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Lez. 198 - Transizione verso l'intenzionalità positiva

Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
11 febbraio 1972

Traduzione in italiano di Daniele Buratti
Revisione non ancora effettuata
Edizione Giugno 2023

  1. Saluti a voi, che Dio benedica tutti i presenti. Concentratevi sulla dimensione che desidera trasmettervi, adesso, la sua pienezza e la sua ricchezza, e di cui potrete far tesoro, se così sceglierete. È una questione di attenzione e intenti. Chiedete alla guida interiore di aiutarvi affinché la lezione odierna possa costituire per voi un nuovo passo nella vostra ricerca.

  2. Vi vorrei parlare ancora una volta, ma a livello più profondo e con un diverso approccio, del vostro tentativo di trasformare l'intenzionalità negativa in espressione positiva. Molti di voi hanno scoperto svariate cose sulla propria intenzionalità negativa. Ora siete finalmente consapevoli di tanti aspetti che in passato ignoravate, negavate o reprimevate. Non serve ricordare quanto ciò sia essenziale nei percorsi di autoconoscenza, purificazione e auto-osservazione. Gran parte dell'umanità è del tutto ignara di cosa si nasconda dietro a un buon intento (apparente o reale), o dietro a un’apparente impotenza. La posizione del “non-posso-evitare-di-sentirmi-così” esprime un intento negativo. Chi ne è consapevole e riconosce la propria scelta deliberata di assumere un atteggiamento negativo è, di fatto, in posizione molto più avanzata rispetto a chi è in uno stato di alienazione e di non conoscenza del sé. Ma non basta esserne consapevoli, amici miei; serve ben altro.

  3. In una precedente lezione vi parlavo di una difficoltà fondamentale che si ha nel cambiare l'intenzionalità da negativa a positiva, e cioè che in segreto il sé si identifica quasi per intero con la parte distruttiva. Rinunciare a quella parte della personalità sembra un che di azzardato, pericoloso e annichilente. La questione, dunque, è come procedere per traslare quel sottile senso interiore di identità. Se non si fanno accedere al sé le espressioni negative, esse si addensano formando una piaga purulenta di colpa e insicurezza. In poche parole suonerebbe così: “Se solo conoscessero la verità su di me, vedrebbero che sono cattivo. Ma poiché questo è il vero me, e poiché non voglio cessare di esistere, non posso rinunciare a me stesso. Quindi non mi resta che fingere di essere diverso".

  4. Questo clima animico è devastante: cresce la confusione e si perde sempre più l’autentico senso di sé. Averne una corretta conoscenza teorica a livello intellettuale non aiuta ad alleviare la fastidiosa e dolorosa condizione. In questa lezione tratteremo in maggior dettaglio il processo che vi raccomando di seguire per produrre un cambiamento.

  5. Il primo passo è capire che l’intenzionalità negativa, in realtà, non è inconscia in senso stretto. Non si tratta di materiale seppellito nel profondo, ma sono degli atteggiamenti e delle espressioni consapevoli che avete scelto di ignorare per poi "dimenticarvene". A forza di distogliere lo sguardo da qualcosa, alla lunga non si nota più quel che c’era sempre stato. Ma nel momento in cui l'occhio comincia a rimettere a fuoco le cose, quel materiale diventa nuovamente visibile: dunque non era tanto inconscio. Questa differenza è molto importante.

  6. Ormai la maggior parte di voi accetta, affronta e ammette parte delle intenzionalità negative, ma non di tutte; scegliete ancora di ignorarne alcune. Per portare alla coscienza i restanti aspetti e per produrre il cambiamento di intenzionalità, da negativa a positiva, occorre esaminare quei modelli di pensiero quotidiani "piccoli e trascurabili" che sono diventati parte di voi al punto che nemmeno ci fate più caso. Eppure ogni processo mentale ha un potere enorme che bisogna analizzare. Sono tanti i pensieri e le reazioni automatiche dati per scontati a cui non si fa caso e di cui si ignora il potere. Quindi è possibile ignorare una reazione interiore di rancore, invidia o astio nonostante siate consapevoli del vostro intento negativo in altri ambiti. Ma sono quelle piccole reazioni e quei pensieri abituali che occorre esplorare.

  7. Ad esempio potreste ammettere una rabbia o un odio irrazionali o affermare che si tratta di reazioni irrazionali, ma una vostra parte si sente ancora in diritto di provare quel sentire perché si ritiene trattata ingiustamente. Voi reagite ancora al passato portando la vostra reazione nel presente. Dolore e angoscia del passato potrebbero essere davvero repressi, letteralmente. Per rendere accessibile una vera esperienza diretta è necessario gestire la difesa in modo molto accurato. Quale che sia la sua forma, la difesa è un'intenzionalità negativa che non è mai totalmente inconscia. Il dolore passato, di cui negate a voi stessi l’esperienza, si trasforma in una reazione distorta nel presente. Tali reazioni vanno considerate per ciò che sono.

  8. Supponiamo che proviate rabbia e rancore per qualcosa che vi sta capitando. Come vi dicevo, di solito voi sapete e ammettete che si tratta di un sentire negativo, eppure dal lato emotivo vi sentite ancora nel giusto. Qui ci potrebbe essere una dolorosa confusione: una parte di voi sa che le vostre richieste e reazioni non sono giustificate, ma un'altra si sente deprivata ed esigente e reagisce come se il mondo vi girasse attorno, impedendovi di valutare il tutto in modo obiettivo.

  9. A questo punto dovete scoprire il pensiero infettante ed esaminarlo con la vostra parte matura. Seguite il pensiero confuso fino in fondo e usate ogni vostra risorsa e attenzione per approfondire l’autoanalisi. In tal modo affronterete con pensieri di verità, maturi e realistici il sentire negativo e i pensieri distorti ivi nascosti, senza però spingerli di nuovo a nascondersi. Questo si deve evitare in modo assoluto, ma a questo punto del cammino ne sapete abbastanza da riuscire a evitare la trappola. Il processo deve avere la forma di un dialogo consapevole, come vi ho spiegato nella lezione sul processo generale di meditazione e purificazione (vedi Lez.182). È un processo integrativo teso a ricomporre la divisione conducendovi a una identificazione con il vostro sé più maturo, costruttivo e genuino.

  10. È certo necessario ammettere di avere degli atteggiamenti errati, distruttivi, meschini e non realistici, ma non basta. Bisogna anche sapere esattamente perché tali atteggiamenti sono negativi e in che modo essi distorcono la verità. Dopodiché potrete considerare in modo intelligente la situazione reale, anziché averne una visione infantile e distorta. Esprimete innanzitutto il desiderio e l'intento del tutto irrazionali che si nascondono dietro il vostro atteggiamento distruttivo, e asserite in che modo quell’intento è l’opposto di realtà, equità e verità. Qualunque sia la negatività, avrete fatto un passo importante per rendere positiva l’intenzionalità. Avrete rimosso una difesa inutile, un muro di cartapesta che vi impediva di sperimentare la vita.

  11. Dovete esprimere sia il pensiero adulto, sia il pensiero infantile distruttivo circa il problema che vi coinvolge emotivamente. Se lo vorrete davvero, ci riuscirete. In genere i processi del vostro pensiero funzionano piuttosto bene, se e quando volete. Di solito i processi mentali sono i più sviluppati e possono essere messi al servizio del processo di purificazione. Solo allora il sentire potrà iniziare a cambiare, così che si possano manifestare i sentimenti reali già presenti.

  12. È fondamentale conoscere le ramificazioni e il significato degli atteggiamenti errati; ad esempio perché la vostra rabbia, ostilità, gelosia, invidia e le richieste a senso unico non sono giustificate. Solo allora capirete che una sana rabbia ci può anche stare e che la potrete sperimentare in modo pulito, senza sensi di colpa, insicurezze, debolezze ed effetti negativi persistenti. Tuttavia la gelosia e l’invidia non sono mai giustificate, né sono delle reazioni sane. Quand’anche fosse lecito provare rabbia e dolore, finché non saprete in modo chiaro se la rabbia sia giustificata o meno resterete confusi. Oscillerete sempre tra senso di colpa e risentimento, tra negazione e rifiuto di voi stessi, degli altri e della vita, e tra paura e biasimo. Da un lato cercherete di mitigare i vostri dubbi su di voi con congetture che vi diano ragione; dall'altro sarete in preda a paura e debolezza e non sarete capaci di essere assertivi. Vi sentirete ugualmente deboli e confusi nelle situazioni in cui esprimete prima delle richieste infantili e irrazionali, e poi il vostro intento distruttivo, qualora quelle richieste non siano soddisfatte; o nelle situazioni in cui dovreste tutelare i vostri diritti per puro amor di verità. Spesso nella medesima situazione coesistono le due espressioni, il che rende il tutto ancor più confuso. La mente, da sola, non può risolvere tali conflitti. Intanto cosa occorre evidenziare gli elementi di distruttività, e poi la mente li deve affrontare e contrastare, comprendere e correggere.

  13. Se si usa l'intelligenza adulta solo per razionalizzare questa dolorosa confusione, per costruire una difesa, per giustificare la propria situazione o per evitare di ammettere il proprio intento distruttivo, non si ottiene mai nulla. Ma se la si utilizza per far luce sulle proprie istanze irrazionali dimostrando come siano irrealistiche e ingiuste, e quanto siano distruttive le risultanti reazioni emotive per le parti coinvolte, ne trarrete grande giovamento ed emergerà la verità della situazione.

  14. Questo è il lavoro che vi attende in questa fase del cammino. Avete fatto dei progressi riconoscendo una parziale intenzionalità negativa. Ma ogni tanto la vostra ammissione si trasforma in via di fuga. Limitarsi a riconoscere un sentimento distruttivo quando si presenta, ma senza esaminarlo per capire perché e in che modo è sbagliato, è come aprire una ulteriore porticina secondaria. A voi sembra di fare la cosa giusta, ma in realtà vi rifiutate di andare veramente a fondo.

  15. Le tentazioni del male sono sottili. Ogni verità può essere asservita a una distorsione. Ecco perché bisogna essere molto vigili. Anche per questo motivo fare la cosa giusta non dà mai, di per sé, la garanzia di essere nel vero e in armonia con la legge universale. Ecco perché le regole e la teoria della verità e della legge sono sempre distorte dalle forze del male. Non sono le formule a proteggervi dal male, bensì la sincerità del cuore. Alimentate un cuore sincero e una buona volontà con la purificazione spirituale, a cui si perviene attraverso una revisione e una meditazione quotidiana e l’impegno verso il mondo di verità, amore, onestà e integrità di Dio. Se c’è la volontà di onorare il decoro, la verità, l'amore e l'equanimità, invece dei dubbi vantaggi del piccolo Io timoroso, contratto e futile, la vostra liberazione procederà spedita. Se lavorerete sui livelli interiori con cui state entrando in contatto grazie a questo lavoro - e non solo in superficie, a livello dell'essere esteriore - la purificazione diverrà assai profonda.

  16. Benché ammettiate liberamente e con onestà i vostri sentimenti distruttivi e di odio, ancora non sapete perché sono tanto distruttivi. Ogni sentire che non esprima la totale verità della particolare situazione è distruttivo. Ecco perché occorre valutarne e comprenderne tutti i relativi problemi ed effetti. Siate consci in modo netto di dove siete decentrati nel vostro sentire, nelle reazioni e nel ragionare interiore, spesso occulto. Ammettere i propri sentimenti negativi può essere una via di fuga se fatto solo perché è quel che ci si aspetta da voi, senza che sappiate di cosa si tratti davvero.

  17. Parlando di gelosia, invidia e competitività, perché non si tratta mai di sentimenti o reazioni emotive autentiche e giustificate? In qualche misura quasi ogni essere umano vive esperienze emotive che non sono per nulla realistiche. I bambini possono viverle con i genitori, i fratelli e i coetanei; gli adulti in gran parte degli ambienti che frequentano. Ogni volta che qualcuno ha o sperimenta qualcosa di diverso da voi, entrano in gioco gelosia, invidia e competitività. Perché quel sentire non è realistico? Non lo è perché la logica di fondo deriva dalla premessa che nell'universo ci sia solo una scorta limitata di cose ed esperienze piacevoli, e che quindi quello che ricevono gli altri viene tolto a voi.

  18. La cosa non è affatto ovvia e chiara neanche per la vostra mente adulta, figuriamoci se poi provate delle emozioni vaghe e confuse di cui non conoscete il significato. Come dicevo, è già molto che riusciate ad ammettere quel sentire, cosa prima impensabile per voi. Ma non è il passo finale. Ora dovete imparare bene perché e in che modo quel sentire è illusorio e distruttivo. Forse conoscete anche delle parole di verità, tuttavia ancora non le contemplate veramente così che possano far luce sul vostro sentire negativo.

  19. Poiché credete nel principio di aver motivo di sentirvi deprivati di qualcosa perché qualcun altro ha quel che voi non avete - è il caso della gelosia e/o dell'invidia - negate anche di essere proprio voi a impedirvi di avere quel che, invece, potreste avere. Gli altri non c’entrano. Forse, in qualche meandro della mente, sapete anche in che modo agite, pensate e sentite per poi sentirvi deprivati. Forse vi è giunta tale consapevolezza strada facendo. O potreste ammettere di non essere disposti a correre il rischio o pagare il prezzo per ottenere ciò che una parte di voi desidera e l'altra nega. Ma ancora non usate quella conoscenza per stemperare la vostra invidia o l’ansia che gli altri possano avere più di voi; o per dissolvere il risentimento per ciò che gli altri hanno.

  20. Sarebbe dunque saggio esaminare per prima cosa con attenzione le vostre aree di gelosia, invidia e competitività; e poi ammettere che, qualunque cosa state invidiando, la state anche respingendo; e infine esaminare in che modo neghiate ciò, come voi rifiutiate proprio quegli aspetti dell’oggetto di invidia necessari per ottenerlo. Questo vi farà capire come le persone da voi invidiate debbano ovviamente aver seguito la legge naturale inerente a ogni esperienza creativa. Più vi eserciterete nella pratica, più a fondo capirete che l'universo offre beni illimitati a tutte le entità che sono aperte per riceverli. Pertanto non ci si deve sentire risentiti per nulla.

  21. Quando provate invidia osservate come voi annulliate di proposito l’occasione di essere felici, assumendo un dato atteggiamento che porta a un certo comportamento. Osservate come vi chiudete mantenendo atteggiamenti negativi che allontanano ogni realizzazione. Non vedete il nesso tra i vostri atteggiamenti e l’insoddisfazione o il senso di vuoto provati, ma vi inasprite di più e vi sentite ancor più legittimati a essere risentiti e negativi.

  22. L’aver capito di essere artefici del mancato soddisfacimento dei vostri bisogni non deve spingervi a dissimulare nuovamente gli intenti distruttivi. L’atteggiamento tra i più importanti da acquisire per l’autostima e per la corretta accettazione di sé è saper ammettere di aver torto senza però sentirvi indegni o inamabili. È questo il grande combattimento. La gente crede che per essere amata e rispettata non debba mai sbagliare. Tale convinzione porta molto scompiglio e confusione. Di fatto è possibile ammettere di essere distruttivi pur non sentendosi svalutati.

  23. Nel momento in cui siete gelosi e invidiosi non avete fede nella realtà universale, che è una realtà di abbondanza illimitata per chi apre il cuore, la mente, la coscienza e le facoltà ricettive. Ma se rimanete agganciati all'intenzionalità negativa non potete essere ricettivi. La ricettività è insita nell'intenzionalità positiva. Negatività e ricettività si escludono a vicenda, dunque la persona negativa si sente costantemente deprivata di qualcosa. Essa ha la percezione che sia il mondo esterno a sottrarle qualcosa, ma in realtà è proprio lei a isolarsi dalla realtà dell'abbondanza del mondo, che è sempre a disposizione di tutti.

  24. Anche la competitività - una variante di invidia e gelosia - parte dall’errata premessa che il proprio valore sia determinato dal raffronto con gli altri. Pure questa è una distorsione totale della realtà. Nessun essere umano può essere misurato e paragonato con un altro. Non importa quanto le altre persone siano realizzate e adeguate, o creative e appagate. Esse non sono né meglio né più di voi, o più favorite o privilegiate: hanno solamente usato le loro facoltà creative più di quanto fate voi che le invidiate. Forse hanno trovato il loro posticino nella vita, la loro realizzazione e il loro centro, mentre voi ancora negate e fate resistenza a tornare nel vostro centro, a realizzare il vostro potenziale.

  25. Dunque vi mettete nell’assurda posizione di negare le ricchezze dell'universo per poi dubitare di esso e delle sue leggi naturali, le quali non desiderano altro che accordarvi il più grande appagamento, espansione e gioiosa espressione di sé. Voi opponete un dubbio deliberato e negate l'abbondanza con pretestuose valutazioni intellettuali, ma dentro di voi invidiate ciò che hanno gli altri.

  26. Non sottolineerò mai abbastanza che il fatto di comprendere gli atteggiamenti distruttivi e contraddittori insiti nell’invidia, nella gelosia, nel risentimento, nella competitività, nel giudizio e in altro ancora non vi deve spingere a reprimere di nuovo quel sentire: esso deve restare in superficie per poter essere visto per ciò che è, finché non saprete modificarne le correnti energetiche. Non scordate neanche per un istante che ogni sentimento analogo vi toglie energia e che l’energia persa non lavora per voi, ma contro di voi; essa vi ferirà e vi toglierà qualcosa poiché state creando un divario tra voi e la ricchezza del creato.

  27. Questa lezione vuole indurvi a osservare, sondare, misurare, esaminare e valutare con molta calma le vostre intenzioni distruttive, e capire perché e in che modo lo sono. Fate lo stesso con i vostri atteggiamenti autentici e realistici, per fare un confronto. Chiedete la guida e l’ispirazione per questo processo. Chiedete l’aiuto per arrivare a sperimentare sempre di più l'abbondanza dell'universo. E poi non dovrete più combattere con la piccola mente, sgomitando e prendendo da una parte e negando e rinnegando dall'altra. Diniego e negazione esprimono sfiducia. Il movimento energetico del diniego e della negazione è una chiusura che impedisce all'universo di venire verso di voi per colmarvi con le sue ricchezze. L'universo vi concederà le sue ricchezze solo se sarete aperti e ricettivi. L'universo è talmente ricco, fecondo e plasmabile dal potere della mente creativa che vi darà tutto ciò che permetterete a voi stessi di ricevere, a condizione che il suo dare non violi la legge dell'amore.

  28. Quando vi apprestate ad aprirvi a uno stato ricettivo, dovete essere anche pronti a far uscire ciò che è in voi. Essere aperti e ricettivi significa essere senza difese, interiormente rilassati e non temere ciò che potrebbe arrivare da dentro o da fuori. Se temete il dolore e lo allontanate, ad esempio, o se non sapete che è possibile provare dolore senza andare in pezzi, non potrete essere in uno stato animico e mentale aperto, rilassato e indifeso. Difendersi da un sentimento o da un'esperienza non graditi fa acquisire automaticamente atteggiamenti negativi.

  29. Dunque il primo passo per un atteggiamento ricettivo è lasciar uscire il male che è in voi senza più negarlo, e perdere la paura del sé distruttivo. Potrebbe essere doloroso. Ma se perderete la paura del sé, del dolore e del male, sarete in uno stato ideale di ricettività. Se poi la vostra coscienza si prepara in modo attivo ad accogliere le ricchezze dell'universo e a concepire tutto quel che esso contiene, vedrete che parteciperete dell'abbondanza dell'universo nella misura esatta in cui la desiderate.

  30. Sappiate che l'abbondanza di potere creativo disponibile per voi trascende ogni limitazione che vi sembra di incontrare. Qualunque sia l’ostacolo, se riuscirete a credere che la forza divina creativa lo può eliminare, esso verrà rimosso. Non si tratta di un potere magico che opera per conto vostro senza rendervi intimamente responsabili del processo di creazione. Al contrario, è un processo legittimo che vi coinvolge e che vi rende totalmente responsabili di voi stessi. Ad esempio, se dubitate di poter superare un atteggiamento negativo radicato, il dubbio creerà un ostacolo all’apparenza insuperabile alla vostra purificazione. Ma assumendovi la responsabilità di quel male, sapendo di essere espressione del potere divino che può creare tutto ciò che desiderate, la vostra purificazione sarà compiuta. Più ve ne convincerete, più velocemente avverrà.

  31. Apritevi per far emergere quel che è in voi, e far entrare in voi ciò che l'universo è pronto a donarvi. E dovrete continuare a occuparvi di quel che esce da voi, come vi spiegavo. Unite il livello del sentire a quello mentale. Sondate il senso dell’esperienza del sentire e la validità e la realtà oltre il sentire. Scoprite se è corretto l’assunto relativo a una reazione emotiva. Lo ripeto: non basta sapere in modo vago che un certo sentimento è distruttivo e irrealistico. Una conoscenza vaga incentiva il mantenimento di una convinzione di fondo che dovrà essere dissepolta, riconsiderata, ben compresa e, per ultimo, cambiata. Ogni atteggiamento distruttivo è espressione di un giudizio di merito di fondo, e quel giudizio dovrà essere molto chiaro in quanto ad accuratezza o fallacia. Dovete essere molto chiari sulle interpretazioni che scegliete di dare a certe vostre reazioni, e sapere quando esse sono vere e quando false. Cercate quella realtà mentre si verificano in voi quelle piccole reazioni emotive automatiche a cui di solito non fate caso: non trascuratele! Prendetevi tutto il tempo e la concentrazione necessari e mantenete un atteggiamento rilassato.

  32. Il dubbio si può eliminare solo facendo spazio a un atteggiamento fiducioso e testandolo. Se vi limitate ad ammettere la vostra diffidenza senza andare oltre per scoprirne il significato, perché è sbagliata e come potrebbe essere altrimenti, rimarrete nello status quo. È ciò che stanno sperimentando molti di voi, in questa fase del cammino. Potreste dire: "Sì, provo odio, invidia, biasimo, amarezza, faccio richieste irragionevoli", di qualunque cosa si tratti. “Sì, sono perfido; voglio distruggere; sono geloso; pretendo tutto senza dar nulla in cambio". Se non analizzerete il significato profondo di tali atteggiamenti, se non vi renderete conto di quanto siano infondati i vostri assunti, credenze e interpretazioni di fondo, non mollerete la negatività difensiva e non potrete fare una vera esperienza di vita. Analizzate il pensiero e le conclusioni inerenti a rancore, sfiducia, gelosia, ostilità, e così via, perché quelle conclusioni si trovano solo nella vostra mente.

  33. Gli esseri umani hanno tanti tipi di piccoli pensieri in ogni istante della loro vita. Non ci fanno caso, ma quei pensieri vogliono dire molto. I pensieri hanno potere, ogni pensiero crea. I vostri pensieri, così come il vostro sentire, determinano le vostre azioni e le vostre esperienze. Essi creano il vostro stato di corpo, mente, anima e spirito.

  34. L'intenzionalità negativa che abbiamo di recente scoperto e analizzato è una cruda realtà. È un processo creativo in negativo, che crea proprio come quando si costruisce un'esperienza positiva. Ma voi ancora non lo capite, anche se ammettete l'intenzionalità negativa. Voi ammettete la vostra intenzione di mantenere e perseverare in un'espressione negativa in qualche ambito della vostra vita, anche se, ovviamente, non in tutti. Tuttavia negando l'effetto della vostra negatività sugli altri, non vi accorgete degli effetti dell’altrui negatività su di voi: questo vi getta in uno stato di dolore e confusione. Tale interazione si può risolvere solo conoscendo chiaramente il vostro ruolo, riuscendo a vedere la vostra negatività come distorsione della realtà e constatandone l'effetto sugli altri.

  35. Nella misura in cui negate e ignorate l'effetto che avete sugli altri avvertirete qualcosa di inquietante: sarete confusi circa la negatività altrui che vi raggiunge. Non ne capirete il significato. Avvertirete qualcosa e oscillerete tra risentimento e senso di colpa, come vi stavo dicendo prima. L’assenza di chiarezza in voi vi farà dubitare di voi stessi e vi renderà deboli e impauriti, oltre che erroneamente e inopportunamente assertivi o non assertivi.

  36. In questa condizione non saprete distinguere tra l'effettiva negatività altrui su di voi e l'altrui atteggiamento che, magari, non è negativo ma vi infastidisce. Così vi sentirete altrettanto risentiti, trattati ingiustamente e feriti come quando il vostro prossimo è effettivamente cattivo e perfido con voi a causa della propria intenzionalità negativa. Tuttavia, quando vi conoscerete meglio, conoscerete anche la differenza tra le due possibilità e risponderete in modo opportuno a delle esperienze tanto diverse. Ma al momento non riuscite ancora a distinguerle. Pertanto cercate spesso di far valere i vostri diritti non permettendo agli altri di far valere i loro, e vi comportate come dei bimbi avidi, esigenti e irragionevoli. D'altro canto siete spesso parimenti ciechi alla negatività altrui e non sapete come reagire, avvertendo solo vagamente che c’è qualcosa che non va. Potreste sentirvi risentiti e in ribellione, ma non sarebbe una reazione pulita e chiara che deriva dalla profonda conoscenza di voi e dalla comprensione della vostra interiore distanza dalla realtà.

  37. È fondamentale che capiate e usiate come parametro la confusione che provate nella vostra interazione con gli altri. Se in voi c’è chiarezza, l’altrui negatività e distruttività verso di voi non vi turberà: saprete di che si tratta. Potreste arrabbiarvi, ma non sarete confusi, deboli, impauriti o con sensi di colpa, né vi sentirete sminuiti o annichiliti. In modo analogo, quando l'altro esprime la sua vita, il suo sentire o i suoi diritti, che potrebbero non coincidere con i vostri desideri, lo saprete accettare. Dapprima constaterete quanto sia ingiustificata la vostra rabbia, e poi, se lo avrete capito davvero, la rabbia si dissolverà e permetterete agli altri di essere come essi desiderano, anche se ciò interferisse con i vostri desideri.

  38. Il piccolo bambino dunque non pretenderà più "tutto per me e come dico io, e chi se ne importa degli altri". Esprimetele pure queste pretese, ma sapendo che sono fortemente irrealistiche e distruttive, e comprendendo in che modo e perché lo sono. Solo con una consapevolezza piena e chiara sarete liberi, e vi libererete dalla dolorosa confusione data dall’interazione con il prossimo, cui stavo accennando. Non vi sentirete più incerti su quali dovrebbero essere le vostre reazioni appropriate nei confronti degli altri.

  39. In tal modo vorrete e saprete desistere dal vostro intento negativo e dall’espressione negativa nella vita, e riuscirete a effettuare la transizione verso l'intenzionalità positiva. Espressione positiva è, ad esempio, cessare di essere gelosi, poiché potrete veramente aspirare a ottenere ciò a cui ambite, pronti a pagarne il prezzo. Vorrete esaminare in che modo prendete senza accettare le necessarie condizioni, che confutate. Se rendete vostro il pensiero: “Ce n'è abbastanza per me. Posso permettere che ne abbiano anche gli altri. Ma lo voglio davvero? Pago il prezzo di ciò che invidio? Mi impegno davvero per capire dove alberga il mio risentimento e l’invidia per gli altri? Se non mi assumo questi impegni, ho il diritto di voler sottrarre qualcosa agli altri, o di invidiarli?". Poi pregate perché impariate ad amare, nel qui e ora, in questo contesto: per lasciare che anche gli altri si godano le loro gioie.

  40. Come trattate voi stessi, così trattate gli altri: questo lo sapete. Ma è vero anche l’opposto: come trattate gli altri, trattate voi stessi. Se, con generosità e correttezza, lasciate che anche gli altri ricevano, scoprirete all’istante che potete concedervi anche voi di ricevere. La grande ansia che ancora sentite quando vi espandete e vi aprite all'universo svanirà un po’ alla volta o all'istante. Saprete reggere all’esperienza di un universo gioioso che vibra costantemente dentro e intorno a voi, e che vi istruisce di continuo. Riconoscerete la voce di verità e amore. Sentirete e vivrete la manifestazione di una gioia ricca, ma non fintanto che cuore e mente saranno piccoli e ristretti, o che non vorrete lasciare che anche gli altri abbiano, o che conterrete le forze positive assumendo un atteggiamento timoroso, diffidente e perfido. Ma se ci proverete e confiderete in Dio esprimendo apertamente fiducia nel mondo di Dio, allora conoscerete la gioia della realtà.

  41. È giunto il tempo, cari amici, in cui sempre più di voi potranno effettuare questi passi di transizione senza negare il male e il dolore di fondo, ma agendo in modo concreto perché il male sia trasformato. Vi concederete di vivere appieno ogni vostro sentire e darete il potere alla vostra coscienza di governare la vita che volete avere. Avete paura di un’esperienza? Potete creare subito una nuova condizione affermando dentro di voi: “Serve davvero avere paura? Posso sperimentare questa o quella gioia, l’autoespressione creativa, il piacere? O posso vivere dolore e angoscia, paura e disperazione in modo sano e sicuro? Io ora affermo che lo posso fare: passerò attraverso il dolore e arriverò alla gioia".

  42. Questa è creazione positiva in azione: si può fare. Chiedete la guida interiore in ogni fase del percorso affinché vi conferisca prontezza e consapevolezza per non respingere ciò che dovete affrontare. Nel farlo non solo saprete, in ogni fibra del vostro essere, ma sentirete e sperimenterete che quello che temete è mera illusione e che l'universo è un luogo di gioia e ricchezza. (A questo punto la forza - una speciale energia emanata dalle mani di Eva - veniva conferita ad alcuni presenti. Vedi lezioni 185 e 186)

  43. Tutti voi che oggi avete ricevuto questa forza speciale, fatela confluire nel vostro potere, giacché il potere è unico. Il potere derivante vi aiuterà ad aprire i vostri canali, in modo che da voi possa sgorgare il vostro potere creativo.

  44. Ora vi lascio con questa energia. Usatela per meditare, per lavorare; apritevi come avete imparato a fare. Fatevi avvolgere da questa energia e lasciatevi guidare da essa. Lasciate che vi giunga l'ispirazione e che la possiate esprimere tutti, ciascuno a modo suo. Siate canali, così che l’energia vi aiuti nel prossimo passo del percorso ovunque siate o qualsiasi cosa ciò possa voler dire nel vostro caso. Io vi dico, a tutti voi: nella vostra meditazione, dopo la lezione di stasera, fate in modo di esprimere fiducia nell'universo; provate a pensare di poter avere davvero abbondanza, gioia e realizzazione nella vostra vita, nella vostra incarnazione; e quella realizzazione porta una pace profonda. Siate tutti benedetti, miei cari.

Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 198 - Transition to Positive Intentionality
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