Lez. 218 - Il processo evolutivo
Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
6 febbraio 1974
Traduzione in italiano di Daniele Buratti
Revisione non ancora effettuata
Edizione Luglio 2023
- Saluti, amici carissimi. Benedizioni a tutti voi. Felicità e amore accompagnano la verità e l’impegno per la verità, qualunque forma esso prenda. Nel profondo del vostro cuore c’è il seme di ogni potenziale di verità, amore, felicità, saggezza e pace. Voi possedete quegli attributi, quegli stati dell’essere, in grande quantità e qualità. Sta a voi realizzarli, ma dovrete prima concepire quel potenziale nel profondo del vostro essere più intimo. Così potrete considerare di sviluppare i potenziali dormienti, risvegliarli e farli pervenire all’esterno, facendo in modo che crescano in voi e affluiscano alle regioni esteriori della vostra vita.
- L’argomento di oggi è il processo del viaggio evolutivo, poiché si tratta di un vero e proprio viaggio. È un processo che notate sempre di più man mano che vi evolvete attraverso l’impegno profuso nel vostro cammino: è una realtà organica che si trasmette a voi con le sue leggi, le sue sequenze, il suo ritmo, la sua suprema saggezza e il suo senso profondo. All’inizio lo percepirete in modo vago e sporadico; procedendo nel percorso, diventando più saldi nella verità che è in voi, vedrete questo processo dipanarsi come un evento vivo, organismico.
- L’errore è credere che l’evento organismico, questo processo, risulti dalla vostra decisione di affrontare un siffatto percorso in cui trovare voi stessi ed evolvervi. Ma è un equivoco. Il processo è sempre in essere. La differenza è che se non siete su un percorso che attiva la consapevolezza della vostra realtà interiore - essendo ancora nella cecità e nell’ignoranza di voi stessi e, dunque, dell’universo - non siete nemmeno consapevoli del processo che sta avvenendo in voi. Quindi è fondamentale capire la differenza, amici miei. Il processo non è qualcosa che si attiva solo dopo aver iniziato un percorso di sviluppo. Iniziare un percorso e progredire in esso vi consente di focalizzare la consapevolezza su qualcosa che era sempre esistito ma che prima non notavate; potrete così seguire il processo coinvolgendo la personalità dell’Io, anziché lasciarla indietro.
- Questo è un altro aspetto del risveglio della coscienza, e in tal senso questa lezione è la continuazione della precedente. La coscienza non avviene all’improvviso, ma è un processo di risveglio a qualcosa che c’è sempre stato. La coscienza che si risveglia percepisce d’un tratto eventi psichici, eventi interni ed esterni, stati dell’essere in sé e negli altri, connessioni e interrelazioni tra persone e cose, tra la coscienza individuale e quella cosmica. Per quale motivo esisteva da sempre? Perché il tempo è un’illusione della mente limitata. Dai limiti della mente dipende anche la mancata percezione di quel che c’è. Con l’ampliarsi dei limiti della mente, essa diventa capace di percepire quello che c’è, che poi non potrete più confondere con le "sequenze di eventi". E questo fa la differenza, amici miei, poiché il nuovo modo di percepire attiverà in voi un aspetto della coscienza ancora assopito: il vostro potere di percepire nella realtà. Nello stato di sonno confondete sempre causa ed effetto, guardate sempre dal lato sbagliato del binocolo e, di conseguenza, la confusione non fa che aumentare.
- Potete iniziare a concepire il processo del viaggio evolutivo interiore come qualcosa di sempre presente e attivo, che lo sappiate o meno. Parliamo ora in modo più specifico del processo. Per aiutarvi a comprendere un po’ meglio voi stessi e focalizzarvi nella giusta direzione, andremo nello specifico. Potrei definire il processo evolutivo presente in ogni aspetto della coscienza, in ogni entità e realtà organismica, come un viaggio perenne.
- Le persone sognano spesso di trovarsi su un treno, o che devono prenderlo, ma hanno l’ansia di perdere il treno, oppure che hanno perso il treno o che devono scendere. Quasi tutti gli esseri umani hanno questi sogni ricorrenti, sogni universali che ogni tanto vengono: essi indicano la vostra relazione con il vostro processo specifico. Riuscite a seguire il movimento del treno o restate indietro? Il processo va avanti mentre il treno continua la sua corsa, ma la coscienza dell’Io può fare una scelta. Può scegliere di seguirlo o di restare indietro. Le scelte che si fanno non sempre sono consapevoli, ma c’è sempre una precisa intenzionalità. Per inciso, se non vi succede di sognare il treno, quella non è un’indicazione o una prova che stiate seguendo il viaggio interiore. L’inconscio non sempre riesce a convogliare il suo messaggio alla coscienza, ma a volte i messaggi potrebbero essere trasmessi in forma diversa.
- Ad esempio, quando scegliete di iniziare un percorso di ricerca interiore per conferire un senso più ampio alla vostra vita, la vostra è una scelta al pari di quella di non farlo, a prescindere dalle motivazioni e dalle scuse che vi potreste raccontare. Quando vivete il quotidiano senza dargli rilevanza, quella è una scelta attiva e distinta come quella di quando vi consentite di ascoltare l’impulso a seguire il viaggio interiore. Se siete passivi e inerti, siete voi che l’avete scelto, come pure se decidete di essere attivi e avere iniziative. Sono tutte delle scelte: seguire il processo evolutivo interiore o restare indietro?
- La scelta dipende da quanto voi cedete alle onnipresenti paure e resistenze, così tragicamente fuori luogo. Poiché se avvertite il bisogno di temere e resistere a qualcosa, quello è il non-movimento, la stagnazione, il non voler seguire il processo che si evolve dal centro del vostro essere come la più saggia e significativa realtà concepibile. Pertanto, amici, quando opponete resistenza al moto interiore - che è molto più saggio e profondo di ciò che può concepire il cervello umano - prendete una decisione che pesa. È importante capire il senso di quella decisione. Che cosa implica? E poi, quali sono le sue ramificazioni?
- Voglio dire che la decisione non riguarda solo l’intraprendere, o meno, un percorso come questo. Anche qualora aveste già preso la decisione generale di seguire il percorso, potrebbero comunque rimanere delle aree in cui avete qualche riserva. “Arriverò solo fin lì e non andrò oltre. Qui non seguirò l’impulso del moto interiore; lì resisterò e rimarrò dietro. Non cambierò in questo ambito. Andrò fin lì e poi scenderò dal treno, ma ne continuerò a seguire il tracciato in altri ambiti”. Vedete, amici, nella realtà psichica è possibile trovarsi sul treno per alcuni aspetti e scendere dal treno per altri. Gli “altri” aspetti hanno peso, giacché creano uno squilibrio e una discrepanza. Forse, amici, siete scesi dal treno in alcune zone e siete rimasti in stazione in attesa di prendere un altro treno? Non vi rendete conto che il treno non vi aspetta? Il vostro moto interiore segue il suo piano innato, e quando l’Io scende il moto interiore va avanti. A quel punto è molto più difficile recuperare il ritardo. Se vi trovate in una situazione del genere, vivrete una lunga condizione di disarmonia, ansia, crisi, depressione e scompiglio.
- Certo, in pratica è impossibile seguire sempre il moto interiore al cento per cento. Se aveste quel livello di consapevolezza non sareste nello stato umano. Di per sé lo stato umano è il risultato di una disconnessione, e quindi dovete darvi da fare per ripristinare la connessione con la realtà interiore. Nessun essere umano, nessun ricercatore spirituale può dire di non aver mai attraversato periodi di crisi e oscurità. Sono inevitabili, e va bene così, poiché proprio quegli stati diventano dei promemoria, dei messaggi e delle indicazioni per spronarvi a duplicare gli sforzi e ritrovare l’armonia con il senso interiore del processo individuale.
- Mi riferisco agli stati prolungati di disarmonia, fuga e resistenza su larga scala quando si affrontano certe aree del sé. Si può formulare la domanda in questo modo: “Vi impegnate in modo assoluto con voi stessi, nella verità totale, per non evitare nulla e arrendervi alla volontà di Dio?”. Solo voi potete dare una risposta autentica. Se volete conoscere la risposta, lo potete fare facilmente. E potete facilmente determinare se e come resistete, quali sono le aree in cui arretrate e avete riserve, e dove respingete il sacro processo del vostro moto interiore, teso verso la realtà divina.
- C’è sempre bisogno di qualche forma di lotta per farvi capire i segnali, i messaggi e le direzioni del vostro processo interiore, per rimettervi in carreggiata. Ogni fermata causa un ritardo molto maggiore di quanto crediate. Con ‘ritardo’ non voglio darvi l’impressione che dovreste essere precipitosi nel vostro atteggiamento mentale, ma che vi dovreste accorgere del moto del vostro processo. Dovreste imparare a sintonizzarvi con esso e capirne messaggi e significato, nonché il significato della vostra paura e resistenza che vi inducono a scendere dal treno e a restare indietro.
- Se esaminate a fondo il nucleo della paura e della resistenza e ne traducete il significato, ciò che inevitabilmente emerge è qualcosa del tipo: “Non mi fido della realtà divina. Non mi fido della vita divina. Non mi fido del mio sé superiore. Non mi fido della creazione di Dio e della volontà di Dio per me e in me. Ma mi fido delle difese dell’Io e dei blocchi di protezione, per distruttivi che siano. Mi potrei pentire di questa distruttività, ma poiché mi fido più di essa che di Dio, continuerò così”. Vi fidate della pseudo-realtà delle vostre idee erronee, delle vostre misere paure e difese, della falsa sicurezza, delle illusioni, della pigrizia e del fascino della linea di minor resistenza. Vi fidate dell’illusione che non sia necessario seguire il processo evolutivo. Così vi negate addirittura la consapevolezza che un tale processo esista davvero.
- Diffidate della bellezza del moto interiore e vi fidate della stagnazione. Diffidate della verità e confidate nella sua negazione. Preferite chiudere i recettori dei messaggi che il processo vi invia. Non vi concedete mai nemmeno la possibilità di scoprire quanto potervi fidare di Dio, del processo, della verità e dell’impegno totale per affrontare tutto ciò che è in voi e, quindi, seguire il processo; e al contempo vi disperate per le continue delusioni, rifiutando di collegarle con il fatto che vi fidate sempre delle cose sbagliate. Voi scegliete di fidarvi di una chimera. Fate vostro il motto che ciò che non conoscete non esiste, e dunque non vi nuocerà. Negate di non aver realizzato il potenziale che era in voi. Dunque create altre illusioni e false realtà diventando ancor più disconnessi, confusi e vuoti, scegliendo di non capirne il motivo e accusando la vita di essere cattiva. Voi temete e resistete alla verità e alla bellezza, alla realtà benevola in cui potreste vivere. Forse non è così per tutti, ma se pure riguardasse una parte di voi o solo alcuni aspetti, rappresenta comunque uno spreco e un affanno inutile.
- Considerate tutto questo, amici. Riflettete sulla questione della fiducia e della sfiducia mal riposte che vi fanno decidere di scendere dal treno e restare indietro, anche se solo per un po’. È molto importante che rendiate conto a voi stessi delle vostre decisioni e che vi confrontiate con fiducia su questi problemi, anche se fate in modo di non sapere di stare prendendo decisioni ogni giorno e ora della vostra vita. Sono decisioni su cosa pensare, su come vedere gli eventi della vostra vita e come reagire a essi, se sia il caso di rivolgere l’attenzione, nel quotidiano, alle vostre realtà interiori o alle loro proiezioni esteriori. Sono decisioni che prendete di continuo. Verificate per voi stessi il significato di quelle decisioni - e il fatto che si tratti, invero, di decisioni - e così, almeno, fermerete la creazione di una realtà illusoria e falsa che è causa di tanto dolore e paura. Il termine “realtà illusoria” vi potrebbe sembrare un ossimoro, ma non è così, poiché voi create in continuazione e credete a delle realtà transitorie e illusorie. La vita sulla terra ne è un esempio lampante.
- È quindi essenziale che vi interroghiate nel profondo su come vi relazionate con il vostro processo e il suo significato. E dopo esservi dati una risposta, ponetevi questa domanda: “Qual è il senso della mia risposta?”. State davvero permettendo a quel moto interiore di guidarvi? È solamente all’inizio di ciascuna decisione che il prenderla sembra richiedere sforzo. Quello sforzo è in sé una delle illusioni che avete creato credendo costantemente nella falsità - in questo caso, che il non-moto non richieda sforzo e che il moto produca affanno. In realtà ci si sforza quando si resta indietro e si resiste al moto, mentre assenza di sforzo e rilassamento interiore provengono dall’armonia instauratasi tra l’Io e il processo interiore del moto, in seguito alla decisione di adeguarsi alla sua velocità e scoprirne il senso.
- Questo mi porta al prossimo aspetto della questione, vale a dire che non vi è evento nella vostra vita - grande o piccolo, esteriore o interiore - che non sia un messaggio intrinseco o una manifestazione rilevante dell’intero processo. È vostro compito e fa parte del percorso decifrare i messaggi, comprendere il significato celato dietro gli eventi o i vostri stati d’animo. Nella misura in cui vi impegnerete, voi ce la farete, anche se forse non immediatamente e non sempre in modo lineare. Ma è certo e inevitabile che il significato sarà sempre più chiaro, e di pari passo aumenterà la vostra sicurezza, la pace e la gioia. Viceversa, il senso della vita e delle esperienze, dell’umore e degli stati d’animo, non sarà mai veramente chiaro se non ci si sforza e non ci si impegna a fondo. E nella misura in cui non vi impegnerete, in quella stessa misura la vostra vita sarà sterile e tormentata dall’ansia.
- Se vivete gli eventi come se fossero isolati e casuali la vita appare priva di significato, spaventosa, complicata e opprimente. Ma se iniziate a percepire l’incredibile significatività, la saggezza e lo scopo molto più vasto degli eventi, di come essi siano profondamente connessi e parte della totalità saggia e sana della vita e delle sue sequenze, svaniranno confusioni e paure, poiché tutto ciò che vivete ha un senso e una connessione più profondi. Si consegue tale consapevolezza solo se la coscienza esteriore decide di impegnarsi a superare l’onnipresente tentazione di seguire la linea di minor resistenza. Di solito scansate un evento, uno stato d’animo, un certo clima interiore o un particolare stato di reazione emotiva come se accadesse per coincidenza singola e scollegata. Ma se anche non deste più credito alla teoria della coincidenza le reazioni emotive sono ancora orientate in quel senso, come se la vostra esperienza fosse un “suo” prodotto. "Se solo questo o quello fosse accaduto in un altro modo, allora sarei felice", o "Se solo quella persona reagisse in modo diverso andrebbe tutto bene": tutte queste reazioni comuni, anche se espresse con parole diverse, indicano una persistente convinzione che gli eventi della vita siano fortuiti e che il vostro stato d’animo dipenda dagli altri e da circostanze che hanno poco o nulla a che fare con una realtà significativa che va oltre la superficie. Ecco perché vi sentite depressi, ansiosi e confusi. Solo nel momento in cui (per qualunque cosa vi accada nella vita) vi chiederete: "Potrebbe essere un messaggio, una riflessione, una indicazione, o un segnale che ancora non colgo del tutto nel quadro totale della mia vita e del suo corso?”, solo allora otterrete delle risposte che abbiano un senso, solo allora vi si rivelerà la coesa realtà interiore. A quel punto ogni tassello della vostra vita, ogni vostra esperienza e stato d’animo andranno al posto loro.
- Credetemi, amici miei, non c’è nulla che voi sperimentate che non debba essere così come deve essere. E non perché una divinità ve lo ha predestinato con spirito di premio o punizione. Non è questo il punto. Il punto è che le vostre esperienze sono il risultato di dove vi trovate nel viaggio in seno al vostro processo. Ecco perché non potete essere in nessun altro posto.
- Supponiamo che un organismo, umano o di altro tipo, sia molto arrabbiato e nel rifiuto di sé, e che sia spazientito per il suo processo di crescita compiuto solo a metà. Mettiamo che un bambino sia arrabbiato e impaziente, che si senta in colpa e rifiuti se stesso perché non è ancora adulto. Non è forse sciocco? Il processo di crescita è di per sé bello, sensato e rispettabile. Lo stesso accade col processo evolutivo teso a purificare le distorsioni e la negatività. Se un organismo è cresciuto solo a metà, è esattamente lì che deve essere, e non ha senso sgridarlo o che si rimproveri da sé. Solo quando si accetta in toto quello stato e non lo si ostacola, quando il suo significato e quello delle sue ramificazioni è chiaro - inclusa la valutazione dell’effetto della loro negatività - solo allora il processo di crescita è libero di evolversi. Rifiutare lo stato attuale e la rabbia che si prova per esso è come erigere delle barriere che impediscono al “treno” di proseguire la sua corsa. È più facile capirlo se applicate questo principio a livello fisico. Immaginate di inserire un organismo fisico, in crescita, in un contenitore troppo stretto: la sua crescita ne risentirebbe e si danneggerebbe. Lo stesso accade coi processi mentali e psichici. Fraintendere la dinamica, il significato e la necessità della crescita - con il suo processo di purificazione, espansione di coscienza e approfondimento di percezione - e spazientirsi per il proprio stato attuale, porta solo all’odio di sé, al diniego, alla rimozione, a giustificarsi e a proiettarsi sugli altri. E tutto ciò induce una ulteriore negatività, senso di colpa e confusione: in breve, si blocca la crescita dell’organismo.
- Potrebbe sembrare che l’atteggiamento di impazienza nei riguardi dello stato limitato del sé denoti l’ansia di crescere e il desiderio di uno stato e di una coscienza più perfezionati. Certo, tali attributi sono le qualifiche divine originali al di là dell’espressione distorta, ed è bene a sapersi. Ma è altrettanto importante sapere che il modo in cui ciò si manifesta è distorto, ed è lungi dal favorire il processo di crescita.
- Potrete vedere dove vi trovate una volta che vi sarete liberati dell’inutile fardello aggiuntivo e della negatività del diniego del vostro stato attuale. Diniego e repressione portano ad autogiustificarsi, al senso di colpa distruttivo e a biasimare gli altri. Il vostro percorso vi aiuta a liberarvi di quei fardelli. In seguito potrete percepire il vostro stato presente che vi ha spinto a entrare nel processo di evoluzione, e per il quale avete acconsentito a una serie di incarnazioni. Sarete così parte del piano divino per portare la luce nel vuoto. Ovunque la coscienza manifesta abbia "dimenticato" la sua connessione e perso il contatto con la propria natura divina, lì avete il compito di ripristinare quella connessione.
- Ignorare siffatti principi e verità vi porta a odiare l’incompiuto stato presente, che a sua volta si traduce in odio verso di sé e dunque in paura di sé, e in resistenza a vedere tutto il vostro essere in modo imparziale, a valutarlo oggettivamente e infonderlo di verità. Avete qui una chiara dimostrazione della sequenza logica degli eventi psichici. Nel momento in cui non proverete più paura e odio nei vostri confronti, non temerete né vi opporrete al viaggio e vi lascerete andare. Non avendo nulla da temere in voi, non avrete nulla da temere dal viaggio della vita, dal cambiamento. Anzi, ogni nuovo scenario sarà fonte di gioia ed entusiasmo, e la fiducia sarà completa. Dovete capire, amici miei, che vi è un’inscindibile connessione tra la paura di sé e la paura della vita, a differenza dell’impegno assoluto per il sé; di qui la perdita progressiva della paura di sé e la fiducia in sé e nella vita. L’impegno totale con se stessi è l’impegno a seguire armoniosamente il moto del proprio processo. Odiare e rifiutare il vostro stato attuale equivale a temere voi stessi, il che ostacola viaggio e movimento. Questo è "perdere il treno".
- Ogni processo è intrinsecamente vostro e diverso dal successivo. Ogni individuo ha la sua realtà, anche se deve essere in accordo con la realtà universale e basarsi sulle sue leggi e verità. L’accettazione dello stato in cui vi trovate fa sì che seguiate il vostro moto e il processo, lasciando emergere senza paura quel che avete dentro. Amici miei, lasciate che le mie parole vi siano di stimolo e ispirazione per un impegno ancor più pieno e totale, ché in tal modo acquisterete fiducia nel processo interiore e ne comprenderete l’autentica ed estatica bellezza! Conoscerete il suo linguaggio che si comunicherà a voi, e attraverso cui scoprirete l’incommensurabile bellezza del processo, la sua saggezza, il suo significato, e la pace in esso contenuta. Avvertirete l’incessante vitalità che sapete di avere e di cui fate parte, indipendentemente dalle manifestazioni esteriori. Come vi dicevo, le manifestazioni esteriori sono in sé una parte rilevante e viva del tutto, anche se al momento potrebbero sembrare dolorose, brutte e spente. Ma se stabilite il collegamento tra le manifestazioni e il vostro processo, la vostra percezione cambierà drasticamente. Ciò che sperimentavate come privo di senso, e perciò brutto e spaventoso, d’un tratto viene impregnato di significato divino.
- Alcune leggi riguardano il processo interiore evolutivo - da non confondere con le leggi generali universali che si applicano a ogni stato di coscienza e a ogni entità. Queste ultime riguardano chi si trova al di là del processo evolutivo, chi ancora non vi è entrato, o chi vi si trova dentro. Ma poi ci sono le leggi del processo stesso che si applicano solo a chi è partecipe di quel processo. Alcune di quelle leggi le vedremo nel corso delle prossime lezioni. Ora vi vorrei parlare di due leggi importanti che vi saranno molto utili nel vostro lavoro.
- La prima è che più la coscienza interiore è avanti nel processo - o, detto in altri termini, maggiore è il potenziale spirituale di seguire il processo, di esserne consapevoli e di comprenderne il significato - più vi saranno ripercussioni nel caso in cui non si sviluppi quel potenziale. Se, ad esempio, siete pronti a iniziare un percorso impegnativo di crescita e di autoconfronto, ma ciò nonostante fate resistenza a esperienze e stati d’animo, vi mancheranno pace, gioia, significato e vitalità. Certo questo non vale per qualcuno che semplicemente non è ancora arrivato al punto di voler seguire un percorso del genere.
- Quando dico ripercussioni non intendo per forza tragedie, benché anch’esse ne facciano parte. Maggiore è la discrepanza tra la potenzialità spirituale e la direzione effettiva che prendete nella vita, più pesanti saranno le esperienze. Ma spesso il segnale della discrepanza non è un evento tragico. Forse si tratta di uno stato cronico di depressione, ansia e disconnessione. Lo stesso principio si applica a chi si trova già in cammino ma che, nonostante il suo impegno, accantona una parte di sé. Non si impegna a fondo nel processo, ma si ritrae con paura e senso di vergogna nel riserbo e illudendosi che la cosa non sia rilevante. L’inevitabile cecità che ne consegue, quand’anche temporanea, non può che produrre esperienze disorientanti, dolorose, inquietanti e confuse, o che semplicemente vi rubano la pace del momento.
- Imparate a osservare nel quotidiano, in ogni istante, quel che stati d’animo, esperienze e percezioni vi rivelano del vostro processo. Così seguirete il processo e riconoscerete che il malessere è il riflesso di qualche forma di cecità. La cecità si trova spesso in ambiti del tutto diversi da quelli che a livello semi-cosciente temete e supponete. Nel momento in cui ne prendete atto, siete liberi di usare quella conoscenza come vostro indicatore, via d’accesso e chiave di lettura.
- Dovreste dunque consentire che la discrepanza tra il processo e lo stato dell’Io si stratifichi e si trasformi in qualcosa di più fastidioso, con ripercussioni ancor più sgradevoli? Questa non è una punizione, amici miei. È la grazia di Dio che l’ha resa tale per aiutarvi a non restare indietro in una stagnazione che non ha alcun senso, e per darvi uno stimolo, se solo sceglieste di aprire gli occhi e fare tesoro di quelle esperienze e invocaste l’aiuto per capire, farvi guidare e affidarvi alla volontà di Dio, abbandonandovi a essa. Lasciatevi trasportare!
- Da un lato fate ogni sforzo per vedere, capire, ricercare il significato profondo, superare le resistenze. Dall’altro abbandonatevi al moto interiore che vi conduce. Tali atteggiamenti non sono in contrasto tra di loro, ma sono interdipendenti. Usate gli attributi positivi dell’Io per superare le resistenze e lasciate il controllo dell’Io alla guida della volontà divina e del divino moto interiore. Continuate così, e avrete il potenziale per crearvi una vita del tutto pacifica e felice. Ma se permanete nel guscio umano della cecità dovrete affrontare gli aspetti non ancora realizzati e sviluppati di voi. Usate ogni occasione per non restare indietro, e così vi eviterete ripercussioni in modo considerevole. Ciò che conta davvero è il livello delle ripercussioni, giacché, come vi dicevo, qualche forma di cecità è inevitabile.
- Più andate avanti nel percorso, più diventate consapevoli del significato interiore del processo. Potete analizzare anche il minimo malumore e chiedervi: "Cosa significa questo per il mio processo interiore? Dov’è la mia cecità? Cosa potrei vedere in modo diverso?"
- La seconda legge riguarda le connessioni. Quando si fanno le connessioni, il processo si evolve in tutta la sua magnificenza. Se invece non si fanno, il processo resta nascosto e gli eventi hanno un aspetto isolato e inquietante. Dovete creare connessioni principalmente tra le esperienze esteriori e il processo interiore, da un lato, e dall’altro collegare atteggiamenti interiori che sembrano del tutto scollegati tra di loro. Vi parlerò brevemente di entrambe le cose.
- La prima - il collegamento tra vita esteriore, stati d’animo interiori, reazioni e processo - può essere realizzata solo nel modo che vi indicavo, ossia considerando innanzitutto la fattibilità di tale collegamento e aprendosi a tale possibilità. Nel momento in cui vi fate la domanda e tendete l’orecchio per la risposta, prima o poi vi si rivelerà il significato. Man mano che si chiariranno i vari concetti, nel momento in cui inizierete a vedere ciascuna esperienza come evento, con un significato intrinseco che riguarda l’intera vostra realtà interiore, tutto il vostro percorso e ogni suo aspetto, avrete una comprensione della vita del tutto nuova e infinitamente più connessa.
- La seconda - stabilire connessioni tra aspetti interiori, ad esempio tra aspetti problematici - è qualcosa che iniziate a sperimentare man mano che procedete nel cammino. Vi potrà capitare, e di fatto vi capiterà, sempre più spesso. Scoprirete dei problemi all’apparenza isolati - esteriori o interiori, come difetti, carenze, impurità, conflitti, difficoltà di cui non conoscete ancora le dinamiche interne - che sembrano non aver nulla a che fare l’uno con l’altro. Ma andando più a fondo vedrete una connessione diretta tra atteggiamenti e aspetti all’apparenza scollegati.
- Ad esempio, quale connessione ci potrebbe essere tra la difficoltà nello stabilire relazioni appaganti e un blocco nella vostra carriera? O tra un atteggiamento avido e invadente e, supponiamo, insoddisfazione sessuale? O tra sottomissione e mancata affermazione di sé, da un lato, e una malcelata ostilità dall’altro? Potrei citare tanti altri esempi del genere. Vedere le connessioni vi darà un salutare e nuovo senso di comprensione globale. All’improvviso le cose non saranno più tanto frammentate e generatrici d’ansia.
- Inizialmente potreste scorgere delle connessioni generali, ma a poco a poco otterrete una vera, decisa e profonda comprensione. Le parti del tutto vanno a posto per conto loro. Non c’è nulla in voi che non sia collegato a tutto il resto, che sia buono, cattivo, neutro, positivo o negativo. Non solo sono collegati tra di loro vari aspetti positivi o negativi che sembrano di natura diversa, ma vi sono anche aspetti positivi e negativi collegati in modo diretto a un livello interiore.
- Per fare le connessioni potreste e dovreste usare le vostre capacità mentali come potete, nello spirito di esercitare la vostra mente. Ma le intuizioni devono arrivare soprattutto da dentro. Dovete consentire alle facoltà intuitive di fornirvi le connessioni. Allora ogni cosa assumerà uno nuovo contorno e una nuova forma.
- È molto importante che comprendiate le due leggi: tale comprensione vi aiuterà a fare la scelta di voler scoprire il significato della vostra vita esteriore in termini di processo interiore. Vi esorto a rinnovare la vostra scelta quotidiana e l’impegno a fidarvi del moto di quel processo: seguitelo, non restate indietro. Più lo farete, più la vostra coscienza e il vostro sistema energetico saranno euforici. E più la vostra vita sarà gioiosa, pacifica, sicura e significativa in termini di processo creativo totale - e non solo durante questa singola esistenza. Saprete e sentirete profondamente di far parte di un processo più ampio di cui questa breve esistenza non è che il piccolo anello di una lunghissima catena.
- Nel commiatarmi da voi vi invio benedizioni e amore. Vorrei dirvi a tutti che vedo tanta crescita e cambiamento in molti di voi. Vedo tanta sincera devozione al cammino e tutti i frutti concreti che iniziate a cogliere. Questo è uno spettacolo bellissimo per noi nello spirito. Ne vediamo la forma, ne vediamo la luce, ne vediamo la gloria. E ne conosciamo il valore, sappiamo come voi contribuite alla vita intera ogni volta che avanzate di un piccolo passo nel vostro percorso individuale. Siete tutti benedetti, miei amici carissimi. Siate nella pace.
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