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Lez. 184 - Il significato del male e come trascenderlo

Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
11 settembre 1970

Traduzione in italiano di Claudia Radaelli
Revisione a cura di Maria Stella Biddau e Anna Orsini
Registrazione vocale a cura di Margherita Saetti
Edizione Febbraio 2021

  1. Saluti e benedizioni a tutti i miei vecchi amici e a quelli nuovi qui presenti. E un benvenuto a tutti quelli che hanno già fatto progressi nel loro tentativo di trovare la verità del proprio essere più profondo e a tutti quelli che ancora non hanno compiuto dei passi concreti. La vostra presenza qui significa che esiste dentro di voi un anelito sia conscio che inconscio a cercare il vero significato delle vostre vite. Sebbene questa lettura sia il seguito della lezione che vi ho trasmesso prima dell’interruzione estiva, essa rappresenta anche un nuovo inizio. Può risultare molto significativa sia lavorando a partire dalla lezione precedente sia lavorando da questa in avanti.

  2. Gli esseri umani si confrontano continuamente con il grande problema di come gestire le forze distruttive che risiedono dentro ciascuno di loro e negli altri. Questo problema sembra non avere fine, perché da sempre, da quando l’umanità esiste, intorno ad esso sono state costruite teorie e concezioni filosofiche. La vostra ricerca, direttamente o indirettamente, ha sempre avuto a che fare con questo grande tema. In realtà tutta la sofferenza proviene esclusivamente dalla distruttività, dalla negatività o dal male di ciascuno di voi – qualunque nome vogliate dargli. La grande difficoltà con cui vi scontrate è cercare di risolvere questo problema all’interno del sistema dualistico. Voi concepite due forze opposte: una costruttiva in opposizione a una distruttiva, il bene opposto al male. Nel momento in cui iniziate a pensare in termini dualistici non siete più in grado di risolvere il problema. Cominciate a negare, rifiutare, evitare, reprimere tutto ciò che in voi è distruttivo. Di conseguenza siete parzialmente inconsapevoli della vostra distruttività e totalmente incapaci di vedere come si manifesta. In altre parole, siete costretti a mettere in atto la distruttività indirettamente – con risultati molto dannosi. Così il vostro senso di colpa si aggrava, perché il male che avete sperato di eliminare può solo aumentare quando viene represso e messo in atto indirettamente.

  3. In questo approccio dualistico cominciate a scindervi dentro di voi, perché rifiutate un’intera parte di voi, che è la sorgente di un’energia creativa essenziale e potente, senza la quale non potrete mai diventare esseri umani completi. La vostra consapevolezza si affievolisce non appena reprimete la vostra parte indesiderabile. Meno siete consapevoli, più diventate deboli e perciò più confusi e meno abili nel risolvere questo o qualsiasi altro problema.

  4. Il sentiero è, ovviamente, primariamente rivolto ad affrontare queste parti indesiderabili allo scopo di rimuovere la cecità autoimposta. Scoprirete ripetutamente che un tale confronto, invece che portare quella devastazione di cui avete paura, risveglia l’energia vitale e vi rende persone più integre. Il problema che ancora permane per tutti voi è come gestire questo materiale indesiderabile che comincia a manifestarsi.

  5. La meditazione è l’aspetto più importante, perché, senza la mente più vasta, la piccola mente è incapace di portare il cambiamento. Ma è anche necessario avere schemi e concetti chiari. I vostri concetti mentali devono essere più accurati e conformi alla verità, altrimenti le false idee, o persino la vaghezza, creeranno un blocco. Se, per esempio, vi fate l’idea di un’intelligenza superiore al vostro interno che ha il potere di far scomparire le forze distruttive, la vostra meditazione e la vostra richiesta di aiuto rimarranno senza risposta. Qualsiasi processo concepito in modo errato, vago e confuso rappresenterà un ostacolo.

  6. La maggior parte delle religioni ha un approccio dualistico alla grande questione del male, poiché lo concepisce come una forza opposta al bene. L’approccio dualistico rinforza la vostra paura nei confronti di voi stessi e della vostra colpa; perciò fa solo aumentare l’abisso all’interno della vostra anima. Le energie della paura e del senso di colpa vengono usate per costringervi a essere buoni. La cecità, la compulsione e la concezione artificiosa della vita che accompagnano questa forzatura creano modelli che si autoperpetuano, con molte ramificazioni negative.

  7. Da un altro lato, esistono anche filosofie che postulano che il male semplicemente non esiste, che è un’illusione. Questa filosofia è vera quanto il suo opposto, ossia l’approccio religioso, che al contrario riconosce il pericolo del male, il suo potere di annientare la vita e di causare infelicità e sofferenza. Il postulato che il male sia un’illusione è vero nel senso che intrinsecamente esiste un solo grande potere creativo. C’è unione, perché tutto è uno nella coscienza di chi ha trasceso il dualismo.

  8. Come spesso accade, entrambi questi opposti insegnamenti esprimono grandi verità, ma l’esclusività con cui vengono concepiti e perpetuati rende la loro verità falsa. La negazione del male come realtà conduce al pensiero illusorio, a ulteriore cecità e negazione del sé; fa diminuire la consapevolezza, invece di accrescerla. Viene creata una falsa rappresentazione della realtà – la realtà dello stato presente dell’umanità.

  9. Permettetemi di ricapitolare. La negazione del male sull’attuale piano di coscienza umano è irrealistica così come credere che esistano due forze separate, una buona e una cattiva. Una tale credenza implica che la forza del male debba essere distrutta, spazzata via, come se nell’universo si potesse far scomparire qualcosa! Dovete destreggiarvi tra queste due alternative per trovare le risposte. Questa lezione è un tentativo di aiutarvi.

  10. Entrambe le concezioni del male portano alla repressione, anche se riconoscere il male può condurre a un’ulteriore forma di distruttività. Potrebbe condurre a giustificare e condonare aspetti veramente indesiderabili, come per esempio un comportamento ipocrita. In un caso del genere il senso di colpa verrebbe represso, creando ulteriore scissione e dualità. Proviamo ora a trovare un modo di affrontare il problema che eviti entrambe queste trappole. Proviamo a riconciliare questi due approcci generali alla questione del male.

  11. Tutti voi avete sperimentato quanto vi sentiate minacciati, ansiosi e a disagio quando vi confrontate con certi tratti, certe caratteristiche, certi vostri atteggiamenti indesiderabili. Questa reazione deve essere compresa in modo assai più profondo. Troppo spesso si dà questa reazione per scontata e si sorvola su di essa dandole semplicemente un nome e poi lasciando perdere.

  12. Il significato di questa reazione impaurita, sgradevole, ansiosa si può semplicemente riassumere con questa frase: “Questi difetti non dovrebbero esistere in me”. Tutte le difese che avete eretto così meticolosamente servono a proteggervi non solo dal male degli altri, ma in primo luogo dal male che risiede dentro di voi. Se ogni volta che vi sentite ansiosi ne esaminate le ragioni, scoprirete sempre che, in ultima analisi, ciò che vi mette in apprensione è il vostro stesso male, a prescindere da quanto un’altra persona o un evento esterno sembrino minacciosi. Se allora traducete quest’ansia in parole precise, verbalizzando così i vostri pensieri interiori su certi comportamenti o sentimenti che “in voi non dovrebbero esistere”, allora potete affrontare molto meglio questo vostro atteggiamento nei confronti del male. Perché il male in sé non è dannoso neppure la metà del vostro atteggiamento verso di esso. Ci torneremo più avanti.

  13. Da ora in poi, invece della fuga abituale che alimenta malessere emotivo, problemi e sofferenza, afferrate la vostra paura e il pensiero che sta dietro la paura “io non dovrei essere così”. Se ignorate questa paura, il problema peggiora.

  14. Il nostro scopo su questo sentiero consiste precisamente nella conoscenza e nell’accettazione del male. Questa parola “accettazione” è stata usata moltissimo in mancanza di una migliore, ma il suo significato spesso si perde dietro la parola, così dobbiamo prestare più attenzione a come si realizza questa accettazione. Perché solo quando l’accettazione avviene nel modo giusto il male può essere incorporato ed emendato nel più vero senso della parola. A quel punto potete trasformare una forza che ha preso una direzione sbagliata. La maggior parte degli esseri umani dimentica o ignora il fatto che ciò che di peggio esiste in loro è essenzialmente potere creativo, flusso universale ed energia altamente auspicabili. Solo quando ve ne rendete conto veramente, amici miei, imparate ad affrontare ogni aspetto di voi stessi.

  15. Quasi tutti gli esseri umani, con pochissime eccezioni, si confrontano solo con una piccola parte di sé. Accettano, conoscono e vogliono conoscere solo una parte relativamente piccola della loro personalità totale. Questo è, ovviamente, una terribile perdita. Non essere consapevoli di quegli aspetti interiori che sono indesiderabili preclude la visione di ciò che è già chiaro, liberato, purificato, buono. E inoltre impedisce che la maggior parte degli individui amino e rispettino se stessi, perché essi non hanno una percezione reale della loro eredità divina. La loro attuale e già manifesta bontà sembra irreale, persino falsa, perché si rifiutano di affrontare gli elementi distruttivi dentro di loro. Ma ciò che è ancora più importante e fondamentale è che il fatto di escludere questa parte indesiderabile fa sì che essa rimanga stagnante e paralizzata in modo tale da non poter cambiare.

  16. Il prezzo da pagare per il riconoscimento e l’accettazione dell’aspetto distruttivo e malvagio del sé sembra alto, ma in realtà non lo è. Al contrario, il prezzo del negarlo è enorme. Potete essere confusi e procedere a tentoni finché non trovate il modo per accettare i vostri impulsi e desideri distruttivi senza condonarli, finché non riuscite a comprenderli senza identificarvi con essi. Dovete imparare a valutare questo genere di impulsi e desideri realisticamente, senza cadere nelle seguenti due trappole: da una parte quella della proiezione, della autogiustificazione, dell’autoassoluzione mentre date la colpa agli altri; dall’altra quella dell’autoindulgenza, della negazione, della repressione e della fuga. Questa comprensione richiede continua ispirazione da parte delle forze interiori più elevate, e deliberate richieste di aiuto per restare vigili e conservare la consapevolezza di questi aspetti distruttivi e del metodo appropriato per affrontarli.

  17. Tutte le volte che vi trovate in uno stato d’animo sgradevole, in una situazione minacciosa, nella confusione e nell’oscurità, potete star certi che, qualunque siano le circostanze esterne, il problema nasce dalla negazione e dalla paura delle vostre personali attitudini distruttive e dal non sapere come gestirle. Il solo ammettere questo fatto porta un immediato sollievo e disattiva quasi istantaneamente tali poteri negativi. Imparate in che modo potete incorporare questo potere anziché respingerlo.

  18. Il primo passo consiste nel mettere in pratica la teoria che la distruttività, il male, non è una forza ultima, separata. Dovete pensare a questa cosa non in termini puramente filosofici e generali. Piuttosto dovete prendere gli aspetti specifici di voi stessi che vi fanno sentire in colpa e impauriti e applicare questa conoscenza a tutto ciò che di più sgradevole esiste in voi e negli altri. Non importa quanto brutte siano alcune di queste manifestazioni – che si tratti di crudeltà, rancore, arroganza, disprezzo, egoismo, indifferenza, avidità, inganno o qualcos’altro – potete portare voi stessi a realizzare che ciascuno di questi tratti è una corrente energetica che originariamente è buona e bella, e piena di vita.

  19. Cercando in questa direzione, arriverete a comprendere e a sperimentare quanto ogni particolare impulso ostile fosse originariamente una forza buona. Quando capirete questo, avrete fatto un sostanziale passo avanti verso la trasformazione dell’ostilità e verso la liberazione dell’energia, sia che essa fosse canalizzata in modo veramente indesiderabile sia che essa fosse congelata e stagnante. Esprimete con una chiara articolazione l’intuizione che questi tratti sgradevoli, qualunque essi possano essere, siano un potere che può essere usato in qualsiasi modo voi desideriate. Questo potere – la stessa energia che ora potrebbe manifestarsi come ostilità, invidia, odio, rabbia, amarezza, autocompatimento o biasimo – può diventare un potere creativo in grado di realizzare felicità, piacere, amore, espansione, per voi stessi e per gli altri attorno a voi.

  20. La lista dei tratti negativi potrebbe allungarsi, ma non è necessario, perché sono solo variazioni sullo stesso tema. Tutti voi conoscete queste cose dentro di voi, o almeno cominciate a conoscerle. Ma ancora, dopo tutto questo tempo, per nessuno di voi qui è già possibile comprendere veramente che ciò che meno vi piace in voi stessi è essenzialmente un potere creativo altamente desiderabile. Non vi piace perché non è desiderabile nella forma in cui si manifesta al momento. In altre parole, dovete imparare a riconoscere che il modo in cui il potere si manifesta è indesiderabile, ma la corrente energetica che sta dietro a questa manifestazione è in sé auspicabile perché è fatta della sostanza vitale stessa. Contiene coscienza ed energia creativa. Contiene tutte le possibilità di manifestare ed esprimere la vita, di creare nuove manifestazioni vitali. Contiene tutto il meglio della vita, per come voi la sperimentate – e molto di più. Così, anche il meglio della vita che si è rivelato a voi contiene la possibilità del peggio. Se riuscite a immaginare le possibilità di tutte le manifestazioni della vita, perché la vita è un processo continuo che fluisce, si muove e si sviluppa, voi non potrete mai rimanere inchiodati a cose definitive, che creano errore, confusione e dualità.

  21. Dunque vedete che, negando il male in voi stessi, fate all’insieme della vostra personalità, alla vostra spiritualità manifesta, un danno maggiore di quanto possiate comprendere. Perché negandolo, disattivate una parte essenziale delle vostre energie e delle vostre forze creative, che in tal modo ristagnano. Alla stagnazione, segue la putrefazione. La materia si putrefà quando ristagna, quando non si muove più. Lo stesso accade con la coscienza: si putrefà quando ristagna. La vita è un processo che fluisce continuamente; quando si arresta, si manifesta temporaneamente la morte. Dal momento che la vita è eterna, la morte può essere solo temporanea. Questo vale non solo per gli esseri umani e per le entità, ma vale altrettanto per la materia e l’energia. Quando il flusso dell’energia resta fermo ha luogo un processo di morte, finché il flusso energetico viene nuovamente rilasciato. Questa è la manifestazione della morte e un suo altro significato in questo piano di coscienza.

  22. Questo principio vale anche per un oggetto: quando marcisce o si disintegra, l’energia in esso contenuta è arrestata. Questa stessa energia bloccata deve, a un certo punto, cominciare nuovamente a fluire – forse molto tempo dopo questa particolare manifestazione.

  23. La materia è sempre una condensazione e una manifestazione della coscienza e dell’energia. Il modo in cui l’energia fluisce – o non fluisce – e la forma che essa prende quando si condensa dipendono dall’atteggiamento della coscienza che sta “dietro” o che, piuttosto, è intrinseca a un particolare aspetto della creazione.

  24. In quest’ottica, la distruttività è un’altra forma erronea di coscienza. Essa deve condurre a una negazione della vita, sia direttamente attraverso l’azione e l’espressione diretta sia indirettamente attraverso la negazione, cioè la stagnazione. Questo è il motivo per cui alcune emozioni presumibilmente negative sono in realtà auspicabili. Per esempio, la rabbia può favorire la vita ed essere diretta contro la negazione della vita. La negazione della rabbia si trasforma in ostilità, crudeltà, rancore, odio di sé, senso di colpa, confusione tra biasimo per gli altri e biasimo per se stessi, e dunque è una corrente energetica distruttiva.

  25. La morte diventa superflua, viene superata, quando l’energia non è più stagnante e ha la possibilità di muoversi. All’inizio questo può accadere a livello della mente, quando si comprende che il male è intrinsecamente un flusso energetico divino momentaneamente distorto in seguito a specifiche idee, concezioni e percezioni sbagliate. Così non viene più respinto nella sua essenza, ma viene assimilato. Questo è precisamente ciò che trovate più difficile fare. Infatti, lo trovate così difficile che tendete persino a dimenticare quegli aspetti in voi già liberi dalla distorsione, dal male e dalla distruttività, quegli aspetti che sono davvero purificati e luminosi, che sono buoni, belli, divini.

  26. Tutti i vostri sforzi e la vostra buona volontà sono meravigliosi. Persino i tormenti dell’anima, nonostante i sensi di colpa fuori luogo, sgorgano dalle migliori e più splendide manifestazioni della coscienza. Voi negherete, ignorerete e non riuscirete a sperimentare la parte migliore di voi finché negherete, ignorerete e non riuscirete a sperimentare il male dentro di voi. Quando negate una qualsiasi parte di voi, non importa quanto brutta possa essere nella sua forma attuale, voi distorcete l’idea che avete di voi stessi.

  27. La chiave essenziale verso una totale integrazione del male è la comprensione della sua natura originaria e della possibilità in esso radicata di manifestarsi nuovamente nella sua forma originaria. Questo deve essere lo scopo, amici miei. Finché cercate di diventare buoni negando il male, forzando voi stessi a essere ciò che ancora non potete essere e che nei fatti non riuscirete mai a essere, voi resterete in un doloroso stato di scissione interiore, di parziale negazione del vostro sé e di paralisi delle forze vitali che giacciono dentro di voi. Dico “ciò che non riuscirete mai a essere” perché non potete diventare completi se la vostra aspettativa è di distruggere o far sparire per magia una parte vitale di voi stessi e non accettare l’intrinseca desiderabilità dell’energia creativa contenuta persino negli aspetti più distruttivi di voi. Coltivate questo cambio di atteggiamento.

  28. Questo nuovo atteggiamento di accettazione non vuol dire condonare, scusare, razionalizzare i vostri aspetti indesiderabili. Proprio al contrario: significa riconoscerli pienamente, esprimendoli con onestà senza trovare scuse o incolpare gli altri e senza cadere nella disperazione e nel rifiuto di sé stessi. Sembra un compito arduo, ma è certamente possibile acquisire questo atteggiamento se fate un sincero sforzo e se pregate con determinazione che vi sia data una guida proprio a tale scopo.

  29. Quando non negate più la bruttezza in voi, non dovete più neppure negare la vostra bellezza. C’è così tanta bellezza in ciascuno di voi già libera e manifesta. In verità voi manifestate una bellezza che negate totalmente, che ignorate, che non riuscite a percepire e a sperimentare! E non intendo soltanto quella potenziale che ancora deve svilupparsi, intendo la bellezza che è già presente ora.

  30. Potete riflettere su questo e pregare per raggiungere la consapevolezza di questa bellezza così come pregate per diventare consapevoli dei vostri lati più sgradevoli. Quando potrete percepire entrambi gli aspetti – non solo uno che esclude l’altro – avrete fatto un passo sostanziale verso una percezione realistica della vita e di voi stessi che vi renderà capaci di integrare ciò che ora vi causa tormento.

  31. Tenendo a mente in ogni momento entrambe, la vostra bellezza e la vostra bruttezza, sarete anche in grado di fare la stessa cosa con gli altri. Voi tendete a rifiutare completamente e a ripudiare le persone di cui percepite la distruttività, esattamente come fate con voi stessi. Oppure, reagite emotivamente alla loro bontà e alla loro bellezza interiore, e tralasciate irrealisticamente il loro lato disarmonico. Non riuscite ancora a cogliere la presenza della dualità dentro di voi e perciò non riuscite a vederla neppure negli altri. Questo crea tensione e continui conflitti. Solo accettando la dualità voi potete veramente trascenderla.

  32. Non è possibile alcuna espansione di coscienza, alcuna integrazione né trascendenza se la coscienza è offuscata, se la consapevolezza è bloccata. D’altronde la consapevolezza del male deve essere bloccata quando se ne ha una rappresentazione che lo considera totalmente inaccettabile, quando si ignora che il male non è altro che una distorsione di una corrente del potere creativo divino. Una simile distorsione e la mancanza di consapevolezza provocano in voi la negazione e la paralisi del processo creativo stesso.

  33. Ogni tanto torno a riferirmi alle fonti principali di distorsione e distruttività: volontà egoica, orgoglio e paura. A prima vista sembrerebbe strano affermare che questi tre tratti siano maggiormente responsabili del male di quanto lo siano i tratti effettivamente malvagi, come il rancore, la crudeltà, l’invidia, l’ostilità, l’egoismo. Come è possibile che l’orgoglio, la volontà egoica o la paura siano più distruttivi, diciamo, dell’odio? La risposta a una simile domanda è davvero molto semplice. Non sono mai gli atteggiamenti apertamente distruttivi che costituiscono il male reale. Se veramente li riconoscete, voi rimanete nel flusso. L’odio più grande, la vendicatività più rancorosa, i peggiori impulsi di crudeltà, se ammessi onestamente e lealmente, se non agiti irresponsabilmente e neppure repressi o negati, ma pienamente riconosciuti, non diventeranno mai dannosi. Nella misura in cui vengono visti, affrontati, ammessi, questi sentimenti diminuiranno di intensità e prima o poi dovranno convertirsi in un flusso di energia portatrice di vita. L’odio si trasformerà in amore, la crudeltà in sana aggressività e autoassertività, la stagnazione in gioia e piacere. È inevitabile che sia così.

  34. Questa non è una mera teoria. Molti di voi hanno sperimentato questa trasformazione delle emozioni tutte le volte che hanno avuto la possibilità di trovare la giusta dose di autoaccettazione. Ma dovete cercare a tentoni questa realizzazione più e più volte finché non diventa una seconda natura e non viene più scordata. Quando mettete in atto ciecamente la distruttività autolegittimandovi, voi esprimete il male nel vostro mondo. Negando la sua esistenza, fate ristagnare l’energia creativa vitale, che va in putrefazione dentro di voi. Riconoscendo con onestà il male, non lo agite e non lo negate. Questo libera il vostro flusso energetico creativo.

  35. Orgoglio, volontà egoica e paura sono tutte forme diverse di negazione e sono per questo più pericolose del male stesso che intendono negare. I miei amici sul sentiero hanno sperimentato quanto questo sia vero: nella misura in cui il male viene affrontato in modo appropriato, ne conseguono autoaccettazione, simpatia per se stessi, nuova energia e sentimenti più profondi di amore e di piacere. Ma orgoglio, volontà egoica e paura rendono impossibile questo atteggiamento salutare. La volontà egoica è troppo ripiegata sulla propria ostinazione, che non vuole accettare la realtà presente. Vuole già essere in uno stato di coscienza superiore; vuole essere migliore di quanto sia adesso. Ma fallisce, perché è impossibile uscire da qualcosa che si è troppo ostinati per ammettere. La volontà egoica rende rigidi e la rigidità è contraria al flusso vitale. La volontà egoica dice: “Non accetto la realtà per come è adesso, deve essere a modo mio, e io insisto che sia così”. Questo atteggiamento rende impossibile l’ammissione della verità del momento presente.

  36. L’orgoglio dice: “Non voglio avere in me questi tratti orrendi”. Tuttavia la verità richiede sia flessibilità che umiltà. E richiede anche coraggio. La paura presume che accettare e riconoscere la bruttezza la renderà schiacciante. Così la paura nega anche la fondata speranza nell’ordine benigno della creazione. Se la sincera ammissione di ciò che esiste veramente significasse rovina, annichilimento, pericolo, caos, allora la conseguenza logica di questo presupposto sarebbe che il mondo è fondato sull’inganno, sulla finzione, sulla negazione. Anche se questi pensieri vengono difficilmente veramente articolati, perché sono privi di senso, molti individui involontariamente fondano le loro vite su questi presupposti. I loro atteggiamenti esprimono questa filosofia soggiacente.

  37. Rinunciare alla volontà egoica non sminuisce lo spirito libero dell’autoespressione. La vostra dignità autentica non si sminuisce quando si rinuncia all’orgoglio che nasconde il male. Il male non diventa sovrastante e non prende il sopravvento quando decidete di abbandonare la paura che avete di esso. In tutti questi casi è vero proprio il contrario.

  38. Non è mai l’impulso distruttivo in sé a portare reale danno e pericolo, ma sempre l’atteggiamento verso di esso. Questa è la ragione per cui chi incorpora e accetta i propri lati negativi trova con immensa sorpresa il contrario di ciò che apprensivamente si aspettava: un aumento del rispetto e dell’amore verso di sé.

  39. Perciò, cari amici, questo è ciò che dovete imparare. Ciascuno di voi deve fare molta strada, anche se le parole vi suonano fin troppo familiari. Per ora siete ben lontani dal mettere davvero in pratica queste parole. Tanto più le metterete in pratica, tanto più la gioia crescerà nella vostra vita e tanto più diventerete operativi nel dare forma al vostro destino – non attraverso il controllo dell’io, ma attraverso la vostra capacità reale di creare con l’energia vitale a vostra disposizione. La chiave è imparare a incontrare la forza distruttiva in modo che possiate ricondurla di nuovo alla sua natura originaria e dunque incorporarla in tutto il vostro essere.

  40. Ci sono domande?

  41. DOMANDA: Come dice questa lezione, ci sono cose in me che io sento sbagliate, cattive. Tuttavia mi piacciono, sono seducenti. Ma mi sento in colpa. Per esempio, io spendo troppi soldi. E nego completamente questo lato di me stesso. Puoi aiutarmi?

  42. RISPOSTA: Questo è un buon esempio. Spero di ascoltare molti più problemi personali a questo riguardo, in modo che vi possa aiutare con essi in modo specifico.

  43. Ora, quello che hai detto è proprio tipico. Tu neghi tutto ciò che riguarda il tuo impulso distruttivo. In questo modo ti vieni a trovare in una situazione senza via d’uscita: o rinunci del tutto al piacere connesso allo spendere troppo e irresponsabilmente, per poter diventare civile, maturo, realistico, responsabile di te e sicuro, oppure ti godi il piacere che proviene da questi tratti negativi, ma al costo terribile del senso di colpa, delle privazioni autoimposte, dell’insicurezza e della paura dovute al non essere capace di amministrare la tua vita.

  44. Una volta che ti rendi conto che dietro la compulsione a spendere troppo ed essere irresponsabile c’è un desiderio struggente e in sé legittimo di piacere, espansione e nuove esperienze, questo dilemma cesserà di esistere. In altre parole, devi incorporare l’essenza di questo desiderio senza mettere in atto la sua distruttività. Allora avrai molta meno difficoltà a mettere in pratica questo desiderio in un modo realistico che alla fine non sia frustrante. Il punto in cui adesso sei bloccato è che stai combattendo con uno di questi tipici problemi o/o, in cui si pensa di dover scegliere tra due opposte alternative. Come potresti desiderare di voler veramente rinunciare all’irresponsabilità se la responsabilità implica vivere con uno stretto margine di piacere e limitare la tua espressione personale? Dato che non vuoi veramente rinunciare a questa forma di irresponsabilità, ti senti in colpa. Dunque tu respingi la parte vitale di te che giustamente desidera sperimentare il piacere della creazione nella sua pienezza, ma che non sa come farlo senza aver bisogno di sfruttare gli altri, senza essere parassitico. Tuttavia, se puoi accettare pienamente la meravigliosa forza che lotta per il piacere pieno e che sta al di sotto dell’irresponsabilità e valutarla come tale, troverai anche il modo di darle espressione senza calpestare gli altri, senza violare le tue leggi personali di equilibrio. Non dovrai pagare l’inutile prezzo della preoccupazione, dell’ansia, del senso di colpa e dell’incapacità di gestire bene le cose. Un prezzo che paghi solo quando sacrifichi la pace della mente per un piacere di breve durata.

  45. Il piacere è più profondo, più duraturo e totalmente libero dal senso di colpa quando il diritto ad averlo si associa all’autodisciplina. Se puoi conciliare il desiderio di piacere con l’autodisciplina e la responsabilità, tu esprimerai la conoscenza interiore che dice: “Voglio gioire della vita. C’è un’abbondanza illimitata nell’universo per ogni circostanza. Non c’è limite a ciò che è possibile. Ci sono cose meravigliose da sperimentare. Ci sono molti modi meravigliosi per esprimere se stessi. Posso realizzarli e portarli nella mia vita se sono capace di trovare un altro modo, non autodistruttivo, per esprimerli e ottenerli. La reale necessità di autoresponsabilità e di autodisciplina nel loro significato più profondo renderà possibile accrescere la gioia e l’espressione del sé. Senza questi tratti, devo per forza rimanere nella deprivazione e nel conflitto”. Questa disciplina sarà molto più facile da acquisire e la volontà di farlo crescerà se sai di avere il pieno diritto di usarla allo scopo di aumentare il piacere e l’autoespressione.

  46. Miei cari amici, vi ho dato nuovo materiale che richiede una grande attenzione da parte vostra. Mettetelo in relazione con la vostra specifica situazione. Aprite il vostro essere più profondo per usare questo materiale. Non applicatelo solo teoricamente, in termini generali, ma vedete realmente dove negate ciò che è dentro di voi per paura e per senso di colpa, in tal modo paralizzando il meglio che è in voi.

  47. E a quelli di voi qui che sono scoraggiati e si sentono disperati per se stessi, posso solo dire: siete nell’illusione e nell’errore quando vi sentite in questo modo. Rendetevene conto e chiedete la verità. E la verità è che non c’è motivo per la disperazione e che i periodi difficili devono solo essere attraversati e compresi in modo da farli diventare delle pietre miliari che possono aprire ulteriormente le vostre vite e portare in esse più luce e più capacità di autoespressione.

  48. Ricevete l’amore e le benedizioni, miei carissimi amici. Siate in pace.

Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 184 - The Meaning of Evil and Its Transcendence
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