Lez. 49 - Ostacoli sul sentiero: vecchio materiale, false colpe e chi, io?
Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
10 aprile 1959
Traduzione in italiano di Simona Fossa
Revisione non ancora effettuata
Edizione Giugno 2016
- Saluti, amici miei. Dio vi benedica tutti, ognuno di voi. Noi del mondo spirituale siamo felicissimi quando abbiamo l’opportunità di aiutare gli esseri umani. E c’è veramente solo un unico aiuto, che è quello di aiutarvi a trovare in voi ciò che vi impedisce di trovare la felicità e la legge Divina.
- Molti esseri umani sorridono all’idea dell’esistenza delle forze del male, anche più di quanto sorridano all’ idea di Dio. Perché lo facciano è difficile a dirsi, perché il male, o antitesi del Divino, sfortunatamente nel vostro mondo è una realtà. Chiudere gli occhi alla realtà è irragionevole. Naturalmente, quando osservate il male all’esterno di voi, ne potete facilmente riscontrare l’esistenza negli altri. Se lo combattete negli altri, lo fate nel posto sbagliato. E se cercate il Divino all’esterno di voi stessi, avrete difficoltà a trovarlo. Dunque il solo posto dove cercare sia il male che il Divino è dentro di voi.
- Quando udite la parola “male” o “forze sataniche”, automaticamente vi figurate qualcosa di molto specifico e spesso drastico. Stabiliamo ora che cosa appartiene alla categoria delle forze dell’oscurità o del male. Esso non è solo la manifesta crudeltà e malvagità nelle sue forme più estreme, ma anche tutta l’ignoranza, tutto l’errore, tutte le deviazioni dalla verità in ogni forma possibile. Perché la verità è Dio.
- Su questo sentiero, nel lavoro che state facendo, trovate nelle vostre immagini una rigidità, un blocco. Giustamente le chiamate immaturità. In questo aspetto della vostra personalità siete rimasti bambini. A causa della vostra mancanza di conoscenza e di comprensione matura, le forze del male possono far presa su di voi senza che da parte vostra ci sia la deliberata intenzione di essere “cattivi”. Il male e la distruzione possono operare in voi attraverso l’equivoco di base che l’egocentrismo vi proteggerà dal male o vi ricompenserà. Farete un grande passo avanti, quando nelle vostre immagini riuscirete a rilevare questo errore di fondo. Fare questo non è facile perché non siete a conoscenza del vostro egocentrismo emotivo. Potete essere consapevoli delle vostre paure senza rendervi conto che vi derivano dall’essere troppo preoccupati della vostra persona e dalla paura di venire feriti. Trattenete l’amore e i sentimenti verso gli altri perché vi sembrano comportare dei rischi personali.
- Identificare ed esaminare le vostre immagini e le conclusioni sbagliate vi porterà alla fine a individuare il loro denominatore comune. L’atteggiamento costruttivo è quello di dire, “Nella mia ignoranza, credo – forse inconsciamente, almeno fino ad ora – che l’egoismo mi ricompenserà e mi proteggerà dal male. In che modo sono stato egoista? In che modo la mia conclusione era sbagliata da questo punto di vista? Qual è la conclusione giusta?”. Se considererete i vostri problemi interiori da questo punto di vista – dopo aver rintracciato le emozioni, le reazioni e le tendenze finora nascoste – sarete in grado di apportare un cambiamento nella vostra personalità, che alla fine cambierà la vostra vita.
- Vi sono tratti comuni a tutte le immagini, senza eccezione. Soltanto le proporzioni relative di questi tratti variano da individuo a individuo. In ogni immagine troverete sentimenti di inferiorità, sensi di colpa, ostilità, odio, aggressione, ignoranza, risentimento, egoismo infantile, paura e alcune altre forze ostruttive. Le persone più primitive esprimono questi loro tratti e li dirigono verso il mondo esterno. Mentre, incarnazione dopo incarnazione, gli esseri umani si sviluppano, si rendono finalmente conto che queste loro emozioni vengono viste come negative e sbagliate e che mostrarle apertamente è in realtà uno svantaggio Così nascondono gli impulsi distruttivi e causano in questo modo ostruzioni e conflitti fin giù nel profondo del loro essere – al contrario delle manifestazioni in superficie delle persone più primitive.
- Quando l’egoismo e l’egocentrismo sono presenti alla superficie, le ripercussioni si verificano direttamente ed esternamente. Le forze distruttive sono dirette apertamente verso l’altra persona per cui il risultato è altrettanto aperto. Tuttavia, quando le forze distruttive sono tenute sotto chiave, ricadono su sé stessi e influiscono sugli altri solo indirettamente, provocando conseguenze indirette. Inconsciamente scegliete quest’ultima soluzione, riconoscendo che la maniera aperta e diretta di agire è sbagliata, ma ancora non capite che anche l’altra soluzione è ugualmente sbagliata e porta a risultati ugualmente svantaggiosi. L’unica soluzione è imparare, a poco a poco, a sbarazzarsi dell’egoismo. Questo lo potete fare riconoscendo innanzitutto dove nel profondo, sotto la superficie della vostra coscienza, le emozioni sono orientate in maniera totalmente sbagliata. Poi dovrete imparare quanto sia dannoso l’egoismo – dannoso non solo per le persone con cui entrate in contatto, ma dannoso anche per voi stessi. E l’egoismo non è meno dannoso se viene nascosto e coperto da atteggiamenti superficiali che appaiono tutto al contrario.
- Finché cercherete di respingere i sentimenti più profondi a causa di un esteriore o interiore “devo”, non supererete l’egoismo. Questo “devo” indica che c’è non solo un forzare voi stessi – e come sapete, le emozioni non rispondono alle forzature – ma anche un motivo impuro. Vorreste presto farla finita con le tendenze indesiderate, che non riscuotono ammirazione perché vi fanno apparire in una luce poco lusinghiera. Questo motivo è la prova dello stesso egoismo che volete eliminare e quindi non potete riuscirci, a parte l’elemento di forzatura. Ma se volete sbarazzarvi dell’egocentrismo per sincero rispetto verso gli altri, perché volete portare felicità e amore nel vostro ambiente indipendentemente dalle offese che potreste ricevere, allora l’intenzione è pura e alla fine riuscirete. Con l’aiuto di Dio vi libererete veramente dalle catene dell’errore causato da un egoismo tanto distruttivo. Non seppellirete le emozioni egoistiche né eviterete di porvi attenzione, ma le porterete allo scoperto e le osserverete attentamente.
- So di aver già ripetuto tutto questo molte volte, ma adesso mi sto rivolgendo ai livelli emotivi che state portando allo scoperto tramite la ricerca di sé, e non alla vostra conoscenza intellettiva superficiale. Cercate di applicare tutto ciò ai riconoscimenti che avete fatto e che state continuando a fare, alla vostra reazione emotiva che a prima vista sembra non aver nulla a che fare con tutto questo, con le cose che, su questo cammino, avete scoperto di voi.
- Quando vi imbattete in nuove scoperte e tirate fuori dalla vostra mente inconscia una reazione emotiva che sta creando conflitti nella vostra anima e nella vostra vita, potete trovarvi ad affrontare due tipi di ostacoli. Chiaramente, in un primo momento, tali riconoscimenti sono sgradevoli da affrontare. I due ostacoli sembrano contraddirsi l’un l’altro, ma potreste incontrarli entrambi. Il primo è la tendenza a liquidare la scoperta di qualcosa dentro di voi con la scusa che – a livello superficiale – lo avete sempre saputo. Siete tentati di mettere da parte il tutto, dicendo, “Lo so già. Non c’è niente di nuovo”. State attenti a questo pericolo, amici miei. La maggioranza delle vostre scoperte avrà a che fare con caratteristiche e tendenze che, sia pure in modo vago, conoscete già.
- Se la vostra ricerca vi mostra nuovamente una tendenza già riconosciuta, significa che non l’avete ancora usata in modo corretto. Non l’avete ancora completamente assimilata. Non avete ancora fatto i collegamenti tra quella e altre tendenze. Non avete ancora capito pienamente il significato e le conseguenze di quella tendenza. Perciò è necessario continuare a lavorare con il riconoscimento. Dovete scoprirlo daccapo, come se aveste a che fare con qualcosa di nuovo. Solo a questo punto sarete in grado di capire la reazione a catena che quell’atteggiamento errato ha causato dentro di voi, danneggiando alla fine anche i vostri rapporti con le altre persone, ripercuotendosi su di voi sia all’interno che all’esterno.
- Quindi fate attenzione alla reazione, “Oh, ma io questo lo so già”. Se la vostra scrupolosa ricerca vi fa affrontare un riconoscimento che già conoscete, trattatelo come se lo aveste scoperto per la prima volta. Se è questo che trovate, deve essere quello che ancora una volta avete bisogno di ritrovare. L’emergere dal vostro inconscio di quella particolare tendenza vi dice, “Mi ritroverai tutte le volte che sarà necessario. Se ti accadrà di ritrovarmi di nuovo, significherà che non l’hai usata fino in fondo”.
- L’altro ostacolo su questo sentiero è l’esatto opposto del precedente. Col passare degli anni, vi siete fatti una certa idea di voi stessi. Siete conosciuti a voi stessi, ai vostri amici e alla vostra famiglia per essere una persona con certe predominanti qualità e difetti. Nel vostro inconscio però, potete trovare alcuni tratti così contrari a quelli che in genere pensate di avere che li negate dicendo, “È assurdo, non può essere vero”. Siete così convinti di essere l’opposto di quello che avete scoperto che semplicemente non ci trovate un senso. Trascurate il fatto che entrambi possono essere veri. Per voi è difficile accettare queste cose nuove e rivoluzionarie nella vostra anima perché siete abituati a pensare in termini di “questo o quello”. Se siete quello che la scoperta vi mostra, credete allora che la tendenza esterna e conosciuta debba essere falsa, perciò non riuscite ad accettare la nuova scoperta. Ma dovete capire bene che si può essere divisi in una particolare tendenza: in certi aspetti del vostro essere potete avere la caratteristica che già conoscete; e in altri aspetti – dove ci sono ostruzioni – avere esattamente la caratteristica opposta.
- Supponiamo che una delle vostre qualità più importanti sia la generosità. Sapete quanto siete generosi. E tutti coloro che sono sempre stati in contatto con voi lo sanno. Eppure, all’improvviso, trovate in voi una tirchieria, un’avarizia, se non altro a livello emotivo. E se chiedete agli amici che vi conoscono meglio, “È vero? Sono tirchio?” essi certamente vi risponderanno, “No, sei proprio l’opposto”. E non lo diranno per gentilezza. Penseranno sul serio che siete una persona molto generosa, dato che avete dimostrato la vostra generosità in tutte le vostre azioni. Eppure, nel profondo, ci sarà un angolo in cui siete particolarmente ingenerosi. Quindi entrambe le tendenze sono reali. Facciamo un altro esempio e supponiamo che siate conosciuti come una persona molto coraggiosa. Può trattarsi della vostra qualità più spiccata, che manifestate in molti aspetti della vostra vita. Siete convinti che in voi non vi sia traccia di codardia. Così imbattendovi in una vena di codardia, potreste rigettare la scoperta che vi sembra insensata.
- Quindi fate attenzione a entrambi gli ostacoli al progresso, cari amici. Le reazioni alle scoperte che fate sono della massima importanza, perché solo dalle vostre reazioni potete determinare il vostro progresso e la vostra riuscita.
- Un altro punto che vorrei discutere stasera riguarda la vostra reazione ai sensi di colpa. Come ho detto prima, tutti hanno sensi di colpa. Ogni immagine ne è intessuta. È importante comprendere che ci sono due tipi di colpa – quella giustificata e quella ingiustificata. Spesso, inconsciamente, usate una colpa ingiustificata, assurda, come schermo dietro cui nascondere la vera colpa. Perché? Perché nel profondo sapete che la colpa ingiustificata è ridicola. È come dire, “Vedete, mi dichiaro colpevole, ma non ho un reale motivo per farlo”. Non potete eliminare quella voce assillante che vi ricorda quello che dovrebbe essere effettivamente ammesso, affrontato e cambiato. E siccome non lo volete fare, cercate inconsciamente qualcosa per la quale non potete essere biasimati. Così vi mettete a discutere con la vostra voce interiore sull’assurdità della colpa, cercando di convincerla che non c’è ragione di disturbarvi. Naturalmente tutto questo succede a livello inconscio. Per ironia, la vera colpa può essere di gran lunga minore della colpa assurda che usate come un muro dietro al quale nascondervi.
- Quali sono le colpe assurde? Sono principalmente tutti quei sensi di colpa che provate per il fatto di non essere perfetti. Voler diventare perfetti è encomiabile. Non smetterò mai di raccomandarvi di provare a sostituire l’odio, il risentimento, l’aggressività con l’amore e l’altruismo. Ma prima di riuscire a farlo, dovete riconoscere e accettare il vostro attuale stadio evolutivo – la vostra attuale incapacità a sentire diversamente da come sentite – invece di voler diventare immediatamente più di quanto ora siete. Se vi sentite in colpa perché siete ancora come siete, vi impedite di raggiungere proprio l’obiettivo che volete. Lo so, amici miei, che mi ripeto spesso su molte cose, ma devo farlo. Voglio sottolineare che è ingiustificato sentirsi in colpa per non essere perfetti adesso. Questa colpa ingiustificata si estende in tutte le aree della personalità umana. Se tutti voi che lavorate su questo sentiero vagliate le vostre immagini da questo punto di vista, troverete dove le vostre colpe sono ingiustificate.
- Un’altra colpa ingiustificata – alimentata da un’immagine di massa – è la vostra reazione al desiderio sessuale. Tutti si sentono in colpa per questo, se non in superficie, dove siete stati condizionati da influenze intellettuali, certamente nel profondo delle vostre emozioni. Sentirsi in colpa a causa del desiderio sessuale è ingiustificato e assurdo. Può darsi che la vostra energia sessuale non fluisca nel canale corretto perché non si fonde con l’amore. Questo avviene proprio perché vi siete sentiti in colpa per questo desiderio e avete soppresso il più possibile la consapevolezza di questo senso di colpa. Ne deriva che il vostro desiderio sessuale non poté maturare con il resto della personalità e integrarsi con i sentimenti calorosi, amorevoli, generosi e disinteressati. Al contrario, è rimasto infantile nel suo egoismo. Il vostro inconscio problema sessuale va trovato quindi nell’errata direzione e nella separazione del vostro desiderio sessuale, piuttosto che nella sua esistenza. La sua presenza non è una valida ragione per sentirsi in colpa. Quando cercate di eliminare qualcosa che vi sembra sbagliato, agite in base a un equivoco e poi vi sentite in colpa perché non ci riuscite. Il rimedio non è cancellare il desiderio sessuale, ma smettere di aver paura di amare – rinunciare a una paura che è di natura egoistica. Se vi permettete di amare, il vostro desiderio sessuale si fonderà con l’amore e non ci sarà più nessuna ragione di sentirsi in colpa per il sesso. Cercate di capirlo, cari amici. Cercate di capire quanto sia confuso il vostro pensiero inconscio. Vi sentite in colpa per una forza che vi deriva da Dio invece di sentirvi in colpa per la vostra paura di amare, che è nata dall’egoismo e dalla separazione. Combinate il desiderio sessuale con l’unica e sola realtà e rimedio nell’universo – l’amore! Potete combinare l’amore e l’energia sessuale solo sviluppando la vostra anima proprio sul sentiero che state prendendo.
- Così qui abbiamo alcuni ingiustificati sensi di colpa molto comuni. Qual è, dall’altra parte, un giustificato senso di colpa? Quando ferite il prossimo nell’ignorante convinzione che l’egoismo vi protegga – sia che facciate del male attivamente o passivamente, per azione od omissione – allora la vostra colpa è giustificata. Distinguete chiaramente, miei cari amici, tra il senso di colpa per non essere perfetti nello stato in cui vi trovate e il senso di colpa dell’offensiva volontà personale. L’essere imperfetti non dovrebbe, di per sé, farvi sentire in colpa. Ma il senso di colpa per il male che infliggete agli altri – non importa quanto involontario – a causa delle vostre imperfezioni, della vostra cecità e della vostra ignoranza è una colpa giustificata che dovreste affrontare onestamente e coraggiosamente. C’è un’enorme differenza, per quanto fine e sottile, fra i due tipi di colpa che ho descritto. Rifletteteci bene, è molto importante.
- Quale dovrebbe essere il vostro atteggiamento verso la colpa giustificata? Cosa sarebbe sano e costruttivo? Potreste dire a voi stessi, “Nel passato non sono riuscito a fare altrimenti. Ero ignorante, cieco ed egoista. Ero troppo vigliacco per avere il coraggio di amare e di dimenticare il mio piccolo ego. Ammetto di aver fatto del male ad altre persone con questo mio atteggiamento, ma ora sono disposto a imparare esattamente come le ho ferite. Non fa alcuna differenza se ho fatto del male con atti, parole, pensieri o reazioni emotive; per quello che ho fatto o che ho omesso di fare. Ora voglio davvero cambiare. Con l’aiuto di Dio ci riuscirò. Per farcela devo vedere chiaramente il male diretto e indiretto che con il mio atteggiamento ho inflitto agli altri”. A questo punto, pensate al male che avete fatto agli altri. Chiedete a Dio di darvi l’intuizione per capire. Abbiate il coraggio di addossarvi la vostra responsabilità senza l’orgoglio dei falsi sensi di colpa distruttivi che vi fanno esagerare la vostra stessa “cattiveria” e che vi portano a sentirvi senza speranza.
- Nel momento in cui riconoscete il male che avete inflitto agli altri, potete avere tre possibili reazioni sbagliate: sentirvi irrecuperabili – i sensi di colpa negativi e distruttivi che vi portano a disperare di voi stessi; auto-giustificarvi – biasimare gli altri degli errori reali o immaginari che vi hanno “costretto” a reagire in quel modo; negare – il timoroso rifiuto di guardare a quelle imperfezioni che non rientrano nell’immagine che avete di voi stessi. In momenti diversi, potete provare una qualunque di queste tre reazioni. Fate attenzione a ognuna di esse! Trovate la via giusta: sentite quello che sente la persona che avete ferito, addossatevi la colpa giustificata, desiderate cambiare, desiderate abbandonare la vostra paura di amare. Questo atteggiamento è sano e costruttivo. Il dolore che provate quando vi rendete conto del male che avete involontariamente inflitto – un male involontario perché lo avete commesso a causa delle conclusioni sbagliate delle vostre immagini – è salutare: vi darà l’incentivo per annullare la paura e l’egoismo.
- Il mio consiglio, cari amici, è che ogni volta che conquistate una conoscenza di base delle vostre immagini e delle conclusioni che ne traete, per fare chiarezza, separate i sensi di colpa giustificati da quelli ingiustificati. Trovate dove potreste aver fatto del male agli altri a causa delle vostre conclusioni sbagliate, direttamente o indirettamente, nelle azioni o nelle intenzioni. Se avete il coraggio di provare un sincero rimorso per il male che avete involontariamente inflitto agli altri, se ve ne assumete la responsabilità e lo affrontate, ciò vi darà molta più forza di quanto pensiate. Incoraggerà un atteggiamento sano e costruttivo. Metterà in moto la forza vitale nella vostra anima. Perché, tra le altre cose, la forza vitale significa verità e coraggio. Accettare la colpa giustificata significa essere nella verità e richiede coraggio. La forza vitale filtrerà allora attraverso tutti i vostri tortuosi canali e agirà in modo tale che, lentamente ma di sicuro, dissolverete tutta la distruttività delle forze del male che imperversano in voi a causa della vostra ignoranza e della vostra immaturità emozionale.
- Ci sono domande su questo argomento?
- DOMANDA: La prima domanda si riferisce all’ultima espressione che hai usato. Potresti per favore definire che cosa intendi per maturità emozionale?
- RISPOSTA: Maturità emozionale è, innanzitutto, la capacità di amare. Molte persone suppongono di possederla. La maturità emozionale è ovviamente qualcosa che va per gradi. Ma dove esiste la paura di venire offesi, di rimanere delusi, paura degli incerti della vita, non c’è maturità emozionale. Essa non contempla alcun egoismo. Questo riferito alla Terra, naturalmente; ma in questa sfera di esistenza, non può essere totale. Più siete egoisti e più siete immaturi. Potete essere estremamente altruisti nelle piccole cose esteriori ma l’altruismo esteriore può camuffare il vostro egoismo emozionale o egocentrismo. Potete regalare tutto ciò che possedete e tuttavia aver paura di amare o di rischiare di restare feriti, e così facendo vi negate all’amore altrui. Siete quindi emozionalmente immaturi, nonostante possiate aver raggiunto la maturità intellettuale. Maturità emozionale significa non temere di pagare alla vita il suo prezzo. E quel prezzo include un’occasionale offesa o delusione. La persona matura lo sa, se lo aspetta e lo accetta, e comprende che ne vale la pena. Quando vi rinchiudete in voi, diventando egocentrici, frustrate non solo gli altri ma anche voi stessi. Maturità emozionale significa anche non temere le vostre emozioni: se nutrite emozioni negative non sarà la vostra paura a farle scomparire. Al contrario, solo affrontandole potrete comprenderne l’origine, la ragione. Solo allora potrete acquisire un reale controllo su di esse, piuttosto dell’illusorio controllo che vi sembra di ottenere sopprimendole. Con la maturità emozionale, non temerete più nemmeno i vostri sentimenti positivi, perché accetterete un’offesa occasionale. Verso gli altri sarete disponibili a esprimere i vostri sentimenti positivi, piuttosto che trattenervi, perché circondare il prossimo con calore umano, benessere e tenerezza sarà più importante di qualsiasi cosa possa accadervi dopo.
- Maturità emozionale significa essere capaci di prendere ferme decisioni e accettare di non poter avere “la botte piena e la moglie ubriaca”. A livello inconscio, la maggior parte della gente vuole avere sempre entrambe, cosa che la fa cadere in un conflitto sia con se stessa che con l’ambiente circostante. La persona emozionalmente matura sa che c’è sempre un prezzo da pagare. Maturità o salute emozionali significano sapere ciò si vuole, volere ciò che è possibile ed essere disposti a pagarne il prezzo. Sbarazzarsi dell’egoismo a tutti i livelli del vostro essere, raggiungere le profondità delle reazioni inconsce – che possono essere diametralmente opposte alle vostre reazioni esteriori – arrivare a comprenderle pienamente significa ottenere la vera maturità emozionale.
- Queste sono verità universali, insegnate in tutte le religioni e le filosofie di un qualche valore. L’umanità ha cercato per lungo, lunghissimo tempo di vivere all’altezza di queste idee. Eppure ha largamente ignorato il pericolo dell’auto-inganno, ha ignorato l’abitudine di sfruttare i numerosi strati della coscienza per nascondere le reazioni che non si conformano a quelle verità. Perciò troverete spesso persone che esteriormente agiscono in accordo alle verità universali, ma percepirete che il loro comportamento non è del tutto genuino. Interiormente stanno nascondendo molte reazioni contrarie alle verità spirituali universali.
- Il sentiero sul quale ho il privilegio di guidarvi, vi farà evitare questi pericoli; le vostre reazioni esteriori e interiori saranno in perfetto accordo. Dunque, chiariamo il nostro scopo: vogliamo trovare quella parte di voi ancora poco evoluta, dove le vostre reazioni egoistiche sono ancora primitive. Riconoscere il vostro egoismo all’inizio potrà essere uno shock, perché è del tutto diverso dalle vostre reazioni esteriori sinceramente sentite. Sia che quelle reazioni siano davvero sincere, cioè le migliori che potete avere, o che siano piuttosto un’ipocrisia inconscia, per poter guardare dritto nella vostra anima, la maschera esteriore deve venire dissolta. Vi troverete molte tendenze e sentimenti diametralmente opposti a ciò che credevate di essere.
- La vostra maschera non vi ha portato la gratificazione che speravate di ottenere e alla fine questo vi ha fatto arrabbiare. Quando inconsciamente avete indossato la maschera di bontà, potreste averla curvata all’indietro per cercare di nascondere quel che nascondeva. Ora vi sentite maltrattati, sfruttati, senza capire che non è stata la bontà sincera a rivoltarvisi contro, quanto piuttosto una “bontà” falsa e compulsiva. Tirando delle conclusioni sbagliate, ora potreste essere tentati di schierarvi all’estremo opposto e con il vostro comportamento esprimere la parte che avete scoperto dietro la prima maschera di altruismo, credendo che così sarete perlomeno coerenti con voi stessi. Sì, questa parte esiste in voi e dovete prenderne atto. Ma riconoscete che anche ribellione e rabbia formano solo uno strato superficiale quindi non date loro tanta importanza. Trovate in voi quella parte che sa mantenere il giusto equilibrio. Il vostro vero sé non è né buono come appare in superficie, né “cattivo” – cioè pieno di odio, aggressività, ribellione e rabbia – come appare dietro alla vostra maschera. Tutte le vostre reazioni negative si riducono essenzialmente ad un’unica reazione alle incognite della vita, il risultato delle vostre errate conclusioni emotive. Prendete atto della vostra rabbia e ribellione, sperimentate ciò che avete represso tanto a lungo, ma non consideratela la verità definitiva su voi stessi, come se foste una persona capace di agire e di esprimere tutti quei sentimenti turbolenti. Scoprite la differenza tra il sopprimere quelle emozioni e l’accettarle quali sintomi della vostra ignoranza sulle risposte relative alla vostra vita e del non aver ancora trovato la chiave del vostro essere.
- Cercate di comprendere questo approccio, miei cari, così potrete evitare inutili trappole. Per trovare risposta agli eventi della vostra vita, dovete esercitare il coraggio di ammettere l’esistenza del secondo strato negativo dentro di voi, senza restarvi intrappolati. Dovete riconoscerne la falsità, come avete riconosciuto la falsità della maschera di bontà che avete costruito sulla base di conclusioni sbagliate. Allora potrete essere onesti con voi stessi, senza sopravvalutare il nuovo strato che avrete scoperto. Alla fine comprenderete che il vostro precedente “altruismo” era inefficace perché falso, ma non perché lo sia l’altruismo in se stesso. Questo approccio vi condurrà sicuramente alla maturità emozionale. Farà di voi uomini e donne veri. Dico questo con cognizione di causa; non ho detto esseri umani, dico uomini e donne. Perché non si può definire veramente uomo o donna chi non abbia raggiunto una maturità emotiva.
- DOMANDA: Vorresti per favore spiegare il motivo della stanchezza che opprime tanta gente, specialmente in primavera?
- RISPOSTA: La stanchezza è sempre un segno che la forza vitale del corpo animico è stata usata male. La stanchezza deriva dal sopprimere le forze distruttive, impedendo alla luce della coscienza di dirigerle nei canali corretti, là dove alla fine si dissolveranno. Se ostilità e aggressività vengono represse, se le paure vengono represse senza essere affrontate, se l’odio viene ignorato perché odiare non corrisponde al vostro ideale e vi fa sentire in colpa, l’unità del sé viene distrutta. Questa auto-distruzione assume diverse forme e genera differenti sintomi a seconda degli organismi. La stanchezza è uno di questi.
- La primavera è la stagione in cui la natura rinasce. La forza vitale penetra ogni cosa in grado di crescere: piante, alberi, erba, fiori, frutti, vegetali, il mondo animale, persino il mondo minerale. E lo stesso dovrebbe avvenire nell’essere umano. Quando un essere umano è in armonia con l’universo, quando l’anima si evolve invece di ristagnare, allora la primavera ravviva e rafforza. Ma se ci sono delle ostruzioni, questo non può avvenire. Un’ostruzione è costituita da un elemento estraneo alla forza vitale divina. Ingannare sé stessi equivale a negare la verità, e ciò che è contrario alla verità è contrario alla forza vitale. Sopprimere le emozioni è sempre un auto-inganno, perciò quando esistono soppressione o auto-inganno, la forza vitale non può rigenerarvi. Al contrario, avrà su di voi un effetto negativo, perché quando nell’anima si scontrano due forze opposte avviene una sorta di corto circuito. La forza vitale vuole pervadervi e circondarvi anche all’esterno, dato che nel profondo della vostra anima c’è l’intero universo e quindi una sorgente di forza vitale. Ma questa forza non può riempire il vostro essere se è già saturato da forze contrarie.
- Senza soppressione e auto-inganno la primavera vi ravviverebbe. La fatica è sintomo che state evitando di lavorare sulla conoscenza e l’introspezione. Fate sì che la fatica agisca da incentivo a moltiplicare intenzione e sforzi per abbattere la resistenza ad affrontare voi stessi, perché solo allora potrete diventare realmente un sano tutt’uno di corpo, anima, spirito, nei sentimenti e nella mente. Siate grati per ogni sintomo che vi mostra la vostra condizione interiore.
- DOMANDA: La mia domanda riguarda Giobbe. Per quali fallimenti o difetti dovette soffrire così tanto nella vita?
- RISPOSTA: Per mancanza di auto-conoscenza e per l’auto-inganno indotti da orgoglio e paura. In lui c’era l’impazienza di voler essere già perfetto – un’impazienza connessa all’ orgoglio spirituale. Usava il suo desiderio di bontà per sopprimere istinti fondamentali, invece di affrontarli con coraggio e sincerità.
- DOMANDA: È vero, come hanno affermato alcuni suoi interpreti, che Giobbe aveva assunto il ruolo di patriarca meritevole di tutta la grazia di Dio – in altre parole che si riteneva scevro da errori?
- RISPOSTA: Sì, quello è l’orgoglio. Sotto quell’aspetto, e non solo in quello, c’era orgoglio. E manifestò una grandissima ostinazione, che lo spingeva a voler credere di essere già arrivato ad un livello che solo un duro lavoro e l’umiltà di voler indagare in sé stessi possono garantire.
- DOMANDA: Vorresti per favore ripetere quanto hai già detto in passato, riguardo all’aspettativa, soprattutto in termini di “pensiero positivo” quale opposto all’accettazione?
- RISPOSTA: Ciascuno di questi comportamenti religiosi ha una forma sana, che si fa distorta quando li spingete all’estremo. Compreso in modo corretto, il pensiero positivo significa sapere che alla fine tutto deve volgersi al bene, perché il potere di Dio è la verità assoluta che non può essere conquistata da forze distruttive. Ma questo non significa che possiate semplicemente sbarazzarvi degli effetti dei vostri errori presenti e passati. A qualche livello della vostra personalità quegli errori permangono, dovete accettarli e attraversarli. L’atteggiamento più costruttivo è quello di avere una positiva accettazione di voi stessi e dei rischi della vita. Questo include l’umiltà di accettarvi per come siete adesso – senza aspettarvi una vita perfetta quando perfetti non siete ancora – e il coraggio di affrontare voi stessi e la vita per come sono.
- Il pensiero positivo, se portato all’eccesso, impedisce di affrontare la realtà del momento. Può aver successo solo quando si è già raggiunta una qualche perfezione interiore di base, altrimenti non può che fallire generando disappunto. Credere che, ricorrendo ad una banale formula, si possano eliminare problemi della personalità profondamente radicati – problemi che per dissolversi richiedono pazienza e perseveranza – significa agire superficialmente.
- Anche l’accettazione può essere spinta all’eccesso e mal interpretata. Nella sua forma sana, l’accettazione serve a farsi carico delle imperfezioni individuali e delle loro conseguenze, a riconoscere che non si può cambiare di colpo semplicemente con un atto di volontà. Essa implica l’umiltà e la pazienza di considerare qualsiasi risultato spiacevole come una risanante medicina. Tuttavia, non significa diventare pessimisti o restare in attesa di eventi negativi, quando non sono necessari. Se mal interpretata, l’accettazione alimenta tendenze masochiste, disperazione e il tipo di rassegnazione che non solo non è necessaria, ma anche dannosa. Alimenta sensi di colpa sbagliati con i quali l’individuo si auto punisce.
- In entrambi questi atteggiamenti religiosi di base, dovete differenziare la forma giusta da quella sbagliata. Il tipo sbagliato di pensiero positivo è caparbio e impaziente. Il tipo sbagliato di accettazione alimenta il vittimismo, dove la vittima siete voi. Per reazione, da un estremo si passa sempre all’estremo opposto. Ma la via corretta è quella di mezzo: accettare gli effetti delle vostre imperfezioni e sperimentarli in uno spirito di coraggio e umiltà. Pagando questo prezzo troverete felicità e pace; sopportare la croce di cui voi sempre vi caricate, vi darà pace. Accettate il fatto di non poter cambiare le vostre emozioni a gran velocità, cosa che invece l’interpretazione sbagliata del pensiero positivo tenta di fare. Alla fine le vostre emozioni incominceranno a cambiare, ma solo dopo che le avrete accettate.
- DOMANDA: In altre parole, l’aspettativa di fallimento o di successo verso un obiettivo non ha nessuna influenza? Non ha importanza se si affronta un’impresa con un atteggiamento di sfiducia?
- RISPOSTA: La disposizione d’animo ha sempre un’attinenza, ma non si può dire che un atteggiamento positivo porti buoni risultati e un atteggiamento negativo risultati cattivi. Finché non vi conoscerete a fondo, potete avere un atteggiamento positivo a livello conscio mentre inconsciamente la pensate all’opposto. Questo può accadere per diversi motivi, tra i quali quello di non sapere affatto ciò che veramente volete. Non comprendendo le ragioni, quando questo conflitto sfocia in un esito negativo, rimanete delusi e vi perdete d’animo. All’estremo opposto, certe persone assumono sempre un atteggiamento negativo per paura delle delusioni; cercano di evitarle usando come schermo l’atteggiamento negativo. Così sotto un atteggiamento sia negativo che positivo può nascondersi qualcos’altro.
- Non è tanto importante quello che pensate consapevolmente. È molto più importante imparare a diventare consapevoli di quel che pensate a livello inconscio. Una semplice formula mentale non può mai essere veramente efficace nell’ottenere ciò che volete a livello conscio. Avete bisogno di comprendere il vostro sé interiore, le vostre reazioni inconsce, i vostri conflitti e problemi interiori. Solo mediante quella comprensione troverete il giusto atteggiamento verso una prospettiva futura, una speranza o qualsiasi altra cosa nella vostra vita.
- Finché non raggiungerete la giusta conoscenza, l’atteggiamento che vi consiglio è la neutralità: lasciate andare la vostra volontà senza tendere né all’ottimismo né al pessimismo; pensate solo a imparare da tutto quel che vi accade, Interpretate ogni evento come un segnale del punto in cui vi trovate e di quali problemi dovete affrontare. Considerate tutti gli avvenimenti come riflessi delle vostre reazioni inconsce. Osservando le vostre emozioni, alla fine penetrerete in voi stessi fino a intuire ciò di cui avete bisogno per una più completa auto-conoscenza. Qualsiasi cosa vi accade ora è soprattutto un modello ripetitivo creato dalle conclusioni tratte dalle vostre immagini. Centrare l’attenzione nel riconoscere le radici interiori alla base degli eventi esterni della vostra vita, vi darà la chiave di lettura. Fino a questo punto tutta la vostra personalità può aver lottato contro tali riconoscimenti.
- Non c’è nessuna chiave miracolosa. Niente può essere veramente risolto se non comprendete le vostre motivazioni e tendenze inconsce. A volte possono apparire efficaci delle misure esterne, ma in realtà il problema della vostra vita può essere risolto solo quando superate la resistenza a guardarvi dentro – quando abbattete le barriere difensive interiori. Difensive verso cosa? Perché dovete difendervi? Quando sentite in voi quella resistenza e quella lotta, fatevi questa domanda. In questo momento sto parlando a tutti voi, amici miei – e vedrete che non avrete bisogno di una regola imposta dall’esterno per tenere il giusto comportamento nelle diverse situazioni della vita. Questa regola non è che una stampella.
- Una volta arrivati a conoscere la vostra mente inconscia, sarete semplicemente voi stessi in modo naturale; prenderete la vita come viene. Avrete successi e fallimenti. La vita deve apportarvi entrambe queste esperienze; sarete in grado di affrontarle entrambe, ed entrambe vi renderanno forti. Se una persona è troppo preoccupata dell’atteggiamento da tenere per fronteggiare fallimenti o delusioni, è un indizio di quanto essi siano grandemente temuti. E se ne avete così tanta paura, mancate di sana resistenza. Intendo resistenza in senso positivo, quella che si oppone alla malattia, e non quella che dovrebbe sparire nel percorrere il sentiero dell’auto-conoscenza. La paura è una malattia.
- Ora, miei carissimi amici, ricevete l’amore di Dio e le energie della verità, che affluiscono in voi; penetrano e riempiono il vostro cuore. Rallegratevi della verità, imparate la gioia che suscita scoprire la verità che avete temuto e che può non essere lusinghiera, perché quella è una grande gioia. Imparate questa sana attività. Rafforzatevi in essa e incontrate la vita come è giusto fare. Perché in questo modo diverrete uomini e donne capaci d’amare. Siate nella pace. Siate benedetti. Siate in Dio.
Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 49 - Obstacles on the Path: Old Stuff, Wrong Guilt, and Who, Me?
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