Lez. 174 - L'autostima
Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
23 maggio 1969
Traduzione in italiano di Simona Fossa
Revisione non ancora effettuata
Edizione Luglio 2019
- Saluti, miei carissimi amici. Porto benedizioni a tutti voi. Che il vostro cuore possa aprirsi, e che la vostra attenzione sia concentrata al massimo, così da poter assorbire il più possibile durante questa ora insieme.
- Oggi vorrei parlarvi di un problema di grande importanza, specialmente per tutti coloro che, grazie al lavoro sul sentiero, sono divenuti consapevoli di quelle reazioni interiori che in precedenza passavano inosservate. Queste reazioni indicano uno stato di lotta e confusione riguardo l’autostima, che è di fondamentale importanza. L’autostima, l’apprezzare se stessi, il senso del valore personale – o come la volete chiamare – è gravemente carente in tutti quegli esseri umani che provano sentimenti di incertezza, paura, insicurezza, senso di colpa, debolezza, dubbio, negatività, inadeguatezza e senso di inferiorità. Nella misura in cui questi sentimenti sono presenti, l’autostima è inevitabilmente carente, anche se non lo si riconosce direttamente. Ignorare questo fatto è ancora più dannoso, perché siete meno capaci di affrontare direttamente il problema è molto ridotta. Solo una considerevole abilità introspettiva, frutto di un serio lavoro su di sé, può portare alla consapevolezza diretta che si esprime in questo modo: “Io non mi piaccio e non mi rispetto.”
- Le persone si trovano continuamente a confrontarsi con un conflitto interiore, spesso non cosciente, che è legato al riconoscimento di questo fatto. Il conflitto sorge dalla percezione dualistica, caratteristica dell’umanità. Ho spesso mostrato come un malinteso divida la verità in due metà opposte, che vi confondono e vi rendono impossibile fare le scelte che vi soddisfano. Vi sentite allora dilaniati dal disaccordo interiore e da una dolorosa confusione. In questo caso, il dilemma si presenta così: come potete accettarvi e piacervi senza incorrere nel pericolo dell’auto-indulgenza e dell’autogiustificazione per quei tratti distruttivi che esistono in tutti gli esseri umani, per quanto siano ben nascosti. Oppure, dall’atra parte, come potete affrontare, accettare e ammettere quei tratti negativi e distruttivi, le debolezze e i piccoli egoismi, le piccole crudeltà e le vanità che spesso vi rendono vendicativi e ostili, e ciò nonostante mantenere il rispetto per voi stessi? Come potete evitare di cadere nel pericolo del distruttivo senso di colpa, dell’autorifiuto e dell’autodisprezzo?
- Questo è un conflitto profondamente radicato, con cui la maggior parte degli esseri umani si trova a combattere – che lo sappiano o meno. Si tratta di una tipica confusione dualistica che apparentemente fa sì che l’ammettere una verità sgradita e l’accettarsi diventino due opposti mutualmente inconciliabili.
- Ma prima di passare a parlarne più dettagliatamente, e di offrirvi una chiave che vi consenta di ricomporre questa divisione, lasciate che vi spieghi un po’meglio questo conflitto. Quelli tra voi che hanno recentemente scoperto questa violenta battaglia interiore, sapranno esattamente di cosa sto parlando. Gli altri, che non hanno ancora riconosciuto il rifiuto di sé, dovranno arrivare a questa consapevolezza gradualmente. Forse, l’unico modo per poter riconoscere che non vi piacete e vi sottovalutate, è quello indiretto. Di sicuro potete avvertire la timidezza, l’incertezza, l’insicurezza, il timore di essere respinti o criticati, come anche la sensazione di inferiorità e di inadeguatezza. Forse potreste percepire qua e là una strana sensazione di colpa che non fa senso per voi. Sebbene questo senso di colpa si nasconda generalmente dietro altri atteggiamenti, raramente è così remoto da non poter essere, in certi momenti, percepito chiaramente, una volta deciso di porre attenzione a queste cose. Forse vi rendete conto di non essere aperti alle immense possibilità di gioiosa realizzazione nella vita; che vi accontentate di molto meno di quanto potreste provare. Forse potete percepire che vi tenete a distanza dalla vita, vi sentite vagamente immeritevoli, e avvertite in modo negativo tutte le potenzialità che avete. Forse questa percezione esiste solo in certe aree della vostra vita, tuttavia essa è indice di autorifiuto.
- Tutte queste manifestazioni indicano autorifiuto e auto-avversione. Non dovrebbe essere troppo difficile colmare il divario nella consapevolezza tra ognuna di queste manifestazioni e la sua radice più profonda, cioè che non pensate un gran bene di voi. Potreste anche non piacervi per via di certi vostri tratti e atteggiamenti, ma questa specifico aspetto può risultare ancora più nascosto alla vostra consapevolezza. Molto probabilmente, all’inizio vi accorgerete solamente della presenza di vaghi e generali sensazioni di autodisprezzo, senza essere capaci di indicare gli specifici tratti che non vi piacciono di voi.
- Quando sentite, sia pure vagamente, che non vi rispettate e mancate di stima e apprezzamento per voi stessi come esseri umani, il passo successivo sarà quello di rendere più specifico questo atteggiamento. Se volete veramente trovarlo, ci riuscirete, anche se il modo per riconoscerlo, o per capire quale sia esattamente questo atteggiamento, avverrà forse per via indiretta. Il sentiero funziona spesso in questa maniera.
- D’altra parte, potete vedere molto chiaramente in voi stessi cose davvero deplorevoli e indesiderabili. In questo caso, potreste cadere nel deplorevole atteggiamento di sfida e autogiustificazione, poiché credete che ammettere i vostri tratti sgradevoli implichi la necessità di rifiutare e disprezzare il vostro intero essere. Non riuscite a differenziare tra il rifiutare un tratto e rifiutare tutta la persona, che si tratti di voi stessi o degli altri. Perciò cadete nell’errore di giustificare, negare, falsificare e razionalizzare – e spesso persino abbellire – un tratto molto sgradevole e distruttivo. A questo punto cadete nella più completa confusione!
- Ecco come trovare la chiave che vi consentirà di affrontare direttamente gli atteggiamenti indesiderati senza perdere il rispetto per voi stessi o il senso di essere dei preziosi esseri umani. Innanzitutto, dovrete percepire e sperimentare la vita in modo nuovo. La vostra vita – e voi siete vita, perché siete vivi – rappresenta tutta la vita, tutta la natura. Uno dei segni caratteristici della vita è la sua inenarrabile potenzialità di cambiare ed espandersi. Per essere più specifici, una volta che percepite la vita così com’è, sentirete che anche la più bassa di tutte le creature distruttive ha in sé tutte le potenzialità di cambiamento e di bontà, di grandezza e di crescita. In qualunque momento, il pensiero può cambiare e creare nuovi atteggiamenti e comportamenti, nuovi sentimenti e nuovi modi di essere. E se non avviene per ora nessun cambiamento, questo non è un problema, perché un giorno le cose sono destinate comunque a cambiare, e allora la vostra vera natura dovrà finalmente venire fuori. Sapere che la propria vera natura dovrà, prima o poi, emergere, cambia tutto: cambia la disperazione che avete su voi stessi. Apre la porta alla conoscenza del vostro potenziale di bene, indipendentemente da quanta negatività possiate ancora avere adesso; potenziali di generosità, indipendentemente dall’attuale meschinità; potenziali di amore, indipendentemente dal vostro presente egoismo; potenziali di forza e integrità, a prescindere da quanto siate ancora deboli e tentati di tradire il vostro sé migliore; potenziali di grandezza, indipendentemente da quanto possiate essere ancora gretti.
- Guardate alla natura, ad una qualunque delle sue manifestazioni di vita, e vedrete che essa è in continua trasformazione; muore e rinasce continuamente; si espande infinitamente, si contrae e pulsa. È sempre in movimento, sempre in stato di diversificazione. Questo si applica particolarmente alla vita cosciente, e ancor di più alla vita autocosciente. Il potere del pensiero, della volontà, delle emozioni è infinitamente più grande di qualunque potere delle cose inanimate. Eppure, il potere delle cose inanimate, per esempio, dell’elettricità o, ancor di più, dell’energia atomica, è così grande che avete a malapena cominciato a farvi un’idea delle potenzialità che offre, sia per fini buoni e costruttivi, che per fini distruttivi. Ovunque ci sia vita e coscienza, esistono entrambe queste potenzialità.
- Ora, se nell’atono più piccolo – così piccolo da non poter essere nemmeno percepito ad occhio nudo – esiste il potere di rilasciare incredibili energie per costruire o distruggere, quanto infinitamente più grande deve essere il potere della mente: il potere del pensare, sentire, volere. Basta soffermarsi su questo fatto significativo, amici miei, e vi si apriranno nuove prospettive. Perché assumente ciecamente che il potere delle cose inanimate sia più grande del potere della mente?
- Il potere di pensare, volere, sentire, esprimere, agire e decidere sono le caratteristiche distintive della coscienza. Esse sono enormemente sottovalutate dall’umanità. La coscienza vivente merita perciò un rispetto che difficilmente può essere espresso in parole. Non importa come si manifesta, non importa quanto sia indesiderabile e distruttiva la sua attuale manifestazione, la vita che emette dalla momentanea distruttività contiene tutto il potenziale di trasformarsi in canali costruttivi, perché la fonte della vita è davvero inesauribile.
- Perché l’essenza stessa della vita è movimento, e quindi cambiamento, questo è ciò che giustifica, e realisticamente dà speranza, indipendentemente da quanto disperata possa apparire per adesso una situazione, o uno stato mentale. Le persone in profonda depressione e disperazione sono sicuramente in errore, perché negano l’essenza stessa della vita. E quelli che disperano di se stessi perché sentono di essere così cattivi, inaccettabili, distruttivi e negativi, si trovano anch’essi in errore, perché percepiscono e vivono la vita come qualcosa di fisso, come se ciò che è oggi dovrà essere per sempre. Questo è l’errore della morte: “È così, e questo è tutto!”. Tale modo di pensare ignora e nega il flusso della vera vita. Dato che voi siete vivi, questa fluidità vi appartiene; in realtà, voi siete fluidi.
- La sola cosa che vi impedisce di essere fluidi, e dunque di passare ad uno stato di realistica speranza e di luce, verso l’essenza stessa della vita, è il vostro stesso recinto, l’ignorare questa verità – il vostro momentaneo stato di coscienza. Questo stato di coscienza rimane bloccato nella convinzione che la vita, e i tratti della vostra personalità, siano statici e non cambieranno mai. Il vostro stato di coscienza rimane ancorato a questa oscura prigione, fintanto che non avete cognizione di nient’altro.
- Col semplice fatto di essere qui e ascoltare queste parole, voi avete la possibilità di applicarle alla vostra situazione personale. Dove siete senza speranza? Perché lo siete? Vi sentite senza speranza causa della vita stessa? Perché credete che le potenzialità di espansione e felicità siano troppo limitate per darvi abbastanza raggio d’azione? Siete senza speranza perché sentite di non meritare, e di non poter avere una vita più significativa, e un’esperienza di vita più appagante? Quest’ultimo pensiero può covare segretamente al di sotto della vostra percezione dei limiti della vita.
- Se riuscite a portare queste fugaci impressioni ad una più chiara consapevolezza, potete chiedervi: “Forse non merito la felicità perché, forse giustificatamente, non mi piacciono certi tratti di me stesso?”. Ma non credete forse che questi tratti segnino e definiscano la vostra persona? È questa la grande lotta, amici miei: voi credete erroneamente di essere quello che trovate più odioso in voi. Questa è, allo stesso tempo, la causa della grande resistenza al cambiamento, inerente in ogni essere umano. Forse perché, dato che fondamentalmente credete di non poter essere nient’altro se non quello che non vi piace di voi stessi, dovete per forza mantenerlo, perché non volete cessare di esistere. Questo è il punto cruciale di questa confusione dualistica. Ecco perché siete inspiegabilmente attaccati ai vostri lati distruttivi. Molti dei miei amici hanno raggiunto questa consapevolezza in cui possono vederlo, ed effettivamente si vedono aggrapparsi ad aspetti di loro stessi che non amano completamente. Sembrano incapaci di cambiare, e quindi si disperano ancora di più. Non riescono nemmeno a capire quale potere li spinga ad aggrapparsi, in maniera quasi deliberata, a ciò che odiano di se stessi.
- Ecco, amici miei, la risposta: voi vi ci aggrappate perché siete sinceramente convinti di essere questo. Vi trovate in uno stato di fissità, in un’unità immutabile, e ogni cambiamento diventa impossibile, perché non vi rendete conto che in voi esistono tutte le potenzialità. Voi siete già quello che pensate di dover produrre artificialmente, faticosamente e forzatamente, contorcendo la vostra stessa natura. Ma poiché non ne siete convinti, non riuscite a lasciar andare quei lati che non vi piacciono, perché sembrano rappresentare la vostra vera essenza.
- Questo è veramente un circolo vizioso, perché la vera autostima può sorgere, naturalmente, solo se percepite la vostra capacità di amare, di dare voi stessi. Ma questa capacità non la potete conoscere se date per scontato che semplicemente non esiste, e se credete che ogni altro stato, diverso da quello che esprimete, vi sia estraneo - intrinsecamente estraneo - mentre il vostro sé reale, fisso e definitivo, sia quello che non vi piace. Fino a quando la vostra situazione sarà questa, rimanete intrappolati in un circolo vizioso.
- Per uscire da questo circolo vizioso, la vita dovrà essere compresa nella sua vera essenza. Non importa quanto vi possa apparire immobile la vostra vita, si tratta solo di una piccola parte di una storia più grande, amici miei. Al di sotto di tutti questi tratti individuali che ritenete fissi e definitivi, la vita fluisce come un ruscello invernale sotto la neve. Essa è costante; i sentimenti si diramano da essa in tutte le direzioni, spontaneamente e meravigliosamente, rinnovandosi all’infinito. La sua vita pulsa e vibra; è il movimento stesso. Soprattutto, è una vita in cui siete liberi, in qualsiasi momento, di pensare pensieri nuovi e diversi che creano una nuova e diversa personalità ed espressione di vita.
- Vedete, finché ignorate il vero stato della vita, e dunque il vostro vero stato, non potete concedervi quel fondamentale rispetto che meritate come creatura umana. Finché confondete la vita con la morte, con la materia inanimata, vi dispererete. E anche la materia inanimata, come ora sapete dalla scienza moderna, ha una sua vita intrinseca e un incredibile movimento, una volta che questa vita viene rilasciata. Pensate a questo, amici miei. Anche un oggetto apparentemente morto, non è morto, contiene vita, movimento, e totale cambiamento. Pensate al movimento, alla vita e al cambiamento in ogni atomo della materia, apparentemente del tutto inerme.
- Quindi, non vi è nulla nell’universo che sia privo di vita. E ancora meno è così per la coscienza! Il vostro pensiero è un movimento costante. Il solo problema è che vi siete condizionati a lasciarlo rimuginare su una abituale negatività, sul rifiuto di voi stessi e su un inutile senso di limitazione. Ma una volta che deciderete di usare il pensiero in modo nuovo, sentirete la verità della positiva mutevolezza della vita, delle sue infinite potenzialità di muoversi in nuove direzioni. E quindi potete costantemente espandere il vostro modo di pensare, acquisire nuove idee, abbracciare nuove consapevolezze, e quindi condurre voi stessi verso nuove direzioni, nuove espansioni, nuovi obiettivi, nuove energie, nuovi sentimenti. Tutto questo rappresenta il cambiamento della personalità. Senza esserne completamente consapevoli, questi nuovi modi di pensare e di sentire cambiano quegli atteggiamenti che per ora non vi piacciono affatto.
- Quando parlo di nuovi modi d’essere, voglio chiarire che questo non significa che essi non esistano già in voi in modo latente. Sono nuovi solo per quanto riguarda la vostra consapevolezza, perché sono già tutti lì, sempre pronti ad essere usati da chi lo chiede. Ma finché vi rinchiudete entro lo ristretta cornice delle vostre limitate percezioni di voi stessi e della vita, non potete usare ciò che è già lì. Percepitevi come un terreno fertile prima che i semi vengano piantati. Il suolo fertile contiene un incredibile potere di creare nuove espressioni di vita. I potenziali vi si insinuano, indipendentemente dal fatto che i semi vi siano stati effettivamente messi. La vostra intera coscienza e vitalità sono il terreno più fertile che si possa immaginare. Il terreno fertile è sempre presente con un incredibile potere di generare nuove espressioni di vita nei vostri pensieri, nei vostri sentimenti, nella vostra volontà, nelle vostre energie e nelle vostre potenzialità di azione e reazione.
- Ogni situazione in cui vi trovate presenta sempre nuove possibilità di risposta. Voi avete sempre la possibilità di scegliere. Potete persino trovarvi in una nuova situazione e ricadere automaticamente nei vecchi riflessi condizionati, nel vostro approccio negativo, senza prestare attenzione a quello che state facendo. Forse vi lamentate della miseria della vita, perché vi è successa questa o quell’altra cosa che non vi piace, senza mai accorgervi del collegamento tra il vostro malcontento e i vostri fallimenti, da una parte, e le vostre reazioni negative, automatiche e unilaterali, dall’altra. Fino a quando riterrete che questo approccio abituale sia l’unico possibile, non coglierete le possibilità e i poteri nella vostra vita.
- Quindi, quando vi sentite infelici e disperati, domandatevi: “Non c’è forse un altro modo di reagire a questa situazione che sembra colpirmi quando meno me lo aspetto, e alla quale scelgo di reagire negativamente, distruttivamente, disperandomi, lamentandomi e arrabbiandomi?”. La scelta è vostra. La vostra rabbia e le vostre lamentele contro il mondo sono sprecate, perché tutta questa energia potrebbe essere utilissima per costruire una nuova vita, se solo fosse usata correttamente. Voi non potete cambiare gli altri, ma potete certamente cambiare i vostri atteggiamenti e il vostro modo di pensare. A quel punto la vita vi offrirà le sue illimitate potenzialità.
- Per prima cosa, cambiano il vostro modo di pensare e gli atteggiamenti, poi i sentimenti vi si adattano, e infine le azioni e reazioni cominciano a rispondere ai nuovi impulsi spontanei. E questi ultimi, a loro volta, portano nuove esperienze di vita. Più fate esperienza della reazione a catena di questo processo, più percepite di essere una unità di espressione vitale, mutevole, vivente e in continuo cambiamento. E nessun vostro tratto personale merita di valutarvi e rifiutarvi a causa sua. Una volta che ve ne rendete conto, potete permettervi il meraviglioso, rilassante lusso di ammettere serenamente ogni vostro tratto brutto e indesiderabile, senza minimamente smettere di piacervi; senza perdere il senso di essere una espressione divina, a prescindere da quali possano esseri questi vostri tratti. Allora, e solo allora, sarete realmente in grado di trasformarli.
- Per quanto paradossale possa sembrare, il totale rifiuto di sé, il tipo distruttivo di senso di colpa di cui stiamo parlando, non è in grado di superare alcunché. E non ne capirete il perché, amici miei, se non vedete che è impossibile superare qualsiasi cosa se credete di essere un buon a nulla, fisso e immutabile. Voi sapete che dovete sperimentare la vita in accordo alla vostra convinzione, perché non potete vedere oltre la forma che vi siete costruita sulla base della vostra credenza. Le vostre azioni, quindi, sono determinate dalle vostre convinzioni, e devono perciò fornire la prova della loro autenticità, indipendentemente da quanto siano errate e da quante altre alternative esistano nella realtà.
- Così, se siete convinti di non poter cambiare, non potete nemmeno fare un passo significativo nella direzione del cambiamento. Pertanto, non potete averne esperienza, e finite per convincervi che questo sia impossibile. La convinzione negativa rende impossibile anche evocare gli sforzi necessari per apportare ogni possibile cambiamento. L’energia, la disciplina, la capacità di resistenza, l’iniziativa, sono tutto tratti essenziali per effettuare qualsiasi cambiamento, e saranno relativamente facili da raccogliere se sapete che questo cambiamento è possibile; quando lo saprete, cambiare significherà semplicemente far emergere le vostre qualità latenti. Quando saprete questo, indipendentemente da quanto possano essere brutti certi vostri tratti, non dispererete di essere poco amabili. Farete in modo di far emergere i poteri in voi per andare avanti; sarete in grado di attingere alle risorse del vostro essere più interiore, il quale vi permetterà di superare qualunque tratto distruttivo.
- Il potere che ha creato l’universo, con tutto ciò che contiene, incluso tutto ciò che siete, possiede la forza di cambiare qualsiasi cosa. Perché, anche le cose che dovrebbero essere cambiate furono create da quello stesso potere e, in sostanza, devono essere qualcosa di diverso da quello che appaiono ora. Questo potere è anche voi, e si manifesta quando lo contattate deliberatamente. Questo lo potete fare solo quando conoscete la fonte dentro di voi, che cambia sempre, si muove e si espande con infinite possibilità.
- Vedete, amici miei, la vita che è inerente alla natura, è anche in voi. Come ben sapete bene, la nuda e cruda volontà e l’intelletto sono sterili. Solo il senso della vita, della vita naturale, può realmente portarvi a quell’appagamento, senza il quale la vita è davvero una cosa triste. Questo è ciò di cui abbiamo parlato e a cui miriamo su questo sentiero. Ora, perché l’umanità ha perso il contatto con la fonte della propria vita, la fonte dei suoi sentimenti, dei suoi istinti, della sua stessa natura, nel profondo del sé? Solo perché siete così terrorizzati dalla vostra distruttività e non sapete come gestirla. Quindi, la civiltà ha negato per millenni la vita istintiva per preservare se stessa dai pericoli. Ma così facendo, l’umanità ha interrotto la sua connessione con l’essenza stessa della vita. Non si era resa conto che ci sono altri modi per eliminare le forze naturali che si sono distorte e pervertite, modi che non hanno bisogno di rinnegare la vita stessa. La vita istintuale è sempre stata erroneamente equiparata alla distruttività. Solo quando l’umanità va maturando, è anche capace di imparare che la vita pulsionale non ha bisogno di essere negata allo scopo di evitare il male. Anzi, non dovrebbe essere negata affatto, perché così facendo si distrugge la vita, tanto quanto il temuto male. Solo nel profondo nucleo degli istinti si può trovare Dio, perché solo lì può essere trovata la vera vitalità. Così, l’umanità deve trovare altri mezzi per gestire i suoi istinti distruttivi, se non vuole annientarsi in altri modi, modi altrettanto fatali come il dare sfogo agli istinti distruttivi stessi.
- Questa lezione vi darà uno strumento in più per incontrare il vostro lato distruttivo. Imparerete a valorizzare e coltivare gli istinti profondi di cui avete sempre diffidato, e a trovare la verità dello spirito vivente e creativo dentro e attraverso di loro. Poi, con gioia, incoraggerete la vostra vita istintuale, la svilupperete e la integrerete. Ci crederete e ne avrete fiducia. Non la negherete, né la temerete per il fatto di avere ancora difficoltà ad accettare e incontrare i vostri tratti indesiderabili e distruttivi. Se osservate questi ultimi in modo spassionato e oggettivo, troverete sempre che la paura e la negazione si oppongono veramente alla vita degli istinti. Gli istinti sono, in se stessi, semplici e innocenti; la vostra distruttività è sempre il risultato dell’orgoglio, della volontà dell’ego, della paura, della vanità, dell’avidità, della separazione, della mancanza di amore, del bisogno di primeggiare sugli altri.
- In questo modo invece, troverete sempre più facile incontrare, riconoscere, ammettere e accogliere ogni cosa presente in voi, non importa quanto brutta; e non perderete nemmeno per un secondo il senso della vostra intrinseca e bella vitalità, né quello di meritare la vostra stima. Questo stato interiore sarà la molla da cui il cambiamento sarà possibile. Non sarà solo una possibilità in senso astratto, ma un modo efficace di vivere un movimento in continua crescita, giorno dopo giorno.
- Chiunque tra voi riesca veramente a portare questo importante tema su qualunque stato si trovi in ogni momento, farà il prossimo passo su questo sentiero, e supererà un grosso ostacolo. Molti di voi potrebbero rimanere bloccati proprio in questa dolorosa confusione interiore. Alcuni di voi potrebbero non esserne coscienti; altri potrebbero sentirlo solo vagamente; altri ancora sono già forse sufficientemente consapevoli di questa lotta. La maggior parte degli esseri umani è totalmente ignara del fatto che in loro infuria questa battaglia, che questa battaglia ha represso gli istinti e creato la paura, l’auto-alienazione, l’aridità e l’impoverimento delle anime, le quali non possono prosperare in un clima di rifiuto di sé. Le persone poi ignorano che tutti i dettami religiosi ad amare non possono essere adempiuti fino a quando questa divisione dualistica non viene guarita e non viene ritrovata l’unificazione, così che l’apprezzare se stessi non venga più confuso con l’auto-indulgenza, e l’onesto confronto con se stessi non debba comportarne il disprezzo. Potete trovare la pace solo quando riuscite davvero ad accettare il lato più brutto di voi stessi, senza perdere mai di vista la propria intrinseca bellezza.
- Ora, ci sono domande?
- DOMANDA: Sto vivendo una battaglia terrificante in questo momento in relazione alla mia autostima. Sembra un’esplosione atomica. Mi rendo conto di essere bloccato nei miei limiti. Mi rendo conto che non sopporto il piacere. Abituato al mio abituale stato di assenza di piacere, il piacere mi sembra quasi innaturale.
- RISPOSTA: Se riesci a considerare te stesso come l’essenza della vita, con tutti i suoi incredibili poteri innati e le connaturali possibilità e potenzialità, saprai che in realtà meriti la tua stima e la tua accettazione. Sarai in grado di vedere quei tratti che odi, senza perdere di vista chi sei tu in essenza. Ti suggerisco anche un esercizio specifico che potresti trovare molto utile: metti per iscritto tutto quello che non ti piace di te stesso. Mettilo nero su bianco. Guarda questi tratti dopo che li hai scritti. Poi ascoltati dentro e chiediti: “Ma davvero credo che questo sia tutto quello che sono? Credo davvero di dover essere questi tratti per tutta la mia vita? Credo di avere la possibilità di amare? Non sto forse mantenendo bloccate quelle intrinseche forze che contengono tutto il bene immaginabile?” Ponendoti seriamente queste domande, otterrai una risposta su un livello di sentimento profondo, un livello in cui la risposta è qualcosa di più di un concetto teorico. Proverai in te un nuovo potere che non hai bisogno di temere, e una nuova dolcezza e morbidezza che non ha bisogno di ostilità, o di altre difese. Allora saprai quante cose ci sono in te da amare e rispettare.
- Di recente hai scoperto, nel tuo personale lavoro sul sentiero, un malinteso molto specifico che, finché lo nutri, rende l’amore impossibile. Dato che l’amore viene equiparato al terribile pericolo di essere totalmente impoveriti, persino defraudati della vita stessa, come puoi voler amare? Come puoi lasciarti amare? Sulla base di questo malinteso, donarti significa perdere quello che dai senza mai essere di nuovo riempito. Se questo fosse vero, l’amore sarebbe davvero impossibile, e il dare sarebbe una follia. Riesci ora a vedere che le cose non stanno così; che la realtà è diversa? E se puoi vedere che l’amore, al pari della saggezza, deriva dalla stessa inesauribile sorgente da cui deriva tutta la vita, puoi anche percepire che non avrai bisogno di negare il tuo istinto naturale che vuole espandersi, che vuole provare il piacere di sentire l’amore, il calore, e dare se stesso? E puoi anche immaginare il successivo passo organico, naturale della catena, e cioè che se puoi amare, amerai inevitabilmente anche te stesso? Questo è il motivo per cui temi il piacere. Non solo perché il piacere ti appare del tutto immeritato, ma anche perché amore e piacere sono intercambiabili. Il vero piacere è amare, e privato dell’amore, il piacere semplicemente non esiste.
- Questa non è una ricompensa che proviene dall’esterno, e nemmeno da te stesso; l’amore è piacere, e il piacere è amore. Sono elementi equivalenti. Se nutri sentimenti di amore, tutto il tuo corpo si trova in una beata vibrazione, pieno di certezza, sicurezza, pace, stimolo ed eccitazione, nella maniera più rilassata e piacevole possibile. Questo non può passare attraverso tutto ciò che ti viene dato se rimani solo un destinatario. Avviene quando vibri con questa sensazione. Né questo significa che non ricevi anche l’amore. Il dare e il ricevere diventano così intercambiabili da non potersi spesso più distinguere tra loro. Entrambi si rendono indistinguibili in un unico movimento.
- Ma se la tua natura non è ancora capace di permettere il sentimento dell’amore, allora temerai di sicuro anche la beatitudine, perché la beatitudine e l’amore sono la stessa cosa. L’equivoco che il dare sia una perdita, ti porta a chiuderti e a contrarti in tutte quelle situazioni che potrebbero far emergere i tuoi istinti naturali. Quanto neghi l’amore e il piacere, negherai inevitabilmente anche negare la tua autostima. La tua chiave si trova nel vedere che la tua incapacità di amare non è un aspetto innato, che tu da solo porti per sempre. È un blocco temporaneo all’amore, basato su alcune false premesse, che esistono ad un livello più profondo della tua esperienza emotiva. Puoi cambiare questo equivoco ogni volta che tu lo guardi veramente e pienamente.
- Siate benedetti, ognuno di voi qui presenti. Siate in pace. Siate quello che siete, onestamente e sinceramente, così che Dio possa manifestarsi sempre più in voi.
Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 174 - Self-Esteem
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