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Lez. 123 - Liberazione e pace superando la paura dell'ignoto

Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
3 aprile 1964

Traduzione in italiano di Daniele Buratti
Revisione non ancora effettuata
Edizione Gennaio 2025

  1. Saluti, amici carissimi, e benedizioni a ciascuno di voi. Sia benedetto ogni sforzo dedicato alla vostra evoluzione, liberazione e realizzazione.

  2. Una caratteristica condizione umana è la lotta per superare la dualità di vita e morte. Da questa situazione di fondo derivano tutti gli altri problemi, difficoltà, paure e tensioni con cui vi dovete confrontare. Che si manifestino direttamente come paura di morire, di invecchiare o dell’ignoto, i problemi sono sempre collegati alla paura del tempo che passa: sono tutte manifestazioni della stessa paura di fondo.

  3. Per placare tali paure l’umanità ha sviluppato dei concetti filosofici, spirituali e religiosi. Ma quei concetti, pur cercando di trasmettere un’esperienza autentica, non mitigano la tensione reale. Per superare davvero la paura e riconciliare la netta dualità vi dovete calare nella prima incognita che tanto temete: la vostra stessa psiche.

  4. Potrebbe sembrare più semplice di quanto in realtà non sia. Esplorare i meandri ignoti della mente non è solo questione di risolvere le dualità. Tanti perseguono ardentemente un percorso di auto-esplorazione, ma evitando certi aspetti del loro sé più intimo, tensioni e disagi trovano una facile spiegazione. Tali persone avranno forse anche conseguito progressi considerevoli e risolto dei conflitti interiori, ma vaste aree della loro psiche restano sconosciute.

  5. Nella misura in cui non siete consapevoli di quanto accade avete timore del passare del tempo e del "grande ignoto". Da giovani forse quelle paure si riescono a contenere. Ma prima o poi ogni essere umano dovrà confrontarsi in modo più diretto con la paura della morte. Voglio ribadirlo: nella misura in cui vi conoscete, voi realizzate la vostra vita, voi stessi e il vostro potenziale dormiente. E in quella misura non temerete la morte, ma la vivrete come uno sviluppo organico. L’ignoto non rappresenterà più una minaccia.

  6. Amici miei, il percorso della scoperta di sé incarna questa lotta. Le varie vie di fuga, anche nell’ambito di questo percorso, sono troppe per essere elencate. Alla fine potrete farcela solo se sarete sempre disposti a vedere, valutare, comprendere e unificare voi stessi con assoluta veridicità.

  7. Uno dei principali ostacoli al superamento della paura della morte è il timore di rimuovere le barriere che vi separano dall’altro sesso. Finché esisteranno quelle barriere, anche la paura della morte sarà presente con identica forza. C’è una connessione molto diretta tra la paura del proprio inconscio, dell’amore per l’altro sesso e della morte. State iniziando a percepire la connessione tra le prime due, ma la terza potrebbe rivelarsi per voi una novità. Tuttavia cesserà di essere mera teoria quando voi stessi sperimenterete quella connessione, quando cercherete di comprendevi meglio. Allora conoscerete la verità di queste parole.

  8. Autorealizzazione è realizzarsi come uomini e donne. Ma non ce la farete se non supererete la barriera tra voi e l’altro sesso, diventando così veri uomini e vere donne. Naturalmente nell’autorealizzazione esistono anche altri aspetti. Potreste non essere consapevoli di alcuni vostri potenziali: i talenti, la forza e le buone qualità intrinseche, quali il coraggio e l’intraprendenza, l’apertura mentale e la creatività. Tuttavia nessun talento potrà davvero fiorire nel suo intrinseco splendore se un uomo non diventa veramente uomo e una donna veramente donna. Altrimenti l’autorealizzazione sarà parziale e condizionata. Giacché ciò costituisce una barriera anche per le aree all’interno del sé che voi evitate di esplorare e comprendere, segno di resistenza a una piena individualità e di un voler permanere in un infantilismo artificiale. Questo stato parassitario così ben nutrito impedisce la liberazione attraverso il superamento della paura, la quale è un prodotto della dualità.

  9. Una volta svanita ogni resistenza ad aree sconosciute di sé e ogni paura di se stessi, è impossibile aver timore degli altri esseri umani, compreso il sesso opposto. Una grande libertà e fiducia interiori, frutto di un atteggiamento oggettivo e realistico, allentano la stretta morsa del controllo che ostacola l’abbandonarsi allo stato dell’essere. Quando realizzate voi stessi crollano le barriere e non avete più timore dell’ignoto, né siete più sfiduciati nei vostri o negli altrui confronti. Continuare a farlo vi impedirebbe di entrare nel flusso cosmico dell’eternità, che voi sperimentate attraverso l’estasi dell’unione con il partner e attraverso la somma beatitudine in quella che chiamate morte.

  10. La morte ha molte facce. Coloro che hanno paura, che si tengono stretti il piccolo sé, potrebbero sperimentare la morte come uno spaventoso isolamento o separazione, ma per coloro che non hanno paura di vivere pienamente, di aprirsi agli altri e di smetterla di preservare il piccolo sé, la morte è la gloria che l’unione su questa terra può essere, e altro ancora! Perciò, in ultima analisi, la lotta per l’autorealizzazione implica in primo luogo la rimozione delle barriere tra la coscienza e le aree nascoste della vostra psiche. Le aree nascoste non sono sempre celate e inconsce: spesso le avete proprio sotto gli occhi, se scegliete di vederle. In secondo luogo implica rimuovere le barriere tra voi e la controparte, chiunque essa sia in una data fase. E la terza barriera è tra voi e il flusso cosmico. Ogni volta che sarete nel flusso ne sperimenterete la giustezza. Esso è funzionale in questa fase del vostro essere, è organico. Ma le persone che temono se stesse, gli altri, e dunque il flusso dell’essere, non si fidano del passare del tempo. Si aggrappano al piccolo sé e creano un muro di nebbia tra la propria coscienza superiore e la consapevolezza del momento.

  11. I tre ostacoli fondamentali sono l’orgoglio, l’ostinazione e la paura. Tutti i difetti, i problemi, le confusioni, le distorsioni, i conflitti e le idee erronee derivano dall’orgoglio, dall’ostinazione e dalla paura, in una forma o nell’altra. La stessa triade costituisce una barriera alle tre vie di autoespansione. Ma vediamo nel particolare.

  12. Partiamo dall’orgoglio, che è la barriera tra la coscienza e l’inconscio. Esso fa da barriera, dato che potrebbe non piacervi ciò che trovereste avventurandovi nell’ignoto interiore, perché forse non lusinghiero o incompatibile con l’immagine idealizzata che avete di voi. Ma se anche fosse una scoperta accettabile, temereste che possa non esserlo. L’importanza di essere ammirati vi fa adottare gli standard e i valori di coloro di cui cercate l’approvazione. Questo crea un blocco di orgoglio, un muro, una nebbia che ostacola la visuale.

  13. La volontà egoica vi fa temere che quel che trovereste possa costringervi a fare qualcosa che il vostro piccolo io non sarebbe incline a fare, o a rinunciare a qualcosa a cui non sarebbe disposto a rinunciare. La volontà egoica vuole che sia il piccolo io ad avere il controllo, così da potervi aggrappare a ciò che conoscete.

  14. La paura vi è di impedimento quando sia l’orgoglio, sia la volontà egoica denotano una mancanza di fiducia; allora la paura vi convince a non fidarvi della realtà finale. La realtà cosmica è insita nel vostro inconscio profondo come il flusso di eventi cosmici. Se entrate nel flusso non potrete che essere benevoli portatori di felicità, appagamento e significato. Diffidare del flusso, e dunque aggrapparvi a ciò che vi è noto - convinti di potervela cavare meglio rispetto a correre il rischio di varcare l’ignoto - crea muri di paura. È tale paura a bloccare il pieno riconoscimento di sé.

  15. La triade di orgoglio, ostinazione e paura crea anche una barriera tra il sé e il partner. L’orgoglio perché, che siate uomini o donne, temete l’apparente impotenza - e dunque la vergogna - di cedere a una forza più grande del vostro piccolo io. L’amore tra i sessi è un’esperienza che rende umili e pertanto è nemica dell’orgoglio. L’orgoglio vuole dirigere e controllare; non vuole cedere ad alcuna forza, fosse anche molto piacevole. Sebbene tutti nella vita desiderino amare, voi ostacolate quel desiderio e cercate un modo di accomodarvi alle direzioni contraddittorie della vostra anima. La forza che vi spinge ad amare è davvero grande, poiché deriva dalla vostra natura più intima. La spinta derivante dall’orgoglio, dalla volontà egoica e dalla paura vi allontana dall’amore.

  16. L’ostinazione si oppone all’amore poiché esige tutto il controllo: non può cedere. Vi sembra - erroneamente, certo - che solo quando obbedite e siete guidati dal piccolo io siete al sicuro. Siete a torto convinti che abbandonarvi alla forza dell’amore vi faccia scivolare nell’avidità sconsiderata e insensata, nell’irragionevolezza e nella mancanza di realismo. Non è così. Il realismo, l’obiettività, la capacità di rinunciare e la volontà coraggiosa di entrare nell’amore non solo sono compatibili, ma interdipendenti. Bloccate l’esperienza per paura di perdere la dignità (orgoglio) e l’individualità (volontà egoica) quando, in realtà, la vera dignità e individualità possono essere acquisite solo rinunciando all’orgoglio e alla volontà egoica.

  17. La paura di perdere la sicurezza o la vita stessa non è così diversa dalla paura che blocca l’esperienza beata dell’oblio di sé nell’unirsi a qualcuno. Qualcuno tra voi potrebbe cogliere la similitudine, perlomeno in qualche occasione.

  18. La triade di orgoglio, ostinazione e paura influenza anche il proprio atteggiamento nei confronti della morte. Morire in fondo è una rinuncia ad autodeterminarsi - e questa resa, per strano che possa apparire, sembra umiliante. Per eludere l’umiliante verità che il piccolo sé non è onnipotente, vi aggrappate ad esso con orgoglio e ostinazione, e in tal modo generate ondate di paura sempre più forti.

  19. Per risolvere questa erronea dualità, e in particolare il conflitto tra la rinuncia a sé e il pieno possesso di sé, vorrei presentarvi ciò che vi potrebbe effettivamente sembrare un paradosso: vi trovate su un percorso tanto faticoso di autorealizzazione solo per riuscire ad arrendervi all’unione con l’altro sesso e alla morte? La verità è che non potete rinunciare a qualcosa che non avete trovato, giacché non potete lasciar andare liberamente qualcosa che non avete mai davvero posseduto. Solo quando saprete rinunciare liberamente alla vostra individualità conseguirete una maggiore individualità.

  20. Ora, se la morte o il morire può essere un’esperienza felice, perché è percepita come qualcosa di oscuro? Perché non esiste un istinto o un desiderio di morte, mentre, ad esempio, esiste il forte istinto di perdersi nell’amore? Perché si deve affrontare la morte senza l’aiuto delle pulsioni istintuali, e perché gli esseri umani devono faticare tanto per superare la barriera della paura? Potreste chiedervi: perché noi su questa terra dobbiamo batterci contro questa grande incognita? Potrebbero sembrare domande logiche e giustificate, ma a ben guardare capirete che è così che funziona. Vedete, amici, sarebbe facile desiderare la morte quando non sapete affrontare la vita perché dolorosa o non appagante. In quello stato di vago, ignorante e cieco terrore, fuggireste fin troppo facilmente verso la morte, anche se, in quel caso, la morte non si dimostrerebbe diversa dalla vita, essendo entrambe intrinsecamente identiche. Per evitare una fuga oltremodo distruttiva servirebbe un forte istinto di sopravvivenza che funzionerebbe solo finché la morte restasse un’incognita. Nessun pensiero logico può togliervi la paura dell’ignoto, così il vostro istinto di vivere può impedirvi di scegliere la morte per motivazioni negative e distruttive. Questo vi dà la carica per ritentare fino a padroneggiare finalmente la vita attraverso la comprensione del sé, e quindi dell’universo. Così alfine emergerà la conoscenza interiore che la morte non è da temere - o che la si teme in modo proporzionale alla restante paura di vivere e amare. Allora la netta scissione tra la vita e la morte, la loro contrapposizione illusoria comincia a svanire. Capirete davvero queste parole solo quando la vita non sarà più per voi una minaccia e non dovrà più essere rifuggita; così il vostro istinto di vivere non dovrà più opporsi all’istinto di morire, poiché saranno la stessa cosa. Allora non avrete bisogno né di affrettarvi, né di attardarvi.

  21. Se osservate i vostri atteggiamenti consci e inconsci nei confronti del trascorrere del tempo, della vita e della morte, scoprirete che sono identici tra loro, nonché identici ai vostri atteggiamenti più intimi e nascosti riguardo all’amore, indipendentemente dai vostri desideri sani e consapevoli. Scoprirete che la paura dell’ignoto ha un suo ruolo in tutti quegli atteggiamenti. Scoprirete di oscillare costantemente tra il voler trattenere il tempo, presi dalla paura, e il correre avanti perché non riuscite a sopportare il momento. Ben di rado siete in armonia col flusso cosmico della vita e della vostra individualità. Questo vuol dire essere in pace con se stessi, essere in armonia con Dio: non trattenere, non spingere, bensì dissolversi nella corrente della vita col pieno controllo di sé, e tuttavia senza la paura di rinunciare al controllo. Questa è la grande esperienza che avete la fortuna e il privilegio di fare quando trovate un partner, che in ultima analisi è l’esperienza di entrare in una nuova forma di coscienza.

  22. La chiave di tutto questo sta nella scoperta di sé nei molti livelli che seguitate a eludere. Quando evitate parti di voi stessi, immancabilmente proiettate sugli altri e sulla vita esterna quello che appare come un terrificante autoconfronto. E la proiezione non può dare pace e liberazione, anche se sembra offrire delle precarie soddisfazioni. Trovate sempre dei motivi e delle scuse al di fuori di voi per coprire ciò che più serve che affrontiate. Questo vale praticamente per tutti voi, amici, almeno in alcune occasioni.

  23. Ma comunque state facendo progressi, e ogni piccolo passo nella giusta direzione alla fine dissolverà nebbia e barriere tra voi e questa coscienza superiore, il flusso senza tempo. Questa consapevolezza vi conferisce tutta la saggezza, la verità e la correttezza di cui avete bisogno per la vostra vita quotidiana. Alcuni di voi hanno occasionalmente attinto a questa fonte e l’hanno sperimentata, per poi perderla di nuovo. Quando entrerete in contatto con questa fonte interiore di pace, verità e suprema beatitudine, comprenderete profondamente il significato della Creazione.

  24. La verità è come il sole attorno a cui ruotano tutti i pianeti: anche se coperto dalle nuvole il sole è sempre lì, imperterrito e luminoso. Le nuvole sono il vostro orgoglio, la volontà egoica, la paura, l’ignoranza e il vostro frenare o accelerare il tempo. Ma nei momenti in cui percepite la vostra verità - anche se banale o all’apparenza priva di senso, in termini di sviluppo cosmico - le nuvole si disperdono e il sole caldo della vostra coscienza superiore vi rigenera con forza e benessere, gioia e pace. Questo sole dentro di voi è sempre pronto a riscaldarvi e ravvivarvi, ma voi, miei cari, dovete superare molto di più. Allora ogni paura, orgoglio e volontà egoica svaniranno. Affermare che sono già svanite non ne fa una certezza. Se così fosse, tante vostre reazioni, sentimenti ed espressioni, nonché l’effetto che avete sugli altri e quello altrui su di voi sarebbero drasticamente diversi.

  25. L’argomento non è di facile comprensione. Capirlo solo a livello razionale porta a ben poco. Vi serve una comprensione più acuta del vostro essere, che può sopraggiungere solo osservando i sentimenti che vi impediscono di essere felici adesso. Se osservate momento per momento i vostri desideri, le paure, i bisogni, le vostre apprensioni e reazioni, giuste o sbagliate che siano, troverete l’eterno adesso. In esso potrete vivere senza paura con la giusta fiducia nell’ignoto. Non dovete essere perfetti; lo siete, in un certo senso, quando potete tranquillamente affrontare, riconoscere e venire a patti con la vostra attuale imperfezione.

  26. Quando non lottate più contro voi stessi e abbandonate ogni orgoglio e pretesa, e siete disposti a cambiare - liberando così la vostra volontà egoica - tutte le paure riguardo a voi stessi, agli altri, alla vita, all’amore e alla morte si scioglieranno come neve al sole.

  27. Ci sono domande?

  28. DOMANDA: Che pensi di una persona che non teme la propria morte, ma solo quella delle persone che ama? In altre parole, si può avere paura della morte altrui?

  29. RISPOSTA: Potrebbe essere una proiezione, oppure un’inversione della paura di vivere. Se si ha paura della vita, determinate persone potrebbero rappresentare quella sicurezza di cui si avverte la mancanza dentro di sé. Si può temere la solitudine, o la mancanza di protezione - effettiva o irrazionale - indotta dalla perdita di qualcuno. Proprio perché queste considerazioni non vengono affrontate - per un senso di vergogna di essere afflitti non tanto per amore, quanto perché si è preoccupati per se stessi - , la paura si fa sempre più insistente e inquietante. Se avete il coraggio di guardare a tutte queste possibili emozioni, dopo aver superato la riluttanza iniziale, la paura della morte altrui diminuirà; il suo aspetto amaro e spaventoso scomparirà e potrete così esaminare le cause del vostro scoramento. Collegare la paura e le emozioni negative alla vera causa, anziché viverle in dislocazione, procura sempre sollievo.

  30. È lì che inizia il lavoro: scoprire perché si teme così tanto la vita da doversi aggrappare agli altri; o perché non si usano le proprie facoltà innate per vivere pienamente senza più paura della vita e della morte. Se temete la vita temete anche la morte, sia che la sperimentiate consciamente per un incidente in cui la vostra vita è, o sembra, in pericolo, sia che temiate di perdere qualcuno. La paura di affrontare la vita può manifestarsi come paura della perdita di una persona cara o della propria vita. L’avvicinarsi della morte altrui fa scattare il ricordo che un giorno la morte arriverà anche per noi. Ma questa paura è ancora così confusa che la si sperimenta solo attraverso l’altra persona. Solo quando c’è un effettivo confronto si può davvero valutare se si ha o meno paura di morire.

  31. Questa proiezione vale sia per la paura di vivere da soli che per la paura di morire. Entrambe denotano la stessa cosa.

  32. Occorrerebbe indagare tutto ciò. Ovunque esista la paura della vita o di affrontare un certo problema, sarete in qualche modo disturbati dalla paura della morte. Spesso la vera radice - riguardo a cosa c’è paura del sé e della vita - non si identifica subito. Si potrebbe manifestare attraverso dei sintomi da ricercare e studiare, per poterne cogliere il significato. Prendiamo, ad esempio, l’atteggiamento nei confronti del Sentiero, professato e reale; o quello nei confronti del sesso opposto - di nuovo, professato e reale; o le proprie reazioni alle circostanze della vita. Tutto ciò deve essere analizzato con un penetrante spirito di veridicità. Quando riuscite a identificare una paura o, per usare un termine più psicologico, una resistenza al vostro io più profondo, state pur certi che in egual misura è presente anche la paura della morte. È così anche per la paura di amare, di lasciarsi andare in questa grande esperienza. Trovate quella paura, guardate dentro di voi e avrete fatto un grande passo in avanti.

  33. Naturalmente, queste parole sono rivolte a tutti.

  34. È anche importante notare come spesso siate fuorviati al riguardo, poiché nella vita che voi fantasticate quelle paure non esistono. Potreste negare l’esistenza della paura di amare e di arrendervi perché siete ben consci di bramare quell’appagamento, e lo potete sperimentare senza inibizioni nella vostra fantasia. Così vi convincete che le ragioni esteriori siano responsabili della vostra incapacità di realizzare realmente la vostra vita fantastica, e che quelle ragioni non abbiano nulla a che vedere con voi. Ma se non riuscite a realizzare quella vita da voi fantasticata ci deve essere in voi una corrente contraria di paura che ne impedisce l’esperienza. È della massima importanza trovarla e stanarla. È un enorme passo avanti rispetto alla convinzione di essere liberi da ostacoli, quando invece essi continuano a esistere sotto la superficie.

  35. Con questa lezione vi ho suggerito varie strade per esplorare lo stato effettivo della vostra anima riguardo a vita, amore e morte. Ho mostrato che la convinzione cosciente e il sentimento circa queste tre grandi forze sono solo un lato della questione: l’altro lato sta nell’applicare la consapevolezza per unificare le forze opposte. Ho mostrato i vari sintomi attraverso i quali è possibile rilevare le correnti nascoste e opposte. Scoprirli è della massima importanza e può farvi uscire da una temporanea battuta d’arresto nel vostro lavoro.

  36. DOMANDA: La paura di essere abbandonati non spiegherebbe anche la paura di perdere i propri cari?

  37. RISPOSTA: Sì, è quello che dicevo all’inizio. L’insicurezza, la paura di dover affrontare la vita da soli, e da lì la paura della vita allo stato puro, una volta scomposta e analizzata.

  38. Dove c’è paura della vita, c’è anche paura dell’amore e della morte. Dove c’è una di queste paure, ci sono anche le altre due. Rilevate questa connessione dentro di voi e  sperimenterete crescita, liberazione, forza e fiducia. Non può essere altrimenti.

  39. Benedizioni per ognuno di voi. Non disperate, amici miei, quando percepite le barriere di cui ho parlato stasera. Esse vengono rimosse più efficacemente quando si apprende della loro esistenza. Per favore, verificate e capite questa importante verità. Fatela vostra dopo averla testata, e ve ne rallegrerete. Siate benedetti in questa nuova consapevolezza, ognuno di voi. Siate nella pace, siate dentro di voi, e dunque in Dio!


Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 123 - Liberation and Peace by Overcoming the Fear of the Unknown
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