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Lez. 144 - Processo e significato della crescita

Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
10 giugno 1966

Traduzione in italiano di Daniele Buratti
Revisione non ancora effettuata
Edizione Agosto 2022

  1. Saluti, miei amici carissimi. Di solito inizio le nostre sessioni con una benedizione. Ma che significa la parola "benedizione"? Vediamone il significato profondo. Oggi potreste capirlo in modo totalmente diverso da come lo capivate in passato.

  2. “Benedizione” è il vigoroso desiderio assoluto di bene che viene dal sé più intimo, dal divino essere interiore: il desiderio per il bene del principio unitivo, secondo cui non ci sono né opposti, né conflitti. Quando questo desiderio senza ostruzioni fluisce direttamente nelle aree profonde della coscienza di un’altra persona, si crea una forza di energia vibrante che influenza la coscienza di quella persona.

  3. Ogniqualvolta ascolterete, direttamente o indirettamente, la parola "benedizione", vi sarà utile ricordare che per rendere efficace la benedizione serve la vostra risposta. Sono necessarie apertura, disponibilità e completa cooperazione interiore per l’incontro di due forze, poiché una benedizione unilaterale non è una benedizione. E non è efficace: è come se rimbalzasse su un muro di resistenza e opposizione, o di neutralità e mancanza di collaborazione.

  4. L’argomento odierno è il processo di crescita. Siccome questa lezione è una continuazione dell’ultima, potrebbe essere difficile da capire per coloro che non hanno ascoltato o letto la lezione precedente.

  5. Ricapitolo brevemente: stavamo parlando dei principi unitivo e dualistico. La coscienza, la percezione e l’esperienza umane sono generalmente orientate al principio dualistico. Ciò significa che tutto è percepito attraverso gli opposti: buono o cattivo, desiderabile o indesiderabile, vita o morte. Finché l’umanità vivrà in questo dualismo, ci saranno conflitto e infelicità. La verità assoluta, universale e cosmica è sempre unificata e trascende gli opposti, avendo constatato che credere negli opposti è illusione.

  6. Unificare non significa, tuttavia, realizzare il bene del dualistico aut aut. Chi crede a tale equivoco segue un percorso erroneo: spera di perseguire uno degli opposti illusori ritenendolo la "salvezza". Finché ci si oppone a una parte e ci si afferra all’altra non si perseguono né autorealizzazione, né liberazione - ossia il principio unitivo.

  7. Il bene del principio unitivo è di natura del tutto diversa dal bene dualistico. Il primo concilia le due parti, il secondo le separa. Lo si può constatare in ogni singolo problema, una volta compreso a fondo. Capire questo punto è estremamente importante, amici miei. Poiché nel cercare una parte della coppia di opposti vi opponete necessariamente all’altra. Nell’opposizione l’anima è agitata e timorosa, e in quello stato non potrete mai raggiungere l’unità.

  8. Applichiamo questa distinzione al processo di crescita. Fintanto che la coscienza umana è orientata alla dualità e non la trascende, il processo di crescita è assai problematico. Crescita è muoversi nel tempo e nello spazio; pertanto crescere sul piano dualistico è un movimento automatico verso l’opposto. Da quando nascete vi muovete verso la morte. Dal momento in cui vi aprite e crescete verso la realizzazione, inizia la curva discendente della distruzione. Dal momento in cui anelate a un qualsiasi tipo di felicità, fatalmente ne temete l’opposto. Dal ritmo sempre mutevole, il movimento ciclico ed eterno della crescita si approccia inevitabilmente al suo opposto. Esso va dalla vita alla morte, e viceversa; dalla costruzione alla distruzione, e di nuovo alla costruzione. Una cosa trascina l’altra.

  9. È essenziale capire il concetto, poiché è uno dei motivi principali per cui voi resistete alla crescita - una resistenza radicata, che va oltre le psicologiche bizzarrie della nevrosi. L’opposizione di fondo alla crescita rimane anche dopo aver trasceso e dissolto le nevrosi. Ecco perché, fintanto che percepite la vita in termini dualistici, temete la crescita: perché temete che il raggiungimento di una meta porti alla sua distruzione. Vi ingannate remando contro il tempo, “rinviando” il vostro appagamento e quindi il suo temuto opposto. Lo status quo, la stagnazione, determina agitazione o movimento nel senso distorto.

  10. Finché c’è crescita sul piano dualistico c’è sempre un apice da raggiungere, dopo di che c’è la discesa. Ogni essere vivente si muove sul piano dualistico in un ciclo perpetuo di vita e di morte, di costruzione e di distruzione, di essere e di divenire. In natura, in primavera la pianta cresce verso la maturazione estiva; in autunno muore lentamente; in inverno non c’è più. Ma il suo potenziale di vita dorme nel terreno, in attesa che il seme cresca di nuovo in primavera. Questo è il processo di crescita. La gioia della curva ascendente non è mai piena e spensierata, né priva di ansia, poiché ancor prima di raggiungere l’apice si prevede il rovescio della medaglia.

  11. Sul piano unificato della coscienza, invece, dal momento che non c’è più nessun opposto da temere, non vi è nemmeno dicotomia. Qui l’autorealizzazione porta sempre all’esperienza e alla percezione dello stato unitivo. Di contro, non c’è modo di realizzare uno stato unitivo se non attraverso la propria realizzazione.

  12. Autorealizzarsi è liberarsi degli strati di errore per far emergere il sé reale, l’essere interiore divino ed eterno. Potete liberarvi degli strati di dolore, errore, confusione e limitazione solo cessando di fuggire da voi stessi; solo se siete disposti a vedervi per come realmente siete, invece che come vorreste essere; solo se vi accettate nel momento, se non lottate contro la vostra condizione temporanea, pur comprendendone l’erroneità. Questo è il lavoro che state facendo nel Sentiero.

  13. È del tutto sbagliato supporre che non si possa verificare una percezione unitiva sul piano terreno. Di fatto la può avere chiunque intenda espandere la propria coscienza. L’espansione è un processo assai semplice che mette in discussione la verità delle vostre idee limitate e la correttezza di ciò che presumete sia immutabilmente così e basta. Ci potrete riuscire solo osservando con onestà i vostri stati d’animo e le reazioni più sottili, e traducendoli in parole precise. In tal modo scoprirete che reazioni e riflessi, emozioni e stati d’animo si basano su delle premesse che non avete mai confutato, avendo tenuto tutto nel buio della vaghezza e della facile razionalizzazione.

  14. Ecco perché il vostro cammino è oltremodo prezioso: perché se non riconoscete le piccole disonestà quotidiane, gli autoinganni e le supposizioni errate, non potete metterli in discussione e smantellarli per fare spazio a una nuova realtà. Ogni volta che esaminate e verbalizzate con sincerità un vago disturbo, è possibile rivelare e confutare il concetto su cui si fonda. Ciò amplia la vostra percezione e vi consente di trascendere il dualismo, fino a percepire lo stato unitivo. Fatelo in modo sistematico per ogni area della coscienza, per ogni aspetto della vostra esistenza, poiché in alcune aree è possibile realizzare il principio unitivo, allorché altre vostre aree sono ancora profondamente immerse nell’illusione e nel dolore del dualismo. Ma è un argomento su cui torneremo più tardi.

  15. Non enfatizzerò mai abbastanza il fatto che l’autoliberazione, o la transizione dallo stato dualistico a quello unitivo, non può avvenire accumulando sapere e teoria, né mediante lo studio o il perseguire un obiettivo esterno. E neanche si può conseguire col desiderio di essere diversi, cercando di raggiungere uno stato che ancora non si ha dentro di sé. Ma solo stando nell’adesso e scoprendo che in voi c’è già tutto, dietro ai livelli di confusione e dolore. E tale condizione, che si trova al di là della condizione vissuta in modo acuto in quel momento, può essere liberata ed emergere solo dopo aver compreso a fondo il livello di confusione e di dolore.

  16. Il flusso cosmico naturale presente nella psiche di ogni vivente e in tutto ciò che vive dentro e fuori di voi, è un potente flusso di vita spumeggiante che vi conduce in modo automatico e naturale alla condizione di autorealizzazione, scevra di opposizioni e conflitti dolorosi. Questo è lo stato naturale, pertanto avete la natura dalla vostra parte. Abbandonandovi alla corrente della vita e permettendovi di percepirla faciliterete lo sviluppo del vostro destino naturale.

  17. Purtroppo le persone lottano contro il proprio destino naturale, che invece è cosa buona. Voi mettete tutta la vostra fede nel principio di opposizione, inventandovi dei ‘se’ e dei ‘ma’ inesistenti. Per ciò attraete il dolore: poiché ogni tipo di dolore, in ultima analisi, è del tutto superfluo. Le mie non sono mere parole, amici miei. Chiunque di voi nel percorso di autorealizzazione abbia fatto progressi nella emancipazione dai propri errori, ha trovato queste verità. Chi lavora con intensità avrà di sicuro avuto dei momenti in cui ha capito a fondo quanto si sia inutilmente opposto alla corrente naturale in cui non esiste dolore. Avrà compreso, in quei momenti, che la verità non fa mai davvero male, né distrugge o mette in pericolo. Ma voi seguitate ad abbracciare il dolore ritenendolo inevitabile, o credendo che sia più sicuro rispetto allo stato unitivo verso cui gravitate naturalmente.

  18. Se vi affidate allo stato unitivo troverete che queste parole sono assolutamente vere. Mi rendo conto, certo, che non vi basta il mero principio astratto che vi sto spiegando. A prescindere da quanto siete aperti, le parole, da sole, non vi aiuteranno mai a compiere la transizione. Ma vi aiutano a comprendere a fondo la vostra posizione attuale nella vita; il vostro stato interiore ed esteriore. Vi possono aiutare a distruggere illusioni e idee erronee. Non ci riuscirete abbracciando una nuova e magari più avanzata filosofia di vita, oppure scartando un concetto generale meno vero conservato fino a oggi. Potete iniziare solo distruggendo quei piccoli errori personali che danno origine alle vostre disarmonie e disturbi quotidiani.

  19. Il problema più insignificante vi può mostrare come voi abbracciate errore e opposizione - una corrente del no - per paura e ignoranza. Vi può mostrare come arrestate il movimento cosmico naturale di cui siete parte integrante, e che è parte integrante di voi. Solo con una osservazione molto personalizzata di come reagite agli eventi quotidiani potete fare delle mie parole una verità provata. Ma non potrà accadere con la sola adesione al principio espresso dalle mie parole, anche se lo comprendete a livello intellettivo. L’intelletto non è sufficiente per portarvi alla transizione dal dualismo all’unità.

  20. La crescita sul piano dualistico si sviluppa sempre nel timore dell’opposto non gradito. Pertanto il processo di crescita ne risentirà, finché vedrete il vostro traguardo di crescita come buono in opposizione a uno cattivo. Sul piano unitivo la crescita non è minacciata da un opposto, quindi non serve né temerla, né contrastarla. Ma la crescita non arriva se ci si oppone a un opposto; essa avviene soltanto prevedendo e accettando quell’opposto, se necessario. Se non temete più un opposto, cesserete di aggrapparvi con timore all’altro opposto: solo allora potrete raggiungere lo stato unitivo. Ma non vi riuscirete finché nel vostro cuore c’è paura.

  21. Il processo di crescita nello stato unitivo è un continuo dispiegarsi ed espandersi che dà occasione di sperimentare infinite possibilità di bellezza, di vita e bontà. Ma ricordate, bello non è l’opposto di brutto; la vita non è l’opposto di morte; e il bene non è l’opposto del male, giacché nello stato unitivo non vi è mai la minaccia di un opposto.

  22. I due modi di crescere - sul piano dualistico e su quello unitivo - sono del tutto diversi. La crescita dualistica è un movimento ciclico che ha una curva ascendente, un apice e una curva discendente: si ripete all’infinito ed esprime sempre due opposti. È lo stato di causa ed effetto.

  23. La crescita nello stato unitivo si espande all’infinito. Non si ripete mai e non ha bisogno di un moto opposto: trascende il principio di causa ed effetto. Una volta afferrato il concetto, seppure in modo vago, esso si fa strada nel vostro sentire più profondo (la comprensione deriva dall’affrontare errori interiori personali e autoinganni) e ha luogo un approccio del tutto nuovo alla crescita.

  24. Sulla strada della transizione dallo stato del duale a quello unitivo occorre tener presente alcuni punti che vi potrebbero aiutare a capire quel che accade nella vostra vita. Quando siete impegnati nella ricerca di sé, quando vi confrontate con voi stessi con fermezza e affrontate una verità dopo l’altra stabilendo nuove condizioni interiori, la vostra psiche attraversa dei profondi sconvolgimenti. Il doloroso stato del passato, come sapete, derivava dalle false idee. Quando quelle false idee iniziano a cadere possono subentrare cambiamenti esteriori più o meno drastici. In un periodo di transizione è possibile che, in alcuni livelli, arriviate a lambire l’esperienza unitiva. Provate una profonda pace e gioia in ogni istante, indipendentemente dal fatto che l’esperienza sia in linea con l’anelato bene. Percepite che ogni momento di vita ha in sé un potenziale di gioia e di pace. Essendo nella verità con voi stessi non temete più nulla, né vi incaponite o insistete per ottenere il bene anelato. Siete quindi aperti affinché la fonte divina vi riempia e vi trasmetta la realtà della vita in cui non c’è nulla da temere e in cui non esiste che il bene. Potrete arrivare a quel bene senza fretta e goderne, proprio perché sapete che è vostro. Né temerete di perderlo, poiché trarrete gioia da entrambi gli opposti dello stato dualistico. In breve - per quanto riesca a trasmettervi il concetto - questa è l’essenza dello stato unitivo.

  25. Ora questo stato può cominciare a esistere in parte, specie in alcuni ambiti della vita. Non avete ancora raggiunto la transizione totale, il risveglio, che vi fa capire che la verità della vita era sempre stata lì per voi, senza che doveste temere o lottare per nulla. Ma alla fine la vostra emergente consapevolezza apporterà alle vostre situazioni esteriori un crescente sviluppo e arricchimento, e in modo talmente armonioso e organico che vi sembrerà quasi una coincidenza.

  26. I miglioramenti esteriori potrebbero coincidere o non coincidere con le vostre idee e ideali del piano dualistico, ma il modo in cui voi sperimentate quelle idee e ideali è del tutto diverso. In breve, i vostri obiettivi potranno anche restare invariati, ma l’esperienza di quegli obiettivi sarà diversa. Inoltre, anche se non doveste perseguire l’obiettivo, non soffrireste come quando percepivate la realtà in maniera dualistica. Sicuramente la crescita nello stato unitivo si manifesta con una fiducia sempre più grande in se stessi e nella vita. La crescita porta anche con sé una gioia serena che rende ogni momento vibrante, interessante e totalmente libero da ansie e noiosità. Ogni momento è ricco di svariate possibilità e alberga prospettive sempre più ampie di percezioni mai sperimentate prima.

  27. Allo stesso tempo continuate a reagire alla vecchia maniera con paura, sfiducia, ansia, sconforto, e con una serrata volontà egoica - di solito nelle aree in cui la psiche è afflitta da immagini, modelli comportamentali nevrotici e idee sbagliate talmente radicati da richiedere un lavoro più esteso e paziente per cambiare l’immagine interiore. La modalità precedente si integra pian piano, per così dire, con quella in prossimità di un nuovo territorio, o che vi si trova già in parte, in cui la luce non è mai minacciata dall’oscurità.

  28. Avete costruito la precedente condizione su una base di errori, base che dovrà sgretolarsi per fare posto a un’altra fondata su concetti veritieri. È tassativo distruggere le strutture costruite sui concetti erronei. Questa legge pone in evidenza la falsità del dualismo la cui caratteristica è sempre quella di far percepire, in modo piatto e immutabile, una posizione come auspicabile e il suo opposto come non auspicabile. Così sposate l’idea che costruire è un bene e che demolire è sempre un male. L’unificazione dei due opposti può avvenire solo nello stato unitivo che concilia entrambe le parti. Per capire lo stato unitivo dovete riconoscere che la distruzione dell’errore è auspicabile e che la sua costruzione non lo è.

  29. Il processo di distruzione è sempre doloroso, benché opportuno. Mentre si distruggono gli edifici dell’errore la vostra vita ne potrebbe risentire. Vi sentite interiormente minacciati e perduti. Di fuori sono scomparsi persino gli aspetti apparentemente desiderabili della vostra esistenza, senza che fossero sostituiti da un’altra struttura. Maggiori sono i costrutti erronei, più dura lo scombussolamento, che è, naturalmente, doloroso. Ma, amici miei, lo è solo perché non avete capito che cosa stia accadendo: pensate si tratti di una ricaduta che dimostra la vostra inadeguatezza. Così vi sentite scoraggiati, cadete nello sconforto e avversate il flusso che potrebbe portarvi a un nuovo stato d’animo. Stato che, tuttavia, può realizzarsi solo attraverso la distruzione del vecchio stato. Contrastando quell’auspicabile moto organico prolungate il doloroso periodo di transizione - che è doloroso principalmente perché è frainteso. Vi dite: “Ecco, nonostante il mio impegno guarda che mi capita! Sembra che tutto mi scorra come sabbia tra le dita; non solo non riesco a trovare appagamento, ma sono svaniti anche i piaceri di prima".

  30. Quando capirete che lo sgretolamento della vecchia struttura è auspicabile perché la vecchia modalità vi dava solo un apparente appagamento, non rimpiangerete qualcosa che in realtà non è affatto una perdita. Né sarete indotti a credere di non aver fatto progressi. Questa è la prova migliore che vi state evolvendo verso una nuova realtà, e di più di quanto voi pensiate; ma continuate a bloccarla, perché vi rifiutate ostinatamente di lasciare che la vostra intuizione vi dica dove vi sta portando il flusso della vita cosmica. E seguitate a concepire la vita in limitati termini dualistici, ignorando la nuova direzione.

  31. Siete arrivati a vedere e sentire nel profondo che ciò che accade non è una ricaduta, bensì la distruzione del vecchio: un processo che in realtà è il germe stesso di uno nuovo edificio. Iniziate a sentire che, nell’atto di distruggere l’errore, la verità riconcilia costruzione e distruzione facendone un movimento unico, anziché due opposti in guerra. Pertanto non vi sentirete più scoraggiati, né soffrirete in modo particolare se non avrete l’aspettativa di una vita diversa, poiché saprete che tutto è come dovrebbe, anzi deve essere! Poiché l’effettiva perdita o mancanza di un bene anelato nuoce molto meno se non si vede la "perdita" o la mancanza come un segnale negativo. Ma se si crede che "Se fossi dove dovrei essere le cose sarebbero diverse", la perdita è più dolorosa. Se, invece, vedrete questo periodo di transizione come un passaggio organico verso l’interezza, il dolore sarà molto più facile da tollerare.

  32. Non mi fraintendete: non è che non dobbiate cercare delle soluzioni intelligenti a un certo problema. Ma quando trovate tutte le porte chiuse e la vita sembra mostrarvi in modo chiaro - dentro e fuori di voi - che non siete in grado di trovare una soluzione, allora potrete star certi che le vecchie strutture, basate sull’errore della percezione dualistica, si stanno sgretolando. Vedetela in questo modo e andrete con il flusso, anziché remargli contro.

  33. Ora c’è un altro aspetto di cui vorrei parlarvi. Ma poiché è difficile da spiegare, serve la cooperazione del vostro essere più intuitivo. Dovete fidarvi del vostro intelletto, in modo da evitare la tipica confusione dualistica.

  34. Si può arrivare allo stato unitivo percorrendo principalmente due strade, entrambe opposte allo stato dualistico. Ci si può arrivare dal lato "buono" e dal lato "cattivo". Quando siete in un relativo stato di salute interiore e di verità, dove siete già in qualche maniera liberi dalla paura e nutrite fiducia nell’universo, con un genuino senso della sua natura benigna, potete trovare in voi una salute e una verità assolute e liberarvi da paure e diffidenze. Voi conoscete la verità della vita: che tutto il bene è vostro, che l’universo ha in sé ogni bene, e che c’è un’abbondanza priva di conflitto; detto in altre parole, il vostro bene non interferisce mai con il bene altrui. Il vostro bene non reca danni ad alcuno. Quando avrete raggiunto quello stato troverete il principio unitivo nel profondo di voi stessi. Questo avviene senza paure, senza opposizioni, né sensi di colpa. Succede perché vi sentite profondamente meritevoli. Saprete che trovare appagamento non toglie nulla a nessuno, né temerete di non restare appagati. Saprete che esiste un bene infinito, senza conflitti tra voi e gli altri - di qui l’unità.

  35. Laddove la psiche è ancora fortemente afflitta da dubbi, paure, sensi di colpa, conflitti ed errori, non imboccate questa strada. Se lo fate con un fraintendimento di fondo, essa diventa un atto manipolativo artificiale che può portare solo all’autoinganno. Si inizia il percorso non all’insegna della conoscenza unitiva, bensì con il timore dualistico che il mancato appagamento sia pericoloso. E l’errore di base sbarra il passaggio al mondo completamente aperto dello stato unitivo.

  36. Se vi trovate ancora in uno stato di falsità e distorsione, e dunque temete e diffidate di voi stessi e del mondo, potrete superare quello stato solo accettando ciò che temete, se necessario: non scappando da voi stessi. Lo stato unitivo è esente da opposizioni, per cui dovete cessare di opporvi a ciò che temete. Ma non fatelo con spirito di abnegazione masochista. Fatelo chiedendovi apertamente se ciò che temete sia davvero spaventoso. In altre parole, è necessario mettere in dubbio il concetto che provoca la paura dell’alternativa, anziché opporsi all’alternativa stessa.

  37. Questo si collega direttamente con il lasciar andare ciò su cui si insiste, nella misura in cui si teme che non si verifichi l’alternativa voluta. Ho parlato di molti aspetti di questo lasciar andare e vi ho spesso mostrato come non si possano conseguire pace e armonia interiore se l’anima versa in uno stato di angustia. Lasciar andare induce rilassamento, senza il quale è impossibile il contatto con il sé interiore divino o la realtà ultima. Lasciar andare non vuol dire autolesionismo, né vuol dire auto-privazione sacrificale. Comporta semplicemente il fatto che ovunque scoviate un punto di paura e di disperazione, dovete abbandonare il concetto che sta alla base di quella paura; dovete mollare la presa serrata su certi atteggiamenti che sono ovviamente distruttivi, ma che sembrano “proteggervi” dal pericolo. Ciò vi dà l’impressione che vi stiate esponendo a ciò che voi ritenete essere più negativo. Ma è questa l’occasione da cogliere per scoprire che tutta quell’idea non era che illusione; altrimenti non uscirete dal perpetuo stato di paura e conflitto.

  38. Prendiamo, ad esempio, un certo obiettivo che volete assolutamente conseguire. Avete fatto tutto il possibile per arrivarci, ma la porta rimane chiusa. Scoprite di avere il terrore di non riuscire a realizzarlo, nonostante abbiate sperimentato la verità del principio unificato in altre aree della vita. Eppure, in quell’ambito, ancora temete e contrastate l’alternativa non voluta. L’obiettivo rimane sfuggente persino quando cercate di sovrapporre la verità che l’universo non conosce limiti - o forse proprio perché cercate di farlo dissimulando la vostra paura. L’unico modo per trascendere questo stato è accettarlo temporaneamente sapendo che non è definitivo. Ciò comporta accettare non solo i limiti della situazione esterna, ma anche il vostro limitato stato attuale. Quando voi rinunciate a opporvi al vostro indesiderato stato corrente, vi sarà possibile trovare la verità e conciliare i due apparenti opposti.

  39. Lo stato di unità è uno stato di non paura, ma è impossibile mollare la paura se si insiste ad allontanare quel che si teme. E se pure ci riusciste temporaneamente, dipendereste sempre da determinate circostanze; dunque la paura non svanirebbe mai del tutto. L’unico modo per liberarsi decisamente dalla paura è assaporarla e scoprire che in essa non vi è terrore, che può essere affrontata e che si rimane sostanzialmente illesi. Nessuna teoria produce questa condizione di sicurezza. Vi si può riuscire solo con un atto interiore: verificandola, entrandoci dentro, smettendo di insistere a temerla e, dunque, evitarla.

  40. Quando abbracciate un’alternativa e vi dite: "Devo ottenere questo, così eviterò l’altro", vi impedite di passare allo stato unitivo di non paura. Continuate a ostacolare il flusso della corrente universale che vi vuole trasportare, ma riuscirete a lasciarvi andare solo quando i vostri moti psichici saranno rilassati.

  41. Ricordare che da qualche parte in voi esiste una non-verità ogni volta che vi trovate in uno sgradevole stato interiore e/o esteriore, vi aiuterà a scovare e mollare quella non-verità. Scoprirete immancabilmente che a livello profondo contrastate ciò a cui scientemente vi aggrappate, mentre accogliete ciò a cui scientemente vi opponete. C’è opposizione ogni volta che la paura dell’alternativa vi impedisce di essere nella pace e nella gioia.

  42. Ad esempio, se temete la morte - non importa se la paura è cosciente o se si manifesta solo indirettamente - e vi aggrappate fermamente alla vita respingendo e opponendovi alla morte, non potrete arrivare al principio unitivo a meno che non scopriate la vostra non-verità specifica. Quella non-verità vi fa opporre alla vita e desiderare nell’intimo la morte. Solo trovando la non-verità potrete liberarvi dalla paura della morte. Con ciò non intendo certo dire che dovreste desiderare la morte.

  43. Ovviamente è impossibile trovare, senza un aiuto, i livelli profondi che rendono il lasciar andare un atto naturale e fanno percepire la verità unitiva attraverso una serie di intuizioni interiori. La cosa può risultare più facile nel contesto di ciò che il Sentiero ha da offrire: ogni suo strumento vi aiuta in modo diverso. Ma lasciare andare è possibile solo se voi lo volete in modo totale. Ci sono ancora in voi, amici miei, tante diverse opposizioni. Il primo passo è prenderne consapevolezza ed esprimerle a parole.

  44. Di nuovo, spero non mi fraintendiate. Le mie parole non intendono che dovreste accogliere l’ingiustizia e la distruttività circostanti senza fare neanche il tentativo di eliminarle. Non parlo dei livelli esterni, poiché, così come la distruzione, anche l’opposizione può essere parte di un tutto e portare, quindi, all’unità. Non accettate mai nessun concetto in modo categorico, né confutatelo in quanto tale. L’opposizione di cui parlo si riferisce a uno stato d’animo ed emotivo, ad aspetti della vita e del sé che in questo momento non si possono cambiare. Scoprite dove e come vi opponete a qualcosa mentre vi aggrappate tenacemente al suo opposto, e compirete un altro decisivo passo per crescere nel principio unitivo.

  45. Estendo il profondo e vigoroso desiderio che viene dalle più remote regioni della coscienza universale, o della realtà, di arrivare a ognuno di voi. Esso vi toccherà, se vi aprirete a quella forza e vi unirete a essa. Unendovi dentro di voi a quella forza non vorrete più opporvi alla verità in alcuna forma, e vorrete perseguire la vostra verità interiore. Inizierete ad avvertire solo in seguito gli effetti di questo potere che è molto reale e che scorre costantemente in voi, nel profondo.

  46. Siate nella pace, siate in quella profonda regione di voi stessi dove tutto è uno.

Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 144 - The Process and Significance of Growing
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