Lez. 190 - L'importanza di provare tutti i sentimenti, compresa la paura - lo stato dinamico della pigrizia
Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
26 marzo 1971
Traduzione in italiano di Daniele Buratti
Revisione non ancora effettuata
Edizione Aprile 2024
- Saluti, amici carissimi. È in arrivo una grandiosa forza di benedizione e amore, e si sta generando in questo spazio.
- Ogni tanto dò una lezione che funga da schema o mappa per gettare nuova luce sul percorso nel suo complesso, nonché sulla fase specifica in cui vi trovate nel momento in cui l’ascoltate. Mi riferisco, ovviamente, a chi tra voi è realmente impegnato e preso dal proprio lavoro intensivo di autosviluppo, autoconfronto e crescita: in breve, a chi sta camminando nel Sentiero. Cercherò di dare una panoramica di quanto trattato finora, nonché uno schema dei principi che regolano la vita umana e il vostro rapporto con l’universo. Parte del materiale trattato sarà, giocoforza, una ripetizione, ma in tal modo potrete ricevere l’aiuto a un livello nuovo e più profondo per percepire, collegare, unificare e comprendere i principi della vita, la vostra crescita e la spiritualità, e le leggi spirituali che governano l’anima.
- Sappiamo tutti, amici, quanto sia importante ed essenziale affrontare e accettare tutti quei vostri aspetti, il sentire, gli atteggiamenti e le convinzioni inconsce, o non sufficientemente consce. Se non si coltiva la consapevolezza di tutto ciò è impossibile liberare la parte più centrale del proprio essere, il nucleo da cui scaturisce tutta la vita, come ho ribadito tante volte e su cui avete auto confronto già svolto molto lavoro. Ora vediamo a che punto vi trovate riguardo alle vostre aree interiori ancora da esaminare. Quanto avete scoperto? Quanto siete consapevoli di ciò che sta realmente accadendo in voi, in contrapposizione alle spiegazioni superficiali che siete sempre pronti a darvi? Quando vi parlo a tutti insieme so che ciascuno di voi si trova in punti o fasi diverse del cammino. Ma posso comunque fornirvi un quadro complessivo valido per tutti, compresi quelli che hanno iniziato da poco ma che hanno beneficiato del lavoro svolto da altri in precedenza. È come se gli sforzi degli altri vi avessero in qualche misura spianato la strada, così che se siete davvero disposti potrete ottenere di più e più in fretta.
- Tracciando un quadro generale, posso dire che molti di voi sono in grado di riconoscere il proprio sentire e gli atteggiamenti distruttivi, negativi, crudeli, ostili ed egoistici. Potete ormai scorgere i vostri meccanismi di difesa. Pur essendo parziale, tale consapevolezza fa la differenza! Essa trasferisce la vostra intera posizione verso voi stessi. Non è più necessario che proteggiate le vostre difese o pretendiate di essere così perfetti che tutto in voi debba essere “giusto”. Riuscire ad ammettere di essere fallibili, umani, vulnerabili, irrazionali, sbagliati, bisognosi, indifesi, deboli e infelici accrescerà necessariamente la capacità di essere forti, realmente giusti e non ipocriti, indipendenti e realizzati. Ammettere dei sentimenti finora all’apparenza inammissibili è gettare un ponte verso l’unità interiore e una soddisfacente autoespressione della vita. Accettare il vostro detestare vi renderà più amorevoli; accettare la vostra debolezza più forti; accettare il vostro dolore più felici. Ho spesso evidenziato tali apparenti paradossi, e credo che molti di voi abbiano di fatto iniziato a sperimentarne la verità. In qualsiasi misura siate riusciti in questo abbassamento delle difese - diventando in tal modo assai più reali - avete guadagnato terreno in modo rilevante. Ciò renderà più facili i passi successivi in quella direzione, giacché l’inizio di ogni fase è sempre il più difficile sotto ogni aspetto.
- Rimuovere le autoillusioni sembra a prima vista estremamente difficile, dato che tutti gli esseri umani hanno l’idea confusa che la verità sottostante sia inaccettabile e, quindi, che essi stessi siano inaccettabili. Bisogna dunque rimuovere la doppia illusione di questo convincimento di fondo e della sua copertura. Questa è sempre la parte più ardua del percorso. Né si può fare tutto in una sola volta, ma procedendo per fasi e per sezioni.
- Oltre a proseguire in questa fase del lavoro personale, è necessario che comprendiate a un livello più profondo da dove provengano gli atteggiamenti negativi e la distruttività. Qual è la vera origine del male? Voi sapete, e me lo avete spesso sentito dire, che negare le vostre vulnerabilità, la vergogna di sentirvi impotenti e la sensazione di non meritare l’amore generano atteggiamenti e sentimenti malvagi e distruttivi. In altre parole, il male è una difesa contro la sofferenza. Ogni difesa produce ulteriori sofferenze e confusioni, poiché vi scollega dal reale sentire del sé.
- È dunque ovvio che ora il vostro percorso nel Sentiero si debba concentrare sulle ferite e sulle sofferenze patite nei primi anni di vita e da cui finora vi siete sempre difesi. Chi tra voi ha imparato a rivivere emotivamente i propri sentimenti passati può ora corroborare come realtà vissuta ciò che ribadisco da tanti anni: che la negazione dell’esperienza originaria vi costringe a riviverla di continuo. Voi create di nuovo l’esperienza negata, amplificando in tal modo il dolore e le ferite accumulate. Dovete fare ancora molto sul rivivere le esperienze, ma ora lo si può fare in tutta sicurezza.
- Troppo di ciò che avete sofferto da bambini - e soprattutto la portata della vostra infelicità - è ancora per voi una semplice conoscenza intellettiva. Non vi accorgete di quanto foste davvero infelici da piccoli, e per tanto tempo eravate convinti esattamente del contrario riguardo alla vostra infanzia. Acquisire questa conoscenza dapprima a livello razionale è la preparazione che serve a sperimentarla. Senza tale consapevolezza intellettiva della verità della vostra infanzia non si possono fiaccare a sufficienza le difese per rivivere l’esperienza in modo sicuro a livello emotivo. Se le difese sono ancora forti bloccano il percorso verso l’esperienza emotiva e soffocano il tentativo di arrivare al sentire: farle cadere in modo istantaneo danneggia la psiche, e i danni possono e dovrebbero essere evitati. Ora siete pronti, amici, per avventurarvi nelle profondità del vostro essere. Lì potrete lasciarvi andare e concedervi liberamente a tutto il sentire accumulato che fino ad ora non avrebbe mai potuto lasciare il vostro sistema. Né poteva essere trasformato in un flusso energetico naturale, giacché avevate chiuso le porte per evitare di percepirlo.
- Tempo fa mi chiesero di parlare del problema della pigrizia. C’è una stretta connessione tra il problema della pigrizia e i sentimenti non vissuti appieno. Non vediate la pigrizia come un atteggiamento che si possa abbandonare con il mero atto di volontà di una persona arrivata a essere ragionevole e costruttiva. Non è affatto una questione moralistica. La pigrizia è una manifestazione di apatia, stagnazione e paralisi indotta dall’energia che ristagna nella sostanza animica. La sostanza animica stagnante, a sua volta, deriva da un sentire non vissuto o espresso pienamente, di cui non si era quindi mai completamente compreso il significato e la vera origine. Se, dunque, non si vivono i sentimenti, non si comprendono e non si esprimono, essi si accumulano bloccando il flusso della forza vitale.
- Non basta dedurre che alcuni sentimenti del passato ancora presenti in voi abbiano, per logica, determinato le circostanze attuali. Tale conoscenza deduttiva è spesso, comunque, l’apertura necessaria per concedersi di sperimentare più a fondo; di fare spazio alla possibilità che sentimenti presenti ma difesi sfocino in una piena esperienza emotiva. Tuttavia la conoscenza, di per sé, può essere una barriera quando sostituite il sentire col sapere. In questo caso l’unità di queste due funzioni viene interrotta, così come quando provate dei sentimenti ma non ne conoscete il significato, il perché o come sono nati, né come orientano tuttora la vostra vita. Sentire e sapere non sono, in realtà, due funzioni separate, ma piuttosto gli estremi dello stesso fenomeno. Pertanto conoscere può essere una difesa contro il sentire, come lo è il non conoscere e il negare la parte conoscitiva del sentimento. Ciò dimostra che non è possibile stabilire regole per accertare quando un sentimento viene bloccato dalla conoscenza, e viceversa. Dovrete sempre guardare dentro di voi per vedere come usate o abusate di un determinato approccio.
- Avete ancora tante difese che vi impediscono di esperire appieno i sentimenti accumulati in voi, amici miei, nonostante tutti i progressi fatti. Tenerlo presente vi aiuterà a focalizzare l’attenzione e la consapevolezza su quelle difese per superarne sempre di più. Potrete abbassare sistematicamente la soglia di difesa contro le esperienze accumulate nel profondo, divenute velenose perché non rilasciate. Le esperienze dolorose non si possono liberare se non vengono percepite, conosciute, espresse e vissute il più completamente possibile.
- Per ricapitolare: tutto ciò che è malvagio, distruttivo e negativo nella natura umana è indotto dal difendersi dal provare sentimenti dolorosi e spiacevoli. Tale negazione fa ristagnare l’energia. Se il sentire ristagna, l’energia ristagna; e se l’energia ristagna siete bloccati. Come sapete, i sentimenti muovono delle correnti energetiche. Esse mutano di continuo da un insieme o tipo di sentimenti all’altro, finché l’energia fluisce liberamente. Non esperire il sentire blocca il movimento di quelle correnti, arrestando l’energia viva. Se si interrompe il flusso naturale di energia nella sostanza animica vi ritrovate a provare pigrizia, ossia quello stato in cui il movimento è possibile solo se imposto dalla volontà esterna. Ciò spiega perché tante persone bramino una vita inoperosa e all’apparenza auspicabile. Non basta dire che tali persone trovano le difficoltà della vita eccessive per loro, in quanto immature: sarebbe soltanto un’etichetta o la spiegazione di un effetto. Il moto naturale è l’espressione spontanea di un flusso energetico interiore mai vissuto in alcun modo come impervio o doloroso, né come stancante o indesiderabile. Dunque, amici, se vi trovate in uno stato di immobilità, pigrizia, passività o inerzia, o quando non desiderate far nulla - cosa spesso confusa con lo stato spirituale del semplice essere - avete un buon indicatore della presenza in voi di sentimenti che hanno generato della tossicità psichica, poiché eravate riluttanti a sperimentarli e riconoscerli.
- Il ristagno delle correnti di energia intrappola non solo i sentimenti ma anche i concetti. Voi generalizzate i singoli episodi e vi aggrappate alle risultanti false credenze. È raro che dei sentimenti stagnanti non comportino anche delle concettualizzazioni stagnanti della vita. Queste si potrebbero trovare nei recessi più reconditi dell’anima, totalmente nascoste alla coscienza: è quello che anni fa chiamavo le “immagini” in seno alla psiche. Io vi avevo aiutato a trovare quelle immagini e avevate visto come eravate stati costretti a rivivere idee erronee e sentimenti stagnanti. Resterete intrappolati ancora e ancora nel ciclo che replica il passato finché non riuscirete a trovare il coraggio di scegliere di vivere adesso ciò che non avevate vissuto prima per via delle vostre difese. Non potrete uscire dai cicli ripetitivi - per quanto buone siano le vostre intenzioni e per quanto vi prodighiate in altri modi come sostituto dell’esperienza del sentire - se non rivivete realmente appieno il vostro sentire passato. Dovete superare la barriera dietro cui ancora albergate emozioni profonde e così nascoste da non esserne neanche consapevoli. E per questo motivo vi illudete ancora che l’infelicità e il cattivo umore saltino fuori dal nulla, o che siate sfortunati.
- Abbiamo ricordato in diverse occasioni che la condizione umana è la scissione dualistica, la quale è un’illusione della percezione. Illusione dalle molte sfaccettature, una delle quali è una scissione nella stessa coscienza umana. Gli esseri umani possono sentire una cosa, crederne un’altra e agire senza sapere come entrambe quelle funzioni li governino. Il non essere consapevoli di ciò che sentite e in cui credete realmente determina un’ulteriore manifestazione della scissione. Unificando sapere e sentire lavorate per la riparazione e l’integrazione, la quale si manifesta con un bellissimo nuovo risveglio e con un senso di interezza.
- Se non si vivono i sentimenti nella loro piena intensità, il flusso della vita interiore langue. Le persone si ritrovano inspiegabilmente bloccate. Il loro agire diventa inefficace; la vita sembra ostacolare ogni loro obiettivo e desiderio. Le porte restano chiuse alla realizzazione dei propri talenti, dei propri bisogni e di se stessi. La cosiddetta pigrizia potrebbe essere una manifestazione di tale blocco. Un’altra potrebbe essere l’assenza di creatività o un senso di angoscia generale. In questo caso le persone spesso utilizzano un episodio o la difficoltà del momento per spiegarsi il proprio stato interiore. La verità è che siete avviluppati da un senso di futilità e confusione riguardo alla vita e al vostro ruolo in essa, quando resistete a vivere il sentire che albergate; continuate a tenerlo lì perché vi illudete che evitarlo vi nuocerà meno che esternarlo. Vi sono molte altre manifestazioni. L’incapacità di provare piacere o di vivere pienamente la vita è uno degli effetti generali più diffusi. Tuttavia non c’è altro modo per diventare pienamente vivi, se non continuare a esperire il vostro reale sentire.
- La necessità di unificare il sentire e il sapere dovrà divenire per voi più ovvia, amici miei, anche come frutto del progresso del vostro viaggio interiore. Avete già assaporato come ci si sente quando si rilascia il materiale di scarto prodotto da anni e anni di emozioni accumulate. Quel materiale di scarto ha una sua tossicità che voi accumulate quando non vivete il vostro sentire. Inoltre formulate dei pensieri che non sapete di pensare, e agite senza sapere che cosa motivi il vostro agire, per il quale escogitate poi delle spiegazioni.
- L’esperienza totale di un sentimento è lì che vi aspetta, se deciderete e sarete pronti ad avventurarvi in esso. Quei sentimenti sono spesso accumuli di secoli e millenni, non solo di decenni. Ad ogni reincarnazione vi si ripresenta il compito di purificarvi attraverso la sperimentazione e la comprensione. Siete purificati nel momento in cui non resta alcun materiale di scarto. Al termine del corrente ciclo di vita le condizioni, le circostanze e il contesto della vostra prossima vita a cui sarete attratti da un’inarrestabile legge della vita vi offriranno l’opportunità di portare alla ribalta ogni materiale di scarto accumulato in precedenza. Ma poiché viene cancellata la memoria delle incarnazioni precedenti, potete solo attingere alle esperienze passate della vita attuale.
- L’offuscamento della memoria è un effetto collaterale del ciclo di vita e morte in cui sono intrappolati coloro che negano l’esperienza del sentire. Se continuate a negare la consapevolezza e a rifiutarvi di provare l’esperienza di ciò che avete vissuto in questa stessa vita perpetuate il processo di amnesia. In questo modo perpetuate il ciclo della morte e della nascita, e tale processo si manifesta sempre con una interruzione nella continuità della consapevolezza. Per contro, si elimina la discontinuità della consapevolezza - e con essa l’intero ciclo di morte e rinascita - rivivendo quanto accumulato nella vita attuale ove sia possibile ripristinare le connessioni della memoria. Vivendo appieno il sentire di questa vita farete automaticamente fronte a tutta la materia residua delle esistenze precedenti, giacché il trauma corrente deriva dalla negazione del dolore pregresso.
- Questo potrete fare, amici, se vi fiderete del processo e del cimento del lasciare andare - ma lasciar andare sul serio. Ed ecco di nuovo il problema: non potete lasciar andare se il vostro essere più profondo si difende dallo sperimentare il sentire che sapete esistere in voi. In realtà vi difendete evitando di stabilire un collegamento tra quel sentire, la vostra conoscenza interiore e gli attuali schemi di azione. La paralisi che viene spesso ritenuta pigrizia - e su cui moralizzate come se lo fosse - è dunque da considerare un sintomo molto indiretto. È come se quello, insieme a tanti altri sintomi, vi abbia impedito di vivere. Ma ciò che realmente vi impedisce di vivere pienamente è la paura e la resistenza a vivere le emozioni che non avevate accettato quando si manifestarono per la prima volta in modo tanto doloroso.
- La pigrizia è un proteggersi dal movimento della sostanza animica, il quale minaccia di far emergere il sentire che pensate di poter continuare a evitare senza bloccare la vostra stessa vita. Dunque la pigrizia è al contempo effetto e difesa. Il movimento riattiva ciò che ristagna. Comprendendo bene tale concetto potete reindirizzare la volontà interiore e l’intento per superare l’autoindotto ristagno protettivo, avendo raccolto il coraggio di sentire quel che c’è da sentire.
- Lo stato dell’essere vero e sereno, a cui ogni anima inconsciamente anela, non è una cauta passività per evitare il movimento e farlo apparire sgradevole. L’autentico stato spirituale dell’essere è uno stato assai attivo, sebbene calmo e rilassato allo stesso tempo. È movimento e azione nella gioia. È solo la passività del sé timoroso che crea la frenesia per contrastare il ristagno. È come se la personalità combattesse duramente contro il suo immobilismo sovrapponendogli un’azione compulsiva, e poi si alienasse sempre più dalla verità del suo immobilismo e da ciò che l’aveva innescato, ossia la paura di provare tutti i sentimenti, compresa la stessa paura. Solo quando questa verità sarà pienamente sentita e compresa, quando la smetterete di avversarla e dissolverete ciò che la determina - percependo il vostro sentire - potrete uscire dalla frenesia dell’iperattività e dalla paralisi. In altre parole, dovrete arrivare a sentire la paura che alberga nella pigrizia e in tutti i tipi di stagnazione.
- Questa paura è presente in tutti, anche in quelli tra voi che non sono apertamente pigri o che non sono consapevoli degli altri sintomi creati dalla paura negata. A questa basica condizione umana di paura deve essere consentito di esprimersi all’esterno. Dovete permetterle di prendere la scena, certamente nel giusto contesto. E quando sperimenterete quella paura vi troverete dentro due elementi principali. Il primo sono quelle condizioni dell’infanzia tanto dolorose che pensavate di non potervi permettere di provare, cosicché ve ne eravate separati. E il secondo, ancor più importante e significativo, è la paura della paura: la paura di sperimentare la paura. È qui che sta il vero danno.
- Alcuni anni or sono vi parlai in una lezione del fenomeno dell’autoperpetuazione, e vi illustrai come un sentimento negato si accumuli fino a moltiplicarsi. Ad esempio, una paura negata crea la paura della paura, e poi la paura di provare la paura della paura, e così via. Lo stesso vale per gli altri sentimenti. La rabbia negata crea la rabbia di essere arrabbiato. Poi, quando la si nega, si diventa ancora più arrabbiati per il fatto di non riuscire ad accettala, e così via. La stessa frustrazione è sopportabile, se ci si entra dentro. Ma quando siete frustrati perché “dovreste” non esserlo, e poi siete ancor più frustrati perché lo negate, il dolore si espande. Questo processo è importante poiché indica chiaramente la necessità di sentire in modo diretto, per quanto possano essere sgradevoli le emozioni provate. Se aggravate il vostro dolore perché negate di sentirlo, il dolore secondario si farà amaro, contorto e intollerabile. Ma se accettate di sentire il dolore, inizia automaticamente un processo di dissoluzione. Molti di voi hanno sperimentato questa verità diverse volte nel proprio cammino. Lo stesso vale per la paura, la rabbia, la frustrazione o qualsiasi altro sentimento.
- Pertanto, quando sentite la paura della vostra paura e vi lasciate scivolare in essa, la paura farà molto presto spazio a un altro sentimento negato. Il sentimento negato, qualunque esso sia, diverrà più facile da sopportare rispetto alla sua negazione, la paura. E la stessa paura è più tollerabile della paura della paura. In tal modo potrete progredire fino al nucleo del cumulo dell’energia di scarto del sentire negato. Contrastare i vostri sentimenti e difendervi da essi crea un ulteriore livello di esperienza alienato dal vostro nucleo, quindi artificiale e più doloroso dell’esperienza originaria a cui si oppone. Tutto il vostro sé cosciente deve raccogliere ogni sua facoltà e risorsa e utilizzare ogni centimetro di terreno conquistato per essere del tutto determinati a sperimentare in voi la paura di un sentire profondo, doloroso, nocivo e spaventoso.
- Vi ho detto spesso che “L’unica via d’uscita è dentro e attraverso”. Pochi di voi, amici, hanno dato pieno ascolto a queste parole, ma ora siete progrediti abbastanza da agevolare il nuovo afflusso di energia che permetterà a chi vuole scendere più a fondo dentro di sé di farlo, e di uscirne liberi e purificati e capaci di vivere davvero.
- Ora è importante focalizzare la meditazione. Quelli tra voi che si sono convinti del grande potere che così generate, hanno imparato che la focalizzazione specifica e la direzione cosciente data alla meditazione evocano una guida interiore in misura giusta ed equilibrata che poi potrete applicare alla vostra vita. La corretta direzione è duplice. Per prima cosa serve l’impegno a entrare in voi senza girare a vuoto. Con poche eccezioni, l’umanità gira a vuoto e non va dritta al punto. L’impegno volontario a entrare e attraversare il vostro sentire dovrebbe essere la forza trainante di questa specifica meditazione. Il vostro dichiarare e affermare che questo è ciò che volete e intendete fare creerà una nuova condizione nella vostra sostanza animica. Allora sarà possibile chiedere una guida specifica che scioglierà all’istante parte della materia stagnante. La pigrizia che fa evitare, rinviare e procrastinare, a quel punto si dileguerà abbastanza da attivare un nuovo afflusso di energia. Una deliberata attitudine all’impegno creerà un afflusso non volontario di energia e attiverà in voi la saggia guida del sé spirituale. Dichiarare nella meditazione l’intento e il desiderio di voler sperimentare tutto il sentire accumulato e di liberarvi dei residui è il migliore e più efficace modo di iniziare.
- Oltre al giusto equilibrio e tempismo, la guida interiore ed esteriore sarà impostata proprio nel modo in cui ne avete bisogno per la vostra situazione personale. Imparerete a sintonizzarvi con quella guida e a percepirla, anziché perderla ed essere ciechi e sordi a essa. Ché lei è sempre lì, come potenziale in attesa - ovviamente non solo per questa fase del percorso, ma per ogni singola fase specifica che dovrete attraversare. Il sé esterno e volitivo deve fare deliberatamente la sua parte affinché il sé involontario possa poi prendere le consegne. Il sé involontario si manifesta in due modi diversi: la saggezza e la guida superiori - testé menzionate - e l’emersione del sé che spesso si contorce dal dolore ma nega l’esperienza dell’antico dolore residuo. Il primo aiuta e orienta il secondo.
- Con l’approccio meditativo viene rilasciata energia che può essere diretta verso questo scopo essenziale. Spesso vi convincete che vi mancano energia e tempo per entrare nei meandri del vostro sentire. Al contempo dedicate molte energie ad altre attività che al momento potrebbero apparirvi più rilevanti. Per importanti che possano essere le altre attività, non potranno mai esserlo più di questa esplorazione, poiché dedicarsi a questo compito è la vostra vera ragione di vita. Inoltre è la chiave per una vita produttiva per voi adesso.
- Il secondo aspetto importante del meditare è fare appello alla vostra fede che “andare dentro” non vi annienterà. Ciò che vi dirò adesso vi potrà aiutare. Senza un atto di fede non avrete il coraggio di farlo. Ossia, se la sicurezza e la validità di questo percorso non vengono concepite chiaramente fin dall’inizio, la vostra riluttanza a provare sentimenti dolorosi vi porterà inavvertitamente a creare un dubbio artificiale sulla sicurezza del processo. A ciò si aggiunge l’illusione artificiale che si possa evitare di “andare dentro” ma che si possa comunque ottenere l’integrazione, la salute e una vita piena. Evitare il sentire crea sempre dei paradossi dualistici di falsi dubbi e false speranze.
- Molti anni fa in una lezione su “L’Abisso dell’Illusione” dissi che lungo il percorso di autorealizzazione e unificazione vi sono molti snodi in cui è necessario lasciare che il sé cada in quello che sembra essere un abisso senza fondo. Cadere nell’abisso minaccia di annientare l’entità. Ho detto che fino a un certo punto dell’evoluzione dell’individuo, lui o lei si rannicchia sull’orlo all’abisso, resistendo e non osando saltare. L’individuo è davvero assai infelice in quello stato, ma crede ancora che la pseudo-sicurezza della sua posizione angusta e spaventata sia comunque da preferire all’annientamento. Solo dopo aver finalmente acquisito sufficiente fiducia per saltare, la persona potrà scoprire che di fatto riesce a stare a galla. Servono tanti di questi snodi per riscoprire che saltare è sicuro.
- Lo stesso vale per l’apparente abisso dei sentimenti bloccati: sentimenti dolorosi e spaventosi. Se non lo fate, rimarrete nella posizione rannicchiata e scomoda in cui è davvero impossibile vivere e divertirsi. La fede necessaria per saltare si può attivare affrontando la questione in modo diretto ed esaminando la posta in gioco. Bisogna prendere in considerazione la domanda fondamentale, che si può riassumere così: “C’è davvero un abisso infinito di negatività, distruzione e male alla base della condizione umana? Oppure questi sono aspetti di una distorsione, e non è necessario che essi esistano?” Se l’universo è benigno e degno di fiducia, buono e sicuro, allora non potete, né dovete temere di permettervi di essere ciò che siete. Sono molti i momenti in cui la fede dell’essere umano viene messa alla prova. Dovete confrontarvi con la discrepanza tra ciò in cui affermate di credere e ciò in cui di fatto credete. Se credete nella natura spirituale ultima dell’umanità, allora non avete nulla da temere. Altrimenti è necessario prendere coscienza di questo dubbio di fondo e confrontarsi con la sua reale natura. Scoprire i dubbi vi proteggerà perlomeno dalla natura illusoria della vostra fede nell’umanità e nel suo destino spirituale. Se poi siete convinti che la natura umana sia in definitiva cattiva, distruttiva, spaventevole e caotica, dovrete esaminare anche il vero motivo e la ragione di quel convincimento. Il confronto tra ciò in cui si crede veramente e ciò in cui si pensa di credere deve sempre essere affrontato in modo onesto, e ciò vale per ogni singola questione di rilievo. Aiuto e guida possono e devono essere attivati anche attraverso la meditazione, per questo scopo specifico.
- Nella meditazione dichiarate anche di voler essere consapevoli dei vostri speciali metodi di elusione, e che non desiderate più ingannarvi al riguardo. È meglio continuare a evitare il salto nell’abisso sapendo il perché, piuttosto che negare la paura e fingere di non averla. Ammettendo liberamente la paura siete più in contatto con voi stessi rispetto a quando la negate. Affrontando la fondatezza della paura potreste spesso scoprire che il suo vero motivo è la vergogna e il suo socio, l’orgoglio. L’orgoglio negato e la vergogna spesso creano paura. L’idea che sia umiliante provare determinati sentimenti o trovarsi in condizioni di vulnerabilità, oltre all’idea che non dovreste trovarvi dove vi trovate, e la sensazione che la sofferenza patita da bambini fosse dovuta al fatto che non siete accettabili, né amabili, creano la tendenza a negare la condizione in cui versate. La pressione della negazione genera dunque paura, e la paura a sua volta richiede alla persona di inventarsi teorie per giustificare la paura. Se le persone si convincono che è pericoloso provare i propri sentimenti, tale convinzione potrebbe portare a un crollo e a una crisi che è la risultante di quella profonda convinzione. Nelle Scritture si dice: “Ti sarà fatto secondo la tua fede”. Questo non è un processo magico. Se la paura di provare il proprio sentire è molto forte, essa porta al terrore, e il terrore può indurre nella persona un acuto stato di crisi. Ma il vero sentire di fondo è spesso soltanto vergogna/orgoglio, e l’idea erronea che il dolore dell’infanzia fosse dovuto all’inadeguatezza che l’individuo si vergogna troppo di mostrare.
- Superare il muro di imbarazzo, umiliazione, vergogna e orgoglio spesso dissolve la paura. Dovete affrontare questi problemi a viso aperto. Solo così spianerete la strada per entrare dentro di voi. La meditazione è un requisito senza il quale il cammino si fa inutilmente difficile. Un tale approccio e atteggiamento creeranno il clima necessario per penetrare nell’abisso della paura, della solitudine, dell’impotenza, del dolore e della rabbia generata dalla sofferenza che avevate dovuto sopportare. Ogni lacrima non versata è un fermo. Ogni protesta non espressa vi rimane dentro e vi spinge a esprimerla dove non è opportuno farlo. Tutti quei sentimenti paiono abissi senza fondo, ma una volta che ci entrate scoprirete che nel profondo di voi c’è quel nucleo divino che dimora in voi e di cui siete espressione. E che è luce, calore, vitalità e sicurezza. Tutte queste sono realtà precise, ma che possono essere vissute solo attraversando la realtà finora negata dei sentimenti evitati.
- Il vostro sé spirituale con tutta la sua gioia, sicurezza e pace sta appena dietro al dolore e alla tristezza. Non può essere attivato da un atto diretto di volontà, né da pratiche e azioni che tralascino la necessità di sperimentare tutto il proprio sentire. Ma il vostro centro spirituale si manifesta immancabilmente come sottoprodotto dell’atto diretto di volontà di superare i sentimenti negati.
- Concluderò questa lezione dicendovi che la paura non è reale. È invero un’illusione, ma dovete attraversarla percependola. Oltre la soglia del sentire la debolezza c’è la forza; oltre la soglia del sentire il dolore troverete piacere e gioia; oltre la soglia del sentire la paura troverete sicurezza e incolumità; oltre la soglia del sentire la solitudine troverete la capacità di ottenere appagamento, amore e compagnia; oltre la soglia del sentire l’odio c’è la vostra capacità di amare; oltre la soglia del sentire lo sconforto c’è la speranza vera e giustificata; oltre la soglia dell’accettare le carenze della vostra infanzia c’è la vostra realizzazione adesso. Quando provate tutti questi sentimenti e stati, è essenziale non illudervi di credere che siano indotti da qualcosa che provate o che ora non riuscite a sperimentare. Quale che sia ciò che l’adesso vi porta, è la mera risultante del passato che dimora ancora nel vostro sistema.
- Superate quelle soglie troverete la vera vita. Tutte le svariate tentazioni che vi invitano a seguire percorsi che implicano la possibilità di trovare la vostra realtà spirituale senza varcare quelle soglie sono una pia illusione. Non c’è modo di eludere quel che si è accumulato in voi e che ha avvelenato il vostro intero sistema - spirituale, psicologico e sovente anche fisico. Quel veleno si può eliminare solo provando ciò che speravate di poter evitare di provare. Allora arriverà un nuovo afflusso di energia in quantità sempre maggiore. Molti di voi hanno sperimentato in qualche misura quel che vi sto dicendo, e qui sta la vostra crescita. Ma dovete tutti andare oltre in questo senso. Cessate di autopunirvi per aver provato odio e disprezzo, crudeltà, avidità ed egoismo, e per ciò che esigete unilateralmente dagli altri, così che possiate entrare nel terrore indotto dalla vostra paura, dalla vostra vergogna, dal vostro dolore. Se smetterete di avversare tutto ciò diverrete reali, aperti e autenticamente vivi.
Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 190 - Importance of Experiencing All Feelings, Including Fear - The Dynamic State of Laziness
Il copyright del materiale della Guida del Pathwork® è di esclusiva proprietà della Fondazione Pathwork®