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Lez. 66 - Vergogna del sè superiore

Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
27 maggio 1960

Traduzione in italiano di Simona Fossa
Revisione non ancora effettuata
Edizione Giugno 2016

  1. Saluti. Vi porto benedizioni, miei carissimi amici. Quest’ora è benedetta. Siete benedetti voi e i vostri cari.

  2. Ho parlato a lungo con voi del senso di colpa e della vergogna che tutti gli esseri umani provano nei confronti del loro sé inferiore, dei loro difetti, delle debolezze, dei malintesi e deviazioni. Stasera vorrei parlare di un altro aspetto della personalità umana: la vergogna del sé superiore, la parte più elevata e nobile dell’anima umana. Anche se può sembrare incredibile – è proprio così. Sono certo che ascoltando con attenzione le mie parole, tutti voi riconoscerete che sono vere.

  3. Stranamente le persone si vergognano della loro facoltà di amare, dell’umiltà, della generosità – la parte migliore che hanno da offrire – altrettanto di quanto si vergognano della parte meschina, egoistica e ingenerosa della loro natura. Esaminiamo le cause di questa tragedia interiore, di questa assurda battaglia. Il responsabile di ciò è un fattore importante che, in ogni individuo, varia in ampiezza, caratteristica e tipo di manifestazione.

  4. Quando un bambino si sente rifiutato – e sapete che questo accade a tutti i bambini, e non fa differenza se questa sensazione è più o meno giustificata – nella maggior parte dei casi egli si sente più respinto da un genitore che dall’altro. Le cose possono non essere così nella realtà, perché proprio il genitore da cui si sente rifiutato, potrebbe essere quello che lo ama di più. Ma ciò che conta è quello che sente il bambino mentre le impressioni si accumulano andando a formare le immagini – cioè le conclusioni cristallizzate – che stabiliscono poi i modelli della futura vita emotiva della persona.

  5. Il bambino vorrebbe essere amato e approvato molto più di quanto sia possibile, particolarmente dal genitore che sembra rifiutarlo. Quando non ottiene questa tenerezza ed affetto di tipo esclusivo, il bambino lo sente come un rifiuto e nella sua anima nasce la confusione. Nelle emozioni vagamente provate dal bambino, amore e accettazione da parte di questo specifico genitore diventano l’obbiettivo più desiderabile, tanto più che quell’amore ed accettazione nella misura in cui lo vorrebbe il bambino, gli appaiono irraggiungibili. Ciò che il bambino più desidera – amore ed accettazione esclusivi – viene confuso con il genitore che glieli nega. Nella mente immatura e confusa del bambino, egli ora desidera chi lo rifiuta, il quale finisce per prendere il posto di ciò che prima veniva desiderato: amore esclusivo, approvazione e accettazione. Un ulteriore effetto di questa confusione è che chi rifiuta sembra non essere amorevole. La madre o il padre è desiderabile anche perché è desiderabile quello che si vuole da lui o da lei. Perciò non essere amorevole diviene uno stato desiderabile. La psiche del bambino dice: “Se non sono amorevole, mi rendo attraente e il mio amore sarà ambito. Proprio come io non rifiuto chi mi rifiuta, così anch’io non verrò più rifiutato. Poiché chi rifiuta appare freddo, distaccato e privo di emozioni, questo modello di comportamento – immaginario o reale che sia– diviene desiderabile e da imitare.

  6. Quando considerate questo processo interiore, troverete di nuovo che malgrado la dinamica non sia logica, quando andate ad analizzarla e a tradurre le emozioni in concetti chiari, vedrete che presenta una sua propria logica limitata ma abbastanza comprensibile per la mente di un bambino. Nessun conflitto sorto nella psiche è del tutto privo di significato, anche se le emozioni possono essere molto limitate ed erronee quando vengono esaminate da vicino. Un quadro oggettivo può essere ottenuto soltanto dopo aver compreso la particolare logica delle emozioni confuse.

  7. Con questa confusione nell’inconscio circa il rifiuto dei genitori, la personalità si sviluppa in un essere altrimenti maturo, ma nel quale rimane quella particolare impressione che andrà a colorare la sua intera vita emotiva. Nella profondità dell’inconscio, questo individuo sente che è meglio non mostrare al di fuori tutto ciò il bambino in lui ancora ardentemente desidera, per cui se ne vergogna.

  8. La chiusura dell’individuo nei confronti dell’amore, e il suo rifiuto di amare, è spesso molto meno determinato dalla paura di essere ferito o deluso, quanto piuttosto dalla situazione parentale appena discussa. È importante riconoscere in voi questo elemento, non importa in quale modo velato e conflittuale possa manifestarsi tramite compulsioni e impulsi opposti. Da questo conflitto derivano problemi strazianti, che possono essere rimossi solo riconoscendone il malinteso di base, con tutte le sue ramificazioni e reazioni a catena.

  9. Vi è, da un alto, il senso di colpa legato all’egoismo e all’egocentrismo che fa dell’amore un’avventura inutile e impropria. Dall’altro, c’è la vergogna di amare. Questo conflitto in sé lacera l’anima umana. Voi vi sforzate di amare, mentre il vostro naturale desiderio di amare veramente, e che proviene dal sé superiore, viene bloccato perché ve ne vergognate. Così vi sentite in colpa di non amare e vi vergognate di amare.

  10. Tenete anche presente che il bambino si sente profondamente umiliato quando anela all’amore e all’affetto, e di rimando viene rifiutato. Nella sua mente inconscia si forma l’idea che amare sia una cosa umiliante. Dato che, nella mente del bambino, la persona che egli ama di più gli ha negato l’amore e il libero dono dei suoi sentimenti, per lui l’amore deve essere qualcosa di cui vergognarsi e da nascondere. La consapevolezza che la vostra paura di amare spesso non è tanto basata sulla paura di venire feriti e delusi, quanto piuttosto sulla situazione di cui sto parlando, è una presa di coscienza molto importante.

  11. Durante la ricerca di voi stessi, potete riscontrare l’esistenza di questo conflitto riconoscendo vari sintomi. L’auto-osservazione vi rivelerà in che modo reagite in certe situazioni, o piuttosto come le vostre emozioni reagiscono e si comportano. Tali reazioni sono spesso molto sottili, e queste sottigliezze sono all’opera quando vi vergognate di chiedere qualcosa, o quando rilevate un acuto senso di vergogna nell’aprire il vostro cuore ed esporre i vostri bisogni più profondi. Oppure, per esempio, scoprite che vi vergognate di pregare. Non è forse questo di cui vi vergognate – e cioè il bisogno del vostro cuore, la dimostrazione del vostro vero sé con tutta la sua amorevole generosità, come anche la preghiera – la vostra parte migliore?

  12. Questo è un altro conflitto universale. A volte è molto evidente, ma poi si mescola nuovamente a tanti altri conflitti che alla fine diventa difficile da rintracciare. Tuttavia, una qualche misura di questo conflitto di base esiste in ogni individuo.

  13. Un ruolo importante lo giocano anche certe circostanze particolari, determinando l’intensità di questo conflitto. Osservate la vostra relazione con l’altro genitore, quello che sembra darvi liberamente ciò che vorreste dal genitore che vi rifiuta. Se la situazione è tale che chi rifiuta è in apparenza quello “superiore,” sempre vincente, mentre il genitore amorevole è sottomesso, apparentemente più debole e sotto il dominio del genitore che rifiuta e forse anche un po’ disprezzato, il conflitto nell’anima diventa ancora più forte – se tutto ciò sia vero o meno non fa alcuna differenza, fintanto che il bambino lo sente in questo modo. A quel punto, oltre alla sua stessa esperienza di rifiuto, il bambino è testimone dell’apparente o reale rifiuto nei riguardi del genitore amorevole. Il bambino ha quindi l’impressione che il genitore amorevole sia debole, mentre quello che rifiuta è forte. Allora l’amore diventa debolezza, mentre il distacco è un segno di forza, almeno nell’inconscio. Il desiderio del bambino è di essere forte come il genitore da cui si sente attratto, e non certamente debole come quello da cui non si sente attratto.

  14. Per quanto riguarda questo argomento, le vostre conclusioni distorte possono essere molteplici. Potrebbe non essere assolutamente vero il fatto che il genitore che rifiuta sia forte mentre quello che ama sia debole. Potrebbe anche essere vero il contrario, oppure la situazione tra i vostri genitori può effettivamente essere più o meno così come la vedete voi. Allora la conclusione sbagliata è che non è l’amore a rendere debole il genitore amorevole, ma altre caratteristiche. Può essere una distorsione dell’amore a causare la debolezza, oppure la capacità di amare è in qualche modo presente mentre sono altri i fattori all’origine della debolezza e che incidono negativamente sulla capacità d’amare. D’altro canto, il genitore “forte” che rifiuta può non essere realmente forte. Può avere molte qualità positive meritevoli di essere emulate, ma di certo non la sua indifferenza e l’inibizione a mostrare le qualità migliori della sua personalità.

  15. La situazione viene ulteriormente complicata se, ad esempio, a causa di molti altri fattori in gioco, il genitore “forte” e dominante è quello che dà più amore rispetto al genitore debole che viene dominato da quello “forte.” Ogni genitore può quindi avere qualità “desiderabili,” ma queste sono spesso in conflitto tra loro. Inconsciamente potete disprezzare in un genitore quello che cercate di imitare nell’altro, dilaniati proprio dal fatto che non siete consapevoli di ciò che volete e che il vostro obiettivo è irrealizzabile poiché alcuni suoi fattori si annullano a vicenda. Quando la situazione con i genitori non è così estrema, vi è ancora più difficile giungere alla radice del problema. Allora tutto si complica per la sottigliezza e l’elusività delle emozioni contraddittorie presenti sia nei genitori che in voi stessi. Rendersi conto di questo è particolarmente importante, perché altrimenti le difficoltà aumentano.

  16. Un’ulteriore complicazione è data dal fatto che spesso l’aspetto esteriore non corrisponde alla situazione interiore. Esteriormente, un genitore può essere molto più dominante dell’altro. Interiormente, la situazione può essere esattamente opposta. Oppure, esteriormente nessuno dei due è dominante e “forte,”, mentre interiormente un tale squilibrio nel rapporto decisamente esiste. Non dovete dimenticare che soprattutto da bambini, voi assorbite la situazione interna, la registrate molto accuratamente, mentre nella memoria intellettuale conservate la situazione esterna. Quest’ultima ha molto meno effetto su di voi della prima. Indipendentemente da come appaia la situazione esterna, voi sentite fortemente che il genitore dipendente, bisognoso, sottomesso è quello inferiore, mentre quello che rifiuta questi desideri e necessità lo considerate come forte e superiore. Allora, vi alleate in modo estremamente sottile con chi rifiuta e, insieme a questo genitore, rifiutate il genitore debole, bisognoso e sottomesso. Preferite essere accettati da chi rifiuta, che per voi è più attraente, piuttosto che sentirvi identificati con chi è debole, bisognoso e sottomesso. Per quello che riguarda il vostro sé più interiore, non conta se tradite il genitore debole con atti o, parole o se semplicemente desiderate farlo. La semplice inclinazione a farlo vi è sufficiente per sentirlo come un tradimento e, in un certo senso, lo è. Il tradimento è aggravato dal fatto che abbandonate proprio quella cosa a cui anelate.

  17. Voi tradite la vostra parte migliore perché negate il dispiegarsi della vostra capacità di amare. Allo stesso tempo, tradite il genitore che vi ha effettivamente dato quello che desideravate ricevere dall’altro genitore. Ora, inconsciamente, considerate l’atto stesso del dare da parte di questo genitore come una debolezza che merita disprezzo.

  18. Il tradimento è sottile, ma allo stesso tempo è il conflitto più dominante nella vostra anima. Nel corso del vostro lavoro è necessario rintracciare quella parte in voi nella quale tradite non solo la vostra parte migliore, la più elevata e la più nobile, ma anche quel genitore che era il più debole, che forse vi ha amati e curati teneramente nel modo più gratificante. Rintracciare e fermare questo tradimento interiore è importante non perché il genitore che avete rifiutato ne stia soffrendo, ma soprattutto perché ne soffrite voi più di quanto crediate. Il tradimento vi appesantisce con sensi di colpa. È la più profonda delle vostre colpe.

  19. Proprio l’altro giorno discutevamo dei sensi di colpa, e vi ho parlato di come spesso le persone si creano colpe immaginarie, o si biasimano per delle mancanze insignificanti allo scopo di non affrontare la colpa principale. Per la maggior parte di voi, il tradimento dell’amore è la colpa principale, da tenere ben nascosta alla consapevolezza. Finché non ne divenite coscienti e affrontate tutte le implicazioni e gli aspetti del vostro tradimento verso chi vi ha amato di più per preferire chi vi ha dato di meno – almeno secondo le vostre emozioni – questo tradimento oscurerà la vostra visione della vita. Annullerà la sicurezza, la fiducia e il rispetto di voi stessi. È responsabile delle più profonde radici dei vostri sensi di inferiorità. Con questo tradimento rinchiuso nell’anima, non vi fidate di voi stessi. La vostra psiche dice: “Come posso fidarmi di me stesso sapendo che sono un traditore, sapendo che continuo costantemente a tradire la parte migliore di me? Se non posso fidarmi di me, non posso fidarmi di nessun altro.” Questa è la naturale conseguenza, è un’altra reazione a catena. Se non avete fiducia nelle persone, non potete che attirare coloro che vi confermano continuamente che fate bene a non fidarvi di loro. Ma se vi fidate sinceramente degli altri, saprete discriminare e giudicare correttamente e attrarrete molte persone che meritano la vostra fiducia. Questo può solo avvenire se stabilite il motivo per cui non vi fidate di voi stessi. E questo, a sua volta, può accadere soltanto rintracciando ed eliminando il fondamentale tradimento che vi ho indicato.

  20. Così, amici miei, trovate in voi il tradimento che avete continuato a portarvi dietro. Seguitene la traccia, anche se non avete più l’opportunità di osservare l’interazione con i vostri genitori. Forse state trasferendo le stesse sensazioni ad altre persone, le quali in modo vago, sostituiscono psicologicamente i vostri genitori. Può trattarsi di un amico, un marito, una moglie, un parente, un socio; qualcuno che vi è vicino, che vi è caro, e che è per voi in qualche modo importante. Forse continuate il tradimento nello stesso modo sottile col quale tradivate il genitore. Ogni volta che rifiutate una persona che è pronta ad offrirvi amore ed affetto sincero, o amicizia, o un qualche aiuto, e che per una ragione o per l’altra, sentite o immaginate essere indifesa, debole o dipendente, questa persona assume il ruolo del genitore “debole.” D’altra parte, può esserci una persona poco disponibile a darvi quello che desiderate. Non deve essere per forza amore, può trattarsi anche di rispetto, ammirazione, accettazione. In questo caso, ella assume il ruolo del genitore che rifiuta. Esaminate le vostre emozioni più sottili ed elusive. Andate oltre quegli aspetti, a volte anche validi, che possono sembrare delle giustificazioni per il tradimento interiore che continuate a commettere verso quel genitore, così come anche verso il vostro più profondo sé.

  21. L’atto del tradimento è così sottile, miei cari amici, che non potete indicarlo direttamente soltanto osservando le vostre azioni esterne. Non ci sono atti evidenti che possano provare l’atto del tradimento. Se non siete davvero desiderosi di esaminare sotto questo aspetto le vostre più intime reazioni ed emozioni, nessuno potrà convincervi. Troverete eccellenti argomenti per provare che non è così. Ma il vostro cuore non sarà mai convinto, e questo è ciò che veramente conta.

  22. Il problema, nei suoi termini più semplici, si basa sulla seguente conclusione sbagliata: l’amore è debolezza; chiudervi all’amore e l’affetto è indice di forza. Dato che voi non desiderate essere deboli e bisognosi, non solo imitate la persona che corrisponde al vostro errato concetto di forza, ma tradite anche quella che ai vostri occhi sembra debole. Una volta che rintracciate le vostre emozioni, reazioni e attitudini che corrispondono a questo malinteso, potete riconsiderare i concetti e crearne di nuovi in base alla verità. Vedrete allora che in voi esistono molti errori e confusioni che vi fanno commettere atti di tradimento che comportano molte altre conseguenze negative, sia nella vostra vita interiore che in quella esterna. Il rendervene conto e il tenere un atteggiamento capace di distinguere tra i vostri motivi interiori, vi darà la forza, consentendovi così di accostarvi alla realtà. È della massima importanza che incominciate a ricercare in questa direzione. Trovate quella parte presente nelle vostre emozioni in cui attribuite alla debolezza tutti gli atti di amore e di umiltà offerti in modo sano e reale. Ritrovate in voi la parte che crede che la forza equivalga a freddezza o a indifferenza. Dopo aver scoperto questo, avrete trovato il vostro auto-tradimento.

  23. Trovando quelle idee sbagliate e poi, a poco a poco, adottando i concetti giusti, cesserete di temere che l’amore sia umiliante; che l’umiltà, la generosità, l’affetto e la dimostrazione del vostro vero sé siano segni di debolezza. Il vostro vero sé è molto spesso nascosto dietro un muro di pietra. Questo muro di pietra non è malvagità, e nemmeno egoismo. E non è neppure paura di essere feriti e delusi. È vero, tutto questo contribuisce, ma in grado minore. La componente principale del muro dietro il quale nascondete il vostro vero sé è la vergogna della supposta debolezza di essere pienamente voi stessi, con tutta la vostra tenerezza e comprensione, con tutta la solidarietà e vulnerabilità del vostro cuore amorevole.

  24. Molte persone possono dire, “Questo non è il mio caso, perché sono una persona molto espansiva. Io dò il mio amore pienamente e liberamente.” In un caso del genere, può essere anche in parte vero che il sé reale emerga allo scoperto. Ma solo in casi rarissimi questo è del tutto vero – unicamente nel caso di un’entità molto avanzata nella purificazione. Generalmente si manifesta una parte del vero sé, mentre un’altra parte rimane nascosta. Sì, potete avere un cuore generoso che vuole dare il meglio di sé e il cui amore può penetrare i molti strati di errori e di malintesi, eppure vi nascondete nel vostro guscio, o dietro il vostro muro. Una parte di quello che voi mostrate come amore e come dono di voi stessi può non provenire dal vostro vero sé, ma essere “preso in prestito,” diciamo così. Dunque non è autenticamente vostro. Di nuovo, si tratta di una dinamica sottile. Solo nel vostro lavoro personale potete sentire se le cose stanno così, e in quale misura.

  25. Per quale ragione mantenete rinchiuso il meglio di voi stessi, mentre “prendete a prestito” un modello simile di comportamento e lo usato in sostituzione di quello reale? L’amore, il dono e la personalità espansiva che a volte siete, possono benissimo essere solo una parte del vostro vero sé. Perché? Come ho appena spiegato, la vergogna di amare e di donare vi porta a nascondere il vostro vero sé dietro un muro. L’effetto inevitabile è quello di pensare di essere condannati e lasciati soli. Ciò non vi porta a riconsiderare la prima impressione che amare sia una cosa di cui vergognarsi. In primo luogo, questa conclusione non è più conscia, e perciò non potete trasformarla. Sapete benissimo che nulla si può trasformare finché rimane nascosto alla coscienza. In secondo luogo, la prima impressione, quella che causa la conclusione sbagliata, è molto più forte, infinitamente più potente delle successive impressioni ed esperienze. Quindi arrivate ad un compromesso mantenendo la prima conclusione errata: “non devo amare, non devo esporre il mio vero sé”, e aggiungete a questa l’esperienza più recente secondo la quale l’indifferenza vi porta biasimo e solitudine. A causa di ciò, assumete una parvenza di espansività che esprime emozioni ed amore che non sono del tutto reali. Ancora non manifestate il vostro vero sé.

  26. Non intendo dire che questa seconda personalità espansiva sia un vezzo, o ciò che potreste definire “un falso.” No, si tratta di nuovo di qualcosa di molto più sottile. È una parte del vostro essere, ma non è il vostro vero sé. Alcune emozioni del vero sé fanno parte, tuttavia, di questo strato sovrapposto. Molte altre correnti, originate da questi conflitti, diluiscono la purezza della vera personalità originale. In maniera sottile, drammatizzate voi stessi e il vostro amore perché non osate mostrare ciò che è reale. Questo accade in molti aspetti della vita, e più facilmente riscontrabile nelle relazioni d’amore tra i sessi.

  27. Potete vedere dove vi porterà questa particolare fase del lavoro. Scoprendo e comprendendo come il tradimento si applica alla vostra particolare situazione, scoprirete anche che per la maggior parte del tempo voi tenete nascosto il vostro vero sé. Rendendovi conto di questo, voi preparate il terreno per permettere al vostro vero sé di evolvere, di emergere allo scoperto. Questo lavoro non è così semplice come può sembrare, ma nemmeno così difficile come può apparire ad alcuni di voi.

  28. A questo punto potete già intuire che l’obbiettivo della purificazione è quello di liberare la vostra vera personalità. Questo è il vero significato di libertà ed è l’unico modo possibile per vivere felici, per essere forti in senso sano e reale. Il fatto stesso di prendere coscienza del conflitto universale riguardo alla vergogna del sé superiore, di incominciare a sentire come esso esiste anche in voi personalmente, anche molto prima di essere in grado di aprire la porta della prigione e liberare il vostro vero sé, vi farà vivere una meravigliosa nuova forza interiore. La consapevolezza che questo esiste in voi e la continua osservazione di come si manifesta nelle vostre quotidiane reazioni emotive vi porterà più vicini a rimuovere le sbarre della vostra prigione per liberare il vero sé.

  29. Il vostro vero sé ne sarà felice. E allora vedrete chiaramente e senza ombra di dubbio quanto fosse sbagliato pensare di dover nascondere la vostra parte migliore, come se fosse qualcosa di cui vergognarsi. Vedrete quale peso inutile sia stato quello di tenere nascosto il vostro vero sé. C’è chi lo nasconde dietro una maschera di distacco e pseudo-forza, chi invece lo nasconde dietro uno strato sovrapposto simile al sé reale in tutti i suoi aspetti migliori, ma che non è proprio lui. In entrambi i casi, voi dovete rimuovere questo strato falso e guardare dove si trova il vero sé. Lasciatelo uscire, anche se all’inizio lo farò solo in rare occasioni, molto cautamente. Ma a quel punto la vostra vera personalità vedrà che non c’è nulla da temere, non c’è nulla di cui vergognarsi. La paura è essenzialmente una conseguenza della vergogna di sentirsi esposti. Tramite questo processo disfarete il mondo illusorio creato dalle false impressioni della vostra infanzia. Non avete idea di quale enorme sollievo sia esorcizzare questo fantasma e vivere nella realtà. Solo il vostro vero sé può vivere nella realtà, perché gli strati sovrapposti, creati da concetti irreali, non possono vivere in un mondo di realtà. Vivrete nella libertà; non vi sarà più necessario tradire la vostra parte migliore, o un’altra persona.

  30. Ci sono domande a questo proposito, amici miei?

  31. DOMANDA: Come si rapporta tutto questo al complesso di Edipo?

  32. RISPOSTA: Nella condizione nota come complesso di Edipo la relazione con il conflitto appena discusso è la seguente: quando l’istinto sessuale si risveglia, si mescola con il desiderio di essere amato dal genitore che rifiuta. Ogni volta che questo si verifica, il conflitto si aggrava. Quando l’istinto sessuale che si risveglia si rivolge all’altro genitore, quello che non rifiuta il bambino, o che lo rifiuta molto meno, il problema di cui si discute stasera può non essere così forte, ma la condizione dell’anima può essere molto più complicata e conflittuale. Non è possibile generalizzare. Ogni caso è unico e deve essere indagato. Solo allora si può notare come tutto si collega.

  33. DOMANDA: Ho letto un libro dal titolo Coscienza Cosmica. In esso si dice, “La perdita del senso del peccato è uno delle più evidenti caratteristiche dello stato di coscienza cosmica.” Che cosa significa questo?

  34. RISPOSTA: Il vostro mondo terreno, come tutti sapete dalle lezioni e dagli insegnamenti che avete ricevuto, è un mondo di irrealtà. Potete anche definirlo una realtà temporanea. Le cose che sperimentate, le deduzioni che traete con la logica superficiale dell’intelletto, che ignora la verità spirituale ed assoluta, sono difettose. La loro verità e il loro valore sono limitati, come le errate conclusioni dell’anima da parte del bambino, che si applicano correttamente solo a quella particolare situazione. I bambini non sono privi di una certa loro logica, per quanto limitata possa essere. Ciò nonostante, queste conclusioni sono sbagliate e irrealistiche se applicate come una verità generale della vita. Lo stesso rapporto esiste tra le conclusioni e le deduzioni che l’intelletto forma coerentemente applicandole alle temporanee circostanze di alcune condizioni della vita su questo piano terreno, e le leggi spirituali di assoluta realtà rispetto alle quali queste stesse deduzioni e conclusioni sono errate.

  35. Il peccato, come tutti sapete, non è altro che ignoranza. È una distorsione. Nessuno è malvagio o cattivo o malevolo per il piacere di esserlo. Una persona può avere tutti questi atteggiamenti pensando erroneamente che gli servano come protezione. Quanto più lo analizzate e lo comprendete voi stessi, tanto più troverete che questo vale anche per voi, e quindi deve essere vero anche per gli altri. Dunque, quando le persone si comportano negativamente, non vi sentirete più spaventati o coinvolti personalmente, e non vi causerà più difficoltà. Questo può suonarvi impossibile, ma è vero.

  36. Quando una persona ha ampliato la sua coscienza e percepisce sprazzi della verità assoluta, si rende conto che non esiste qualcosa come il male, la cattiveria, il peccato e la malizia. Tutte queste cose prevalgono solo fino a quando si vive su questa sfera terrena con la visione limitata causata delle vostre stesse distorsioni. Una volta che siete andati al di là dello stato di errore, vedrete che tutto il male su questo piano terreno non è altro che un’arma difensiva, o piuttosto, un’arma pseudo-difensiva, perché in realtà ha proprio l’effetto opposto. Una volta capito il motivo del male e del peccato, non ne avrete più paura, non vi sentirete più personalmente coinvolti e quindi perderete il senso della sua realtà. Voi siete tutti in cammino per percepire questa verità, almeno fino ad una certa misura.

  37. Quando individuate e dissolvete le vostre conclusioni sbagliate, nulla più vi impedirà di amare e di essere liberi. A quel punto dissolverete quella parte che in voi si trovava nell’oscurità, che era egoista e poco amorevole a causa delle conclusioni sbagliate. Dopo aver trovato e rimosso l’errore, avrete una corretta idea della realtà, potrete amare senza paura e quindi vivrete senza peccato, se proprio volete usare questa espressione. Male e peccato sono i prodotti di un mondo illusorio, che esiste solo quando vivete nell’illusione, ma non sono la realtà assoluta. Quando elevate la vostra coscienza, vi liberate dall’illusione, e questa non avrà più alcuna realtà. Anche quando vedrete l’errore negli altri, con questa coscienza elevata vedrete attraverso di esso, ne comprenderete il significato, l’origine, e vi renderete conto del suo effetto temporaneo. Ad essere sinceri, l’errore, o peccato, non ha il benché minimo effetto sulla realtà; esso influenza soltanto coloro che ancora vivono nell’irrealtà.

  38. DOMANDA: Vorrei fare una domanda sulla Genesi. Nel Giardino dell’Eden, ci sono i due alberi: capisco perché il frutto dell’Albero della Conoscenza era proibito – perché dobbiamo ottenerlo lentamente da noi stessi, invece che vedercelo servito sul un piatto d’argento. Ma non capisco l’altro, quello dell’Immortalità. Dopo tutto, come spiriti siamo comunque immortali, e quindi abbiamo già mangiato il frutto. Perché è proibito?

  39. RISPOSTA: Si riferisce alla vostra vita sulla Terra, ovviamente. Si applica, proprio come per l’Albero della Conoscenza, allo spirito incarnato. Il significato di entrambi gli alberi non può essere in alcun modo applicato allo spirito liberato che vive nella realtà assoluta del mondo spirituale. Se gli esseri umani nascessero con l’intima convinzione, con l’intima certezza, non raggiunta grazie al lavoro di autosviluppo, di essere immortali nello spirito, mentre non sono ancora purificati, il loro istinto di sopravvivenza sarebbe troppo debole Gli esseri umani devono rimanere nell’incertezza nella misura in cui hanno ancora da risolvere i loro problemi e le loro confusioni interiori. È così per proteggerli. Essi non affronterebbero le difficoltà della vita terrena, e si impigrirebbero. Preferirebbero evolversi in maniera più lenta o accontentarsi di una coscienza poco più elevata che offrirebbe loro migliori condizioni, mentre mancherebbero dell’incentivo a liberarsi completamente in modo da entrare prima nello stato di unità. L’intero Piano di Salvezza giungerebbe a compimento molto più tardi se le persone non si attaccassero alla vita terrena per mancanza di certezze. Il divieto di questa conoscenza aumenta la velocità.

  40. D’altra parte, se l’intima percezione e convinzione dell’immortalità giunge come risultato del duro lavoro di sviluppo, non ridurrà la volontà di vivere sulla Terra. Al contrario, gli esseri sviluppati accoglieranno la vita sulla Terra in un altro senso, e anche più di prima, quando ancora si aggrappavano perché si sentivano incerti. La gioia della vita sulla Terra nella consapevolezza che esiste uno stato di gran lunga migliore è un effetto secondario dell’evoluzione spirituale, di uno stato di coscienza più alto. Coloro che hanno faticosamente raggiunto una coscienza più alta, sanno di essere immortali. Lo sanno perché, con il sudore del loro lavoro, si sono liberati dell’errore. Scopriranno poi la bellezza della vita terrena, non perché pensano che questa sia l’unica forma di vita, e ci si devono aggrappare, ma perché sanno che c’è di più.

  41. La mancanza di questo elevato stato di coscienza può rendere la vita sulla Terra più difficile; la prospettiva è piuttosto cupa in quanto si vive ancora nell’illusione del male e del peccato, per errore e per equivoco. Ma per quanto dura troviate la vita, se l’auto-distruttività non è esageratamente forte, vi attaccherete ad essa – la qual cosa è buona e importante. Tuttavia, se l’intima convinzione dell’immortalità – e non parlo di credenza – fosse data agli umani “su un piatto d’argento”, come dici tu, senza che ci sia una crescita organica dovuta all’auto-sviluppo, essi non si attaccherebbero alla vita. Non dico che queste persone commetterebbero necessariamente suicidio, ma il loro sforzo per mantenere viva la gioia di vivere, anche se si manifestasse raramente, e la loro capacità di vedere la bellezza in essa, non si risveglierebbe.

  42. Miei carissimi amici, mi ritirerò nel mio mondo lasciandovi di nuovo con divine benedizioni, con l’amore e la forza, e con tutto l’aiuto che possiamo dare ad ognuno di voi su questo sentiero. Possa la vostra volontà di lavorare per raggiungere la vera libertà, portarvi quella gioia che avete il diritto di avere e che potete avere con la vostra auto-liberazione. Siate benedetti, miei cari, siate in pace, siate in Dio!

Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 66 - Shame of the Higher Self
Il copyright del materiale della Guida del Pathwork® è di esclusiva proprietà della Fondazione Pathwork®
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