Lez. 217 - Il fenomeno della coscienza
Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
9 gennaio 1974
Traduzione in italiano di Daniele Buratti
Revisione non ancora effettuata
Edizione Luglio 2023
- Saluti, amici carissimi. Vi sono elargiti con grande abbondanza amore, verità e benedizioni. Aprite i vostri canali più intimi e lasciate scorrere il flusso dentro e fuori di voi. Questa lezione è incentrata sul fenomeno della coscienza: qualcosa che risulta molto difficile da spiegare alla mente e allo stato di coscienza umano, giacché esso è ancora oltremodo limitato. Ma se cercherò di farvi meglio comprendere l’argomento, quella limitazione potrà diminuire e voi potrete accrescere la vostra consapevolezza.
- La coscienza permea tutto l’essere, tutta la creazione, tutta l’esistenza: tutto ciò che è. Nel vostro mondo della dualità parlate di coscienza ed energia come se fossero due fenomeni distinti, ma non è corretto. La coscienza è un creatore di energia e l’energia contiene la coscienza - diversi aspetti o "variazioni" di coscienza, anche con diverse gradazioni. Non c’è energia fisica, biologica, elettrica o atomica che sia potente quanto l’energia della coscienza diretta. Con ciò mi riferisco all’energia del pensiero, del sentire, dell’intento, dell’atteggiamento, della fede.
- Ogni pensiero è energia. Voi sperimentate quella energia come un sentire. Non vi è pensiero, neanche il più meccanico, spento, sterile o scollegato, che non alberghi il sentire. Il pensiero puro e astratto potrebbe apparire come totalmente separato dal contenuto emotivo. Non è così. Infatti, più il pensiero è astratto e puro, più c’è un sentire che gli è commisurato. Dovete anche distinguere tra pensiero scollegato e pensiero astratto. Non confondeteli. Il pensiero scollegato è una difesa contro i sentimenti e gli aspetti indesiderabili del sé. Il pensiero astratto, invece, proviene da uno stato spirituale altamente integrato. Ma neanche il primo tipo di pensiero sarà mai separato dal sentire, cioè dal contenuto energetico. La sensazione latente potrebbe essere una di paura, di apprensione e ansia per la complessità di ciò che il sé sospetta esistere e che desidera evitare. Con essa potrebbero coesistere l’odio verso se stessi e una serie di altri sentimenti che voi ben conoscete.
- Come la sua corrente energetica sottostante, il pensiero astratto contiene un senso di immensa pace, di una comprensione intrinseca della legge universale datrice di gioia e felicità. Un pensiero del tutto astratto crea questo tipo di esperienza energetica o del sentire. Più il pensiero è soggettivo, più il sentire si tinge di negatività. Il pensiero soggettivo è creato dal desiderio e dalla paura personale, dallo stato di egoismo e di separazione: “io contro l’altro”. Non è dunque mai nella verità.
- Analizziamo il desiderio. Nel mondo della dualità il desiderio, come tutto il resto, ha un duplice ruolo. Dal punto di vista spirituale il desiderio potrebbe essere "indesiderabile", per usare un paradosso. Poiché l’eccessivo desiderio, il desiderio intenso, il desiderio soggettivo, il desiderio che deriva dall’Io e dalle sue distorsioni, vi aliena dal centro del vostro essere. In quel desiderio c’è spesso orgoglio, volontà egoica, paura e sfiducia nell’universo: esso crea un sistema energetico teso e contratto che blocca il flusso della forza vitale. Ecco perché gli insegnamenti spirituali spesso promuovono una condizione di assenza di desiderio come prerequisito per la connessione con il sé divino. È una condizione preziosa per l’autorealizzazione spirituale.
- Allo stesso tempo, è anche vero che se non c’è desiderio non può esservi espansione, né ci si può avventurare in nuovi ambiti, verso nuove realizzazioni e stati di coscienza. Non ci possono essere sviluppo né purificazione. Poiché cosa motiverebbe un individuo a raccogliere il coraggio, la perseveranza e la fermezza necessari per cercare di uscire dall’oscurità e dalla sofferenza? Soltanto il desiderio lo consente. In quel desiderio c’è fede nella possibilità di pervenire a uno stato migliore, al coraggio, alla pazienza e alla dedizione.
- Ecco un tipico esempio di confusione dualistica che nasce quando dite che avere desideri è giusto o sbagliato a seconda di quale aspetto ne percepite. Potrete andare oltre lo stato doloroso, confuso e limitato della coscienza dualistica solo quando andrete oltre l’aut aut, e vedrete le possibilità vere e distorte di entrambi gli opposti apparenti. Nel momento in cui vedrete tutto ciò, gli opposti svaniranno e perverrete a uno stato di coscienza più profondo e ampio in cui la vostra comprensione supererà il limite dello stato di dualità. Questo si applica a tante manifestazioni della vita. Di rado, se non mai, qualcosa è intrinsecamente buono o cattivo. Dipende da come si manifesta e quali sono le vere motivazioni latenti. Il desiderio nel cuore dell’uomo serve a superare gli ostacoli, le tentazioni dell’autoinganno che sbarrano la strada alla conoscenza astratta dell’universo. Ripeto, non intendo astrazione nel senso di un pensiero meccanico, spento, alienato, superficiale, insensibile o difensivo.
- Come può la conoscenza, il sapere (che è coscienza), essere insensibile? Persino il sapere insensibile, ciò che in quest’epoca chiamate "conoscenza intellettuale", ha un contenuto emotivo e suscita determinate reazioni a cascata. E se anche la conoscenza fosse frammentaria e le persone la usassero per allontanarsi dall’aspetto energetico o emotivo della vita, in essa - come vi dicevo - albergano comunque sentimenti, anche se le persone non li riconoscono. Quindi, che ne siate consci o meno, la coscienza è sempre un sentire, una manifestazione di energia. Finanche il pensiero più meccanico, frammentario e interrotto genera una serie di reazioni energetiche a cascata in tutto il sistema psichico. Il potere di scegliere quale pensiero pensare nasce da forti moti di energia e si traduce in un impatto. Dunque la coscienza è tutt’uno con l’energia.
- Nella condizione umana media, a prima vista, non sembra essere così. Tuttavia, andando in profondità, vedrete che qualsiasi conoscenza abbiate ha un contenuto emotivo preciso. Come dicevo - e non mi stancherò mai di ripeterlo, specie in questo contesto - la conoscenza asciutta e tronca alberga anche un sentire. La sensazione di fondo potrebbe essere di paura. Lo stato energetico più superficiale potrebbe essere di noia. La noia è anche uno stato energetico, benché negativo - negativo nel senso che l’assenza di qualcosa non implica che ciò che manca non sia intrinsecamente ed essenzialmente presente. Viene solo temporaneamente reso assente. Se analizzate lo stato di noia più a fondo, nei recessi della sostanza animica, scoprirete che da qualche parte c’è sempre una paura: la paura di conoscere tutto quel che potreste sapere ora, su voi stessi e sulla vostra relazione con l’universo.
- La relazione tra voi e l’universo si fa sempre più ovvia man mano che scoprite voi stessi, che diventate più onesti con voi stessi, che smettete di agire in modo inconsulto. Gli stati di coscienza si possono suddividere a grandi linee in tre gruppi:
- Il primo e il meno sviluppato è lo stato del sonno, in cui un essere non sa di esistere. Non c’è autocoscienza. L’essere può sentire, muoversi e crescere e, in qualche misura, persino pensare: ma al di sotto della soglia dell’autocoscienza, come un minerale o una pianta. Tali organismi possiedono nondimeno dei modelli di creazione e autocreazione intrinsechi che essi seguono in maniera intimamente significativa e mirata, sempre in linea con la loro particolare liceità. Ma sono stati di coscienza, non di autocoscienza. Prendiamo ad esempio la vita di una pianta: essa segue il proprio piano intrinseco. Solo la sua coscienza ora assopita poteva creare quel piano, quell’impronta con tutti i vari cicli in base ai quali l’organismo vive, si accresce, muore, si reincorpora, rinasce, si esprime e così via, perpetuando lo stesso ciclo. Ciò richiede un piano immensamente intelligente che solo la coscienza può mettere in atto. Qualcosa del genere non accade "per conto suo", né può essere un processo morto e disconnesso.
- L’apparente disconnessione della materia inanimata è una coscienza congelata solo temporaneamente, come spiegavo in una recente lezione sui processi di creazione e i punti nucleari psichici. Quando la coscienza crea in una certa direzione, la scintilla vitale rallenta sempre più, finché il flusso energetico si pietrifica: esso si condensa in una crosta così spessa da rendere invisibile l’energia sottostante, cioè non percepibile da occhio umano. Tuttavia gli esseri il cui stato di coscienza espanso li rende capaci di percepire oltre la superficie, possono vedere chiaramente l’aspetto energetico oltremodo potente contenuto nella materia inanimata priva di coscienza manifesta. Ma costoro riescono anche a percepire il contenuto di coscienza all’interno di quella formidabile energia, la coscienza all’interno del materiale esteriormente "morto".
- Che “dice” quella coscienza assopita? Forse potrebbe dire “Non voglio sapere; non voglio conoscere me stessa in relazione al mondo circostante”. Questa affermazione è un nucleo creativo, un’affermazione fatta dalla coscienza per libera scelta e disposizione. Un’affermazione che induce una catena ineludibile di eventi la quale porta, in modo graduale ma sicuro, allo stato condensato e rallentato che alla fine diventa una "crosta" indurita e apparentemente senza vita. Ecco di cosa è composta la materia. La sequenza di eventi che portano allo stato di materia dura e inanimata deriva da un’affermazione negativa che nega la vita e la verità. Tuttavia, una volta che il processo di indurimento è in atto, la stessa materia può essere utilizzata dalla coscienza per scopi positivi e di affermazione della vita. La coscienza libera può in tal modo “comunicare” con la sostanza vitale e la coscienza contenute nella materia indurita.
- Vi do questa brevissima spiegazione così che possiate comprendere che anche gli oggetti inanimati hanno una coscienza. Oggi i vostri scienziati hanno già accertato che c’è energia all’interno della materia, dunque questa parte già la conoscete. Dovete ancora accertare come la stessa cosa si applichi anche alla coscienza.
- La coscienza insita negli oggetti inanimati è raggiungibile dalla coscienza molto più forte e attiva della mente umana, sebbene in misura minore rispetto alla coscienza che alberga in piante, animali o esseri umani. La materia è ancora malleabile e può essere impressa dalla coscienza umana. Poiché la coscienza è in grado di inventare e creare, essa può modellare e formare le sostanze contenute nella materia. Prendete, ad esempio, la necessità di possedere un mobile, un piatto, un bicchiere, un gioiello - quale che sia l’oggetto inanimato. Quel bisogno, il desiderio di creare tali oggetti modella l’energia, e la coscienza ivi contenuta, come la materia inanimata, riceve l’impronta di una coscienza più forte e più connessa che dà la direzione e che si fonde con essa in un certo modo. È così che prende forma un oggetto.
- Quindi ogni oggetto che usate, che vi piace o che vi serve assolve al suo compito. Il suo nucleo di coscienza che cerca sempre di esprimersi verso il divino, il servizio, la verità, l’amore, l’essere - persino in questo stato separato e ottuso - “risponde” alla creazione della mente e realizza così uno scopo nel grande piano evolutivo. Finanche la più morta di tutta la materia morta non è davvero morta. Gli esseri spirituali maggiormente padroni delle proprie innate facoltà divine e non legati alla manifestazione puramente esteriore di esseri umani, riescono a percepire la forma energetica e l’espressione di coscienza degli oggetti inanimati. In tali oggetti è presente un campo energetico che funge da antenna, da stazione ricevente, per cui diventano reattori: il loro contenuto di coscienza è ancora troppo limitato per essere più di quello. Non possono ancora essere iniziatori e creatori come nello stato umano, ma di sicuro sono reattori.
- Potreste scoprire di avere determinate relazioni con gli oggetti. Ci sono degli oggetti che amate, che vi servono e che vi piacciono, e che sono perfetti per voi. Potreste pensare di amarli perché funzionano bene e vi danno un buon servizio, o bellezza, o gioia. Ma è operante uno di quei circoli benigni in cui è difficile dire che cosa o chi l’abbia attivato. Prendete un’automobile o un apparecchio che usate, tipo un giradischi, o altro. Voi amate quella cosa. La potete persino usare per la vostra crescita spirituale, in qualche modo, quindi l’oggetto meramente utile non è veramente soltanto utile, dopotutto. Voi ve ne prendete cura. Il vostro apprezzamento fa sì che l’apparecchio risponda, pur con il suo piccolo nucleo interno di coscienza così limitato; esso è predisposto per reagire, per essere impressionato e modellato. Il suo campo energetico ne risente. Con altri oggetti potrebbe essere il contrario: non funzionano mai bene, li odiate, ne siete infastiditi e loro reagiscono di conseguenza.
- La scissione di coscienza che sperimentate è, dunque, assai discutibile. Quando diciamo che la coscienza permea l’intero universo, questa è una verità. Organismi, oggetti ed entità separati sono separati solo a livello superficiale. Ma dentro e al di sotto di quel livello superficiale c’è una costante interazione.
- Avevo iniziato a parlare dei tre stadi della coscienza. Mi sono soffermata a lungo sul primo stato: coscienza senza autocoscienza. Animali, piante, minerali e materia inanimata rientrano in questa categoria. Vi volevo far capire che non vi è nulla che non contenga una coscienza. Di sicuro è molto più facile vederlo negli animali, nelle piante e persino nei minerali che hanno i loro processi di crescita e di cambiamento, sebbene siano molto più lenti delle altre categorie.
- Il secondo stato è l’autocoscienza, che inizia a livello umano. Che significa autocoscienza? È la consapevolezza di "Io sono", "Io esisto", "Io posso pensare", "Io posso prendere una decisione", "Le mie decisioni hanno un impatto", "I miei pensieri hanno effetto", "Il mio sentire raggiunge altri esseri". Più o meno si tratta di questo. Qui comincia l’autoresponsabilità. La consapevolezza di avere un effetto sul mondo intorno a sé deve tradursi nella responsabilità e nella serietà di scegliere pensieri, atteggiamenti, azioni e reazioni. Questo stato di coscienza, in virtù della sua consapevolezza espansa, trova molte nuove alternative che sono assenti nello stato miope e più limitato. Lo stato di coscienza che si trova al di sotto della soglia di autocoscienza non può fare scelte: esso segue ciecamente il modello intrinseco innestato nella sua sostanza. Lo stato umano è capace di ricreare il progetto, e può avvalersi sempre più di ampie possibilità di espressione di sé, commisurate alla propria crescita.
- È ovvio che all’interno dello stato umano di coscienza e di autocoscienza vi sono molte gradazioni e varianti. Ci sono esseri umani ancora inconsapevoli di sé, del proprio potere di creare, modificare e influenzare. La loro capacità di distinguere è ancora limitata, al pari del loro potere di pensare e agire in modo indipendente. Per costoro le parole che sto dicendo difficilmente avrebbero più senso che per un animale: per loro sono prive di significato. Ci sono altri esseri umani la cui coscienza è molto più sviluppata. Costoro sanno molto bene di avere il potere di scegliere, creare e influenzare. Essi sono responsabili di sé e della propria decisione di pensare in un modo o in un altro. Per costoro le mie parole hanno un senso e sono fonte di ispirazione e incoraggiamento. Naturalmente vi sono svariati gradi di coscienza tra queste due categorie.
- Purtuttavia anche gli esseri umani con una coscienza meno sviluppata sono consapevoli della propria esistenza. Sanno di avere dei bisogni e, fino a un certo punto, capiscono come soddisfarli. Sanno che possono agire. Forse la loro portata è più limitata della portata e del potere di influenzare di una personalità umana più sviluppata, tuttavia resta sempre un’abissale differenza tra loro e lo stato di coscienza animale più sviluppato. In quest’ultimo forse ci potrebbe essere una qualche energia di pensiero capace di stimolare il risveglio, ma l’autocoscienza, nel senso che vi indicavo, è del tutto assente.
- Lo stato umano di autocoscienza vive nella sua dimensione temporale autocreata. Così il senso del passato, del presente e del futuro si risveglia nella mente umana, ma non esiste negli stati inferiori di coscienza. Come per tante altre aree di sviluppo, c’è similitudine tra il punto più basso e il punto più alto della curva, che in questo caso è lo stato dell’essere. La materia inanimata, i minerali, le piante e gli animali non vivono nel tempo: esistono in uno stato d’essere senza tempo privi di autocoscienza, di autodeterminazione, di iniziativa autopropulsiva. Lo stato umano di coscienza è nel tempo. Non si trova, dunque, nello stato dell’essere, bensì in quello del divenire, sebbene possieda già una piena autocoscienza. Nel punto più alto della curva torniamo allo stato dell’essere senza tempo, ma con un alto grado di coscienza.
- Questo terzo stato è il più elevato dei tre. Potremmo chiamarlo coscienza universale, o forse coscienza cosmica, che va al di là dello stato umano. In questo stato tutto è uno, non c’è separazione. In questo stato di coscienza tutto è noto. Si conosce il sé più intimo, si conosce il sé divino. Si conosce il sé divino dell’entità personale, così come quello di altre entità. Si conosce la verità dell’essere. In questo stato di coscienza vivete in uno stato dell’essere. Ma a quel livello di sviluppo lo stato dell’essere supera l’autocoscienza: ha raggiunto la consapevolezza universale. Per dirla in modo diverso, e forse più accurato, il sé è riconosciuto come esistente in tutto ciò che è.
- Riflettete e meditate sul significato profondo dei tre stati, e vedrete e capirete molto di più della vita grandiosa di cui fate parte. Lo stato "innocente" dell’essere esiste solo in purezza. Tale purezza può essere presente in chi è ancora ciecamente inconsapevole, inconscio, impotente, o in chi ha riconquistato lo stato di innocenza attraverso la faticosa discesa e simultanea ascesa dell’autopurificazione. Allora il potere si potrà fondere con lo stato senza tempo dell’eterno presente.
- Vi è una liceità autoprotettiva nell’assenza di consapevolezza della potenza innata della coscienza, finché l’anima non è purificata. Come potete chiaramente osservare nel vostro cammino, questo potere aumenta in parallelo con la capacità di essere sinceri con voi stessi e gli altri. Se foste consapevoli della potenza creativa quando in voi c’è un intento malvagio, potreste fare del male e seminare caos e distruzione a un livello molto maggiore di quanto c’è adesso a motivo del principio autoattivante, nel quale il risultato negativo si trasforma in medicina.
- Per quanto ingiusta possa ora apparirvi una manifestazione del male, vi appare così solo perché nel vostro stato limitato nel tempo non avete le connessioni. Se ne foste consapevoli vedreste che tutte le manifestazioni negative, per crudeli o ingiuste che possano apparire, sono medicine auto-create con lo scopo della massima purificazione e felicità. Il male non distrugge né può farlo, se non temporalmente e nell’ambito di ciò che vi stavo dicendo. Se la coscienza potesse espandersi senza la simultanea espansione degli agenti di autopurificazione, il male potrebbe arrivare a distruggere il divino. Come un meccanismo protettivo intrinseco, dunque, la negatività disattiva gli organi percettivi e subentrano cecità, sordità, torpore e intorpidimento. L’unico modo per uscire da questo stato di ignoranza, di limitazione, di impotenza, di esclusione dal nucleo, in cui c’è una vita che collega il tutto, è cercare in modo coerente di conoscere voi stessi dove siete adesso, non di conoscere l’universo o altro al di fuori di voi. Quello vi arriverà in seguito e in modo gratuito, per così dire. Concentrarsi solo su quello equivarrebbe a perseguire un’illusione.
- Conoscere se stessi è un processo lento e graduale, e non è mai un’impresa impossibile. Richiede solo ciò che è possibile: affrontare qualcosa che vi sta davanti agli occhi, se solo scegliete di vederlo. Potete usare la vostra buona volontà e il vostro intento per scoprire cosa dovreste sapere di voi in ogni fase del percorso. Non c’è un attimo nella vostra vita, amici miei, in cui questo non sia possibile. Siate certi che quando siete in uno stato di disarmonia non siete così consapevoli come potreste essere. Diventare più consapevoli spesso richiede una ricerca assidua. Questo è parte del compito della vostra vita. Spesso potreste cercare nella direzione sbagliata la risposta alla disarmonia presente. Invero, spesso resistete perché temete qualcosa di molto “peggiore” di quello che realmente c’è. Lo scoprireste in qualsiasi momento, se solo aveste il coraggio e la determinazione di andare fino in fondo.
- Lo stato disarmonico, lo stato ansioso, lo stato infelice, lo stato depresso, lo stato di agitazione e paura e il dolore negativo e teso sono sempre il riflesso di qualcosa che potreste sapere proprio adesso, ma che voi scegliete (sic!) di non sapere. Questa scelta crea un campo di energia negativa molto potente. Il Sentiero vi aiuta a disattivare quei campi di energia negativa modificando il loro contenuto di coscienza. Il primo passo vitale è trasformare l’”io non voglio sapere" in "io voglio sapere", e andare fino in fondo. Regalatevi questa avventura di scoperta!
- Nelle fasi preliminari di questa fase di sviluppo evolutivo è necessario eliminare i punti ciechi sul sé, in modo che il sé possa trovare le risposte che lo riguardano. Non potete risvegliarvi a uno stato superiore finché non saprete cosa scegliete, cosa pensate, cosa sentite, di che necessitate o cosa desiderate. Una volta che lo saprete, avrete aumentato il vostro potere di cambiare tutto ciò che è distruttivo e indesiderabile.
- Procedendo in tal modo, verrà un momento in cui vi conoscerete piuttosto bene, ma non sarete ancora del tutto consapevoli degli altri. Così interagirete con le manifestazioni altrui. Essendo ciechi alla negatività dell’altro o alla sua precisa natura, spesso vi perderete nella confusione e nel malessere. Ma continuate a lavorare con onestà e perverrete a una chiara consapevolezza degli altri. Ciò vi darà pace e vi indicherà come affrontare le situazioni. Lungo la strada scoprirete nuovi aspetti di voi, sovente molto positivi. Spesso solo una crisi con gli altri potrà far emergere gli aspetti di voi che prima ignoravate.
- La prima fase è puramente autoesplorativa. La seconda fase, spesso sovrapposta alla prima, si espande verso la conoscenza degli altri. La terza fase porta alla conoscenza universale al di là dello stato umano. Questo è lo sviluppo organico del Sentiero. Quando dico conoscenza, amici miei, ricordate che ci sono diversi modi di interpretare il termine. Potreste avere una conoscenza a livello puramente meccanico. Tale conoscenza non è intuizione, saggezza, o vera percezione. Non vi lascia un senso di meraviglia e di stupore, né vi riempie di pace e di gioia. È una conoscenza asciutta, tronca. Io vi parlo di un tipo di conoscenza diverso in cui si verifica una sorta di comprensione che porta unione nella comprensione frammentaria. È una conoscenza profonda e sensibile datrice di vera pace e gioia, di stupore ed euforia. Siete riempiti da una rivelazione che appiana ogni dissenso. Sperimentate e vi relazionate in modo nuovo. Ma ciò avverrà solo molto più in là nel percorso, amici miei. All’inizio vivrete solo sprazzi di questo tipo di conoscenza. Essa si manifesta molto di più quando, ad esempio, rivestite un ruolo di aiutanti per gli altri.
- Più vi espandete, più sarete ricolmi di questo tipo di conoscenza. E poco a poco vi arriva la conoscenza cosmica che viene dal profondo, dentro di voi, e che trascende il personale. Essa è senza tempo e vi dona una profonda consapevolezza della vita corrente e sempre presente che voi siete e che tutto è. Ciò vi riempie di indicibile gioia, pace, sicurezza e gratitudine per ciò che esiste. Vi dovete guadagnare questa consapevolezza, amici miei, perché non potete puntare direttamente alla coscienza cosmica, che è lo stato ultimo di autoconsapevolezza espansa che coltivate nel Sentiero.
- Il contenuto di questa lezione è finalizzato a rendervi consapevoli della potenza dei vostri pensieri, della potenza di ogni pensiero che decidete di pensare, di ogni atteggiamento che decidete di adottare. Il pensiero crea esperienze e risposte, e crea anche dentro di voi. Lì creerà un nuovo campo energetico, oppure ne rafforzerà, riaffermerà e fisserà uno vecchio, a seconda che il pensiero o l’intento sia nuovo o sia una ripetizione del vecchio. Ovviamente le due alternative si possono applicare a campi energetici reali o falsi, costruttivi o distruttivi. Quando sarete davvero consapevoli di questa potenza, diverrete più responsabili e più capaci di creare. E poi vi avvicinerete allo stato in cui saprete che la coscienza di Dio è intrinseca in ogni cosa. L’Io decide solo in quale direzione andare. Proprio adesso nella vostra mente pensante c’è la possibilità di esprimere la coscienza di Dio in qualsiasi modo scegliate. E quando la vostra esperienza è negativa, assicuratevi di scoprire che cosa l’ha creata e come è stata creata.
- Tutti voi potete scoprire la verità del potere della vostra coscienza prendendo l’impegno adesso - e rinnovandolo - di essere sinceri con voi stessi nei vostri affanni quotidiani, nelle vostre reazioni e nelle esperienze che vi lasciano perplessi, confusi o turbati. Quando avvertite della resistenza riconoscetela, invece di passarci sopra - anche se sareste tentati di farlo. Ammettetela comunque, vincete la resistenza a farlo. Abbiate fede nella verità. Diverrete sempre più liberi e gioiosi e vi libererete dalle catene che ancora vi tengono confinati a uno stato inferiore rispetto a quello del vostro diritto di nascita. Assumete l’impegno per la verità in ogni possibile situazione e frangente.
- Con questo messaggio e suggerimento vi benedico tutti con profondo amore - l’amore dell’universo per tutti voi, miei amati amici. Siate nella pace.
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