Lez. 76 - Domande e risposte (basata su sessioni private e lezioni precedenti)
Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
23 dicembre 1960
Traduzione in italiano di Simona Fossa
Revisione non ancora effettuata
Edizione Maggio 2018
- DOMANDA: Sei sempre in grado di ricevere messaggi mentali da noi?
- RISPOSTA: In particolari momenti, sì. Non sono in grado di riceverli quando mi manifesto attraverso la medium, perché a quel punto la materia costituisce un ostacolo. A parte questo, ricevo messaggi, ma a volte devo ritrasmetterli ad altri. A volte mi viene permesso di prendermi cura di questi messaggi in prima persona, ed altre volte devo ignorarli, dipende. Così, alcuni di voi si sono già accorti che ho ricevuto i vostri messaggi, perché le risposte sono arrivate subito. Altre volte non è stato così, perché non poteva esserlo. Ciò era dovuto a circostanze che ignorate, e non perché i messaggi non fossero arrivati. A volte una risposta viene data in maniera diversa rispetto a quello che vi aspettate. Si deve anche tener conto del perché una persona invia un messaggio con la mente invece che pronunciarlo a voce. Se il motivo è di semplice imbarazzo e riluttanza a superare l’orgoglio, non siamo autorizzati a prenderlo in considerazione.
- DOMANDA: È possibile inviare messaggi a tutti gli altri spiriti amici che sono intorno a noi?
- RISPOSTA: Certo, naturalmente. Anche in questo caso però dipende dal tipo. Se sono messaggi spirituali –al fine di aiutare e consigliare spiriti che possono essere più ricettivi nei vostri confronti – allora è certamente possibile. Se è qualcosa di banale, allora spesso gli si impedisce di vederli, sebbene talvolta invece possono percepirli, e anche questo avviene per uno scopo.
- DOMANDA: Qual è la differenza tra una persona emotivamente matura ed una immatura? Come si può riconoscere la differenza?
- RISPOSTA: Una persona emotivamente matura comprende la vita per com’è, sapendo che essa porta sia gioie che dolori. A livello mentale, la maggior parte delle persone lo comprende bene, ma a livello emotivo no. Esse dicono che la vita ha le sue giornate storte, ma a livello emotivo rabbrividiscono di fronte al dolore. Questo è un segno d’immaturità emotiva, non affrontare la vita e la realtà per come sono, e la mancanza di coraggio di accettarle così come sono. Un altro segno d’immaturità emotiva è il rifiuto della responsabilità. Non intendo solo nel senso ovvio, nel senso di una madre che si occupa dei suoi bambini o un padre che provvede alla sua famiglia. La cosa è così ovvia che non c’è bisogno di dirlo. Inoltre, non fare queste cose non indica nemmeno una specifica mancanza di maturità emotiva; qui la mancanza di maturità è totale. Intendo invece la responsabilità della persona più interiore, la responsabilità verso Dio, verso sé stessi, riconoscere che si è responsabili delle proprie difficoltà, responsabili di superare qualunque avversità usando le proprie energie – scoprendo la causa interiore che ne è all’origine. E ci sono anche altre responsabilità, come quella di difendere le persone fisicamente ed emotivamente più deboli. Potete riconoscere con facilità una persona emotivamente matura, se accrescete la vostra stessa maturità emotiva. Spesso, quella di evitare di assumersi la responsabilità è una chiara indicazione d’immaturità emotiva, anche se facendolo, otterreste gioia, realizzazione e sviluppo. La paura dell’amore e dei suoi rischi è un segno d’immaturità emotiva. Questo solo per citare alcuni degli esempi più ovvi. Se lo tenete presente sarete in grado di trovare risposte più specifiche e dettagliate.
- DOMANDA: Se una persona vuole sapere la verità da un dottore o un astrologo, cosa dovrebbe fare il dottore o l’astrologo? Dire la verità, mentire, o evitare di rispondere?
- RISPOSTA: Intendi dire, una verità spiacevole?
- DOMANDA: Sì, a proposito di malattia o morte.
- RISPOSTA: Questo dipende moltissimo dal caso in questione, mio caro amico. È impossibile darvi qui una regola generale. Ci sono casi in cui dire la verità è la cosa più opportuna e ce ne sono altri in cui non lo è. Non posso assolutamente generalizzare. Dovrei conoscere il caso specifico, se ne hai uno in mente.
- DOMANDA: Vorrei chiederti se l’istinto di autoconservazione ha qualcosa a che vedere con la libertà di una persona di scegliere la strada del male, cioè di rifiutare la strada dell’auto-sviluppo.
- RISPOSTA: Ebbene sì, in modo distorto e inconsapevole. Una persona spiritualmente cieca pensa che un marcato egoismo preservi la sua vita. Ma in realtà non è così. L’istinto di autoconservazione, quando non è offuscato da tutti gli strati d’ignoranza, vi porta sempre a prendere la strada dell’auto sviluppo e della purificazione nel senso più profondo, è sempre così. Lo capirai meglio se ci mediti sopra con attenzione. Il rifiuto di svilupparsi e di purificarsi non deriva dall’istinto di autoconservazione. Non è nient’altro che una giustificazione.
- DOMANDA: Vorrei sapere qualcosa dell’egoismo nella preghiera.
- RISPOSTA: Ne ho parlato in varie occasioni, ma lo farò di nuovo, anche se da una diversa angolazione. So che molte persone temono di pregare solo per egoismo. Qui posso solo dire, amici miei, che dipende molto da come pregate e qual è la vostra intenzione. Non potete dire che qualcosa è egoistico o meno, a meno che non sia del tutto evidente. In tutti i vostri desideri e attitudini, ciò che conta è l’intenzione. Dipende sempre dal come.
- La risposta a questo è davvero molto semplice. Se pregate solo per cose piacevoli e basta, allora si tratta naturalmente di una preghiera egoistica, e non servirà assolutamente a nulla. Perché solamente la forza spirituale che si sprigiona dalla vostra anima avrà un vero effetto. La preghiera egoistica indica la presenza di un malinteso a proposito della vita, e quindi non è reale, anche se voi non mentite deliberatamente. Ciononostante, un pensiero non vero, per quanto innocente e in buona fede, non riesce ad incontrare le reali forze del cosmo. I simili si attraggono, e questa legge non può essere cambiata. Una delle prime cose che imparate su questo sentiero è di domandarvi quali sono le intenzioni che vi muovono, il perché desiderate una certa cosa. Imparate a chiedervi il “perché” di certe vostre reazioni emozionali e se non riuscite a darvi una risposta, un buon inizio sarebbe di pregare per avere la volontà di conoscere voi stessi senza timori e con sincerità. Questo non può essere ritenuto egoistico. Così preghereste per purificare le vostre intenzioni.
- Inoltre, non vi è di certo nulla di egoistico se pregate per il bene di altre creature e se riuscite a pregare per coloro che vi hanno danneggiato – e lo fate con sincerità. Questo è di per sé una purificazione. E se pregate per avere la comprensione e la forza per poter superare la paura di affrontare voi stessi, per superare la vostra resistenza ad evolvere, sicuramente non c’è nulla di egoistico in questo, anche se poi credete che l’inevitabile felicità risultante dalla purificazione – una volta raggiunto un certo livello di sviluppo – sia di per sé egoista. Se credete questo, allora sarebbe una meta ben più alta rimanere impuri al fine di essere infelici, cosa che per voi sarebbe altruistico. A questo proposito, dovete capire che le leggi di Dio operano in questo modo: solo chi è felice può dare felicità ad altri. Non intendo una felicità ottenuta sottogamba, ma quella reale che sopraggiunge dopo un duro lavoro, e che nessuno potrà mai più portarvi via. Non vedrete mai una persona infelice riuscire a fare davvero gli altri felici. È impossibile. Potrebbe fare una buona azione, un singolo atto altruistico, ma non può rendere felice un’altra persona. Perciò se temete di essere egoisti, perché la vostra purificazione e sviluppo vi farebbero felici – e questa dovrebbe essere la vostra vera preghiera distinta da quella per gli altri – considerate questa felicità come un effetto collaterale, come mezzo per un fine, e non come il fine in sé. Anche se l’egoismo, cioè il desiderio di diventare felici, appare all’inizio dei vostri sforzi verso l’alto, riconoscetelo, e non gli date troppa importanza. Accettatevi per come siete – e voi siete ancora imperfetti. Il motivo egoistico non è puro così come non lo è quello di cui ho parlato, cioè che la felicità dovrebbe essere solo un effetto collaterale, un mezzo per un fine, ma è certamente un passo avanti sul sentiero della verità.
- Solo purificando voi stessi potete essere felici, mentre la persona con una coscienza più limitata crede che la felicità derivi dall’arrendersi a qualsiasi desiderio proveniente dalla natura inferiore. Se non siete liberi dall’egoismo – e un essere umano raramente lo è – è certamente più sano vederlo chiaramente invece di far finta di niente. Altrimenti se ne starebbe nascosto dentro la vostra anima causando ben più danni che non riconoscendone chiaramente e coraggiosamente l’esistenza. Sappiate che il vostro scopo è più alto, ma che emotivamente non ci siete ancora. Quindi rendetevi conto che una felicità solo per voi è impossibile. Il muro di separazione deve cadere, ed è questo che tutti voi temete. Senza di esso vi sentite in pericolo. Non vi rendete conto che nel voler mantenere questo muro, voi operate in realtà contro il vostro stesso obiettivo, e contraddite illogicamente il vostro desiderio di evolvere, che a sua volta persiste con forza nonostante lo temiate. Tutti voi desiderate la felicità, e tutti voi desiderate rendere felici gli altri. Ma se rimanete nella vostra separazione, non riuscirete in nessuna di queste due cose. E come vi sbarazzate della separazione? Proprio facendo la cosa che vi sembrerebbe più difficile – rinunciando al vostro orgoglio, attraversando la vostra apparente vergogna. Quando avvicinate il problema in questo modo, vi renderete conto che in questo tipo di preghiera non vi è certamente nulla di egoistico. Perché Dio vi vuole felici. È una lunga tradizione d’incomprensioni, spesso una credenza silenziosa che essere persone di fede significa essere infelici e austeri. Questa immagine è impressa nel genere umano. Si pensa che corrisponda al martirio. No, amici miei, non è così. Non sentitevi in colpa se anche voi sarete felici. Questo certamente non vuol dire che dobbiate pregare per avere la felicità. Ciò per cui dovreste pregare è la forza e la capacità di superare e rimuovere gli ostacoli che avete posto tra voi e la felicità. Rimuovere gli ostacoli significa attraversare l’infelicità auto-inflitta per errore e ignoranza, e non evitarla. Alla fine del tunnel troverete la limpida luce della pace, armonia, bellezza e gioia cui avete diritto indipendentemente dalle azioni altrui. Questo è l’atteggiamento interiore che dovreste avere pregando.
- DOMANDA: Posso chiedere perché a volte è così difficile persino iniziare a pregare?
- RISPOSTA: Tutti voi sapete che il vostro sviluppo non procede secondo una linea retta verso l’alto, o, diciamo così, per usare i termini che ho usato in questa lezione, “verso il basso.” La linea è fluttuante. Va su e giù, su e giù, a spirale. E a volte, mentre vi trovate sul ramo inferiore della voluta, non vi rendete conto che questo sta in realtà su un gradino più in alto rispetto a quello precedente sul quale vi trovavate prima. Sebbene l’ultimo ramo verso l’alto si trovasse, nel suo complesso, più in basso rispetto a quello presente, non vi rendete conto che l’attuale ramo discendente è un passo più in alto rispetto a quello ascendente su cui eravate. Lì sentivate un’euforia e una liberazione che non sentite ora sul ramo discendente al quale siete comunque arrivati con il vostro lavoro.
- Ogni volta che vi trovate su un ramo discendente, incontrate conflitti, problemi e contraddizioni che ancora non avete risolto. Questi vi agitano, vi rendono inquieti e timorosi finché non li avete faticosamente elaborati e compresi, fino a quando non li avete inseriti nel quadro complessivo valido per voi in questo momento. Dopo aver fatto tutto questo, riparte di nuovo la curva verso l’alto, e voi gioite dell’aria limpida che trovate nel salire un po’ più in alto e acquisite una più ampia verità. Ma quando incontrate nuovamente il nuovo ramo discendente, dovrete di nuovo ricercare dentro l’oscurità della vostra stessa confusione e dei vostri errori, che vi tagliano fuori dal flusso divino. Voi potreste banalizzare tutto questo dicendo: “Ogni cosa mi deprime. Sto vivendo situazioni spiacevoli e per questo sono tagliato fuori dal flusso divino.” Avete ragione, ma è una mezza verità e questa è sempre pericolosa. Le cose spiacevoli che state vivendo non sono altro che il riflesso e un effetto necessario della causa che è contenuta dentro di voi, in attesa di essere portata alla luce. Ed ecco perché in tali periodi in cui vi trovate nei rami discendenti – la cui lunghezza può variare secondo la personalità e i problemi interiori da risolvere – siete tagliati fuori dal flusso. Siete circondati di nuovo dalle forti impressioni del mondo della manifestazione. Non riuscite più a penetrare il senso della verità che avevate assaporato in altri periodi. E questo è necessario. Richiede da parte vostra una battaglia per riuscire di nuovo vittoriosi. Ogni vittoria significa un nuovo ramo verso l’alto. È del tutto naturale che in tali periodi di temporanea oscurità non riusciate a sentire la verità assoluta di Dio, che non vibriate con essa. Non potete forzarvi a farlo con la volontà. Ma quello che potete e dovreste fare in questi periodi è ricordarvi chiaramente e ragionevolmente delle vostre scoperte alla luce di ciò che ora sapete, anche se temporaneamente questa conoscenza è solo mentale. E dovrete aspettare fino a che non venite nuovamente riempiti della conoscenza.
- DOMANDA: Qual è il ruolo dell’ereditarietà come distinto da e in aggiunta allo spirito, al karma e al piano originali?
- RISPOSTA: L’ereditarietà può operare solo coordinandosi con il piano, con il karma e con le qualità dello spirito, il quale è destinato a nascere da particolari genitori per trovare le condizioni più adatte secondo le proprie qualità specifiche. Tutto opera all’unisono. Per esempio, un bambino apparentemente eredita alcune qualità dai suoi genitori, diciamo un talento. Questo spirito aveva già questo talento, e non l’ha ereditato. Ma questo spirito è stato inviato da genitori con lo stesso talento, perché, sotto tutti gli altri aspetti, le circostanze si adattavano perfettamente a far sì che lo spirito potesse realizzare al meglio la sua vita. Il karma influenza il piano, e il piano determina i genitori, il paese e le circostanze in cui lo spirito nasce, e quali qualità debbano emergere e quali debbano rimanere inespresse per una vita futura. Alcune qualità possono dipendere dai genitori – e allora si parla di ereditarietà – altre invece no. Così l’ereditarietà non è qualcosa che opera arbitrariamente. Fa parte dello schema complessivo.
- DOMANDA: E la somiglianza fisica?
- RISPOSTA: È la stessa cosa. L’ho già spiegato parlando dei geni. I geni funzionano in modo tale che soltanto alcune delle somiglianze fisiche si verificano mentre altre no. Per questo ci sono una buona ragione e uno scopo in ogni dettaglio, amici miei. Lo scopo potrebbe essere un simbolo, e anche qui c’è un significato.
- DOMANDA: Se durante il sonno le nostre anime vanno nel Mondo Spirituale, qual è la ragione per l’insonnia senile e cosa causa l’insonnia nei giovani?
- RISPOSTA: In generale, cosa causa l’insonnia nelle persone? La causa dell’insonnia è generalmente una paura – paura di lasciarsi andare, paura di lasciar emergere il subconscio, paura di andare nel mondo dello spirito, forse udendo qualcosa che non si vuole udire. Se c’è insonnia, dovrebbe essere una buona indicazione che inconsciamente non si è disposti ad affrontare qualcosa. Che cos’è? Perché se aveste affrontato tutto ciò che c’è in voi, l’insonnia sarebbe impossibile. Questo posso assicurarvelo. D’altro canto, voglio che sia molto chiaro che chi dorme bene e non soffre d’insonnia non dovrebbe per questo pensare di aver affrontato tutto ciò che va affrontato. È una questione di costituzione emotiva. E coloro che dormono bene potrebbero avere altri sintomi. Le persone anziane spesso hanno l’insonnia in quanto, approssimandosi il tempo di ritornare nel nostro mondo, sentono inconsciamente di non aver affrontato e rispettato totalmente il loro piano personale. Si sentono sempre più a disagio man mano che il tempo stringe. Le persone più giovani invece potrebbero inconsciamente dire a sé stesse di rimandare il completamento del loro piano personale in un periodo successivo. Inoltre, coloro che temono la morte, fintanto che son giovani riescono a mettere da parte questo pensiero. Ma più si avvicina il trapasso, meno sarà possibile. Le persone possono non rendersi conto di avere questa paura. Consciamente potrebbero avere una fede non autentica, cioè avere udito per tutta la vita certi insegnamenti dalle loro religioni e – a causa di intime paure – essersi aggrappati tenacemente a questi insegnamenti. Per quanto veri questi insegnamenti possano essere, certe persone non riescono a crederci veramente. C’è una grande differenza tra credere qualcosa per paura, e o dopo aver affrontato i dubbi e le queste paure, e averli accettati entrambi. Mancano le buone fondamenta che state costruendo su questo sentiero. E dunque, quando queste persone si avvicinano all’età avanzata, inconsciamente sanno che si sta avvicinando il tempo del trapasso e vorrebbero evitarlo. È come se il loro stesso subconscio dicesse: “Per stare lì ci sarà tutto il tempo. Ora voglio rimanere su questo piano.” Se il compito personale non è stato realizzato, lo spirito della persona lo sa e si ribella. Lo spirito non ne è felice, eppure la mancanza di coscienza continua a fare di tutto per contrastare lo spirito. Quando la vita si avvicina alla sua fine, è come se l’entità si dicesse: “Rimani qui. Rimani su questo piano terreno. Forse se sei nervoso e agitato troverai un diverso modo di pensare e avrai una diversa reazione e assolverai allo scopo per cui ti sei incarnato.” Nessuna persona anziana che sia veramente serena e che abbia portato a termine tutto ciò che si era promessa di fare soffrirà d’insonnia. Il fatto che le persone di una certa età abbiano bisogno di dormire meno è una cosa completamente diversa, non si tratta d’insonnia.
- DOMANDA: Perché Gesù chiamava se stesso il Figlio dell’Uomo?
- RISPOSTA: Gesù, il più alto Essere creato e s’incarnò come uomo. Il Figlio di Dio nacque come ogni altro essere umano. Era questa la sua grandezza. E quando Gesù disse di se stesso che era Figlio dell’Uomo, intendeva dire, in modo sottile come faceva spesso, che la Sua nascita avvenne secondo la legge universale che Dio creò perfetta. In quest’affermazione si può trovare una verità che fu distorta da persone benpensanti che ritenevano che la nascita di Cristo sarebbe stata svilita se anch’Egli fosse nato come tutti gli altri esseri umani.
- DOMANDA: Durate la nostra lettura della Bhagavad Gita, fu chiesto perché certi geni spirituali, come Ramakrishna ed altri, erano fisicamente molto malati.
- RISPOSTA: In certi casi – e questo non è detto debba valere sempre – la ragione è che uno spirito molto evoluto che s’incarna per missione sulla Terra prende su di sé delle sofferenze per mostrare all’umanità che la sofferenza non è così terribile, che può essere affrontata e può persino arricchire la vita quando si ha la giusta attitudine psicologica e spirituale. In altre parole, come vi spiegai in precedenza, grandi maestri religiosi presero su di loro delle sofferenze non perché le dovessero espiare – anche questo può accadere, e allora questo karma viene svolto parallelamente al loro compito – ma per dare prova e mostrare al mondo come accettare la sofferenza e usarla anche per purificarsi. Molte persone hanno pronta la scusa che non possono fare il lavoro di purificazione finché soffrono, fisicamente o in altro modo. Si tratta solo di un pretesto. Dichiarano che se non avessero questa o quella difficoltà o dolore, certamente si purificherebbero, ma poiché soffrono, non ci riescono. Grandi maestri religiosi hanno voluto dare un esempio. Questo è molto importante. Se tutte le guide e gli insegnanti spirituali avessero una vita molto facile, le persone direbbero: “Ma così è facile. Non ha niente di cui preoccuparsi. È sano, ha il pane quotidiano assicurato. Può impiegare il suo tempo e la sua energia per queste stravaganze.” Ma una guida che dia l’esempio su come si possa perseguire il sentiero dell’evoluzione pur in mezzo a mille difficoltà può offrire molto di più delle semplici parole degli insegnamenti. Spesso questa è la ragione per cui questi grandi individui scelgono volontariamente una difficoltà, anche se non fa più parte del loro karma. Può anche darsi che si tratti ancora di un debito karmico da estinguere, e questi due compiti – quello dell’insegnamento spirituale e della purificazione karmica – si combinano. Non possiamo generalizzare e non è necessario sapere la vera situazione di ogni caso. È sufficiente vedere che è possibile soffrire e contemporaneamente evolvere.
- DOMANDA: È vero che Gesù è il più grande esempio di un tipo e Ghandi dell’altro? Gesù accettò volontariamente la sofferenza, e Ghandi estinse un karma?
- RISPOSTA: Sì, è vero.
- DOMANDA: Se c’è il pericolo che le persone possano pensare che chi ha una vita facile può tranquillamente occuparsi di questioni spirituali, non c’è forse anche il pericolo che chi nasce con delle sofferenze usi la spiritualità come scappatoia?
- RISPOSTA: E impossibile trattare adeguatamente ogni cosa. Chi semplicemente non ha buona volontà riesce sempre a trovare una scusa, non importa quale. In un caso la vita facile sarà presa a giustificazione, mentre la stessa persona può usare la difficoltà che ha un insegnante come scusa per non lavorare spiritualmente. Allo stesso modo, la relativa perfezione e amore di un insegnante potrebbero essere usati come scusa per non poterlo fare lui stesso: “Per lui è facile, è così evoluto; se potessi vedere un normale e debole essere umano fare la stessa cosa, allora questo mi convincerebbe” – mentre proprio la persona che solleva queste obiezioni può benissimo usare l’imperfezione di un altro insegnante come scusa. Le scuse sono sempre a portata di mano. Lo sapete tutti. Molti di voi hanno attraversato questa fase personalmente. Ci sono tanti tipi d’insegnanti e di guide, e ognuno agisce a modo suo. Questa varietà dovrebbe servirvi per aprire gli occhi alle vostre stesse giustificazioni. Va detto, tuttavia, che allontanarsi da un insegnante spirituale perché ha una vita difficile si presta meno a razionalizzazioni. Vedete, il vostro subconscio lotta contro questo sentiero ed è continuamente all’opera per trovare giustificazioni credibili. Più sono credibili, più servono meglio la parte svogliata dell’essere umano. Tutti voi che siete occupati nella ricerca delle immagini, sapete che non dovete sentirvi disorientati quando scoprite una corrente d’irrealtà che si nasconde dietro una scusa razionale. Dovreste guardare al di sotto di essa tanto più attentamente quanto più essa è irrazionale.
- DOMANDA: Potresti per favore dirci come riconoscere uno spirito evoluto, incarnato o disincarnato?
- RISPOSTA: Potete riconoscere uno spirito – non parlo di un essere umano – da quello che vi dice riguardo alla purificazione e al suo lavoro nel Piano di Salvezza. Ma non ho intenzione di darvi informazioni più dettagliate su questo punto. Perché, da un lato, ciò può influenzare il vostro subconscio, che dovrebbe muoversi liberamente. In più, potrebbe portare la gente a pensare che voi, se siete un medium, usiate le cose che avete sentito. Così, per il momento, è preferibile che rimaniate all’oscuro a questo riguardo. Inoltre, la vostra conoscenza potrebbe indurre gli spiriti a farne uso. Accontentatevi, tutti voi che fate parte di questo gruppo, di osservare semplicemente quello che succede, e imparate da questa prova. Ciò che gli spiriti dicono circa il lavoro di purificazione e i loro compiti sarà quello che li qualificherà. E quello che dicono dovrebbe essere discusso. E, a proposito, voglio dire che la vostra discussione dopo l’ultima sessione è stata tra le più produttive. Tutti gli spiriti che erano lì presenti, sono qui anche oggi, perché molto colpiti dalla vostra discussione che li ha veramente aiutati, non tanto quando parlavate loro direttamente, quanto piuttosto nella discussione che ne è seguita, tra voi.
- DOMANDA: C’è una qualche possibilità di raggiungere un amico molto malato e che non mi riconosce più?
- RISPOSTA: Sarebbe possibile, ma non per l’essere umano medio. Dovreste aver raggiunto un elevato grado di purificazione che nessuno dei miei amici qui ha raggiunto.
- DOMANDA: Che cosa intendeva Gesù quando disse: “Se non mangiate la carne del Figlio dell’Uomo e non bevete il Suo sangue, Egli non ha vita in voi”?
- RISPOSTA: Naturalmente, voi capite, amici miei, che questa frase è del tutto simbolica. Come ho detto più volte, la carne significa la materia terrestre che deve essere accettata. Per l’umanità la questione ruota sempre intorno alla riluttanza ad accettare le difficoltà della vita con tutti i suoi ostacoli. Voi rifiutate la materia, rifiutate le difficoltà che la vita comporta, cercate di sfuggire a queste difficoltà in vari modi, spesso inconsci. Assimilare la materia, come simbolizzato dal corpo di Gesù che proviene dall’”uomo”, significa accettare questa vita terrena e tutto quello che comporta, buono o cattivo. Questo include tutto. Può essere un buon esercizio di meditazione pensare a tutto ciò che è incluso nella vita terrena e quello che dovrebbe essere accettato. Molte persone rifiutano diverse cose, persino cose buone, per paura di peccare o per paura che queste buone cose li rendano infelici. Il simbolismo del sangue di Gesù è il dolore. Il sangue è associato al dolore. Anche voi dovete bere (il calice del) dolore, amici miei. Anche in questo caso, accettatelo invece di sfuggirlo. Accettatelo in un modo sano, senza evitarlo. Accettatelo come effetto collaterale necessario alla vita e al vostro temporaneo stato d’imperfezione. Accettatelo come effetto che si è messo in moto e la cui causa è dentro di voi. E se bevete questo dolore invece di fuggire, ne sarete rivitalizzati e smetterete di soffrire, come Gesù ha dimostrato con la Sua morte e la resurrezione spirituale. Il simbolismo di queste parole è questo.
- DOMANDA: In astrologia viene detto che la carne è la materia e il sangue le emozioni. È valida questa spiegazione?
- RISPOSTA: Esattamente, è quello che ho spiegato. Il dolore viene sempre sentito nel corpo emotivo.
- DOMANDA: Vorresti spiegarci la frase di Gesù, “venite a me come bambini?
- RISPOSTA: L’atteggiamento del bambino cui si riferisce Gesù è la mancanza di pregiudizi, così necessaria nell’approccio a tutto questo sentiero. Il pregiudizio è generale ed estremamente diffuso. Noi possiamo osservare esseri umani che soffrono continuamente a causa dei pregiudizi degli altri. Perché soffrono? Se il pregiudizio persiste significa che c’è un’immagine ed è molto probabile che loro stessi abbiano grandi pregiudizi, anche se forse in modo diverso. Il pregiudizio è una parete di oscurità, mentre un bambino generalmente non ha pregiudizi, è una pagina bianca, almeno per ciò che concerne il corpo sottile esterno. Tutte quelle influenze che più tardi formeranno i pregiudizi e le immagini non hanno ancora avuto possibilità di agire e costruire tale parete. Ecco perché i bambini possono spesso avvicinare la verità con occhi più chiari di quanto non succeda agli adulti.
- A costo di annoiarvi, devo tornare alle immagini, perché questa è la nostra principale preoccupazione adesso. Un’altra indicazione che vi aiuta a trovare le vostre immagini è pensare in quale ambito avete dei pregiudizi. E in seguito, quando sempre più immagini emergeranno in superficie, certamente comprenderete perché avete tali pregiudizi, quale meccanismo di difesa e quale giustificazione ve li ha fatti adottare. Che cosa significa per voi la parola “pregiudizio” dal punto di vista emotivo? Ognuno ha un diverso concetto di questa parola. La gente di solito è più emotiva di fronte al pregiudizio a cui è più sensibile, trascurando il fatto che i pregiudizi esistono anche nella sua mente. Forse questi ultimi sono anche più forti di quelli che s’incontrano negli altri. Chi è continuamente perseguitato dai pregiudizi altrui, trova qui un modello cui fare attenzione, da approfondire. Si tratta di una forte indicazione che c’è un’immagine nell’anima, che attrae magneticamente il pregiudizio. Perciò proiettate sugli altri quello che in realtà provate voi stessi, in modo diverso.
- Ecco un altro spunto, mie cari: pensate a ciò di cui siete costantemente preoccupati. Per una persona sarà il rifiuto, per un’altra il pregiudizio, per una terza la paura che qualcuno gli rubi qualcosa – ognuno ha un’idea che lo accompagna costantemente. Chiaritevi quali sono le vostre. Non continuate a vivere con tutte queste emozioni senza chiarirvele. Una volta che lo avete fatto, avrete una buona idea di cosa ricercare. Molti si sentono rifiutati. Coloro che si sentono costantemente rifiutati dovrebbero pensare: “Forse, in un qualche modo, sto rifiutando gli altri.” Potete farlo per paura, o forse perché avete così timore del rifiuto che rifiutate gli altri prima che essi rifiutino voi. E a quel punto, quando costoro reagiscono, vi sentiti feriti perché siete stati rifiutati. Sì, miei cari, questo accade continuamente. Noi vediamo queste forme animiche. Solo un essere umano veramente saggio risponderà alla vostra ossessione di essere rifiutati in modo tale che il circolo vizioso tra lui e voi venga evitato. Cioè, una persona matura non si lascerà coinvolgere. Ma la maggior parte delle persone, in una forma o l’altra, sono così insicure, che il vostro atteggiamento di rifiuto li influenzerà. Per questo non vi capite, vi ferite e vi rifiutate l’un l’altro. Il solo modo di rompere questo circolo è di non aspettare che siano gli altri ad aprirvi le braccia, nonostante l’immagine animica che le vostre correnti emotive vi mostrano. Dimenticate la vostra vanità e insicurezza e siate voi ad aprire le braccia, e state a vedere cosa accade.
- DOMANDA: Capisco che quando ci reincarniamo non abbiamo memoria delle nostre vite precedenti. Ora, quando trapassiamo, dopo questa vita, abbiamo la memoria delle vite precedenti almeno per un breve momento e poi le dimentichiamo, oppure portiamo con noi queste memorie fintanto che siamo nell’aldilà?
- RISPOSTA: Dipende totalmente dal caso specifico, dipende soprattutto dallo sviluppo dell’entità, e anche da altri fattori. In generale, e in breve, posso dire questo: di regola, quando le anime ritornano alla casa spirituale, esse dopo un po’ – non sempre immediatamente, a volte prima, a volte dopo – saranno in condizione di vedere l’incarnazione prima dell’ultima appena vissuta e che ricordano in parte molto bene, o anche diverse delle incarnazioni precedenti, secondo il caso. Possono anche vedere il piano vitale passato e come questo si collega con le incarnazioni precedenti. In certi casi è necessario vedere alcune incarnazioni allo scopo di valutare il compito e la legge di causa ed effetto che procede da una vita all’altra. Così, la personalità vedrà qualunque cosa sia importante per giudicare e valutare il suo progresso, o la mancanza di questo. Poiché tutte le entità vengono addestrate ad acquisire forti capacità di auto-valutazione, ad ogni anima viene sempre data all’inizio la possibilità di esprimere un giudizio su se stessa – per formare piani di attività, per imparare e per purificarsi nel Mondo Spirituale, e anche per proporre piani per la successiva incarnazione. Solo quando continua a non sapersi valutare correttamente, entrano in gioco entità più avanzate. A questo scopo, devono venire svelate alcune vite passate. Qualunque cosa venga svelata rimane con lo spirito nel mondo spirituale e la memoria viene cancellata solo durante l’incarnazione terrena. Quando lo spirito ritorna, gli verranno mostrate altre incarnazioni.
- Solo al raggiungimento di importanti fasi dello sviluppo complessivo – le tappe decisive- allo spirito viene mostrata l’intera catena, la sua intera vita dal tempo della sua creazione e dalla caduta verso ogni singola esistenza. Questo può verificarsi in vari punti importanti sul cammino verso l’alto. Ogni centinaio di incarnazioni o giù di lì, si può arrivare ad uno di questi punti. E quando il ciclo di incarnazioni è completato, allora il grado di coscienza è così elevato che non si tratta più d’ impedire all’ anima in lotta di raggiungere una conoscenza dannosa che lo ostacola, o di aiutarla a riconquistare una conoscenza utile. Sarà tutto lì. E quello che decidete di dimenticare dipenderà da voi. Alcune cose volete dimenticarle, altre le considerate utili da ricordare. Lo fate secondo il vostro libero arbitrio. Ma quanto il ciclo delle incarnazioni è terminato, e l’anima è pronta a tornare a casa, non è più necessario essere aiutati a ricordare, forzatamente, usando certe misure, come avviene prima di raggiungere questo stadio. Questo risponde alla tua domanda?
- RISPOSTA: In qualche modo sì. Ma lo scopo della mia domanda era sapere se tra un’incarnazione e l’altra l’entità rimane consapevole oppure no.
- RISPOSTA: Naturalmente. L’ho appena detto.
- DOMANDA: Ma non è un peso?
- RISPOSTA: No, non lo è, perché sarà rivelato solo quello che è costruttivo e utile. Quello che sarebbe un peso rimane celato. E più si avanza, più la conoscenza delle precedenti distorsioni sarà facile da sopportare. Anche se certe informazioni non sono propriamente piacevoli, possono essere necessarie per compiere quello che rimane da compiere. Non potete farlo se non vi rendete conto dove, perché e come avete sbagliato. Paragonate ciò ad un bambino che va a scuola e passa da una classe all’altra. Mentre si trova nel bel mezzo del processo di apprendimento, non ha la prospettiva di cogliere l’intero curriculum didattico. Il bambino impara le sue lezioni giorno per giorno. Ma ci sono materie sulle quali bisognerà concentrarsi in modo particolare nel semestre successivo. Capisco che il paragone è inadeguato, ma in un certo senso rende l’idea.
- DOMANDA: Nell’ultima lezione ci è stata detto che i chiaroveggenti possono vedere l’aura, ma che gli esseri umani non sempre portano le immagini della loro sfera con sé. Come può accadere questo?
- RISPOSTA: Che cosa non capisci?
- DOMANDA: Beh, ciò che l’individuo sta facendo e ciò che l’individuo è sempre un’immagine, e questo crea la sfera.
- RISPOSTA: Ogni persona ha molte sfere. Non potete vivere in ogni sfera contemporaneamente. Perciò, voi non le portate con voi, per così dire. È simbolico. In generale, avete il vostro sé superiore e il sé inferiore – con tutte le sue diverse gradazioni – e tutti gli stati intermedi tra l’uno o l’altro. Ognuno crea una sfera diversa. Secondo la vita che conducete, le occupazioni della vostra mente e del vostro cuore, voi risiedete – simbolicamente parlando – nella sfera che è l’immagine di queste attitudini e tendenze. Perciò le altre sfere sono per il momento indistinte, in secondo piano, ma vi appartengono anch’esse. Possono passare in primo piano in un periodo diverso della vostra vita. È molto difficile farvi comprendere tutto questo. Non riesco a spiegarlo in altro modo.
- DOMANDA: Alla fine, tutte le sfere di un’entità diventano una?
- RISPOSTA: Assolutamente sì. Fintanto che la personalità è divisa, ogni parte della personalità ha una sua sfera. Non prendete la parola “divisa” in senso medico, per favore. Tutte le persone non purificate sono (internamente) divise, perché ci sono moltissimi livelli differenti e correnti contraddittorie, e queste sono divisioni. Purificazione significa unità.
- DOMANDA: Se il Mondo Spirituale invia i sogni per darci degli insegnamenti, come mai tali sogni sono così ammantati da simbolismo?
- RISPOSTA: Innanzitutto non possiamo dire che i sogni siano inviati. I sogni non vengono realmente inviati. Questo è difficile da capire per i miei amici umani, ma c’è una differenza tra il cosiddetto sogno psicologico e il sogno spirituale. Il sogno che è dato dal Mondo Spirituale è effettivamente il ricordo del vostro soggiorno nel Mondo Spirituale mentre il vostro corpo era addormentato. Sapete che durante il sonno spesso vivete delle situazioni. Vi viene insegnato o consigliato qualcosa e potete averne il ricordo per aiutarvi a far emergere quello che ha impressionato la vostra anima. Anche senza una tale memoria, questa impressione dell’anima ottenuta durante un’esperienza spirituale alla fine influenzerà la vostra vita, i vostri sforzi, i vostri atteggiamenti. Ma spesso è più utile e più efficace se questo ricordo viene rinforzato. Le ragioni per cui i sogni contengono difficili simbolismi sono molteplici. In una semplice risposta non sarebbe possibile entrare in ogni dettaglio. L’argomento richiederebbe un’intera lezione, che potrei dare in un secondo tempo. Ma per il momento vorrei dire questo. Come sapete tutti, la personalità umana è costituita da moltissimi livelli, e ognuno di essi ha i suoi vari messaggi da comunicare. Un livello sfuma nell’altro. Questo è uno dei motivi delle distorsioni.
- La seconda ragione è che il linguaggio nel Mondo Spirituale è per immagini. Quando siete incarnati, abituati ad un modo di espressione completamente diverso, il simbolismo delle immagini è qualcosa che dovete tradurre. Questo, incidentalmente, è una delle ragioni per cui è così difficile per uno spirito esprimere se stesso nel linguaggio umano. È una limitazione. Immaginatevi di dover tradurre un testo da una lingua straniera. Se non siete molto abituati a questa lingua e dovete tradurre il significato nella lingua che vi è familiare, a volte il compito sarà difficile e faticoso. Richiederà uno sforzo, e dovrete pensarci. Probabilmente dovrete rintracciare una parola in un dizionario. Questa difficoltà entra in gioco anche qui. Non è il fenomeno in se stesso che confonde. In effetti, confonde molto meno del vostro linguaggio umano, il quale è veramente più limitato.
- Ed infine, ma certamente non meno importante, c’è una terza ragione: sapete tutti che le persone oppongono resistenza alla scoperta di verità che le riguardano. Quando la vostra anima intende comunicarvi un messaggio, la parte che oppone resistenza potrebbe interferire. Una parte del vostro essere vuole dare e mostrare alla vostra coscienza qual è il problema interiore, e allora proietta queste figure, ma a quel punto c’è in voi l’altra parte che cerca di offuscare tali messaggi, sia che provengano dalla parte della vostra personalità che desidera avanzare e diventare più consapevole e conscia, sia che si tratti di memorie provenienti dal Mondo Spirituale che sarebbero tese ad ottenere lo stesso scopo ma in modo differente, con un metodo diverso che spesso non sapete come distinguere. Questo non è importante fintanto che giungete al messaggio vero e proprio. La parte che oppone resistenza desidera occultare, mimetizzare i messaggi che vi guidano verso l’auto-conoscenza e il cambiamento interiore. È tutto quello che può fare, se la vostra volontà è forte abbastanza. Non può proibire al sé superiore di parlare, di operare e di mostrarvi la via. La qual cosa spesso si realizza attraverso i sogni. Ma il sé inferiore interferisce sempre. Manda segnali di disturbo, simili ad interferenze su una stazione radio. Tutti questi elementi sono responsabili della difficoltà d’interpretazione del linguaggio dei sogni.
- DOMANDA: Una delle ragioni che ci hai appena dato è in qualche modo correlata al motivo per cui Gesù parlava in parabole e la Bibbia è simbolica?
- RISPOSTA: In parte sì, ma non completamente. Anche le ragioni per cui Gesù parlava in parabole sono molteplici. Per esempio, l’umanità di quel tempo era meno evoluta. La mente dell’umanità in generale assomigliava di più a quella di un bambino. Quando spiegate delle cose ad un bambino, cercate di usare un linguaggio di immagini, espresso in termini semplificati. Quando il bambino cresce, diventa più intellettuale e più aperto alle idee astratte. Un adulto è capace di comprendere un’idea o un concetto in termini astratti. Se volete comunicare un’idea a un bambino, se volete raccontargli una storia, lo fate utilizzando un libro illustrato. Lo stesso vale per l’umanità nel suo complesso. Essa è tuttavia cresciuta un po’ dal tempo di Gesù, ed è quindi più recettiva alle idee astratte. Per inciso, Gesù non parlava in quel modo ad alcuni dei Suoi discepoli e agli amici intimi. Ad essi parlava in modo molto astratto e non usava affatto le parabole. Queste erano più facili da comprendere per le masse – queste infatti si prestano meno alle interpretazioni sbagliate, sia volontarie che per ignoranza. Il linguaggio figurato usato per i bambini, o usato nelle parabole, non ha niente a che vedere con il linguaggio figurato del Mondo Spirituale. Quest’ultimo è infinitamente più sottile e con un orizzonte molto più vasto rispetto al linguaggio umano. D’altro canto, il linguaggio figurato umano è più limitato rispetto al linguaggio umano ordinario. Dovete distinguere tra i due tipi di linguaggi figurati. Quello che vivete nei sogni appare solo più limitato a voi ma in realtà non lo è.
- DOMANDA: Qual è la differenza tra il dormire e lo stato di anestesia generale? E cosa accade nell’anestesia locale? I corpi sottili si allontanano dalla particolare zona anestetizzata del corpo fisico?
- RISPOSTA: Il sonno, come anche l’anestesia, o qualunque altra forma di incoscienza, significa che uno o più corpi sottili lasciano il corpo fisico. Il doppio eterico, come viene spesso chiamato, è il corpo sottile più simile a quello fisico. È costituito di materia sottile ma di una consistenza molto più grossolana rispetto a quella degli altri corpi sottili. Dopo la morte, questo doppio eterico si disgrega – non sempre immediatamente, ma dopo un certo tempo. Un fantasma che si manifesta, o qualunque spirito legato alla materialità terrena, è un’entità che ha mantenuto il suo doppio eterico a causa dello stato interiore della mente.
- Durante il sonno naturale, il doppio eterico rimane nel corpo fisico, mentre il corpo astrale si allontana. Se il sonno è molto profondo, altri strati o corpi sottili possono trovarsi anch’essi leggermente fuori dal corpo fisico. Ma se il sonno è naturale, il doppio eterico rimane. Perciò è sensibile al dolore e ad altre sensazioni fisiche. Sotto anestesia, il doppio eterico si allontana: quindi in quello stato è insensibile al dolore fisico. Lo stesso può accadere in vari stati di trance o d’ipnosi, ma non in tutti gli stati di trance.
- DOMANDA: Quali corpi sottili rimangono nello stato di anestesia molto intensa?
- RISPOSTA: A quel punto tutti i corpi sottili si sono allontanati ma, naturalmente, sono ancora connessi con il corpo fisico da una corda, o banda elastica a spirale, anch’essa costituita di materia sottile. Questa corda non viene interrotta. La connessione esiste ancora, cosi che quando lo stato temporaneo d’incoscienza è terminato, la corda riporterà indietro i corpi sottili. Quando questa corda viene spezzata, il corpo fisico muore. Nell’anestesia locale, il corrispondente organo del corpo sottile uscirà fuori dal corpo fisico.
Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 76 - Questions and Answers (Compiled from Private Sessions and Earlier Lectures)
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