Lez. 169 - I principi maschile e femminile nel processo creativo
Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
3 gennaio 1969
Traduzione in italiano di Daniele Buratti
Revisione non ancora effettuata
Edizione Giugno 2023
- Vi saluto, amici. Benedizioni e amore si trasmettono a voi e scendono nel vostro essere più intimo nella misura in cui voi li accogliete: lasciate che essi entrino in voi.
- Stasera vi vorrei parlare di alcuni elementi specifici del potere creativo universale. Ho spesso ripetuto che ogni essere umano non solo possiede quel potere, ma lo esprime anche. Entrare in voi stessi vuol dire usare in modo volontario, conscio e intenzionale il potere creativo che voi siete nell’intimo e che da voi emana. Con quel potere create di continuo le circostanze della vostra vita, seppur a livello inconscio e inconsapevole. Ciò che pensate e sentite, ciò che credete e concepite, ciò che segretamente desiderate e temete, tutto ciò plasma e determina la sostanza creativa e costituisce la forza motrice di quel potere.
- C’è un’enorme differenza tra l’esprimere e creare intenzionalmente la vostra vita o il vostro destino e il crearlo senza saperlo. Se create inconsciamente vivete determinate esperienze che attribuite a qualche oscuro destino. Quelle esperienze sembrano avere poco o nulla a che fare con chi voi siete o sentite, con cosa desiderate o credete in questo momento, o con cosa scegliete di fare dei vostri pensieri e sentimenti. Ma gli individui che si sono autorealizzati sanno esattamente in che modo creano la propria vita.
- Si raggiunge uno stato intermedio nella realizzazione finale della coscienza umana quando le persone si connettono con i loro blocchi inconsci e comprendono gli ostacoli e l’infelicità presente nelle loro vite. È un grande momento quando all’improvviso capiscono che non è stato l’ostile destino a determinare le circostanze, bensì il proprio agire, e vedono l’atteggiamento occulto che ha prodotto quel fato. Una volta collegati causa ed effetto, il destino cessa di essere un potere esterno cieco e malevolo. Da quel momento in poi l’individuo non è più impotente. In verità, gli esseri umani non sono mai stati impotenti riguardo a forze o poteri al di fuori di essi; ma lo sono nei confronti dei propri processi interiori, finché non li riconoscono e li cambiano.
- Questa è la via del Sentiero. Scoperta in voi la radice della vostra esperienza negativa, potrete trasformare quell’esperienza. Per creare deliberatamente un destino positivo è essenziale che ne capiate di più sulla forza creativa dell’universo e su come usarla a livello personale. Ora vi parlerò di alcuni aspetti molto specifici di questo potere creativo.
- Vi sono due principi fondamentali attraverso cui opera il processo creativo: uno è l’attivazione, l’altro è il principio del farsi da parte e lasciare che le cose accadano. I due principi creativi sono presenti in tutto l’universo e si manifestano in ogni fatto della vostra vita. Essi regolano tutto quel che accade - che sia più o meno piacevole o importante - dall’evento più piccolo e banale fino alla creazione di un universo. Se si desidera che ciò che viene creato sia costruttivo, fecondo, gioioso e piacevole, i due principi dovranno interagire in modo armonico: essi dovranno completarsi l’un l’altro ed essere in armonia. Se ciò che si crea è distruttivo, doloroso, dispendioso o infelice, anche lì agiscono i due principi, ma in quel caso sono distorti e travisati. Non si completano più a vicenda e interferiscono tra di loro. Anziché essere due aspetti che formano un tutto unitivo, il dualismo li rende degli opposti che mutuamente si escludono. Ma allorché si riconciliano entrambi i lati della dualità, due forze apparentemente opposte lavorano insieme verso l’obiettivo, completandosi reciprocamente. Ho già parlato di unità e dualità, in altri contesti. Tutta la creazione vi è soggetta: laddove un’entità si allontani dal proprio centro cadendo, dunque, nell’ignoranza e nell’errore, lì emerge la dualità. L’intera sfera terrestre, cioè la coscienza umana, si trova nello stato dualistico, cosicché tutte le funzioni creative percepibili sono divise a metà. I principi di cui vi sto parlando risentono anche dello stato dualistico della coscienza umana.
- I due principi fondamentali della creazione, attivare e lasciar fare, sono leggi universali presenti in tutto ciò che è stato creato. Non sono leggi meccaniche come la legge di gravità. Tutte le leggi, anche quelle fisiche impersonali, sono venute in essere dalla coscienza, attraverso di essa e per mezzo di essa, e sono state create in modo identico combinando i due principi fondamentali. La creazione diretta e le sue leggi specifiche sono sempre espressione della coscienza, poiché ogni cosa nella creazione è un prodotto della coscienza. Che la coscienza derivi da un cervello o da una personalità individuale, o che sia il grande spirito universale che permea tutta la vita, vale lo stesso principio.
- L’atteggiamento cosciente esprime il vostro attivare e lasciar fare, o il vostro non farlo. I due principi e il loro ruolo meritano un attento esame. Attivare significa che l’entità cosciente rivendica deliberatamente, mette in moto, è protesa verso, origina, determina o usa intenzionalmente le forze creative chiamandole all’azione e rimuovendo ogni possibile ostacolo. L’impegno e lo sforzo sono parte integrante dell’attivazione delle forze creative. Questo è il fare attivo che possiamo definire il principio maschile della creazione.
- L’atteggiamento del “lasciar fare” è quello di essere ricettivi e aspettare. È anche un movimento, poiché tutto ciò che vive è in movimento. Ma questo movimento è molto diverso da quello del principio attivatore. Il principio attivatore va verso un altro stato. Lo spirito del lasciar fare è un movimento di per sé ed è pulsante e automatico, mentre il movimento di attivazione è deliberato e si determina da sé. Le parole non bastano a spiegare questi fatti: dovrete ascoltare con il vostro orecchio interiore e usare la vostra immaginazione, le vostre facoltà più intime, per percepire ciò che vi sto dicendo.
- La coscienza dietro l’atteggiamento del lasciar fare è quella di paziente e fiduciosa attesa mentre avviene un processo di maturazione, arrendendosi a una forza che è stata innescata: potremmo definirlo il principio femminile della creazione. Come vi dicevo, ogni impresa e atto creativo hanno in sé sia il principio maschile, sia il femminile. L’atto volontario autodeterminato esprime sicurezza di sé e la conoscenza della propria natura divina. L’andare con le forze creative, l’arrendersi a esse, esprime una profonda fiducia nella vita e nello stato dell’essere, che non vi chiede altro che attivare quegli stessi poteri in cui riponete la fiducia. Ogni minima manifestazione della vita quotidiana combina questi due aspetti della vita e della coscienza. Nulla può essere creato senza che entrambi quei principi siano all’opera. Non vi può essere una soddisfacente unione tra i sessi se quei principi non funzionano come dovrebbero. Il piacere supremo è possibile nella misura in cui i vostri atteggiamenti sono sani, e nella misura in cui la fiducia in se stessi e nella vita li rendono possibili entrambi.
- L’uomo e la donna rappresentano i due principi, ma con una diversa disposizione, enfasi, misura, proporzione e relazione tra di essi. Ciò non significa che l’uomo sano e integrato rappresenti esclusivamente il principio attivatore, o che la donna sana e integrata rappresenti esclusivamente il principio del lasciar fare. Uomini e donne esprimono i due aspetti, ma l’enfasi è diversa e differiscono anche le aree in cui i principi creativi si manifestano o si applicano.
- Se iniziate a pensarci e guardate la vita in modo lievemente diverso, così da vedere entrambi i principi all’opera, vedrete e capirete molto di più riguardo alla stessa creazione e agli eventi del mondo. Che voi creiate un’attività economica, oppure una situazione tra voi e un altro, il vostro destino o l’universo, tutto dipende da quanto capite e usate in modo armonioso il principio maschile e femminile della creazione, da quanto siete coscienti dei due principi e da come permettete a entrambi di dispiegarsi da voi. Questi principi sono spesso distorti, e quando lo sono generano confusione e disarmonia. Quando i principi creativi sono distorti e vengono utilizzati in modo errato, la conseguenza è la distruzione.
- Un uomo non può pensare di essere completo e attivare la forza creativa in modo deliberato e intenzionale se il suo inconscio è ancora immerso nell’ostilità, nella rabbia e nella furia, poiché il principio attivatore potrebbe esprimere i suoi impulsi distruttivi. Vi sono in questo mondo tanti uomini e donne ancora così poco sviluppati da non esitare a dar sfogo ai propri impulsi distruttivi. Sono sempre pronti ad attivare il principio maschile, anche se esso produrrà azioni violente e negative. Solo in seguito a un’ulteriore evoluzione e dopo che non avrà più il desiderio di esprimere violenza e distruzione, l’individuo, spaventato dal proprio principio attivo, lo terrà a bada. Ecco perché non si può essere pienamente uomini o donne se non si fanno prima i conti con le proprie emozioni e i propri desideri negativi. Quando affronterete appieno quel sentire, le negatività perderanno il loro potere. Ma finché non sarete consapevoli della loro esistenza, esse vi controlleranno e vi costringeranno ad agire in base ad esse, senza che capiate nemmeno cosa stiate facendo e perché. Quando ne prenderete coscienza, le razionalizzerete o volgerete la distruttività su di voi, temendo di far fuoriuscire il principio attivo e di spargerne i semi nocivi.
- In uno stato evolutivo di transizione, quindi, le persone evitano di utilizzare il principio attivatore, giacché esso sarebbe basato sulla negatività. Ciò spiega perché tante persone sono come paralizzate nell’inattività e nella stagnazione. Dal momento che si astengono dall’usare il principio creativo, esse vincolano temporaneamente anche una salutare attivazione, autoaffermazione e autonomia in attesa che la personalità abbia risolto i problemi con la sua natura distruttiva. Alcune persone potrebbero aver bisogno di diverse comparse sul piano terrestre per riuscire ad attenuare le loro forze attivatrici, così da non esprimere più la forma distorta del principio creativo di attivazione.
- Voi tutti sperimentate nel Sentiero il bisogno di contattare i vostri lati nascosti: crudeltà, brutalità, sadismo, vendetta, malizia. Ma imparando un po’ alla volta a vedere, capire e accettare quelle emozioni, le supererete. Solo allora vi convincerete che non c’è bisogno di essere distruttivi. Ma finché non affronterete la distruttività in modo diretto non ne sarete convinti, e il vostro trattenervi sarà motivato quasi interamente dalla paura di ritorsioni e conseguenze. Solo avendo il coraggio e l’onestà di vedere e accettare pienamente quelle emozioni e quei desideri nocivi, solo comprendendoli e valutandoli nel loro insieme, vedrete senza ombra di dubbio che sono solo delle difese superflue e del tutto inutili per qualsiasi scopo. Quando quel sentire diverrà superfluo e non avrete più bisogno di stare all’erta per le reazioni impulsive, sarete liberi a sufficienza da poter attivare il grandioso potere dell’universo che alberga in voi. Non temerete più quel potere, poiché esso sarà scevro da inquinamenti, perversioni e distorsioni. Potrete così rivendicare il vostro diritto di nascita e richiamare a voi le vostre forze creative.
- Quand’anche (come spesso accade) una persona sia sufficientemente ripulita dalle distorsioni distruttive da poter usare i suoi poteri interiori in tutta sicurezza, il vecchio modello del trattenere è talmente radicato che la personalità rinuncia a usare il principio attivatore, non essendo ancora conscia di poterlo fare in sicurezza. Ma la distruttività residua non è più pericolosa perché adesso se ne è consci a sufficienza. La persona è già in stato di allerta e non permetterà alla distruttività di prevalere e di generare azioni negative. Eppure l’individuo ancora non sa che il potere di gestire le sue velleità residue gli consente altresì di ricorrere alle grandiose forze dell’universo che alberga nel sé. Ora, diventato simile a un dio, potrà usare il potere di attivazione per creare le situazioni che desidera.
- Dobbiamo dunque distinguere tra coloro che attenuano la propria attività creativa per un giusto timore delle componenti negative in essa contenute, e coloro che attenuano quel potere solo perché non ne conoscono il potenziale positivo. Questi ultimi sono come un uomo che dorme da lungo tempo il quale, al suo risveglio, è ancora ignaro del potere delle sue varie facoltà e della loro portata.
- Il principio maschile si proietta all’esterno, porta all’azione e alle relative conseguenze. L’azione che scaturisce dall’impulso o dalla forza costruisce in modo attivo, influenza, provoca e determina. Quando la personalità è pienamente consapevole di non aver più bisogno delle forze distruttive, e quindi di non doverle più temere, inizia anche a sapere di poter creare. A quel punto le persone scoprono i poteri dentro di sé e che la loro mente è in grado di attivarli.
- Il principio femminile di ricettività, di lasciare che le forze attivatrici portino a una lecita fruizione, viene distorto quando l’entità rifiuta l’autoresponsabilità. Se si rinuncia all’autoattivazione e, anziché arrendersi ai poteri interiori autoattivati. ci si arrende all’autorità di un’altra persona, si snatura il ruolo del principio femminile creativo. Allo stesso modo, una donna che cede la sua autonomia a un compagno, perché troppo timorosa e pigra per gestire le conseguenze delle proprie azioni, fa della femminilità una parodia e una caricatura. La resa al partner non sarà mai motivata dall’amore e dalla fiducia che prova per lui; il suo scopo non sarà quello di sperimentare l’estasi unendo i due principi creativi in quella particolare manifestazione. Ma cede davanti a lui per paura della vita, rifiutandosi di assumersi le sue responsabilità quotidiane. Una modalità distorta di resa non porta nulla di favorevole a nessuno dei due. Quando una donna si comporta da parassita scaricando il fardello delle sue responsabilità sul compagno, inganna la vita; ma la vita non può essere ingannata. Come conseguenza si acuirà la sua paura sia verso la vita, sia verso l’uomo che per lei è l’autorità. Inoltre temerà la schiavitù che lei stessa ha creato. Così il principio femminile, o la femminilità, viene spesso e a torto associato a impotenza, passività e inferiorità, mentre il principio maschile, o la mascolinità, è spesso e a torto associato a forza bruta e superiorità.
- Di fatto una donna non può considerarsi completa se non è autodeterminata. Nei termini di questa lezione, una donna sarà sicura della sua individualità solo attivando il principio creativo che ha in sé, perché solo se risponde dei propri errori ed è disposta ad accettare e imparare da essi sarà forte e responsabile. Allora non avrà paura della resa totale, di lasciarsi andare, di lasciare che le forze automatiche che ha in sé la conducano tenendola per mano.
- Al contrario, un uomo non può considerarsi veramente uomo se non è libero dalla distruttività o non è disposto a lasciare che il principio attivatore operi secondo le sue proprie modalità. In altre parole, egli dovrà osservare il principio femminile per attivare pienamente quello maschile, così come una donna autentica dovrà attivare il principio maschile per abbandonarsi al femminile.
- L’interazione tra uomo e donna esprime in modo assai evidente i due aspetti del potere creativo. L’unione tra i sessi è soddisfacente nella misura in cui le due parti sono in armonia sia nell’uomo che nella donna. Solo soddisfacendo tale condizione è possibile stabilire l’armonia nella coppia.
- Così come l’uomo è giustificato nel temere le forze attivatrici finché è inconsapevole della propria distruttività (essendo dunque incapace di controllarla), allo stesso modo lo è la donna nell’esitare ad abbandonarsi finché si scoraggia per qualche distorta ragione. Se non dispone dei suoi poteri innati, la resa sarà invalidante e rischiosa. Poiché uomini e donne esprimono sia il principio maschile che il femminile, devono entrambi purificare i poteri di attivazione della violenza e dell’ostilità. Devono anche imparare ad attribuire a se stessi la causa di quel che accade loro, anziché attribuire il proprio patire a fattori esterni.
- Ecco perché nel Sentiero vedete uomini e donne incappare negli stessi schemi di attività falsate: da un lato aggressività, ostilità, violenza, iperattività, impazienza, rifiutarsi di attendere il legittimo fruire del proprio potere; dall’altro la falsa ricettività e il falso lasciarsi andare, cioè il diniego della propria autoresponsabilità, il seguire la linea di minor resistenza. Uno dei modi di eludere la propria responsabilità è cercare un’autorità che si faccia carico delle loro responsabilità. Uomini e donne devono, dunque, risolvere i medesimi problemi, ma interagiscono su un livello complementare anziché interagire sul medesimo livello.
- Non vi è autorealizzazione se non diventate uomini e donne completi nel senso più profondo possibile. Ecco perché i problemi umani riguardano sempre, principalmente, il rapporto tra i sessi. Non importa quali altri problemi abbiate voi esseri umani: sono tutti indirettamente collegati alla vostra mascolinità o alla vostra femminilità. L’espressione e la gestione del principio creativo maschile e femminile permea l’intera vostra personalità.
- Prendiamo, ad esempio, un problema nell’ambiente di lavoro. Come potrete avere successo nel lavoro se vi manca il principio attivatore oppure esso è attenuato, e non siete abbastanza estroversi e sanamente aggressivi; o se trattenete i poteri creativi anziché attivarli? E se li fate uscire e le forze attivatrici restano ostili e antisociali? In quel caso sarete di certo in difficoltà nel vostro ambiente lavorativo, pur essendo dei professionisti molto capaci. Se vi manca lo spirito d’amore, non desidererete dare un contributo alla vita con il vostro lavoro. Perciò non troverete alcunché di creativo nel lavoro e i vostri intimi poteri spirituali non si potranno manifestare. Se, tuttavia, volete arricchire la vita, potrete farlo in sicurezza attraverso la vostra attività, senza sentirvi falsamente colpevoli per una sana aggressività. L’attivazione creativa renderà giustizia a tutti, arricchendo in ogni modo possibile il sé e gli altri.
- E come potrete giungere a fruire di ciò che si attiva se non permetterete al principio creativo femminile di agire e di dare i suoi frutti, fidandovi delle forze innescate? I poteri intuitivi raggiungono la coscienza solo se dopo l’attivazione prevale lo spirito ricettivo del lasciar fare. Così sarete guidati dalla somma saggezza, dall’ispirazione creativa indispensabile per ogni attività di successo. Anche lì sono presenti i due aspetti: l’ispirazione dovrà essere attivata deliberatamente dalla mente e lasciata fluire; essa dovrà seguire il suo corso e manifestarsi con le sue modalità, senza che la mente interferisca.
- Queste leggi valgono per ogni attività. Che voi svolgiate lavori umili o che siate artisti, scienziati o altro, la legge è la medesima, con vari gradi di funzionamento dei due principi. Un lavoro umile può essere svolto meccanicamente e in modo relativamente efficiente, ma può essere anche un atto creativo, se eseguito nello spirito di cui abbiamo parlato. Di certo nessun lavoro artistico, scientifico o spirituale potrà avere successo se non segue queste leggi della creazione.
- Se il principio maschile non interagisce e non si completa con il femminile, fallirete nel vostro lavoro e altrettanto succederà alle vostre relazioni e collaborazioni umane. Va da sé che in tutti questi ambiti la relazione tra i due aspetti della creazione varia al variare dell’enfasi in un determinato momento o fase.
- Se uno dei due principi è sano, lo è anche l’altro. È impossibile che uno sia sano e l’altro no. Dunque se un uomo ha un problema di autoattivazione sarà incapace di lasciarsi andare e farsi trasportare. Sarebbe comunque errato presumere che un uomo poco attivo e aggressivo sia tale in ogni aspetto della sua personalità. Scoprirà di sicuro un’area in cui è iperattivo o troppo maschile proprio lì dove dovrebbe prevalere il principio femminile. Questa distorsione va a compensare la sua ipoattività laddove egli dovrebbe esercitare la sua forza attivante maschile, ma non lo fa. Al contrario, l’uomo che esprime una forma esasperata del principio maschile albergherà in sé aree in cui è troppo passivo e in cui esprime il principio femminile distorto. Entrambi gli esempi valgono anche per le donne.
- Poiché la manifestazione del principio maschile e femminile nella vita interiore dell’individuo è una parte sostanziale dell’autorealizzazione, il vostro percorso ne dovrebbe far tesoro. La vera spiritualità vi renderà uomini e donne più pieni nel senso migliore, a tutti i livelli del vostro essere. La vostra crescita dovrà necessariamente armonizzare quei livelli. Fino a che punto e in che modo c’è ancora squilibrio varia a seconda dei casi, e occorre individuare lo squilibrio mediante l’autoricerca.
- Quando saprete amare per davvero, quei principi saranno perfettamente espressi in voi. O, per dirla diversamente, attraverso l’attivazione deliberata del potere creativo al suo più alto potenziale (giacché non avrete più timore della vostra distruttività e saprete confidare nei poteri universali per ultimare in modo legittimo ciò che avete volutamente avviato) non avrete paura di arrendervi a un potere più grande del vostro sé egoico, e sarete così capaci di amare. Qualunque cosa farete con questo spirito sarà creativa e combinerà i due aspetti della creazione. Il desiderio di dare alla vita non sarà mai un impoverimento di sé, al contrario. L’uomo amorevole attiverà in lui e nella sua donna un potere sublime allo scopo di arricchire entrambi. La fiducia della donna nel suo uomo sarà ben riposta, la sua resa giustificata e dignitosa, e la sua individualità ne trarrà beneficio. Rinunciare all’io che vuole sempre determinare sarà per lei un’esperienza auspicabile da non temere; la sua attivazione, dunque, li arricchirà entrambi con amorevolezza. Si tratta di un’attivazione molto diversa da quella emanata dall’uomo pseudo-sapiente. L’atteggiamento di costui pone la donna a un livello inferiore per esaltare se stesso, rendendo giustificata e ragionevole la sua paura della resa. In tal modo egli ostacola la realizzazione di lei come donna.
- La resa della donna amorevole accresce la capacità del suo compagno di attivarsi. Ne incoraggia l’individualità e non entra in competizione con l’attivazione di lui, né la nega, poiché non avverte alcuna minaccia. La ricettività non va confusa con la passività statica, che è la distorsione di una femminilità sana. L’attività pulsante dell’anima nello stato ricettivo del lasciar andare, dell’essere, dell’abbandono di sé, è una forza vibrante che contribuisce alla virilità del compagno e alla sua forza.
- Quando il lasciar andare è la scelta di rinunciare al principio attivo perché la persona riconosce che a un certo punto devono subentrare altre facoltà, essa sperimenta un’enorme differenza. Il principio attivatore del divenire fa accadere deliberatamente le cose; il principio dell’essere è autoalimentato e automatico. I suoi effetti avvengono in modo indiretto.
- Lo stesso Sentiero richiede la fusione dei due aspetti. Ne ho parlato in passato usando una diversa terminologia. Vi dico come funziona. Non si possono eliminare blocchi o infelicità se la personalità, uomo o donna, non utilizza il potere di attivazione. È necessario attivare deliberatamente quel potere rivendicando il vostro potenziale e il diritto a diventare delle persone felici. Né si deve evitare lo sforzo di cercare in se stessi la causa dell’infelicità. In altre parole, si deve andare nella direzione di correggere gli errori interiori e al contempo invocare deliberatamente una saggezza e un potere superiori nel profondo del sé, per dare un senso al proprio impegno. La mente emana la volontà e determina i passi da fare, e attinge a una più alta saggezza interiore. Tutte queste sono vere e proprie attività, ognuna a modo suo. Ma dopo tutto questo occorre attivare il principio ricettivo, poiché una volta attivate quelle forze l’entità deve lasciarle lavorare e portarle a fruizione. Chi non sa aspettare e vuole risultati immediati, attribuendoli prontamente alla propria attivazione, viola il principio femminile della creazione che sta avendo luogo. In questa maniera la creazione non avrà successo, o avrà successo solo nella misura in cui i due aspetti creativi siano stati messi in grado di operare. Se si pianta un seme nel terreno non nasce subito la pianta. Gli si deve dare il tempo di crescere nel sottosuolo fino alla comparsa dei primi germogli. Le leggi dell’agricoltura dimostrano in modo eccellente la totalità dei due aspetti della creazione. Il Sentiero stesso è un atto creativo che mira a usare i due principi in egual misura.
- Ora, amici, è molto importante per tutti voi capire, meditare e ponderare su quanto detto. Questo materiale vi aiuterà di certo e in modo vitale nei vostri ulteriori sforzi alla ricerca della vostra vera natura e, dunque, della felicità di essere co-creatori dell’universo.
- Ci sono domande?
- DOMANDA: Vorrei raccontare quel che mi è successo. Dal giorno del Ringraziamento, da quando ho ricevuto questa rivelazione vitale, ho avvertito un rilascio, una sorta di lasciar fare, e al contempo un’attivazione. È una sensazione molto creativa. Nella mia mente stanno accadendo cose incredibili. Il mio intelletto è stato liberato, e le mie facoltà mentali, che erano in qualche modo intorpidite, si sono riattivate. Anche i miei processi di apprendimento sono migliorati. Mi sento molto attivo e le mie facoltà sono state potenziate e ampliate.
- RISPOSTA: Tutto questo è verissimo, e c’è di più. C’è un grandioso processo in corso in te. Vorrei spiegarti cosa è successo nei termini di questa lezione, perché ti aiuterà ulteriormente. Da quando sei nel Sentiero hai attivato delle forze in modo estensivo. Di fatto al termine c’è stata una eccessiva intensificazione del principio attivatore, anche se non ho usato questo termine. In questa grande intensità non hai fatto subentrare a sufficienza il principio del lasciar fare: ora devi coltivarlo, così da completare non solo il tuo progresso, ma anche la tua personalità. In questa nuova fase imparerai come lasciar fare, ma senza indifferenza, noncuranza o resa.
- Spesso si fraintende: anche la cieca via di fuga che segue la linea di minor resistenza è una distorsione, ma del principio creativo femminile. La chiave è la consapevolezza. Se sei pienamente consapevole di te e attivi la consapevolezza in ogni istante, saprai lasciare che le forze giungano a fruizione con i loro tempi e ritmi, senza pericolo di stagnazione. Imparerai a lasciare che la fruizione avvenga in te in modo cosciente; a entrare in sintonia con quelle forze e iniziare a sperimentarle e a percepirne la realtà vivente in te che costruisce nuova vita. Non vuol dire che non ti sforzerai più, anzi. Ma sarai più rilassato, più pregno, più armonioso, più completo. Azionando deliberatamente il principio attivatore, lascerai che la fruizione avvenga in modo deliberato. Non esistono regole per dosare l’uso dei due principi, ma lo capirai attivando anche questa intuizione. Poiché l’intelletto dell’Io non può decidere quando e come usare le due forze in modo armonioso. È la superiore intelligenza interiore a dover essere deliberatamente attivata.
- Siate benedetti, amici miei, ognuno di voi. Possa chi è già nel Sentiero trovare nelle mie parole nuova forza e nuovi stimoli, e ulteriori porte si apriranno per aiutarvi a superare eventuali blocchi. Possano i nuovi amici qui presenti per la prima volta essere toccati da alcune delle cose che ho detto. Forse da qualche parte si creerà un’eco che smuoverà qualcosa dentro di voi per farvi desiderare di attivare maggiormente la ricerca di una strada che vi porti a entrare nel vostro intimo profondo. Dopo aver affrontato, accettato, compreso ed eliminato i vari ostacoli, inizieranno a svilupparsi i vostri più alti poteri creativi. Siate benedetti, portate sempre più avanti la grandezza e la bellezza che intrinsecamente voi siete: Dio!
Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 169 - The Masculine and Feminine Principles in the Creative Process
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