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Lez. 237 - Leadership - l'arte di trascendere la frustrazione

Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
14 gennaio 1976

Traduzione in italiano di Daniele Buratti
Revisione non ancora effettuata
Edizione Dicembre 2024

  1. Amici carissimi, vi saluto con benedizioni divine. È con profonda gioia che mi appresto ancora una volta ad aiutarvi nella gloriosa impresa che mira alla sicurezza, alla pace e all’estasi della vostra anima più intima: la fonte di tutta la vita, la fonte di tutto l’essere. Siamo riuniti per l’immane obiettivo di portare in questo regno della materia e della dualità una nuova forza vibrante e una nuova unità di coscienza. L’importanza di tutto questo, in termini di evoluzione e di sviluppo personale, non si può misurare con criteri umani. Posso solo chiedervi di sintonizzarvi nuovamente sul significato profondo del vostro percorso e della comunità che siete in procinto di creare. Sentite dentro di voi l’importanza di questa impresa.

  2. Si parla di continuo dell’importanza di aprirsi, di rinunciare alle difese, alla propria fragile durezza che si ritiene dia protezione. Se siete esposti e vulnerabili, voi temete il dolore delle esperienze negative che potrebbero arrivarvi dall’esterno. E al contempo ora sapete che bellezza, amore, verità e saggezza possono essere assimilate anche se provengono dal di fuori, e che se non abbassate le vostre difese impedite a voi stessi di recepire tutto ciò. Questo spiega perché sovente sperimentate che quando la vita o le persone vi donano i regali migliori a cui più anelate, voi vi ritrovate incapaci di riceverli.

  3. Tuttavia l’apertura funziona nei due sensi, non solo verso il mondo esterno. Quando vi aprite, consentite anche di far uscire quel che proviene dai livelli interiori più profondi. Dal momento che le negatività sono di per sé uno strato protettivo sottile che offusca la perfezione del vostro essere interiore, esse devono prima poter emergere. Ma oltre quel velo potrà emergere la realtà più positiva e creativa che voi di fatto siete; ed emergerà, quando vi impegnerete a essere del tutto aperti e privi di difese.

  4. Voi ritenete erroneamente che in uno stato di apertura non potreste proteggervi dagli abusi. Nulla di più falso. Solo quando il sé superiore è all’opera e siete liberi da atteggiamenti egoistici ed egocentrici, quando siete fedeli alla vostra innata integrità e senso di decoro e seguite le leggi divine universali - leggi di giustizia, verità, saggezza e amore - solo allora sarete forti abbastanza da proteggervi, essere assertivi e confrontarvi in modo reale e autentico. Solo così sarete liberi dai sensi di colpa, e dunque da ansie e insicurezze e da confusioni e paure, che sono le sole ragioni per cui non siete in grado di difendervi dagli abusi.

  5. Quando parlate e pensate di aprirvi, di far cadere le vostre difese, concepitelo non solo come un atto rivolto all’esterno, ma anche - e soprattutto - come un’apertura verso l’interno. Abbiate coraggio e fede nella vostra più intima perfezione, affinché possiate lasciar emergere con fiducia le stratificazioni del sé inferiore per riconoscerle e trasformarle.

  6. Chi è abbastanza evoluto da poter seguire un percorso tanto impegnativo come questo, è anche capace di immenso appagamento e gioia - e di essere una guida per gli altri! In questo cammino creiamo nuovi leader in tanti modi, direzioni e campi diversi. Il processo di purificazione al quale vi sottoponete vi rende davvero capaci di una genuina arte del comando, o leadership. Cosa si intende per leadership? Qual è il vostro atteggiamento verso la leadership vostra e quella altrui?

  7. Avete tanti atteggiamenti contrastanti. Ma vediamoli insieme. Tanto per cominciare voi invidiate la leadership negli altri. Siete anche competitivi, ma spesso nascondete a voi stessi quel sentire e poi provate risentimento. Tuttavia siete bravi nel raccontarvi storie che avvalorino e giustifichino il vostro sentire ed elucubrare del tutto ingiustificati. Riattivate, spesso inutilmente, il vostro solito e obsoleto problema nei confronti dell’autorità. Chiunque sia una guida nel vero senso della parola diventa un vostro nemico, e voi vi convincete che il leader intenda punirvi e sottrarvi qualcosa.

  8. E poiché invidiate i leader, volete esserlo anche voi. Eppure in questa parte infantile e poco evoluta di voi a cui permettete sovente di offuscare la vostra parte evoluta, rifiutate di assumervi le responsabilità associate alla leadership. Qui si presenta un conflitto molto doloroso e una dicotomia. Da un lato provate risentimento e invidiate la leadership altrui, che contrastate; dall’altro la volete per voi stessi senza soddisfarne i prerequisiti di base. Quindi ve la prendete con i veri leader per "avervi portato via" o non "avervi dato" le prerogative della leadership. Non fate alcuna mossa, né vi impegnate per assumere gli atteggiamenti che costituiscono la leadership. Forse cominciate a intravedere, amici miei, l’assurdità di tale posizione. Eppure è assai frequente, ma una volta che l’avrete scorta in voi vi sarà facile riconoscerla nel caso in cui dovesse riemergere, in voi o in altri intorno a voi.

  9. Qui c’è un altro atteggiamento conflittuale. Voi volete un leader per il vostro beneficio, uno talmente forte, potente e ben disposto verso di voi - nonché esclusivamente interessato ai desideri del vostro sé inferiore - da lasciarvi indulgere in azioni o atteggiamenti distruttivi senza che voi ne affrontiate le conseguenze. Questa grandiosa guida - più simile a un dio personale e di parte - dovrebbe alterare per magia il flusso vitale e le leggi della vita a vostro vantaggio. Questa figura vi dovrebbe elargire ogni privilegio senza “esigere” da voi amore, generosità, senso di responsabilità, correttezza, integrità e così via. Analizzando il significato di alcune vostre reazioni, vedrete facilmente che non sto esagerando. Questa è una descrizione piuttosto precisa delle vostre richieste irrazionali che cercate alacremente di giustificare.

  10. Il vostro termine per questo fenomeno è "transfert": assegnate il ruolo di super guida ai genitori. Ma le definizioni diventano facilmente delle etichette che perdono il loro significato. In ogni caso finché non soddisfate i prerequisiti naturali della leadership in una maniera o nell’altra, non avete alcun diritto di invidiare e provare rancore per la leadership altrui. Le vostre ragioni non hanno scusanti.

  11. Se prima non vi assumete il controllo della vostra vita, avrete naturalmente bisogno di un leader che lo faccia al posto vostro. Nessuno può fare a meno di una guida: sarebbe come salire su una barca priva di timone. La vita ha bisogno di essere condotta e governata: se scegliete di non farlo, qualcuno dovrà farlo al posto vostro, in qualche misura. Come dei nevrotici, chiedete la leadership in forme che non vi possono essere concesse. Chiedete altresì la libertà e i privilegi che unicamente la capacità di essere guida di sé può conferire. Così volete che altri vi guidino dove conviene a voi, ma ve la prendete anche per questo. E siete lacerati da svariati conflitti.

  12. La domanda è: vi trovate ancora in uno stato interiore talmente poco evoluto e immaturo da chiedere agli altri di guidarvi? O vi state preparando per essere dei leader a pieno titolo? Potete iniziare dalla vostra vita, fino ad assumervi la piena responsabilità della vostra cittadinanza planetaria come portatori della Nuova Era. La vostra leadership potrà avere caratteristiche diverse, ma dovrà iniziare con atteggiamenti quasi invisibili verso voi stessi e l’ambiente intorno a voi, facendo dei piccoli e semplici passi e mettendo in atto quella autoresponsabilità di cui solitamente parliamo e su cui lavoriamo di continuo.

  13. E adesso esploriamo altri atteggiamenti di questo tipo. Spesso, cari amici diletti, vi vedo bloccati in atteggiamenti che avreste dovuto già superare, e la cosa è alquanto dannosa. Se non avete superato un atteggiamento infantile e negativo, ma ci state lavorando, il danno non è grave. Se lo state ancora affrontando, imparando a riconoscerne le ripercussioni, scoprendolo a livelli sempre più profondi - con la varietà e la sottigliezza di tratti con cui quell’atteggiamento si può manifestare - allora vi trovate esattamente dove dovreste essere. Troppo spesso, però, smentite l’evoluzione raggiunta nel vostro percorso, per cui non dovreste più inscenare atteggiamenti che vi appartenevano anni o, forse, solo mesi fa. A livello spirituale i mesi sono vite intere, ma voi insistete a mantenere le vecchie abitudini e restare in un ambito che non vi appartiene più. Non tenete conto che potreste già aver superato le vostre gelosie, la competitività, l’avarizia, gli egoismi, nonché l’assenza di amorevolezza e riguardo per gli altri; anzi, accusate gli altri e provate del risentimento verso di loro per le conseguenze del vostro non dare.

  14. Ora vi trovate nella posizione di riconoscere tali negatività, ma spesso non vi ponete la domanda: c’è ancora bisogno di restare lì? Non intendo dire che non vi siate mossi, né che non vi siate evoluti. Al contrario, siete cresciuti al punto che tante negatività passate ora non ci sono più, e avete conseguito una maggiore onestà e consapevolezza di voi stessi; dunque c’è molto più amore di prima, tra di voi. Ma proprio a causa della crescita le stagnazioni che rimangono hanno un impatto più pesante e ripercussioni più gravi. È una legge della crescita. Forse adesso sareste in grado di fare una scelta diversa, qualora si ripetano le vecchie reazioni negative?

  15. Ora parliamo del significato di leadership. Voi invidiate e ce l’avete tanto con la leadership perché agite come se gli altri, che hanno una posizione di leadership, vi levassero qualcosa o vi imponessero qualcosa di ingiusto. Agite come se vi impedissero di esercitare il vostro potenziale di leader. Al di là di tutto un leader, nel miglior senso della parola, si dà in modo disinteressato. Dovreste essere disinteressati fin negli atti più piccoli. Non basta esserlo solo in teoria, se poi continuate a praticare meschinità, avarizie ed egoismi nella vita di tutti i giorni, persino negando o proiettando quegli atteggiamenti negativi sugli altri. Se non volete dare con altruismo, non potete affermare la vostra leadership. Se date a malincuore e controvoglia fingendo che sia qualcosa che ci si aspetta da voi, quello non è dare.

  16. Il vero dare vi si chiede in ben altro senso, poiché se volete i privilegi della leadership - e ce ne sono molti - il prezzo è dare. Le leggi della vita e del creato “richiedono” sempre, per così dire, di essere obbedite, essendo state create nella perfezione. Eppure vi comportate come se doveste pagare un prezzo iniquo, e siete presi da ribellione e risentimento che spesso provate a giustificare in tutti i modi. Date a malincuore, con secondi fini, ripensamenti, calcolando profitti interiori, lasciando aperte delle piccole scappatoie. Quello non è più dare, e lascia un vuoto in voi e negli altri. Se nello scendere sul gradino inferiore vi chiedete: "Vedi? ho dato, e cosa ne ottengo?" state negando innanzitutto che il vostro dare sia mai stato genuino. Così rafforzate astutamente la vostra esitazione nel dare.

  17. Dare è un atto molto semplice che implica anche il pensiero e l’intenzionalità dietro l’atto stesso. Nel vero dare dite: «Voglio essere strumento della realtà divina e arricchire il mondo attraverso la divinità che si vuole esprimere attraverso me. Lo voglio fare non per l’esaltazione del mio Io, né per altri motivi o vantaggi". Un pensiero e un atteggiamento del genere vi daranno molti vantaggi. Vi conferiranno autostima, nonché il senso di meritare e rivendicare l’abbondanza a cui disperatamente tendete in modi sbagliati. Deve essere un atteggiamento prevalente nel soggiacente, globale e onnipervasivo clima interiore. Allora non vi potrà più essere gelosia. Il dare e i valori dell’altra persona non potranno mai sminuire i vostri; saprete che è proprio così, e lo sperimenterete.

  18. Se il vostro dare è falso, non potrete ricevere né il dare altrui, né l’abbondanza della vita. Al contempo il sincero dare degli altri e ciò che essi ricevono in cambio - apprezzamento e una profusione di beni materiali ed emotivi - vi riempiranno di invidia. Questo di per sé può essere una misura di dove vi troviate rispetto al vero dare. Il vero dare è un atto d’amore, ovviamente. E se non amate, né desiderate imparare ad amare, non potete soddisfare il vostro anelito più profondo.

  19. Anche se state pregando di poter riuscire a dare e amare, potreste ancora non vedere le aree in cui dimostrate l’esatto contrario nei confronti dei vostri simili, in modi piccoli e sottili. Una autentica leadership è costruita sull’amore del vero dare e sul vero dare dell’amore. Con un atteggiamento simile nulla può andare storto. Raggiungerete il perfetto equilibrio in tutte le varie dicotomie e conflitti, in tutte le apparenti difficoltà decisionali di cui sembra consistere la vostra vita dualistica.

  20. Un’altra qualità assolutamente necessaria per la leadership che attende molti di voi è la capacità di essere imparziali e obiettivi. Tale capacità è ancora spesso carente in voi, amici carissimi. Vi rifiutate di vedere i vostri interessi e desideri personali in una data situazione, e vi create delle giustificazioni per i vostri corrotti desideri personali. Rivendicate obiettività e imparzialità quando ciò non potrebbe essere più lontano dal vero. Se vi mancano tali capacità, la cosa migliore per giungere allo stato più avanzato di distacco oggettivo - che in effetti, in certa misura, è già una manifestazione di quello stato, nonché un prerequisito indispensabile - è prendere coscienza della parzialità, ammetterla, e poi astenersi dall’emettere sentenze nel caso in questione. Ammettete come piegate la realtà alle sfumature emotive dei vostri desideri. Al punto in cui siete arrivati, dopo tanta pratica di sincerità con voi stessi, ci dovreste riuscire quasi tutti. Il vostro cammino vi sta allenando per uno stato molto avanzato di onestà ed equità. Ora potete ammettere con una certa facilità qual è il vostro interesse in determinati assunti e che non volete credere altrimenti. E magari affermando pure di essere comunque obiettivi. Non è così, amici. Poiché se siete accecati da ipocrisia e interesse personale, da risentimenti e pretese, da paure e sensi di colpa, da brame e gelosie, da ogni sorta di sentimenti e pensieri negativi, le vostre valutazioni non sono, né possono essere oggettive.

  21. È un vero segno di grandezza sapere che da qualche parte albergate emozioni inquietanti, turbolente, piene di conflitto, e quindi che non potete formulare dei pareri. In tal modo fate un grande passo avanti verso la liberazione, sviluppando il potenziale per diventare dei leader degni di fiducia. È l’unico modo per essere obiettivi e fare valutazioni valide degli altri. Un leader deve avere quella grandezza. Ma il volere un tornaconto nello spiegare e modellare una realtà distorta è un ostacolo serio. E se in qualche maniera aveste già una posizione di leadership, la potreste perdere per mancanza di imparzialità. Non ammettere ciò e affermare di essere liberi da interessi personali nel proclamare le vostre opinioni vi rende molto vulnerabili. E vi vedrete costretti a proteggere e difendere una posizione di leadership illegittima.

  22. La capacità di conoscere le vostre sfumature della realtà e quindi di sapervi tirare indietro è un segno di maturità e grandezza che vi porterà a percepire sempre più la realtà così com’è, a conoscerla e ad ammetterla senza paura e con coerenza, anche sapendo di potersi esporre a critiche. Forza, fiducia in se stessi e sicurezza derivano dall’onestà di sapere e ammettere in quali occasioni non siete imparziali, né volete esserlo. Potremmo dire che potete avere l’obiettività di sapere di non essere obiettivi.

  23. Un’altra qualità della leadership è la volontà di accettare visibilità e critiche. Però se voi ne avete timore e restate sulla difensiva, e vi tenete stretta la leadership perché amate i vantaggi, il potere e il prestigio che da essa derivano, allora, di nuovo, è tutto inutile. Non fate che creare in voi un conflitto doloroso, e dunque frustrazione. Non c’è vera leadership, in quel caso, e finite per incolpare ancora il mondo esterno e coloro che, almeno in parte, si sono di diritto guadagnati la leadership, che lo vogliate ammettere e vedere o meno.

  24. Se non ce la fate a sopportare il momentaneo dolore di essere fraintesi, criticati (a torto o a ragione), vuol dire che vi mancano le basi necessarie per essere dei veri leader. Essere leader è correre un rischio costante. Se non volete correre rischi e siete pieni di gelosia, risentimento e ribellione verso coloro che si assumono le responsabilità della leadership (con tutto ciò che questo comporta), come potrete difendere voi stessi?

  25. Un’altra qualità essenziale della leadership che manca alla personalità infantile e che non vuole nemmeno considerare, è un corretto atteggiamento verso la frustrazione. Ne abbiamo già parlato, ma molti tra voi sono ancora ciechi riguardo a quel che accade dentro di sé, non riconoscendo la propria ira e furore quando qualcosa non va come si vorrebbe. Voglio soffermarmi ancora un po’ sull’argomento, data la sua importanza.

  26. Una vera unificazione e completezza della personalità accadrà solo dopo aver conciliato la dicotomia tra frustrazione e appagamento. Ora, come ci si può riuscire se ci si aggrappa a una parte della dualità e si combatte l’altra? Se sentite un forte “lo devo avere” per ciò che desiderate e al contempo un altrettanto forte “non lo devo avere” per il suo opposto, siete in una condizione di dolorosa dualità. Tentate erroneamente di far calare la tensione dello stato doloroso forzando la vita a donarvi la realizzazione del desiderio e a eliminare ogni frustrazione. Così non imparerete mai a trascendere la frustrazione e a impedire che ritorni. Ovviamente se nemmeno ci provate non potrete che accrescere la frustrazione. Siate pur certi che finché provate frustrazione avrete sempre qualcosa da imparare da codesta condizione.

  27. Che tipo di approccio sarebbe efficace verso la frustrazione, per poterla poi trascendere? Per “trascendere” non intendo un trascendere fasullo in cui siete talmente scollegati dal vostro sentire da non sapere quanto siete tesi, ansiosi e desiderosi. No, io intendo una vera trascendenza altamente vitale, cosciente e dinamica, ricolma di sentimenti che si intrecciano armoniosamente con il flusso della vita. Per arrivare a questa condizione si devono fare alcuni passaggi.

  28. Il primo gradino di questa particolare scala è il seguente atteggiamento: “Anche se ciò che provo è doloroso o indesiderabile, io mi fiderò comunque; confiderò nelle mie facoltà per tollerarlo, per rilassarmi in esso e imparare da esso, per gestirlo e farlo fruttare al meglio. Imparerò una lezione da questa particolare frustrazione e non agirò come se fosse una catastrofe. Forse non lo sarà, magari ne potrà venir fuori qualcosa di buono”. Proprio un atteggiamento aperto è il primo passo che vi porterà subito in un nuovo stato molto meno ansioso e assai più sicuro. Poiché la vostra ansia è alimentata dalla dipendenza da qualcosa che non ci può essere, nonché dal vostro convincimento di dover manipolare la realtà intorno a voi per soddisfare i vostri fraintendimenti infantili e il bisogno irrealistico di gratificazione immediata. Credete che ogni cosa debba conformarsi alla vostra visione transitoria e assai limitata, totalmente al di fuori dalla sequenza di causa ed effetto della vostra vita e della vita universale.

  29. Il primo passo è rilassare la reazione di totale disgusto e rabbia per la frustrazione, la paura e la collera, e mettere in discussione quella reazione, considerando la possibilità che sia scorretta e sbagliata. In tal modo fate spazio a nuove facoltà in voi che possono consentire alle cose di evolvere, trovando nuova forza e saggezza per affrontare qualcosa che non si piega alla vostra volontà egoica. Questo atteggiamento conferisce un’immensa fiducia in se stessi e nelle proprie capacità, qualcosa che l’obbedire sistematico alla vostra volontà egoica non potrebbe mai darvi. Questo è un primo gradino molto importante, miei cari, che vi introduce a un altro passaggio molto più bello.

  30. Il gradino seguente della scala per imparare a trascendere la frustrazione è la ricerca attiva, deliberata e rinnovata del significato di ogni particolare frustrazione. Che cosa vi insegna la particolare frustrazione che state vivendo? Giacché, come avevo detto e ripeto, non c’è frustrazione che non contenga una lezione gioiosa, preziosa e liberatrice per voi. Quasi mai siete totalmente disposti a considerare una tale possibilità. Siete talmente decisi a combattere la frustrazione che vi perdete la lezione e vi fate sfuggire dei punti preziosi nel vostro percorso, una opportunità. In tal modo favorite l’inevitabile ripetersi di tali situazioni. Ed esse si ripresenteranno, che le avversiate o meno. E più le avverserete, più diventerete rigidi; e peggiore vi sembrerà la frustrazione, più le frustrazioni saranno intense e rilevanti, fino a sopraffarvi. Una volta sopraffatti, forse avrete la possibilità di scoprire di aver creato voi stessi l’illusione che la frustrazione sia un nemico da contrastare. L’esperienza della sopraffazione dà la capacità di allentare la tensione che vivete riguardo alle frustrazioni, e di conseguenza riguardo a tutto ciò che vi accade nella vita.

  31. La frustrazione è vostra amica, miei cari. Potete farla diventare un’amica desiderando con coraggio e intelligenza di esplorarne il significato e permettendole di essere vostra maestra e terapeuta, per così dire.

  32. Ciò vi condurrà al terzo gradino della scala: alla scoperta del significato della frustrazione. “A chi bussa sarà aperto” e “chi cerca trova”. Il responso, il significato, sarà sempre una sorpresa. La consapevolezza della necessità di ricevere una lezione e ciò che guadagnate da essa in quanto a nuova forza, saggezza e liberazione, cambia il modo in cui vedete la frustrazione; così, quando riceverete un’altra lezione del genere ne avrete meno timore, proverete molta più fiducia nel significato che ha per voi e farete molta meno resistenza a ripercorrere i gradini. Avrete una rinnovata fiducia nella vita e una nuova visione della coscienza celata dietro le cose, persino dietro una frustrazione. Questo è ovviamente un passo sostanziale verso la conciliazione della dicotomia tra frustrazione e appagamento.

  33. Il prossimo gradino della scala vi porta in un mondo molto più profondo, sottile e radioso. Dopo aver superato i passaggi precedenti potete iniziare a praticare qualcosa di molto bello. Sapete, almeno in teoria, che la realtà di Dio pervade ogni istante del tempo, ogni scala di grandezza e ogni frammento di esperienza: essa esiste in tutto ciò che è, sia esso un’entità, un essere, una creazione, un oggetto, o un’esperienza. La realtà divina nella sua grande e gioiosa verità, vitalità, significatività e determinazione vive in tutto ciò che è, che è stato e che mai sarà. Vi ho già detto queste parole in passato. Oggi ve le voglio ripetere perché si applicano anche alla frustrazione. Man mano che approcciate la frustrazione attraverso i passaggi suggeriti, la metterete sempre più a fuoco; la meditazione forse potrebbe affinare ulteriormente la vostra focalizzazione e la potreste vivere appieno, dopo aver appreso la lezione che aveva da insegnarvi. E fluirete con essa, la seguirete, la accetterete, la abbraccerete. Ribalterete il vostro atteggiamento, andando dal rifiuto all’accettazione. E ciò che vivrete supererà la vostra immaginazione. Scoprirete nei suoi meandri più profondi la divinità della vita, la divinità di una particolare frustrazione. E non sarà più una frustrazione, bensì il più grande appagamento che voi possiate immaginare, molto superiore a quello che bramavate, lontani dalla frustrazione.

  34. Ovviamente, cari amici, quello è il punto in cui avrete superato la frustrazione, dove l’avrete dominata e trascesa davvero, non a livello della maschera, attraverso il modo fallace di negare i sentimenti frustranti, ma dove l’avrete superata una volta per tutte. Non solo non temerete più la frustrazione, non solo ora sapete di poterla affrontare, di avere gli strumenti, le capacità, le risorse e la creatività per farlo, ma l’avrete anche usata facendola diventare una fantastica lezione in cui avete trovato la divinità, dove tutto è uno, dove si trovano Dio e appagamento.

  35. Questa è la vostra strada, amici. Questo è ciò di cui tanti di voi hanno bisogno adesso. Non dico che ogni leader, in senso positivo, abbia completamente trasceso la frustrazione. Ma dico che nella misura in cui esiste una vera leadership, si ha un atteggiamento piuttosto maturo e realistico, e non più di reazione a un senso di oltraggioso insulto.

  36. Talvolta, amici, ve ne andate ancora in giro a lamentarvi di questo o quello scontento o insoddisfazione, scegliendo di disconnettervi da quegli atteggiamenti che determinano insoddisfazione e frustrazione. Con la vostra riluttanza a esporvi alla possibilità di provare frustrazione, imponete dei limiti angusti alla vostra vita e vi rendete inutilmente vulnerabili e fragili. Ma se vi liberate dagli impedimenti dell’egoismo, dall’insistere a non provare mai frustrazioni, dal non voler amare o donarvi, dalla celebrazione dell’Io, dalla gelosia e dal risentimento; e se rinunciate alla parzialità, ai pregiudizi e alla unilateralità, allora avrete rimosso i principali ostacoli alla vostra realizzazione.

  37. La felicità è molte cose. È tutte le cose di cui vi ho appena parlato. Se tornate a vedere le vostre risorse, la vostra grandezza interiore dopo aver appreso la lezione, in un modo o nell’altro sarete dei leader. La leadership non assume sempre la forma di manifestazione esteriore. Si esprime anche in modi più sottili. In effetti, inizia quasi sempre in modo sottile e impercettibile. Ma voi sarete delle autorità a pieno titolo, nel senso più alto del termine. Non potrete essere veramente autorevoli se non riconsiderate gli atteggiamenti che vi ho descritto, e se le gelosie e le invidie non si rivelano per le dolorose illusioni che sono. Ancora troppo spesso le prendete sul serio, non le riconoscete come illusioni e seguitate a giustificarle; vi comportate come se altri con più autorità di voi vi togliessero la vostra.

  38. Perciò vi imploro, miei amici carissimi: siate là dove potete realmente essere adesso. Via gli atteggiamenti inutili! Avete già riconosciuto e affrontato alcuni di essi ed è tempo di lasciarli andare. Fate che questa lezione vi penetri nel profondo. Ascoltatela, usatela, fate che sia l’aiuto che dovrebbe essere. Fatelo e andrete incontro alla gioia. La vostra buona volontà, il serio tentativo di diventare ciò che già siete sotto questo aspetto, ora è invero possibile. Credete che la persona che voi potete essere debba ancora nascere: di fatto è già pronta a emergere nel momento in cui voi mollerete e vi aprirete a ciò che vuole fuoriuscire da voi. È solo la parte esteriore, scissa e obsoleta del sé che vuole ancora prevalere, poiché la vostra personalità ostinata si allea con essa, piuttosto che con ciò che è molto più forte e reale e pronto a manifestarsi.

  39. Ora vi lascio, ma solo come manifestazione. Poiché io sono sempre qui, vicino a voi; amo ognuno di voi teneramente e profondamente così come tutti, nel nostro mondo; noi siamo rapiti dalla bellissima creazione di cui siete parte. Quindi vi dico: siate benedetti, gioite e abbiate fede che la vostra vita è gloriosa e avrà un appagamento sempre più stupendo. Siate benedetti, miei amati.


Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 237 - Leadership - The Art of Transcending Frustration
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