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Lez. 234 - Perfezione, immortalità, onnipotenza

Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
22 ottobre 1975

Traduzione in italiano di Daniele Buratti
Revisione non ancora effettuata
Edizione Novembre 2017

  1. Saluti e benedizioni divine per tutti voi, miei cari amici. L’amore divino è come un immenso manto d’oro finemente tessuto che permea l’universo, avvolgendo ogni cosa e ogni creatura. È una realtà permanente e sempre accessibile nella sua essenza. Solo la mente scollegata non riesce a percepire l’amore divino e si muove al di fuori della grazia, per così dire, ma allontanarsi dalla grazia è mera illusione. Diventa realtà solo per la coscienza limitata che crede che l’illusione sia reale. Crescendo nel cammino e trovando connessioni sempre più profonde con voi stessi e con ciò che è ora in voi, vi collegherete finalmente con quella vostra essenza che è lo stato di grazia che ho appena descritto.

  2. Il vostro universo interno corrisponde all’universo esterno e viceversa: in realtà i due non sono separati. Come il tempo è illusione, anche “il dentro e il fuori" lo è, ed è altresì illusione la vostra separazione dall’avvolgente amore divino che è nella vostra essenza, perché voi siete parte di quell’amore. Esso non vi è semplicemente dato o reso disponibile: voi lo siete.

  3. Lo so, amici miei, sono concetti difficili da comprendere, per non parlare della difficoltà di sperimentarli nella vostra condizione presente, uno stato in cui la condensazione di energia e di coscienza ha creato una sorta di piccoli nuclei. Forse potrei usare l’analogia della “sacca d’aria” per farvi capire la natura e la vita della materia. Nel mare immenso della realtà divina esistono formazioni del tipo “sacca d’aria” e configurazioni prodotte da alcuni stati di coscienza. Per chi ha creato una determinata condensazione, per chi si trova in quello stato di coscienza, la creazione sembra unica e a sé stante. Sembra che non esista nient’altro, perché non riuscite a percepire ciò che producono altri stati di coscienza e di sviluppo. La "sacca d’aria" in cui vivete rappresenta la vostra attuale realtà. Potrebbe essere una "sacca d’aria" completamente diversa per altre persone che voi vedete e sentite, ma che vivono in un altro mondo e che hanno creato una diversa configurazione.

  4. Naturalmente il vostro Sé Superiore è l’incessante grazia di Dio, il mantello d’amore, verità e bellezza che permea tutta l’esistenza. Il vostro Sé Superiore conosce stati di realtà di cui la mente conscia è ignara. Solo durante il viaggio verso il vostro essere più profondo potete espandere gradualmente l’esperienza e la conoscenza che provengono dal vostro Sé Superiore, permettendogli così di penetrare la mente della vostra personalità cosciente. Nel limitato stato di percezione della mente cosciente, la verità che il Sé Superiore sa essere reale viene in qualche modo distorta. Percepire la conoscenza del Sé Superiore attraverso il labirinto della coscienza dell’io rende la verità meno vera.

  5. Nella conferenza di questa sera vi parlerò di tre di questi stati particolari della realtà, che sono meravigliosi nel Sé Superiore, ma che nella coscienza egoica diventano falsi, fuori centro, distorti e nevrotici. Dovrete quindi, innanzitutto, abbandonare le distorsioni a livello della coscienza egoica, prima che esse possano riemergere come verità su un livello più profondo di coscienza. È molto importante capire questo. Voi lottate costantemente perché presumete sempre che qualcosa o è giusta o è sbagliata, eppure qualcosa può essere vera su un livello e falsa su un altro.

  6. I tre aspetti di cui voglio parlare stasera sono la perfezione, l’immortalità e l’onnipotenza. Vediamo le differenze tra questi tre stati di realtà, sia quando li sperimentate nella coscienza del Sé Superiore che quando li sperimentate a livello della personalità. Mi permetto di dire, amici miei, che vi sarà di grande aiuto assimilare ciò che sto per donarvi.

  7. Cominciamo con la perfezione. Lo sforzo del Sé Superiore verso la perfezione è, naturalmente, un moto legittimo, perché l’anima sa che questo stato di realtà esiste di per sé come realtà viva e pulsante. La perfezione dell’entità spirituale è tuttavia molto diversa da come l’io la concepisce. La perfezione, in realtà, è un flusso in continua evoluzione in cui non c’è nulla di statico. Una cosa non è in opposizione a un’altra. La verità, la bellezza, l’amore sono manifestazioni che cambiano di continuo, in modo appropriato per ogni occasione. Pertanto la perfezione è uno stato in continuo movimento. Ma la coscienza dell’io considera la perfezione statica, molto limitata ed esclusiva, anziché inclusiva. In questo modo la perfezione decade in perfezionismo. Quando ciò accade, la dualità riprende il sopravvento. Una cosa appare come buona e un’altra come cattiva.

  8. Dovete rinunciare a ricercare la perfezione dalla prospettiva dell’io, affinché raggiungiate veramente la perfezione del Sé Superiore. Consideriamo le motivazioni per la perfezione in entrambi i livelli - quello della personalità dell’io cosciente e quello del Sé Superiore, e allo stesso tempo esaminiamone alcune qualità e peculiarità.

  9. Il motivo - se esiste un simile concetto dalla prospettiva del Sé Superiore - per essere perfetti e desiderare la perfezione è l’amore. È il riconoscimento che solo uno stato di puro amore può favorire la creazione e aiutare il grande piano evolutivo. Dio è perfezione, quindi il Sé Divino è perfetto - in sapienza, amore, bellezza, unità, nel saper includere e nella realtà indivisa in cui ciò che è buono e desiderabile per uno deve esserlo anche per tutti gli altri. La vera perfezione è uno stato di rilassamento dell’essere in cui non esistono paura, orgoglio o caparbietà. Essa esiste per se stessa, semplice e pura. La reale perfezione comporta uno stato di profondo auto-riconoscimento che implica rispetto e amore per il sé e per tutto il creato. Dunque non c’è bisogno di dimostrarla. La perfezione è del tutto aperta e prescinde da formule e rigide regole. Libertà e sicurezza interiori fanno sì che il soggetto possa decidere spontaneamente quando usare flessibilità e quando far valere con forza una posizione. Nessuna mollezza lo fa rifuggire, timoroso, dal confronto. Esiste il coraggio di rischiare il rifiuto per salvaguardare aiuto e verità, senza che esso diventi una posizione estrema di moralismo punitivo. L’espansione, il dare, le espressioni gioiose e vigorose della realtà divina emergono sia nello stato di aggressività positiva che in quello di morbida ricettività e di accettazione. La perfezione è una forza viva e pulsante che guarisce, cresce e crea, perché la sua esistenza è fine a sé stessa. In questo stato essa esprime costantemente una moltitudine di qualità divine, non solo amore, verità, giustizia e bellezza, ma anche vigore creativo, vitalità e una miriade di espressioni del sé e della vita, sempre in modo alterno, con il profondo e innato scopo di diffondere la realtà divina ovunque ci sia il vuoto. Questa è una spiegazione molto limitata, amici miei, perché non esistono parole per descrivere questo stato. Dovrete quindi utilizzare le vostre sensazioni più intime, le facoltà intuitive della vostra anima interiore, per percepire ciò che intendo trasmettervi.

  10. Ora, come cambia il perseguimento della perfezione partendo dal livello della personalità dell’io? Quali sono i motivi? Quali gli atteggiamenti? Ovviamente c’è orgoglio - la necessità di essere perfetti per essere meglio di altri. Basta questo sentimento a distorcere completamente la realtà. Come ho spesso ripetuto, se fate il confronto con gli altri avete l’illusione che ci sia a disposizione solo una piccola quantità di perfezione e quindi, se volete raggiungere il vostro scopo, dovete salvaguardare gelosamente la vostra parte e sottrarne agli altri. Allo stesso tempo vi sembra che lo stato già evoluto di un’altra persona vi tolga qualcosa. Tentare di diventare perfetti a scapito di altri vanifica, ovviamente, il vostro obiettivo, perché non c’è nulla di meno perfetto di ciò che esso smuove: intima avidità, gelosia, invidia, mera ambizione e vanità, per non parlare dell’oltremodo imperfetta e limitata visione della vita che vi fa confondere l’esclusività con la realtà.

  11. Un’altra distorsione nella ricerca della perfezione a livello della personalità è la paura d’imperfezione interiore, un occulto senso di autosvalutazione che non prendete mai di petto per comprenderlo, lavorarci nei dettagli e nelle piccole manifestazioni quotidiane. Preferite invece indossare una maschera di perfezionismo per dimostrare al mondo e a voi stessi l’inesistenza di quel temuto e presunto senso d’inutilità. La perfezione diventa allora una soluzione che maschera l’autosvalutazione che non volete né sperimentare né esaminare. Dunque qui entra no in ballo anche evasione e menzogna. Siete mendaci nel senso che non volete vedere ciò che sentite e pensate veramente di voi stessi, ma cercate piuttosto di apparire per quello che non siete. A livello dell’io la perfezione viene direzionata verso l’esterno. Essa esiste per gli altri e per l’apparenza.

  12. Quindi se cercate la perfezione (uno stato divino), in uno stato di non-verità, la falsa ricerca porta necessariamente a una rigida distorsione, a una caricatura dell’autentico stato di perfezione. Un tale atteggiamento di orgoglio, di paura, di menzogna indica assenza di fiducia nella vostra natura più profonda. Pertanto voi vi affrettate a cercare di emulare uno stato di perfezione, senza però averlo sviluppato in modo organico. La simulazione della perfezione - che può interessare aspetti specifici della personalità e non la personalità nel suo intero - implica una profonda disonestà da parte del sé inferiore. È un vero e proprio barare per evitare il faticoso lavoro del divenire e per raggiungere il risultato voluto senza sacrifici. Questo, a sua volta, aumenta il rimorso e un diffuso senso di autosvalutazione, non evidenziato nella consapevolezza cosciente.

  13. Una perfezione di facciata o, piuttosto, il perfezionismo è sempre cieco, insicuro e dunque legato alle regole. Esso fa spesso un uso improprio della verità, con generalizzazioni che non si adattano all’occasione. Il sé, poi, talvolta diventa inopportunamente indulgente quando sarebbe preferibile confrontarsi ed essere assertivi, e intollerante quando invece sarebbe opportuno accettare. Molte persone ritengono "sacrosanti" o "giustificati" questi due atteggiamenti e li usano ciecamente, perché fanno ormai parte della loro personalità. Poiché vi rifiutate di affrontare la profonda mancanza di fiducia in voi stessi, la proiettate sempre al di fuori con cinismo e negatività nei confronti del mondo. Oppure adottate una falsa "fede di facciata”. Le forme di auto-giudizio che non affrontate apertamente distorcono la personalità facendola diventare ipocritamente severa con il prossimo. I religiosi spesso distorcono la realtà in questo modo e giustificano il loro miope atteggiamento ricorrendo a dottrine religiose. O magari proiettate diversamente l’auto-indulgenza o il rimorso, diventando eccessivamente permissivi e sentimentali e sviluppando una falsa e malcelata accettazione, che è solo apparente.

  14. Capite chiaramente, amici miei, che non dovete perseguire questo tipo di perfezione, ma la verità e l’umiltà di accettare la vostra imperfezione. È questa soglia che dovete varcare per fare gradualmente spazio alla perfezione perenne che si dispiega dalla vostra anima, una perfezione che sperimenterete in modo molto diverso se adotterete quest’approccio. Condizioni imprescindibili sono l’umiltà di rinunciare al perfezionismo e l’onestà di pagare un prezzo per evolvervi in esseri più genuini e perfetti, condizioni che, di fatto, sono aspetti della vostra vera perfezione. Può sembrare un paradosso, ma accettare con umiltà il vostro stato imperfetto e osservarlo in modo creativo, costruttivo e specifico in modo da comprendere e realizzare dei collegamenti, è già una manifestazione della Divinità interiore.

  15. Ora parliamo di immortalità. Anche qui, l’immortalità è lo stato della realtà di cui il Sé Superiore conosce l’esistenza. Tuttavia una coscienza disconnessa dal Sé Superiore deforma questa verità. Il processo del pensiero cosciente traduce questa consapevolezza in paura della morte, e allo stesso modo il messaggio del Sé Superiore che la perfezione è possibile viene percepito dalla personalità cosciente come timore di imperfezione. La paura della morte dice, a livello più profondo: "Voglio sperimentare lo stato di immortalità che so esistere, anche se sono momentaneamente intrappolato nella “sacca d’aria” dualistica di antitesi vita-morte, in un “aut aut". In tale frangente, con tale visione, se vi trovate nell’una non scorgete l’altra, e temete di dover scegliere o l’una o l’altra.

  16. La paura della morte implica anche la mancanza di fede nella realtà in continuo svolgimento della vita e della coscienza. Tuttavia, quando sono ostinazione e paura a motivare la mente cosciente della personalità esterna, entrambe cercano di distorcere la verità dell’immortalità, così da evitare la paura della morte. L’adesione a delle verità spirituali per poter negare il senso di paura della morte è una manifestazione nevrotica. La personalità esita ad attraversare il tunnel di quella paura. Solo se affronterete il tunnel con coraggio e lo attraverserete - come dovrete affrontare e superare tutte le vostre paure - sperimenterete la realtà della vita eterna, dentro e fuori del corpo.

  17. La motivazione a credere nell’immortalità gioca qui un ruolo enorme. Se nascondete la paura della morte, la mancanza di fede, e scollegate la vostra consapevolezza dalla fonte interiore di questa paura oscura, allora la sovrapposizione della verità dall’esterno non funzionerà. È necessario che lasciate perdere l’immortalità e accettiate la mortalità, finché non diventerete immortali per davvero.

  18. E ora uno sguardo al terzo elemento della triade: l’onnipotenza. Anche in questo caso, lo stato della realtà ultima dell’anima conosce la propria onnipotenza, la sua Divinità - sa del suo potere di guarire, di creare mondi e ricreare il sé in una miriade di forme gioiose, per poi dissolverle e ricrearle di nuovo. Ma la personalità cosciente percepisce appena questo stato di onnipotenza, e pure in modo distorto, come i due concetti precedenti. Quando il messaggio distorto dello stato del Sé Superiore viene convogliato attraverso un sottile canale ancora molto ristretto, esso si manifesta con l’infantile delirio di onnipotenza tipico dei bambini e degli aspetti puerili degli adulti. In questo stato distorto e immaturo, l’ostinazione pretende un’onnipotenza totale: “Voglio fare a modo mio. Non voglio intralci né ritardi, anche a scapito degli altri. Devo ottenere ciò che voglio subito, non m’importa delle conseguenze”. Quel senso di onnipotenza della personalità esteriore vuole ricorrere a soluzioni magiche per non dover imparare e crescere affrontando le realtà che avete già creato, come la frustrazione, il dolore, le difficoltà, la lotta.

  19. Ovviamente questa distorsione è distruttiva. Essa comporta egoismo, mancanza d’amore, disprezzo spietato per gli altri fino alla crudeltà e all’inverosimile – è la convinzione che basta un semplice atto di volontà a far scomparire gli ostacoli, quando ciò che serve davvero è imparare da essi, accettandoli e poi trascendendoli. Questa distorsione rivela anche una visione limitata alla realtà della creazione, la mancanza di fiducia o di fede e, ancora, la propensione a imbrogliare per evitare il travaglio necessario alla crescita.

  20. È quindi ovvio che una persona che voglia crescere e maturare debba abbandonare ogni pretesa di onnipotenza e di magia, e i relativi aspetti negativi insiti nella pretesa. Se avrete l’umiltà di accettare le vostre limitazioni, riuscirete a varcare la soglia ed espandere gradualmente il vostro potere di creazione. Cosa che poi si verificherà a quel particolare livello, in modo completamente diverso.

  21. La motivazione del Sé Superiore per fare esperienza dell’autentico stato divino di onnipotenza non ha a che vedere con orgoglio, ostinazione o paura. Essa non esclude gli altri ma li include sempre. Si tratta di una potente forza luminosa di auto-espressione che non causa danno ad alcuno. Il tipo di onnipotenza messo in atto dallo stato d’immaturità viola sempre gli altri e li vuole limitare per salvaguardare il proprio maggior potere, soggiogando il prossimo a proprio esclusivo vantaggio. Lo stato divino di onnipotenza si compiace dell’analoga onnipotenza degli altri. Non esistono lotte di potere tra entità che si trovano in questo stato.

  22. Vediamo, amici carissimi, quanto sia necessario che voi rinunciate a fingere una data condizione, al fine di riconquistarla su un piano di genuinità. Avete bisogno di perdere momentaneamente di vista l’obiettivo. Dovete smettere si pretendere una perfezione dell’io basata su orgoglio, confronto, vanità e paura della vostra insufficienza. È necessario che abbiate l’umiltà di vedere le vostre imperfezioni, che è il modo più sicuro e veloce di avvicinarsi alla perfezione.

  23. Dovete rinunciare momentaneamente alle vostre convinzioni sull’immortalità, anche se abbastanza precise, perché malgrado la vostra fede non riuscite ancora a concepire il cambiamento (l’interruttore della coscienza a livello del sentire e dello sperimentare) che avviene quando lasciate il corpo. Queste, per tutti voi, sono ancora soltanto parole. È importante che la smettiate di usare queste parole per negare la vostra vaga agitazione, ansia o paura di quello stato sconosciuto, sovrapponendoci dei veri principi e i fatti della vita più ampia. Occorre che riconosciate la vostra paura, la perplessità, lo stato d’ansia, la sensazione d’impotenza. Poiché vi trovate davanti a un muro che non potete ancora penetrare. Un muro che avete eretto voi stessi, conseguenza del vostro scollegamento e dello stordimento della mente subìto nella particolare “sacca d’aria” della vostra realtà condensata. Quel muro potrà sgretolarsi solo quando ne accetterete l’esistenza e vi lascerete andare alle sensazioni che quel muro suscita in voi. Non è necessario che abbandoniate le idee, ma è necessario ammettere che quelle idee sono per voi solo delle idee separate dai vostri sentimenti, e che temete l’oscuro muro dell’ignoto che dovete attraversare.

  24. Dovete attraversare simili mura dell’ignoto praticamente tutti i giorni della vostra vita, se volete vivere nella pienezza invece che nell’autolimitazione e nell’autoprivazione. Più vi ci impegnerete, più le mura si dissolveranno, perfino la “grande muraglia”. In questo modo riuscirete a sperimentare per davvero un cambiamento di coscienza, già nello stato di incarnati. Nel vostro percorso riuscirete ad attraversare mura di sconosciuto terrore se affronterete i sentimenti che avevate negato: dolore, odio, auto-rifiuto, senso di colpa, rabbia, tutte le gradazioni di paura e terrore, così come i sentimenti ancora più temuti di amore, sessualità, felicità, unicità. Imparando a viaggiare attraverso questi sentimenti, malgrado l’iniziale timore, proverete una nuova fantastica libertà, una meravigliosa liberazione e arricchimento. Uno stato prima sconosciuto diventa noto. Non serve ripetere a voi stessi che questi sentimenti non sono da temere, evitando così di viverli e di percorrere l’oscuro tunnel che essi sembrano essere. Solo passandoci attraverso ne sarete liberati, e in tal modo non proverete più quel timore che avete sperimentato fino ad ora. Se ripeterete questo esercizio ogni volta che si riaffaccia una paura residua di qualsiasi sentimento, alla fine non rimarrà più nessuna paura residua di alcun sentimento o condizione. Lo stesso vale per la grande paura di quel tunnel apparentemente finale.

  25. Quando accettate di inoltrarvi in nuovi territori della vostra vita quotidiana - quando smettete di intralciare la vostra espansione perché avete fondamentalmente la fede e il coraggio di entrare in situazioni sconosciute – trasformate l’ignoto in noto. Ogni vostra paura dell’ignoto, che si tratti di un sentimento da voi ritenuto negativo o di un nuovo stato espanso di esperienza genuinamente positivo, vi appare come un muro oscuro da temere ed evitare. Se lo evitate, impedite al vostro perenne movimento vitale di seguire il suo corso naturale. Dunque, accantonando temporaneamente l’esteriore teoria dell’immortalità e accettando la paura della mortalità, potrete attraversare quel muro oscuro e realizzare per davvero l’immortalità come qualcosa di sperimentato. Lo stesso vale per la perfezione, l’onnipotenza e per molti altri stati della realtà. Questo accade anche per i sentimenti che vi terrorizzano: se li attraverserete, sperimenterete la condizione che vi darà la prova che non dovete averne timore.

  26. Riguardo al senso di onnipotenza, già ci state lavorando abbondantemente. Scoprite il bambino in voi che brama onnipotenza e soluzioni magiche. Voi esprimete queste pretese e desideri e anche rabbia, se questi non vengono soddisfatti. Imparate ad accettare la limitazione della vostra attuale personalità. Dovete essere umili per poterlo accettare; dovete aver fede per rinunciare a ciò che ritenete di dover avere adesso, soprattutto se è una forzatura che non rispetta il ritmo della vita, sia vostra che degli altri. Solo agendo con amore, fiducia, decenza, onestà e umiltà potrete riconsiderare l’onnipotenza in modo completamente nuovo e diverso. State vieppiù scoprendo una nuova forza, un nuovo potere creativo, nuove abilità, nuove facoltà intuitive che non avreste mai pensato fossero possibili. Tutto questo è un risultato diretto della rinuncia alla falsa versione di perfezione, immortalità, onnipotenza e di altri stati che dovrete sviluppare con gradualità.

  27. Vedete, amici miei, quando gli stati di realtà sul piano della verità cosmica e della creazione passano attraverso il filtro limitato della personalità dell’io, e la personalità cosciente li fraintende e li distorce, gli stati di verità divina si trasformano in menzogne e manifestazioni nevrotiche.

  28. La confusione dell’umanità su questi stati, in questo vostro momento storico, è molto significativa. Cerchiamo di chiarire il movimento evolutivo al riguardo. In passato, quando la religione era fortemente radicata nella vita dell’umanità, si accettava la verità postulata. L’umanità, a quel punto del suo sviluppo, doveva dapprima analizzarne i principi con l’intelletto, poiché era impreparata ad affrontarli a livello emozionale. Questo era un inizio obbligato, in una certa fase dello sviluppo. È sempre così: all’inizio bisogna valutare una nuova idea, prima di poterla incorporare nella coscienza profonda. Idee nuove e veritiere devono provenire dall’esterno perché venga facilitata l’apertura del canale, in modo che il sé interiore le possa in seguito verificare attraverso l’esperienza.

  29. I più evoluti tra chi aderiva a movimenti religiosi interiori hanno sempre saputo che questi stati di perfezione erano insiti nell’umanità come un potenziale da realizzare. Hanno sempre saputo che Dio è in noi e l’hanno sempre professato. Tuttavia, a quel tempo, non poteva che considerarsi una teoria e un obiettivo lontano. In seguito questa verità è stata fraintesa, travisata e abusata dall’ego orgoglioso, prepotente e pauroso, cosicché la perfezione era forzata, finta e imposta per alleviare la paura di affrontare quelle radici della personalità in cui gli stati di perfezione non potevano ancora esistere.

  30. Tale abuso e misuso, nonché la pericolosa fuga dalle imprescindibili fasi di sviluppo, resero necessaria la nascita di un nuovo movimento nella vostra storia, introdotto dalla psicologia. Grazie al suo sviluppo, la psicologia ha potuto identificare le manifestazioni distorte come pseudo-soluzioni illusorie, designandole come stati nevrotici che l’individuo in fase di maturazione comincia ad abbandonare naturalmente. Attraverso la psicologia, una persona poteva essere indotta ad accettare la propria limitazione, imperfezione e mortalità.

  31. Col tempo, tuttavia, anche questo importante movimento psicologico cominciava a deteriorarsi a causa dello stato di dualità. La psicologia non si era accorta dell’esistenza di un ulteriore passaggio. C’è ancora un altro livello in cui il falso diventa di nuovo vero. La triade di perfezione, mortalità e onnipotenza esiste davvero, dunque la totale negazione da parte della psicologia di questi stati è altrettanto erronea, anche se inizialmente necessaria per facilitare la curva di crescita.

  32. Nella nuova era tutto conduce a una scoperta e a una fusione con i livelli interni - una fusione delle dualità, del principio di “aut-aut”. Scoprirete che non siete perfetti, ma anche che non volete rinunciare alla perfezione per sempre. Che non siete immortali, ma che non volete rinunciare all’immortalità per sempre. Che non siete onnipotenti, ma che non per questo rimarrete per sempre limitati e separati. Scoprirete che verità diverse si applicano a livelli diversi. Effettivamente, sul piano esterno della vostra personalità non siete perfetti, siete mortali e siete lungi dall’essere onnipotenti. Ma la perfezione, l’immortalità e l’onnipotenza assolute sono già dentro di voi. Solo quando non vi ostinerete più a volerle possedere sarete in grado di distinguere ciò che è perfetto da ciò che non lo è, che cosa sia la vita e cosa la morte, cosa il potere e cosa la debolezza.

  33. Trovandovi nella confusione dualistica non lo potete sapere. Spesso credete di sapere ciò che è perfetto e ciò che è non lo è, ma non lo sapete per davvero, perché vi manca la comprensione e non riuscite a vederne tutte le conseguenti implicazioni; non ne percepite la dinamica. Spesso credete che qualcosa sia morte, mentre di fatto è vita, e vita quando invece è morte. Ad esempio, quando attutite la vostra facoltà di sentire e di sperimentare a fondo per vibrare di vita, pensate di essere vivi. E pensate che varcare la soglia significhi essere morti. Anche durante la vita fisica credete che provare dolore e terrore - oppure la vostra supposta inutilità – sia come morire, e che ne sareste annientati. Quando raccoglierete il coraggio per varcare realmente quella soglia, vi accorgerete che avrete guadagnato una nuova vita. In realtà, quegli stessi sentimenti che temevate come la morte contengono in sé gran parte dell’energia vitale e della vitalità che avete deliberatamente attutito. Quindi vedete, amici miei, come anche sapere ciò che è questo e ciò che è quello non è veramente possibile sul piano della personalità e della mente cosciente, in questo momento. Questa consapevolezza vi permetterà forse d’imparare a non insistere più su perfezione, immortalità e onnipotenza distorte che provengono da paura, mancanza di fede, odio di sé, visione limitata, orgoglio, impazienza e diffidenza. Imparerete a lasciarli andare man mano che affronterete i sentimenti che creano il bisogno di mantenere quegli stati. In questo modo sfonderete cancelli, tunnel e mura.

  34. Ancora un appunto sulla connessione tra la mente conscia e il Sé Superiore: come potete evincere chiaramente da quanto detto, quando la connessione è parziale (se non si comprende chiaramente che si tratta solo di un collegamento parziale) si potrebbe verificare un danno. Lo stesso processo che vi spiegavo per quei tre aspetti può aver luogo in molti altri modi. Non intendo minimamente dire che la mente cosciente non debba tentare di connettersi con il Sé Superiore. Al contrario dovrebbe farlo, naturalmente. Ma ciò che serve sapere è che una buona apertura di un’area non garantisce che ci siano simili aperture in tutte le altre aree. Ci sono esseri umani che hanno stabilito un buon collegamento con il loro Sé Superiore. In quell’ambito potrebbero disporre di un canale fluido e bellissimo attraverso cui la mente cosciente può di fatto essere ispirata, guidata e istruita dal Dio interiore. Tuttavia se poi la personalità cosciente si convince di essere veramente "al sicuro" e di possedere collegamenti in tutti i settori, allora questo potrebbe essere pericoloso. Dove c’è disconnessione, il canale non è aperto e non c’è passaggio, per quanto esso possa essere aperto e veritiero in un’altra area. È un grave errore ritenere che un canale aperto garantisca che si possano davvero istruire o anche identificare i punti ciechi ancora esistenti nella personalità. Laddove la personalità fa ancora resistenza, è bloccata, in atteggiamento di difesa e ha un vantaggio nell’ignorare o ammettere quest’atteggiamento, il canale aperto non può funzionare.

  35. Questo è uno specifico punto di pericolo sulla strada per aprire il canale. In molti hanno vacillato qui. Prima che il canale si apra questo pericolo è ancora limitato. In seguito ci saranno altri pericoli. Ma una volta stabilito il canale, la persona arriva spesso a ritenere che un Sé Divino che funziona e comunica in modo così fantastico possa farle scoprire tutti i suoi punti ciechi. Quella persona diventerà quindi chiusa in se stessa. Il suo orgoglio residuo potrebbe farle rifiutare l’aiuto degli altri, che sono maggiormente in grado di evidenziare ciò che il canale non può rivelare. Ora che un maggior numero di voi sta sperimentando questo canale appena risvegliato come immensa fonte di gioia e di forza, consentitemi di mettervi in guardia in modo che ne evitiate le insidie. Molti innovatori e canali spirituali altamente evoluti sono in seguito peggiorati a causa della mancata conoscenza di queste dinamiche. Il Dio interiore non impone mai qualcosa al sé che il sé non cerchi in modo attivo. Questa è una legge immutabile, ed è per questo che è così essenziale continuare nel Sentiero con l’assistenza di un Aiutante e con gli amici in gruppo (forse in un altro senso), e ancor di più dopo che il canale comincia a funzionare.

  36. Chiedetevi in coscienza dove ancora resistete e vi difendete, dove tenete duro e avete interesse nel non lasciare entrare qualsiasi cosa sembri avere un aspetto minaccioso. Nella misura in cui ammetterete l’esistenza di un tale atteggiamento, sarete già a buon punto, poiché avrete gli strumenti per lavorarci su e capire come esso limiti la vostra percezione della realtà e il canale con il vostro Sé Superiore. Anche laddove il canale aperto già funzioni, i messaggi potrebbero essere mal interpretati e usati in modo improprio, perpetuando così la vostra resistenza. Tali distorsioni non riguardano solo la triade di perfezione, immortalità e onnipotenza, ma molti altri settori della vita, troppo numerosi da elencare. Siate consapevoli di questa possibilità! Un’apertura incompleta e un incompleto stato di ricettività, uno stato di difesa, distorcono i messaggi del Sé Superiore, sia che provengano da un anelo o da un desiderio inespresso, oppure da istruzioni e parole specifiche.

  37. Il vostro percorso è un’impresa davvero benedetta. Se solo poteste vedere quant’è cambiato il vostro paesaggio interiore, dopo aver intrapreso i primi passi – e i primi passi sono sempre i più difficili! E se solo poteste vedere il paesaggio interiore ancor più glorioso ed esteso che diventerà la vostra stessa casa, se rinnoverete e radicherete costantemente l’impegno nei confronti di voi stessi e della verità di ogni essere, se imparerete ad avere fede nei periodi bui della vostra vita, quegli stessi periodi saranno sempre più brevi - e già lo sono – man mano che progredirete nel vostro cammino. Essi diventeranno sempre meno temibili e frequenti. Proseguite il vostro bel viaggio, non ce n’è di migliori. Tutti voi siete benedetti nel modo più profondo possibile, e sarete benedetti a ogni passo del cammino, nell’amore e nella fede. Siate il vostro Dio

Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 234 - Perfection, Immortality, Omnipotence
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