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Lez. 245 - Causa ed effetto nei vari livelli di coscienza

Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
16 novembre 1977

Traduzione in italiano di Daniele Buratti
Revisione non ancora effettuata
Edizione Ottobre 2017

  1. Miei cari amici. La benedizione divina vi raggiunge tutti con il fluire di questa lezione attraverso lo strumento umano. La benedizione perdura; essa rimane e attende con calma la vostra disponibilità. Fiorirà pienamente in voi quando avrete preparato il terreno.

  2. Il tema di questa lezione - causa ed effetto - non è tra i più semplici da affrontare sul piano tridimensionale. Inizierò dicendo che al livello più basso della scala di sviluppo della coscienza non c’è causa ed effetto, o sembra non esserci. Se si alza il livello di coscienza, appaiono nuovi orizzonti; gli effetti risultano collegati a cause in precedenza considerate inesistenti. All’apice dello sviluppo, dove la coscienza è pervasa interamente dal divino, causa ed effetto cessano di esistere.

  3. Come accade in tanti altri aspetti della realtà cosmica, anche qui le forme alte e basse di coscienza hanno caratteristiche comuni. Eppure, esse differiscono enormemente in contenuto, atteggiamento e in pensieri e sentimenti di fondo. Per voi è relativamente facile capire che la coscienza primitiva vede il mondo come una serie di eventi non collegati, indipendenti da causa ed effetto. Probabilmente è molto più difficile per voi capire che nel più alto regno dell’essere causa ed effetto non esistono più. È estremamente difficile descrivere questo stato con il linguaggio umano.

  4. Nella sfera della vostra presente realtà ogni azione comporta delle conseguenze. È molto più difficile vedere la stessa relazione tra i vostri pensieri, o i sottili atteggiamenti interiori, e le circostanze generali della vostra vita. Quanto più una persona è sviluppata, tanto più essa sarà in grado di percepire causa ed effetto sui livelli meno evidenti. In questo percorso, lo sviluppo di tale percezione è fortemente enfatizzato e diventa gradualmente più acuto.

  5. Se commettete un atto evidente - poniamo che uccidiate qualcuno - le conseguenze sono ovvie. Ma se diffamate un altro essere umano con accuse discutibili, malanimo, cecità o caparbietà; se non gli concedete il beneficio del dubbio e non cercate di essere aperti e creare una realtà diversa, usando una comunicazione onesta con quella persona, i vostri pensieri la uccidono.

  6. Una siffatta ”uccisione” segreta comporta le stesse gravi conseguenze di un’uccisione fisica. All’inizio potrebbe non essere facile percepire gli effetti di tali azioni. Ma procedendo nella crescita e innalzando il livello di coscienza, vedrete che esiste una connessione precisa tra causa ed effetto, perfino quando la causa non è un atto evidente ma un pensiero nascosto precedentemente ignorato.

  7. Nel vostro mondo tridimensionale e nel vostro attuale stato di coscienza, in molti ambiti vi ritrovate a metà strada. Il vostro mondo non è né tutto buono né tutto cattivo. La vostra personalità non è né tutta buona né tutta cattiva. Non vivete né in paradiso né all’inferno. Voi rappresentate una combinazione degli opposti. Molti tra voi dubitano che esistano altri mondi, altri regni, e quindi altri stati di coscienza. Il vostro stare nel mezzo dovrebbe indicarvi chiaramente che la vostra sfera non può assolutamente essere l’unica realtà dell’universo. Se c’è qualcosa di buono in voi e nel vostro mondo, devono esistere cose ancora migliori. Pertanto deve esistere anche un piano di bontà che pervade tutto. Lo stesso vale per le cose cattive: se in voi e nel vostro mondo c’è un po’ di male, devono esistere anche sfere di coscienza in cui c’è ancora più male e, infine, in cui tutto è male.

  8. Siete a metà strada anche riguardo a causa ed effetto, o meglio, alla loro percezione. Non è l’oggetto della vostra percezione che cambia. È la vostra visione a cambiare con il crescere.

  9. Un atto è irreversibile. Le sue conseguenze momentanee sono irreversibili. Potete modificare l’atto, in seguito, e tentare di correggerlo se capite che era un errore. Potete vedere la corrente interiore che vi ha portato a compiere un atto, usarlo come materiale per elevare la vostra coscienza e allargare visione e percezione. In questo modo potrete, nel tempo, neutralizzare gli effetti di un atto negativo. Ma per ora l’atto è irreversibile e le conseguenze non si possono annullare. Se per il momento ci sono delle conseguenze risultanti da un atto ma che, con il passare del tempo, si possono eliminare, potrete iniziare gradualmente a capire che causa ed effetto sono molto legate al tempo. Il vostro stato di sviluppo crea una realtà corrispondente che contiene tre dimensioni: è composta da tempo, spazio e movimento; contiene anche quella particolare gradualità di causa ed effetto che siete in grado di sperimentare.

  10. Se non riuscite a capire che i vostri atti hanno delle conseguenze specifiche, è impossibile che le vediate e le usiate come strumenti indispensabili per lo sviluppo della vostra anima. Ad esempio, se non credete che un pensiero negativo porti a dei risultati specifici e in realtà molto concreti, come potreste mai essere motivati a correggere il pensiero? Con il tempo la vostra percezione cambierà e potrete apportare delle correzioni a quei pensieri così da eliminarne, nel tempo, gli effetti. Allo stesso modo, i vostri pensieri, atteggiamenti e atti vitali positivi e veritieri producono, in modo analogo, degli effetti auspicabili. Se non siete consapevoli del rapporto tra causa ed effetto in tutti i settori della vostra vita e credete che gli effetti siano delle fortuite coincidenze, non sarete incentivati a migliorare le cause che voi create, non avrete la percezione che l’amore e la bontà rappresentano il potere supremo, e non sarete sostenuti e rafforzati da questa verità.

  11. Diciamo che delle forze interiori v’inducano a commettere un atto impulsivo e distruttivo. Il dolore e il rimorso causati dall’atto possono essere istantanei. Vorreste ritrovarvi in uno stato dell’essere in cui possiate annullare quell’atto, come se non fosse mai accaduto. Eppure sapete che nel mondo in cui vivete questo è impossibile. Allora com’è possibile che nei regni superiori non esistano causa ed effetto? Forse a volte potreste avere la percezione profonda che "al di sotto" di questo livello di causa ed effetto ne esiste uno in cui non vi possono toccare né la causa che avete messo in movimento né l’effetto derivante. È il vostro Sé Superiore a non esserne influenzato, la vostra parte divina che non partecipa ad alcun pensiero negativo, e che non fa parte delle vostre azioni o atteggiamenti distruttivi. Ma quegli strati della vostra personalità ancora invischiati in false percezioni e, quindi, in atteggiamenti non veritieri e in atti distruttivi e senza amore, devono essere tirati fuori da questo pantano. Questo avverrà nel tempo. Causa, effetto e tempo sono intrinsecamente collegati come manifestazioni diverse della stessa realtà.

  12. Forse potrete anche cominciare a percepire che il mondo tridimensionale con il suo limite di tempo, spazio e movimento, con la sua dualità, con la sua causa ed effetto, è direttamente correlato e collegato a impurità, distorsione, visione limitata e percezione. La vostra percezione tridimensionale è una falsa visione d’insieme del mondo. Allo stesso tempo il limite di tempo, spazio e movimento, la lotta legata alla dualità, e la legge di causa ed effetto diventano proprio gli strumenti di cui l’anima ha bisogno per trascendere tutto questo reame della coscienza. La percezione è la causa di alcune azioni che creano determinati effetti. Gli effetti possono essere la cura per superare le percezioni distorte che creano quelle cause che a loro volta creano quegli effetti. Vi ho parlato in precedenza di causa ed effetto e della cura.

  13. Nel più elevato stato di coscienza si mettono in movimento solo le cause più alte, le migliori, le più belle e creative. In questo stato illuminato di coscienza si discernono immediatamente causa ed effetto, e in modo quasi simultaneo; non ci sono intervalli tra causa ed effetto. La causa è l’effetto. Il pensiero è l’atto. L’atteggiamento più sottile e segreto crea risultati e conseguenze immediati. Non c’è spazio di movimento tra causa ed effetto. Essi diventano davvero uno, come tutto diventa uno su questo livello dell’essere. Ecco perché, in certi momenti di grazia, sentite che da qualche parte in voi, nel profondo, esiste un regno dell’essere in cui, succeda quel che succeda, rimanete inalterabilmente puri, divini e buoni nella vostra essenza. Poiché la vostra essenza è l’essenza di tutto. È Dio.

  14. Di contro, nello stato più primitivo di coscienza anche l’atto più evidente e palese appare isolato senza collegamenti né conseguenze, senza causa o effetto. La persona primitiva che commette un omicidio può convincersi veramente che il suo atto non abbia ulteriori conseguenze, né per sé, né per la sua vittima. Non le verrà nemmeno in mente di ricercare dentro di sé le cause che hanno creato il desiderio di commettere l’atto. Pertanto non verrà mai data all’atto la possibilità di diventare, nel tempo, la medicina che potrebbe curare la malattia del male.

  15. Miei cari amici, vi sarà di grande aiuto per la vostra illuminazione considerare tutto ciò molto profondamente, meditarci sopra per accogliere in profondità queste parole, e chiedere a Dio di guidarvi e aiutarvi ad assorbirle.

  16. Vorrei ora parlarvi della resa totale a Dio. Tutti voi vi confrontate con questo fondamentale argomento. La resistenza a seguire la chiamata della vostra anima è esattamente la causa di tutto il vostro disagio, dolore, sofferenza, ansia e malcontento. Arrendersi a Dio è un moto innato dell’anima. È il vostro destino ultimo senza del quale non potrete né realizzarvi, né adempiere il vostro compito. Vorrei parlare di quest’argomento in relazione a causa ed effetto. La resa a Dio, o la non resa, riguarda qualsiasi aspetto della vostra vita interiore ed esteriore, ed è particolarmente illuminante analizzarla nel contesto della nostra lezione odierna.

  17. Consideriamo ora alcuni effetti naturali della resa totale a Dio. Dal momento che è un moto naturale dell’anima, arrendersi a Dio significa realizzare il vostro destino. Esso porta equilibrio e armonia in tutto l’organismo. Il vostro organismo mentale sarà guidato da percezione veritiera, chiarezza di visione e comprensione realistica. Otterrete grande armonia e pace di mente. Scompariranno quindi percezioni contrastanti, confusione e dunque frustrazione. L’illuminazione e la comprensione dei conflitti apparenti metteranno tutte le tessere del grande puzzle della vita al loro posto.

  18. A livello emotivo, questo chiarimento mentale degli opposti crea un modo interamente nuovo di essere, di reagire, di sentire. Ad esempio, amare non appare più come debolezza e umiliazione. Al contrario, produce dignità e un sano orgoglio. Con la resa a Dio si evita una delle più grandi insidie del genere umano, ossia la tentazione di cedere alle strutture superiori di potere negativo. Nel momento in cui resistete e impedite il moto naturale dell’anima, il vostro destino innato - la resa a Dio – ricercherete necessariamente una sostituzione, una falsa resa. Amici miei, è importante che capiate questo concetto.

  19. Se temete un’autorità umana - poco importa se essa abusi effettivamente del suo potere o se immaginiate solamente che lo faccia - è perché in qualche modo dipendete da quest’autorità, in forma tangibile o intangibile. Perciò rispondete alla vostra dipendenza e al timore sottomettendovi, vendendovi e odiando voi stessi per questo motivo, o ribellandovi all’autorità ciecamente, per evitare di odiarvi e preservare così la vostra dignità. Ma non è una vera dignità; è solo una semplice reazione che si basa su riflessi emotivi e sensazioni turbolente di cui siete in gran parte inconsapevoli. In entrambi i casi non avete chiaro il problema, vi manca la vera intuizione, non riuscite a discernere se l’autorità stia di fatto abusando oppure se siate voi a reagire come dei bambini.

  20. Se la vostra resa totale a Dio è vera e assoluta, percepirete in modo del tutto chiaro quanto sia indegna un’autorità che cerca di sottomettervi, di abusarvi, sfruttarvi o calpestare la vostra dignità umana. Non importa se questa persona sia il vostro capo da cui dipendete economicamente oppure un compagno di cui bramate l’amore e di cui avete bisogno. Se la vostra resa a Dio è al primo posto nella vita e costituisce il vostro atteggiamento e focus principale, avrete fiducia in Dio e saprete che la fiducia è del tutto giustificata. Troverete quindi il coraggio di rischiare di perdere l’oggetto del vostro bisogno. Se mettete Dio al primo posto capirete con chiarezza se l’autorità umana stia abusando e potrete quindi scegliere di pagarne il prezzo, magari rinunciando a ciò che questa autorità ha da darvi, perché la vostra dignità e la vostra libertà interiore sono più importanti. La vostra autonomia può solo aumentare, se vi arrendete completamente a Dio.

  21. Un’ulteriore conseguenza dell’affidarsi a Dio sarà la necessità di cambiare la vostra situazione per soddisfare le vostre reali esigenze, senza asservire la vostra anima. Cambiando forse il posto di lavoro, il capufficio, il rapporto o il partner. Le nuove autorità saranno, come voi, persone autonome il cui profondo moto dell’anima segue la chiamata di porre Dio al di sopra di tutto. Non avranno bisogno di abusare del loro potere, un potere a esse conferito per sopperire ai bisogni degli altri. O magari scoprirete che le stesse persone – il capo o il partner - reagiranno in modo diverso al vostro mutato atteggiamento, o che sperimenteranno un conflitto nei propri atteggiamenti del Sé Superiore e inferiore. Potrebbero farvi sentire interiormente liberi e rispettare la vostra dignità, trasformando il vostro rapporto in un dare e ricevere reciproco.

  22. Se la vostra percezione è distorta e credete che qualsiasi autorità stia lì per umiliarvi e abusare di voi, il vostro abbandono totale a Dio vi mostrerà le vostre convinzioni errate e la vostra percezione si adatterà alla realtà. In tal modo non sarete più costretti a ribellarvi contro un’autorità legittima che si aspetta solo che facciate la vostra onesta parte nella mutua impresa. La ribellione contro qualsiasi autorità spesso maschera il vostro desiderio nascosto di potere sugli altri e di poter abusare del potere. Magari non l’avete mai vista in questo modo, ma quando la volontà egoica governa la vostra vita e provate grande umiliazione e impotenza se non le date soddisfazione, allora sarete portati a credere che dobbiate diventare o la potenza più grande del vostro universo - Dio – oppure annientare voi stessi. Per evitare l’annientamento totale, potreste tendere a piegarvi ai poteri sostitutivi, piuttosto che alla volontà di Dio. Potreste scegliere di sottomettervi a qualcuno più forte o apparentemente più forte: un compagno, un capo, un dittatore. Servendo loro, sperate di ottenere voi stessi la posizione superiore. Oppure potreste cercare il potere del denaro o della posizione, che poi diventano sostituti di Dio. O vi potreste sentire potenti rimanendo in disparte, non aprendo mai pienamente il cuore ma facendovi desiderare, pilotando le convinzioni erronee di altre persone e i loro bisogni nevrotici.

  23. Sia la sottomissione all’autorità e al potere sostitutivi, sia la ribellione indiscriminata contro ogni autorità, sono entrambi risultati - effetti - della causa che s’innesca quando il vostro moto naturale dell’anima di resa a Dio è negato e ostruito. Quando si riconosce Dio come l’autorità più alta, tutto va per il verso giusto. Altrimenti sarete confusi sull’autorità che servite e di cui avete bisogno, non sapendo quando sia opportuno seguirla o quando sia necessaria l’autoaffermazione. Se la resa a Dio è per voi al primo posto, sarete chiaramente consapevoli di come stanno le cose e potrete quindi dar seguito all’azione, senza conflitti interiori. Potrete ammettere di avere dei bisogni, che in alcune aree della vostra vita è necessaria un’autorità o una guida, che avete un vostro ruolo in questa relazione, e accettando tutto ciò non potrete che aumentare la vostra individualità e la vera dignità. Seguire una guida non vi farà mai perdere la vostra anima, poiché l’anima appartiene a Dio, che ve la restituisce più forte, più pulita, e più autonoma che mai.

  24. Resistere al vostro destino di resa totale a Dio e alla Sua volontà non farà che creare un autentico senso di colpa, che vi permea e v’indebolisce. Quanta parte della vostra debolezza ed esitazione, dei dubbi su di voi, di molti dei vostri modelli di auto-punizione è un risultato diretto di ciò. Per quante spiegazioni psicologiche possiate trovare - che possono essere vere al loro livello - questo modello autolesionista non potrà mai essere invertito e trasformato, a meno che non guariate spiritualmente dandovi completamente al Creatore, in ogni settore e in tutti gli aspetti della vita.

  25. Quando accade questo - e, naturalmente, non una tantum ma con l’impegno quotidiano in ogni aspetto della vostra vita - voi sperimenterete una nuova forza e un senso del sé che non avete mai conosciuto prima. Questo vi sembrerà quasi paradossale. In fondo avete sempre temuto che affidandovi a Dio avreste perso voi stessi. Ma ora scoprite, come realtà palpabile, che le parole di Gesù sono vere: Dovete perdere voi stessi - in Dio – per potervi ritrovare.

  26. Questa nuova forza diventerà istantaneamente un movimento spontaneo. La saggezza di scegliere quando essere positivamente aggressivi e quando cedere con grazia, dimorerà in voi come un sapere quasi istantaneo da cui fluirà l’azione più appropriata. Un movimento positivo attivo ed energico sostituirà la ribellione infantile e distruttiva e la negazione. Cedere con grazia, lasciar andare, adeguarsi, accettare - anche se non fa piacere alla vostra volontà egoica – prenderà il posto dell’umiliazione, dell’autolesionismo, della sottomissione basata sulla paura e sulla sfiducia nella vita. In entrambi i casi farete delle scelte in modo nuovo. Laddove prima vi sareste sottomessi senza opporvi, ora potrete adeguarvi senza ledere la vostra dignità. Oppure potreste trovare appropriato l’uso di un’aggressività positiva. Quindi, se prima vi sareste ribellati in modo cieco e distruttivo, ora potrete reagire, ma questa volta con uno spirito nuovo, per motivi diversi, con una visione e una conoscenza più chiare. Il vostro atteggiamento avrà quindi un effetto del tutto diverso sugli altri e su voi stessi. Il tenore della vostra aggressività sarà diverso. O potreste capire che, tutto sommato, la situazione non richiede lotta ma resa, che è equa, corretta, necessaria, giustificata e buona per tutti, e che non c’era ingiustizia né abuso che giustificasse un atteggiamento aggressivo.

  27. Ad ogni modo, un’aggressività positiva non serve solo a metter in evidenza ingiustizia e abusi. Non è una mera reazione, ma deve anche essere un’azione iniziatrice. Questo tipo di aggressione positiva è necessaria per far uscire, ampliare, migliorare, creare - sia in voi che intorno a voi. Non è possibile trasformare alcun materiale negativo interno senza la spinta di questo movimento energetico. Quando questo movimento emerge in modo sano e organico, non è né riduttivo né faticoso. È un rilascio e una liberazione che dà energia a tutto l’organismo. Ma succede solo se si fa uso di un’aggressività appropriata e organica che sia in accordo con la volontà di Dio. La nuova realtà positiva che tutti vi sforzate di creare può aver luogo solo quando sarete liberi dall’inevitabile confusione derivante dalla negazione del moto dell’anima, della chiamata interiore ad affidarvi a Dio. Nella nuova realtà non sarà più necessario chiedere quando dovreste opporvi e affermare voi stessi, e quando invece lasciar andare e adeguarvi. Non metterete più in dubbio la natura di un’autorità umana o di una persona da cui dipendete e di cui avete bisogno, né le sue motivazioni. Non dovrete confrontarvi con il solo l’intelletto, che non potrebbe mai darvi questa intuizione. Lo saprete spontaneamente. Avrete la conoscenza lì davanti a voi, chiara e forte, senza un dubbio. Vi lascerete fluire dal centro del vostro essere dove regna Dio, dove Cristo è re, e dove tutto ciò che fate va bene, le vostre azioni, le vostre percezioni, la vostra conoscenza, le vostre reazioni e il vostro sentire. Con questa chiave troverete la pace e la concentrazione mentale a cui anelate, miei cari amici. Usatela.

  28. Speriamo che questa lezione vi abbia portato un passo più vicini a far sì che l’abbandono a Dio diventi il vostro obiettivo primario. Tutta la vostra vita cambierà, come vi spiegavo e anche in molti altri modi di cui vi parlerò in futuro. Darete quindi il via a una nuova causa che porterà effetti nuovi. Molte delle circostanze della vostra vita che non vi piacciono più sono il risultato, o l’effetto, della vostra esitazione a confidare in Dio e ad affidarvi a Lui. Potreste averlo fatto in alcuni aspetti della vostra vita, e lì gli effetti sono auspicabili e gioiosi. La causa crea effetti commensurati. Ma la vostra anima è divisa, e ci sono molte aree in cui questo ancora non è accaduto. È lì che dovete modificare il rapporto di base con il vostro Creatore. Laddove provate paura, insicurezza, ansia, sfiducia in voi, conflitto con gli altri, alterchi con il vostro ambiente, o qualsiasi tipo di mancata realizzazione o frustrazione, la causa soggiacente è necessariamente l’opposizione alla chiamata della vostra anima. Utilizzate questo indicatore chiaro e semplice.

  29. Miei cari amici, le benedizioni estese a tutti voi sono specificamente dirette in questo momento ad aiutarvi ad affidarvi a Colui che vi tiene, a Colui che vi contiene, a Colui che vi rende sicuri e protetti, a Colui che infonde la Sua verità e il Suo amore in tutto il vostro essere, così che voi diventiate un Suo strumento. Fate che diventi realtà. Siate benedetti.

Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 245 - Cause and Effect on Various Levels of Consciousness
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