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Lez. 139 - L'anestesia del centro vitale causata dall'errata interpretazione della realtà

Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
7 gennaio 1966

Traduzione in italiano di Daniele Buratti
Revisione non ancora effettuata
Edizione Marzo 2022

  1. Saluti, amici miei carissimi. Benedizioni a ognuno di voi. Sia benedetta questa sera. Che possiate comprendere questa lezione e aprire la mente e la visione, così che possiate tutti compiere un ulteriore passo sul cammino dell’autorealizzazione.

  2. Uno dei traguardi più difficili è comprendere appieno la situazione presente e come essa sia una creazione diretta dell’individuo. Basterebbe davvero poco per capirlo, ma sembra qualcosa di remoto. La connessione è lì, a portata di mano, eppure sembra che la si possa capire solo con tanto sforzo e fatica. Una volta compreso il meccanismo, tutto diventa facile e naturale, e diventa ovvio che la connessione c’era sempre stata. Persino alcuni amici che si trovano da tempo nel Sentiero continuano a trascurare dei concetti di base e non si riescono a vedere per come sono. Non comprendono la propria situazione presente, il suo significato riguardo al proprio essere più intimo, o perché il meccanismo di fuga sia spesso tanto radicato. La lezione odierna intende ancora una volta darvi uno scossone per rendervi più consapevoli, per farvi risvegliare a voi stessi e alla vostra immediata situazione esteriore.

  3. Se vi trovate in una situazione spiacevole di cui non vi sentite appagati in alcun modo, il vostro vago malcontento vi induce a cercarvi un’altra situazione. Ma un nuovo obiettivo e un’idea precisa di un modo di vivere migliore saranno possibili solo comprendendo la situazione presente e tutte le sue carenze. Anelare a una situazione diversa quando non si comprende ancora del tutto la situazione presente condurrà a fallimenti e frustrazioni.

  4. Come comprendere appieno la situazione attuale, amici miei? Solo attraverso la piena consapevolezza di ciò che vi manca davvero. Esprimete in termini esatti ciò che vorreste cambiare nella vostra vita. Questa è la prima consapevolezza. La seconda è fino a che punto soffrite per ciò che vi manca - qualcosa che è spesso tralasciato e non riconosciuto. Quanto vi manca davvero ciò che vi manca? Non accontentatevi di esserne vagamente consapevoli in modo generico. Palesate ogni intenso desiderio e frustrazione che avete in parte represso. La terza consapevolezza è una comprensione totale della situazione presente. Naturalmente questo vuol dire - dopo le suddette prese di coscienza - che dovete accertare per quale motivo state sopportando la vostra situazione attuale. È essenziale che capiate profondamente come la situazione attuale sia un risultato diretto di chi voi siete.

  5. Ne ho parlato spesso, in passato. Ne parlo di nuovo non solo per collegarmi alla prossima lezione, ma anche perché vedo tra voi, amici miei, che nonostante i vostri progressi c’è qualcosa che ancora vi sfugge. Quindi invito tutti voi a seguire questa semplice formula e a prestare la vostra totale attenzione a ciò che state percependo e sperimentando in questo momento, e per quale motivo.

  6. In che modo la vostra situazione esteriore è una rappresentazione simbolica dello stato interiore? Quando avrete finalmente capito che lo stato esteriore - per sgradevole che sia - è il risultato esatto di ciò che siete, pensate, sentite e desiderate, capirete subito che la situazione esteriore non può essere diversa. Quando saprete nell’intimo che non può essere altrimenti, allora avrete interamente analizzato, assimilato e compreso il vostro Adesso, la vostra situazione globale. Tale comprensione, tale analisi approfondita porta a sapere che ogni situazione del presente ha un collegamento diretto con l’essere interiore. Scoprirete che la situazione presente è il risultato esatto della sommatoria della vostra personalità. Naturalmente sono incluse le situazioni positive. Se ignorate e trascurate di godere di ogni circostanza positiva della vita, in quella misura non siete consapevoli dei vostri valori. Man mano che imparerete ad apprezzare ogni momento, a godere di ciò che vi offre la vita, diverrete consapevoli anche del bene che è in voi, dei vostri valori e delle vostre risorse. Ciò vi darà più forza per uscire da circoli viziosi e dagli atteggiamenti negativi che si autoalimentano, e renderà la comprensione della situazione negativa più realistica per quanto attiene alla vostra personalità interiore. Avrete così un quadro più completo della vostra persona globale e della vostra vita.

  7. Finché sarete incerti e confusi su quel che vi manca, e finché negherete ciò che vi manca, non potrete assolutamente capire la vostra vita. Comprendere la propria vita in questo modo è la chiave per trasformarla in una manifestazione più gradevole e appagante.

  8. Tanti di voi, amici del Sentiero, avete talora visto voi stessi e la vostra vita come un’unità, nel modo che vi stavo spiegando. In quei momenti avete sempre fatto un’esperienza profonda della realtà dell’essere, di vibrante vitalità, di luce e di verità. Arrivarci sembra tanto difficile, eppure è alla vostra immediata portata. Sembra molto più facile desiderare qualcosa di vagamente diverso, o persino di decisamente diverso, con la propensione allo scontento e alla ribellione, e con un umore lagnoso, risentito e autocommiserante. Nel frattempo voi ignorate: a) l’intensità del vero anelito; b) la presenza di riserve riguardo a quell’anelito; c) i “motivi” delle riserve; d) i conseguenti pensieri, sentimenti, emanazioni e atteggiamenti nel comportamento interiore ed esteriore; infine, e) come tutto ciò influenzi gli altri, creando la corrente situazione. Spesso ignorate che la situazione attuale è il risultato di molti anni di modelli di pensieri, di azioni e sentimenti profondamente radicati, e non può cambiare d’incanto dopo aver capito alcune cose. Pur avendole capite, l’effetto dell’averle comprese è blando se non porta a un risultato immediato. Aspettarsi dalla vita dei risultati istantanei è puerile, è un rifiuto rabbioso di cooperare con le leggi della vita, che ovviamente sottendono alle ragioni del mancato appagamento. Ciò vi fa anche sottovalutare il bene che c’è nella vostra vita, che voi non sapete godervi e apprezzare.

  9. Se ignorate l’unità tra il vostro io intimo e la vostra situazione esterna è sempre perché scappate da voi stessi. Non volete veramente vedervi per come siete, ma guardarvi solo in modo limitato e con riserve. Chiedetevi tutti se volete davvero vedervi integralmente per come siete. State perseguendo questo scopo esprimendo tale desiderio, in particolare nei momenti di scontento e disarmonia? O date sempre delle disinvolte spiegazioni alla vostra disarmonia? O ammettete che la ragione è dentro di voi - poiché ne sapete abbastanza sulla verità di queste cose - ma poi non andate a fondo perché vi manca la volontà di guardare davvero? La semplice formula di esprimere l’intenzione e il desiderio profondo e totale di vedere tutta la verità su di sé in ogni momento, non è qualcosa che praticate a sufficienza. Se voi praticaste in modo più preciso e con una maggiore attenzione del sé nella situazione che state vivendo, potreste conseguire una liberazione molto maggiore.

  10. Le ragioni della forte spinta a fuggire dal sé - e dunque dalla vita e dalle buone occasioni che essa vi offre - sono molteplici. Nel corso di queste lezioni abbiamo discusso dei tanti possibili motivi e ragioni della fuga. Ma ora metteremo bene a fuoco un aspetto di cui ho finora parlato solo in modo generico e vago, per il semplice motivo che nessun amico era ancora del tutto pronto ad affrontare questo aspetto dentro di sé: se ne poteva parlare e contemplarlo solo in termini molto generali. Negli ultimi mesi diversi amici hanno fatto notevoli progressi, e sono pertanto in grado di recepire quel che adesso sto per dirvi.

  11. L’aspetto di cui voglio parlare non è una mera ostilità, termine diventato troppo vago e quasi privo di senso, a furia di ripeterlo. Facciamo un discorso il più terra-terra possibile. La maggior parte degli esseri umani - chi più, chi meno - ha in sé elementi di crudeltà. Difficile da affrontare, la crudeltà. Ma affrontandola vi sentirete liberi e sollevati, poiché non vi sono altri impedimenti sulla strada che vi porta alla piena verità di chi voi siete. Finché non farete fronte alla crudeltà che è in voi, finché la rifuggirete, non potrete avere chiarezza in voi, né sentirvi bene, rilassati e senza timori. Non potrete essere dei buoni amici di voi stessi. Lo sarete solo accettando, riconoscendo, comprendendo e lavorando apertamente e genuinamente sugli aspetti di crudeltà, anche prima di poterli eliminare del tutto. Ma finché insisterete a combattere la crudeltà nel modo sbagliato e controproducente - ossia negando e nascondendovi - sarete in costante attrito con voi stessi e, dunque, inevitabilmente con la vita e con gli altri. Non riuscendo a sentirvi a vostro agio dentro di voi, vi sembreranno sbagliati sia la vostra vita, sia vivere con voi stessi; e non troverete soluzione ai vostri problemi. Le soluzioni arrivano solo in base a come affrontate in voi stessi ciò che temete di più - che di solito è la crudeltà. Non c’è niente di peggio, niente di più spaventoso di questo aspetto di voi stessi.

  12. Un indicatore attendibile per determinare se ci sia ancora della crudeltà non riconosciuta in voi è quanta paura vi rimane. Considerate la vostra paura degli altri - in generale o nello specifico - la paura della vita, la paura della morte, dell’ignoto. Più avete paura - della malvagia e della separazione, del rifiuto e dell’umiliazione, della crudeltà fisica e di quella mentale - più albergate in voi quegli stessi aspetti, non ancora riconosciuti del tutto. Finché sarà così, indipendentemente da quanto grandi o piccoli siano gli aspetti non riconosciuti, sarete in conflitto. Fuggirete da quelle aree della vostra vita che vi sembrano difficili e scomode. Il fatto che ora vi appaiano sgradevoli è il segno che hanno in sé proprio quella chiave di cui avete bisogno. Se solo cessaste di fuggire e vi osservaste davvero, vedreste che state evitando certe situazioni esteriori e interiori, e ne capirete il perché. In quei casi si cela il segreto che voi non siete ancora disposti a svelare, nonostante tutti i vostri sforzi. Eppure finché non andrete incontro a voi stessi e agli altri senza riserve non potrete realizzarvi in alcun modo, ma continuerete a ingannarvi evitando quegli aspetti. Potreste forse avere un vago sentore che ci sia qualcosa del genere, ma guardarsi dentro per davvero è tutt’altro.

  13. Se avete cominciato a guardarvi dentro avete già superato la parte peggiore. Non si tratta necessariamente di una questione di tempo o di quanto siete stati nel Sentiero: nel modo più assoluto.

  14. Parliamo ora del perché esista la crudeltà. Abbiamo accertato che esiste, ma poi? Prima di rispondere alla domanda, vi rammento quel centro intimo proprio di ogni essere umano che vi attiva con tutto ciò che necessitate per vivere in modo produttivo. Quel centro vivo vi dona energia, forza vitale, saggezza, visione, soluzioni, amore e armonia. Lo possiede ogni individuo, nel profondo. In un giovane o in un bimbo esso si manifesta come un’area assai vulnerabile. La sua stessa vitalità scaturisce da un centro tenero e delicato. Quando i bambini si sentono feriti e confusi perché non capiscono gli eventi circostanti, si difendono indurendo l’area vulnerabile e la sua delicata apertura. I vari meccanismi di difesa rendono il centro vivo sempre più ingombro, nascosto e ricoperto di sostanze indurite. Non avendo la comprensione adulta e realistica di un Io più maturo, il bambino non riesce a gestire il centro vivo, tenero e malleabile che alberga in sé delle forze estremamente potenti, creative e intelligenti. Per proteggersi, il bambino separa il centro vivo dalla sua coscienza. Tuttavia, quando diventa adulto, quando l’Io matura, la separazione si trasforma in un inopportuno impedimento. Così l’individuo vive in modo sbilanciato, tralasciando l’aspetto migliore e più affidabile di tutto il suo essere. Solo quando lui o lei procederà a scoprirlo di nuovo e a integrarlo con l’Io adulto, la personalità sarà completa e avrà gli strumenti adatti a gestire la vita.

  15. L’esistenza di questo centro vivo, spoglio e vulnerabile, si può determinare non solo ricordando la propria infanzia, con le sue forti emozioni e le incisive esperienze positive e negative, ma anche osservandosi nella verità. Non potete non prendere coscienza dei vari momenti in cui quel punto vulnerabile è presente. Potete inoltre osservare in quale modo operate per renderlo invulnerabile. In altre parole, continuate a usare lo stesso processo dell’infanzia: ma ora esso opera a vostro detrimento, essendo il modo sbagliato per proteggervi e affrontare al meglio la vita. Ci sono svariati modi di rendere inattivo il centro vivo: col separarsi e il ritirarsi, con l’indurirsi, con l’intorpidire i sentimenti, col negare i veri sentimenti sostituendoli con un finto sentire, e anche col divenire crudeli. Queste misure servono tutte a rendere invulnerabile il vostro punto vulnerabile, poiché vi sembra l’unico modo "sicuro".

  16. Vi sfugge che la vulnerabilità è proprio quel ‘materiale’, per così dire, che vi consente di governare la vita nel modo più dinamico e fecondo. Poiché l’area vulnerabile è il centro vivo da cui deriva ogni energia e saggezza. È ciò che in voi rende possibile sperimentare e godere appieno, ricevere e dare piacere. La potente energia che deriva dal centro vivo può essere utilizzata in modo più costruttivo e sensato realizzando che il centro vivo deve diventare un aspetto cosciente da integrare con l’Io. Se l’integrazione viene ostacolata da incomprensioni e ignoranza, l’energia diventa distruttiva. L’inversione di forza produce caos, separazione, annichilimento, confusione, sofferenza, nonché una divisione interiore e un intorpidimento che fanno apparire la vita difficile, brutta, distante e insensata.

  17. L’attivazione del vostro sé reale, o centro divino, non è qualcosa che viene da fuori - o magari da dentro di voi, come qualcosa di remoto che non avete ancora sperimentato. In tante occasioni sperimentate il sé reale in modo vago e confuso, come ad esempio quando siete in uno stato di tristezza naturale e pacata. Ma vi affrettate a negare quelle esperienze, non sapendo in che modo affrontarle e gestirle. Così appiattite l’esperienza, ostacolando le dimensioni più profonde e ricche provenienti dal vostro centro più intimo.

  18. Fintanto che il centro interiore si trova nella condizione di quando eravate piccoli, non è ancora in grado di gestire la vita. La sapienza interiore del centro vivo inizia a manifestarsi solo dopo l’integrazione con l’Io. Nello stato infantile il centro interiore è vivo, ripieno di sentimenti ed energia e con la capacità di sperimentare, di provare piacere, nonché di attingere a potenziali ancora non utilizzati di creatività e intelligenza. Adesso imparate a fare quanto segue: 1) osservare l’esistenza del centro vivo, 2) osservare i meccanismi con cui scoraggiate le sue manifestazioni e indurite il punto vulnerabile; 3) bloccare con la volontà la meccanica del disimpegno e consentire lo sviluppo del centro vivo. Meditando in modo appropriato integrerete il centro vivo con l’Io, così che la sua sostanza si rafforzi e diventi resiliente, senza tuttavia perdere la sua soffice vitalità.

  19. Vi trovate nella difficile situazione di avere un Io adulto con tutte le sue facoltà intatte, ma separato dal centro vivo vulnerabile. Il centro vivo è separato dalla vostra coscienza vigile: è questo il vostro problema.

  20. Quanto più il centro vivo è “difeso” e bloccato, negato e insabbiato in modo irrealistico e inadeguato, tanto più emergono aspetti del sé di cui si prova vergogna e ci si sente in colpa. Tra le forme più serie vi sono gli impulsi alla crudeltà. La crudeltà cessa di esistere nel profondo dell’anima umana - nelle emozioni inconsce, oltre che nell’azione e nei pensieri coscienti - solo se il centro vivo non è negato né ostacolato, ma è riconosciuto, osservato e lasciato operare. L’intenso sentire del centro vivo potrà così essere assimilato alla realtà, a mano a mano che si manifesta. Le facoltà dell’Io supporteranno il processo; la ragione e l’intelligenza regoleranno gli squilibri e la deviazione dalla realtà. Ma se si adopera la ragione per negare la profondità, la portata e la ricchezza del sentire che si manifesta dal centro vivo, la personalità umana si paralizza e perde l’equilibrio. Unite la manifestazione del centro vivo alla sua vulnerabilità e alla sua forza del sentire, al vostro comprendere adulto e alle facoltà dell’Io.

  21. La crudeltà esiste solo in quanto esito di una scissione tra il centro vivo e l’Io. In pratica c’è crudeltà a causa di un’interpretazione erronea della realtà, che porta l’individuo a rendere ulteriormente inattivo il centro vivo. Non è solo il bambino che interpreta male ciò che accade intorno a lui. L’adulto continua a fare ciò che fa il bambino, proprio adesso, a meno che e finché non riesca a individuare e correggere tutto questo. Ognuno di voi, nelle aree delle vostre difficoltà, seguita ad avere una erronea interpretazione della realtà. Non percepite quel che succede intorno a voi. Non vedete le cose come esse sono in realtà, ma le fraintendete.

  22. Come scoprire il fraintendimento? Intanto con l’ammettere a voi stessi in cosa voi credete realmente, e poi interpretando quello che ciò significa. Questo vale per tutto ciò che vi fa sentire disarmonici. Chiedetevi in che modo voi interpretate ciò che gli altri provano e pensano nei vostri confronti.

  23. Faccio un esempio pratico per farvi capire meglio. Vi sentite offesi, discriminati, rifiutati. In genere lo ammettete appena. Lo dite a parole, ma non riconoscete del tutto fino a che punto lo sentite, né il motivo o la cosa che vi fa credere che il vostro sentire sia fondato e opportuno. Il passaggio successivo è chiedervi: "È qualcosa di vero, o ci credo e basta? Potrebbe essere altrimenti?" Anche quando ammettete di sentirvi rifiutati, di solito lasciate stare e vivete in una sorta di nebbia, una foschia in cui non esaminate a fondo se si tratti di qualcosa di reale o meno. A parole potreste riconoscere che forse non è reale, ma poi c’è un altro livello in cui credete che lo sia: è il livello che non avete ancora affrontato e analizzato fino in fondo.

  24. La crudeltà è il maggiore impedimento per l’autoconfronto, per vivere nella bellezza dinamica e avventurosa di ogni Adesso. È anche il fattore principale che vi fa scappare da voi stessi, ed è, in definitiva, il risultato di un’interpretazione erronea della realtà. Non potete interpretare la realtà in modo accurato finché non formulate in modo chiaro e preciso ciò in cui credete - come voi interpretate gli eventi che sembrano causare ferite e difese - e finché non considerate la possibilità che la realtà possa essere diversa.

  25. Ecco alcuni punti da analizzare nel vostro lavoro:

  26. Punto 1: Una situazione sgradevole - una mancata realizzazione, un senso di vuoto - non può essere eliminata e trasformata in una condizione più accettabile se non capite che la situazione attuale non può essere diversa. Riconoscete che siete voi a causarla.

  27. Punto 2: Separiamo l’ammissione di un non appagamento, ossia il primo punto, dal secondo: il riconoscimento di ciò che ha causato in voi quella carenza, in modo che possiate sperimentare nel profondo l’unità tra voi e la vostra situazione di vita.

  28. Punto 3: Gli aspetti di crudeltà in voi sono il motivo principale di ogni resistenza e paura di affrontare voi stessi. Spesso quegli aspetti si trovano solo riconoscendo la propria paura. Non dimenticate l’importante correlazione tra la paura degli altri (o altri aspetti esteriori della vita) e la paura della vostra crudeltà non riconosciuta. Se siete liberi dalla crudeltà non potrete mai temere gli altri.

  29. Punto 4: Stabilire in quali momenti il centro vivo è nudo - come nello stato di vulnerabilità di un bimbo che non abbia ancora integrato energie e sentimenti con le facoltà dell’Io.

  30. Quando avviene l’integrazione, il vulnerabile centro vivo non è più indifeso in maniera negativa, pericolosa o debilitante, ma in maniera positiva e meravigliosa. È flessibile, vivo, vibrante e pieno di sentimenti forti senza i quali non c’è piacere, gioia o felicità. La straordinaria forza e intelligenza proprie del punto vulnerabile guideranno ogni vostra azione e atteggiamento. Esso genererà pensieri ed emozioni che non potranno non portare frutti intorno a voi. Vi indurrà a essere pienamente costruttivi in tutto ciò che fate. Vorrete dare la massima e totale attenzione a tutto ciò che vivete, a ogni vostra iniziativa. Non farete nulla in modo svogliato, con poca attenzione o motivazioni contrastanti. E l’esito del vostro agire sarà sempre più piacevole e appagante. Non c’è tensione in questa attenzione. Sarete trasportati da una mirabile forza travolgente. Anziché coprire il punto vulnerabile, lo farete emergere. Anziché rifuggire il sentire del punto vulnerabile, espanderete l’area vitale. La rafforzerete con una nuova resilienza, derivante dalla comprensione della realtà e dall’interpretazione corretta di ciò che accade in voi e negli altri.

  31. Iniziando a integrare il punto vulnerabile con l’Io, realizzate l’obiettivo del vostro processo evolutivo sotto questo particolare aspetto. Dovete passare attraverso i quattro punti che ho indicato per collegare le paure con la crudeltà non riconosciuta. Scoprite come la crudeltà sia il risultato di un’interpretazione errata. Domandatevi attentamente il perché degli impulsi crudeli. Nel farlo, riconoscete ciò che vi ferisce; cosa vorreste fosse diverso; cosa credete che gli altri vi facciano, cosa vi fa la vita. Dopo averlo espresso in termini precisi, fate il passo successivo: chiedetevi se siete nella realtà, se ciò in cui credete è vero o no.

  32. Ora, cari amici, questa lezione non deve rimanere teoria. Nella misura in cui la metterete in pratica, trasformerete in realtà ciò che vi sto dicendo. Alcuni di voi hanno già iniziato a farlo, nel loro percorso personale. Altri non hanno ancora raggiunto questa particolare fase. Mi aspetto - se non oggi, nella prossima sessione di domande e risposte - che mi presentiate questo tipo di problemi. Iniziate esprimendo esattamente quel che vi ferisce e perché. Arriverete a constatare alcuni fatti. Poi fatemi le vostre domande e io vi darò qualche altro aiuto. Vedremo insieme se il dolore è giustificato o meno. Sentite davvero che sia proprio così? Nel momento in cui metterete in discussione la realtà dell’affronto che vi ha ferito, avrete una solida base da cui procedere. Finché non vi porrete la domanda - perché ancora non sapete di sentirla - dovrete cercare la giusta modalità nella vostra fase momentanea del percorso.

  33. Alcuni di voi magari avranno una pur vaga consapevolezza della propria crudeltà. Partite da lì. Altri potranno essere ben consapevoli delle proprie paure, ma sono scissi dall’altra faccia della medaglia - i propri impulsi crudeli. Alcuni saranno forse ben consci della propria insoddisfazione - magari per una spiacevole situazione corrente - ma non l’avranno ancora collegata a delle cause originatesi dentro di sé. Altri ancora saranno forse riusciti nell’intento, ma trascurando gli sporadici casi in cui emerge il proprio punto vulnerabile. Non hanno ancora osservato in che modo se ne allontanano, o le varie modalità con cui lo occultano, lo induriscono o lo intorpidiscono.

  34. Queste sono possibilità che potete analizzare per il vostro successivo lavoro. Alcuni di voi sono consci di alcuni di quegli aspetti e non di altri; ma nessuno è a conoscenza di tutti gli aspetti. Vi invito a unire i puntini, non solo intellettualmente, ma come esperienza che sentite nel profondo. Ciò vi darà coraggio e liberazione. Quegli aspetti non hanno uguale intensità in tutti. Ad esempio, in alcuni amici l’area di illusione e interpretazione erronea della realtà è relativamente modesta. Sono razionali e vedono la realtà in molte aree. La loro interpretazione erronea della realtà riguarda solo alcuni ambiti che talora sono nascosti e labili, o sottili e sfuggenti, tanto da rendere difficile verificarli. Per il solo fatto che costoro sembrano essere così tanto nella realtà, è facile che trascurino dove e fino a che punto non lo sono. In un certo senso, per questi amici il problema è più difficile da risolvere rispetto a coloro che manifestano in modo aperto e netto di trovarsi nell’illusione o nel delirio, anche a livello intellettuale. La sofferenza di questi ultimi può essere più intensa, fintanto che non arrivano al punto di dubitare della propria interpretazione degli eventi e delle reazioni altrui. Poi c’è anche chi ritiene di essere ragionevole, razionale e realistico, ma si illude anche su questo.

  35. Il materiale che vi ho dato può rappresentare davvero uno strumento importante per tutti. Ora, avete domande sull’argomento?

  36. DOMANDA: Ho scoperto in me dei tratti di crudeltà relativi alla vendetta. Li avverto anche quando mi tiro indietro, punendo gli altri con il mio isolarmi. Ora, malgrado l’abbia scoperto, sento che non vi posso rinunciare e che mi ci devo aggrappare. Mi puoi aiutare a proseguire da qui?

  37. RISPOSTA: In realtà la risposta si trova in ciò che stavo dicendo prima. La chiave specifica ora è chiederti perché ti senti crudele. Cosa credi che ti sia stato fatto? Cos’altro ti aspetti che ti potrebbero fare? Che cosa ti aspetti dall’altro? Perché credi che l’altra persona agisca - o abbia agito, o potrebbe agire - in modo da indurre in te degli impulsi crudeli? Riconosci esattamente ciò di cui ti sei convinto. Il passo successivo sarà quello di chiederti: “È qualcosa di reale, oppure credo che lo sia?”

  38. DOMANDA: A me sembra reale.

  39. RISPOSTA: Certo. Questo è esattamente ciò che intendo. Poiché ti sembra reale, credi di aver bisogno di essere crudele. Hai sempre pensato che fosse reale. Ora devi aprirti alla possibilità che potrebbe non essere come tu credevi. È questo il tuo prossimo passo. Finché lascerai le cose immutate, assumendo l’atteggiamento del “forse non è così, ma a me sembra reale”, atteggiamento che non ti fa valutare le conseguenze, resterai bloccato. Ma se vorrai vedere e raggiungere la verità che tutto sovrasta, essa giungerà a te. Finché rimarrai in un clima nebuloso ti aggrapperai alla crudeltà. La crudeltà costituirà il tuo piacere precario. Il piacere cesserà quando comprenderai la verità dei fatti. E ciò avverrà solo quando tu lo vorrai, e sarai pronto a considerare nuovi orizzonti e possibilità a cui non avevi mai pensato prima. Nello specifico, chiediti: “Le circostanze, i desideri altrui e i fatti confermano ciò che provo, o mi potrei sbagliare? Se la realtà è diversa da come la penso e la sento, vorrei poter vedere quella realtà. Mi apro a quella realtà. Non assumo impegni, né mi obbligo a nulla tranne che a voler vedere la verità". Allora la verità verrà ed eliminerà ogni conflitto e sofferenza. Questa è la via.

  40. DOMANDA: Sono assolutamente conscio della mia crudeltà e vulnerabilità. Quando mi sento offeso reagisco al punto da desiderare di uccidere chi sembra mi stia offendendo. Tuttavia ho anche la sensazione che le mie reazioni possano essere esagerate. Cosa devo fare ora che ne ho consapevolezza?

  41. RISPOSTA: Di nuovo, questa lezione non dà una risposta esatta, ma vorrei risponderti personalmente. Prima dicevo che in alcuni l’area della comprensione non realistica è relativamente modesta, mentre in altri è più evidente. Tu fai certo parte della seconda categoria. La cosa ha un duplice aspetto poiché, a causa di questa irrealtà e delle tue percezioni irreali, soffri maggiormente mentre le vivi. D’altronde è così evidente che ti sarà facile scoprire l’irrealtà e individuare una via d’uscita dall’illusione. Ecco un esempio di ciò che stavo dimostrando in questa lezione. È fantastico che la cosa sia così manifesta e che, malgrado tu ci stia lavorando da poco, sia emersa con tanta forza. Anche la tua vulnerabilità è ancora piuttosto accessibile. Tu credi di difenderla scindendola dal tuo Io e cercando di anestetizzarla con la crudeltà. D’altra parte la crudeltà è generata anche dalla tua erronea interpretazione della realtà. È molto forte e chiaro, dunque alquanto facile da determinare una volta che inizierai a porti delle domande e a considerarne seriamente la possibilità. C’è una grande differenza tra ciò che credi che le persone sentano e pensino, e ciò che realmente esse sentono e pensano; o tra ciò che credi che siano, e ciò che esse realmente sono.

  42. Giorno dopo giorno, amico mio, pensa dove ti senti insultato, offeso, rifiutato o discriminato. Metti per iscritto ogni singolo caso. Voglio che tu lo faccia quotidianamente. Tra poche settimane, o forse solo tra qualche giorno, vedrai fino a che punto ti aspetti di ricevere rifiuti e discriminazioni, sgarbi e deplorazioni - in effetti per quasi tutto il tempo che sei in contatto con gli altri. Molto spesso penserai che ti sia già capitato, mentre nulla, in realtà, è più lontano dalla verità. Quando inizierai a chiederti se i tuoi sentimenti siano veri e commisurati a ciò che accade effettivamente - e quando vorrai vedere qual è la verità, che contrasta con le tue credenze di prima - inizierai a provare un autentico e durevole sollievo.

  43. Voglio che lavori su questi punti sia da solo che in gruppo. Chiediti cosa credi che gli altri membri del gruppo provino per te. Fallo emergere e confrontalo con le loro effettive reazioni nei tuoi confronti. Quindi impara anche cosa c’è dietro alle loro reazioni e perché provano quel che provano. Il tuo obiettivo ora deve essere quello di scoprire ciò che accade in realtà e in che modo differisce da ciò che pensi sia vero. Allora non avrai bisogno di indurire il tuo punto vulnerabile, l’essenza del vero centro vivo senza il quale non puoi vivere positivamente. Quando esprimerai con precisione ciò che pensi che gli altri provano nei tuoi confronti - e quando poi, con altrettanta precisione, formulerai la possibilità di sbagliarti e contemplerai delle alternative - ti si aprirà un nuovo mondo, un mondo libero in cui vivere senza paura, un mondo di luce in cui non avrai bisogno di isolarti.

  44. Ora senti che il mondo intero è contro di te. Dal momento che senti questo, che il mondo ti ferisce e ti disprezza, che ti respinge e che ti umilia, tu ti indurisci. La crudeltà è l’unica arma per difenderti da un mondo del genere. E tu ti ci aggrappi saldamente. Ma quando inizierai a vedere che non è così, non avrai più bisogno di essere crudele: sarai rilassato e leggero, poiché il mondo non sarà più tuo nemico. Gli altri non saranno più tuoi nemici. Ad esempio, quando incontri delle persone per strada, osserva la sensazione sottile, ma distinta, di come percepisci gli estranei intorno a te, di come percepisci che sono tutti dei nemici. Poi chiediti: "È vero? Sono davvero miei nemici o potrebbe non essere così? Forse si sentono proprio come mi sento io, spaventato e smarrito? E quando sono arrabbiati, forse reagiscono come me all’idea che tutti gli altri sono loro nemici?". Milioni di persone si incrociano, tutti i giorni, sentendosi prese di mira e braccate. Questo è spesso un sentimento sottile e non rilevabile, ma c’è. Una volta portata alla consapevolezza questa sensazione, potrai iniziare a mettere in dubbio l’accuratezza della tua percezione. Potrai così ritrovare la via del ritorno alla realtà, e dunque alla verità e alla luce, in un mondo meraviglioso, e non spaventoso.

  45. Miei cari amici, che questa lezione vi porti quanto c’è di più sano, creativo, costruttivo e reale che si trova appena "dietro" il centro vivo vulnerabile: basta consentire alle prime manifestazioni delle sue inizialmente strane emozioni di salire alla consapevolezza di superficie. Entrate in esse e osservate cosa poi si manifesta, specialmente quando la vostra coscienza ammetterà tale possibilità. Le incessanti benedizioni elargite si uniscono al potere che avete in voi e vi colmano da dentro. Siate nella pace. Siate in Dio!

Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 139 - Deadening of the Live Center Through Misinterpretation of Reality
Il copyright del materiale della Guida del Pathwork® è di esclusiva proprietà della Fondazione Pathwork®
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