenzione. Spesso è una cosa sottile, tuttavia avete tutti problemi simili. Questo tradimento non ha solo un effetto dannoso su di voi - dandovi l’esatto opposto di ciò che volevate e per cui avevate recitato la vostra parte - ma ferisce e rifiuta gli altri. Ciò potrebbe non manifestarsi nei fatti o nelle parole, ma permane un atteggiamento nascosto e ben mimetizzato. Potreste persino far di tutto per celare quell’atteggiamento agli altri e a voi stessi. Tuttavia esiste e fa danni. Questo è un tipico e frequente atto di "uccisione" emotiva.

  39. C’è solo una via per la salvezza e una reale soluzione: è l’amore e la verità. Né l’amore né la verità possono far parte del vostro essere totale se non trovate e comprendete quelle aree in voi in cui non siete nell’amore e nella verità. Fate questo lavoro e arriverete piano piano a quello stato. Non vi sono scorciatoie, né formule o miracoli, né un modo semplice per raggiungere l’obiettivo, amici miei. Solo una totale auto-onestà in ogni vostra azione e reazione - nelle cose banali come in quelle importanti della vostra vita - vi condurrà alla meta agognata. Perseverate in questo, e tutto il vostro essere sarà sempre più costruttivo, sano e benefico per voi stessi, per gli altri e per l’universo.

  40. DOMANDA: Non sono sicuro se il mio sia un quesito generale o personale. Mi sembra che durante i nostri anni di lavoro nel Sentiero ci sia stata una tendenza da parte dei primi membri - e certamente da parte mia - a porti sempre meno domande. Per quale motivo? Di sicuro, anche se ne sappiamo un po’ di più non è abbastanza da non avere domande. Si tratta di presunzione, di un blocco o di scarsa immaginazione?

  41. RISPOSTA: C’è più di una risposta. I motivi che hai detto possono esserci tutti. Un motivo potrebbe essere, ad esempio, un qualche tipo di ristagno, anche se non nel lavoro interiore. Forse solo perché siete tutti concentrati sul lavoro interiore che procede molto bene non avete, al momento, una sufficiente attenzione e curiosità per indagare su fatti generali che non riguardano i vostri problemi attuali. Ciò non vi dovrebbe portare a concludere che meglio lavorate su di voi meno domande avete, perché non è detto che sia così. E se lo è, potrebbe trattarsi di una fase puramente temporanea.

  42. Un’altra possibilità è che stiate ancora eludendo un problema interiore di base. Dal momento che, per via del buon progresso generale, quel problema emerge sempre più spesso, la resistenza subconscia spaventata dalla "scoperta" potrebbe produrre un blocco che impedisce di fare domande. È come se la psiche puntasse i piedi per paura di rivelare la nota dolente, poiché ogni domanda anche indiretta potrebbe infrangere le barriere. Ciò crea la paralisi che stavi descrivendo. Finché il problema è ben nascosto si può essere pieni di domande, interesse e partecipazione. Ma quando il lavoro procede nella giusta direzione, la parte che resiste invia "segnali di pericolo" e organizza le sue protezioni.

  43. DOMANDA: Sto lavorando con uno dei membri del mio gruppo che ha paura della metropolitana e che si ammala fisicamente se la deve prendere. Ci sono sicuramente delle ragioni psicologiche, ma potrebbero esserci anche delle cause fisiche?

  44. RISPOSTA: No. Il mio consiglio è di smettere di lavorare e concentrarsi sul problema. È la manifestazione indiretta o il sintomo di altro che si risolve solo andando alle radici del problema. Ma non le troverai lavorando in modo diretto sulla questione. Se analizzi ciò che la infastidisce, disturba o deprime, vedrai che c’è un comune denominatore. Ma per trovarlo occorrerà del tempo. Troverai che le sue reazioni interiori al problema della metro sono simili ad altri aspetti della sua vita. Allora capirai che il problema della metro è più un simbolo che un sintomo del nucleo sottostante.

  45. DOMANDA: Abbiamo individuato qualcosa e si è sentita meglio. Ma due giorni dopo è ricominciato tutto da capo.

  46. RISPOSTA: Perché hai trovato solo una parte del tutto, su un piccolo segmento. Ogni vera intuizione dà sollievo, ma sarà temporaneo se l’intuizione è frammentaria. Ci sarà un sollievo permanente solo dipanando tutta la matassa, il che, ovviamente, è impossibile in poco tempo. Il sollievo che hai notato ti dice che sei sulla strada giusta, il che non significa che devi insistere e procedere nella stessa direzione. Per progredire potrebbe essere necessario spostarsi su un’altra area.

  47. Dunque, carissimi, siate benedetti nel nome del Santissimo. Portate con voi questa forza come qualcosa di sostanziale, come la realtà che essa è. Lasciatela operare in voi. Usatela per la vostra volontà interiore e per sostenervi nell’unica direzione onnicomprensiva: questo sentiero, questo lavoro. Siate benedetti. Siate in pace. Siate in Dio!

  48. LA SORGENTE

  49. Nel profondo di ogni essere umano c’è una fonte nascosta di vita. Come una sorgente sotto la crosta terrestre, senza parvenza di forza, giace in profondità sotto strati e strati di roccia e sabbia accumulatisi durante la vita della Terra, così noi abbiamo accumulato i nostri strati di immagini.

  50. Potrebbe sembrare che l’acqua, fluida e priva di forma, sia più debole della roccia solida. Eppure nulla è più potente del flusso costante dell’acqua che sposta le rocce e si fa strada quando deve passare. Ma nel suo corso infinito incontra ogni tipo di ostacolo. Alcuni sono sabbiosi, rendono le acque fangose e dense, e solo pochi rivoli riescono a passare. Un altro strato potrebbe essere fatto di argilla che assorbe il flusso fresco della sorgente e tinge di rosso quel che fuoriesce. Se la si dovesse giudicare da come appare in quel punto, si potrebbe ritenere la sorgente impura e senza valore. Tuttavia lo strato successivo potrebbe fungere da catalizzatore. Una volta superata la durezza porosa, probabilmente l’acqua sarà più fresca e pulita che mai.

  51. Allo stesso modo continua a manifestarsi dappertutto la rivelazione dell’essenza della forza e della chiarezza. Potrebbe volerci del tempo perché raggiunga la superficie e possa finalmente riflettere la luce e il calore del sole. Ma un giorno, superati tutti gli impedimenti, sarà pronta per il compito assegnatole. E sarà pronta a trasmettere vita, refrigerio e purificazione a tutto quel che tocca; donando senza fine e trovando, così, appagamento.

  52. Ovunque si avverta il bisogno di una fresca sorgente, essa non affiora da sé, né colpendo la roccia. Chi avverte quel bisogno non si limita ad aspettare e pregare. Offre il suo aiuto lavorando dall’esterno. E un buon scavatore di pozzi sa che ogni strato è diverso. Potrebbero servire degli esplosivi per penetrare gli strati di granito, mentre gli accumuli sabbiosi richiedono uno scavo lento e di asportare la sabbia per evitare che si accumuli di nuovo. Il lavoro potrebbe rivelarsi noioso ma ne vale sicuramente la pena, poiché aiuta a liberare la sorgente della vita molto più in fretta.

  53. Noi siamo tutti scavatori di pozzi. Più è chiaro lo scopo che ci attende, meno è probabile che saremo presi dal presunto sconforto della momentanea oscurità di qualche ostacolo. Ci rendiamo conto di dover affrontare tutti i tipi di ostacoli che fanno sembrare che ciò che stiamo perseguendo sia sgradevole o fuori portata. Ma se sappiamo e rammentiamo che la sorgente è proprio lì, più efficacemente scaviamo dall’esterno e più velocemente affiorerà e raggiungerà la luce della libertà e della realizzazione.

  54. Potrebbe avere la forma di un ruscello, di un lago o di un geyser, secondo l’individualità. Ma la qualità intrinseca della purezza e della forza vivificante sarà lì per sempre.                                                                                                        

Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 79 - Questons and Answers
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