Lez. 121 - Spostamento, sostituzione, sovrapposizione
Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
10 gennaio 1964
Traduzione in italiano di Simona Fossa
Revisione non ancora effettuata
Edizione Marzo 2022
- Saluti, miei carissimi amici. Dio benedica ognuno di voi. Sia benedetta quest’ora. Benedetto sia ogni vostro passo verso la crescita e lo sviluppo che state perseguendo. Agli amici che sono già più profondamente coinvolti in questo percorso di auto-confronto, voglio dire questo: che tutti i progressi che state facendo possano continuare! E a coloro che non sono ancora entrati su questo sentiero in un modo più diretto, possano trovare la realizzazione e l’illuminazione necessarie per iniziare il lavoro dentro di sé.
- Stasera vorrei parlare di un argomento che era già venuto fuori prima, ma che nessuno di voi comprende appieno nel suo significato più profondo: cioè lo spostamento, la sostituzione e la sovrapposizione di sentimenti e bisogni. Questo argomento merita un attento esame e una profonda comprensione, particolarmente in questo momento. È essenziale che tutti voi comprendiate questi concetti per poter progredire oltre. Alcuni di voi si ritrovano in rapporti negativi che non riescono a comprendere appieno e, quindi, che non possono risolvere - a meno che non comprendiate questo importante aspetto per come si applica in maniera specifica ad ognuno di voi.
- Ogni volta che una persona si sente confusa da una particolare situazione, coinvolta negativamente in una relazione e, nonostante abbia compreso alcune cose, non riesce a uscire da un senso di turbamento, è indubbio che alcuni bisogni emotivi o particolari sentimenti sono stati spostati in canali diversi, o sovrapposti da altri sentimenti. Non importa quanto profondo sia un problema, quanto grave sia un difetto, esso non potrebbe mai creare un malessere persistente se la persona fosse completamente consapevole di esso nella sua forma originale, senza spostare i sentimenti autentici, sostituirli con altri, o sovrapporre altri sentimenti a quelli reali.
- Come sapete dai miei discorsi precedenti, ogni emozione, ogni sentimento, ogni pensiero, ogni atteggiamento, ogni bisogno è una corrente energetica. Vi sono molti tipi diversi di energia, corrispondenti ad ogni tipo di sentimenti o bisogni. L’individuo integrato con una vita piena e ricca esprime una grande varietà di bisogni e sentimenti – e non solo alcuni. Più una persona è integrata, meno i vari bisogni interferiscono tra loro, e causano meno attrito dentro e fuori la vita della persona. Affinché la psiche sia equilibrata, è necessario sentirsi appagati in vari modi. Ogni persona è destinata per natura a raggiungere questa molteplicità.
- L’esclusione di alcune realizzazioni a scapito di altre è il risultato di inconsci concetti errati, di una comprensione limitata e della mancanza di consapevolezza di sé. Per esempio, lo spostamento e la sovrapposizione provocano un conflitto tra il bisogno di autoespressione professionale e il bisogno di reciprocità in una relazione amorosa; tra il bisogno di solitudine e il bisogno di compagnia; il bisogno di attività fisica e di quella mentale; il bisogno di espressione sessuale e di quella creativa; i bisogni di autoaffermazione e di adattamento flessibile; i bisogni di gratificazione dell’io e dell’altruismo. Questi, e molti altri bisogni ed espressioni di sé, apparentemente contraddittori, possono esistere armoniosamente fianco a fianco in una sana interazione soltanto se non esiste alcuna confusione sulla legittimità e genuinità fondamentale di queste diverse forme di espressione, in modo che non si verifichino sovrapposizioni e spostamenti. Ciò che appare come contraddizione alla persona confusa e in conflitto, non è una vera contraddizione, ma solo una prova della ricchezza e della varietà della creazione. Nella psiche sana, un tipo di espressione di sé sostiene e rafforza l’altro, senza causare conflitti.
- Se siete convinti che un bisogno o un certo sentire sia di per sé sbagliato, questa convinzione, alla fine, lo renderà tale. L’incertezza, la paura, il senso di colpa e la vergogna per la presenza di una certa emozione, che non si dovrebbe avere - mentre in realtà soffrite nel chiudervi a quel bisogno e vi arrabbiate per il fatto di “doverlo” fare – si viene creare un insano clima interiore che trasforma il sano bisogno emotivo in qualcosa di negativo. Questo richiede la dissimulazione, la negazione, la repressione; ma l’energia presente non si dissolve nel nulla. Come un ruscello, essa va in cerca di uno sbocco. L’energia originale si trasforma in un altro tipo di energia – spostamento- oppure si tramuta nel suo opposto, a causa della sensazione che quell’emozione e il bisogno originale non siano accettabili.
- È molto importante prendere coscienza di quelli che possono sembrare due bisogni contraddittori e rendersi conto che non sono necessariamente così, ma che fanno parte di una vita piena. La negazione prevalente, dovuta a falsi sensi di colpa, è presente nell’area del ricevere. Tutto ciò che si desidera ottenere per se stessi porta spesso con sé una vaga sensazione che questo non sia giusto. Quando il bisogno di ricevere è completamente disapprovato o negato, la sua controparte - il bisogno di dare, come parte di una vita ricca, sana e soddisfacente - non può svilupparsi. Negare il bisogno di ricevere fa sì che la psiche, da questo punto di vista, rimanga infantilmente egoista, per cui si viene a formare un’avidità unilaterale. All’avidità si può poi sovrapporre un falso dare compulsivo che - proprio perché sovrapposto e non frutto di una crescita naturale – crea un senso disarmonia, di risentimento, di autocommiserazione e invita a un ingiusto sfruttamento.
- Un buon esempio è il bisogno di espressione sessuale. Ne ho parlato in un altro contesto. A causa di false colpe, la sessualità di una persona può rimanere egoisticamente infantile ed è quindi incapace di fondersi con il bisogno di dare e ricevere amore e affetto. Di conseguenza, il bisogno sessuale viene negato e sovrapposto a bisogni sostitutivi.
- Sentirsi erroneamente in colpa per il bisogno naturale di ricevere, compromette automaticamente la vostra capacità di dare - non importa quanto vigorosamente e artificialmente possiate praticare il dare per soffocare il vostro senso di colpa. Questa menomazione incoraggia il falso presupposto che voler ricevere sia sbagliato, rinforzando così la negazione, lo spostamento e la sostituzione. Per ricapitolare: il dare non libero, compulsivo e problematico è spesso il risultato della negazione di un bisogno di ricevere. Quest’ultimo può essere diventato sproporzionatamente forte, proprio perché è ritenuto sbagliato e cattivo e quindi represso. Ogni individuo deve accertare specificamente in quale particolare aspetto della sua personalità questo risulta vero. Svelando tutto questo processo e prendendone coscienza, l’anima proverà un grande sollievo.
- Esiste un particolare conflitto, che è abbastanza comune, tra la compulsione a dare e il senso di colpa per ricevere. Queste due emozioni possono essere relativamente facili da riconoscere. La persona si sente trattata ingiustamente, sfruttata, vittimizzata, risentita, pur non essendo in grado di fermare la compulsione a dare e il senso di colpa per il desiderio di ricevere. Lui o lei si trova di fronte all’alternativa spiacevole di dare e risentirsi, oppure di ricevere e sentirsi non libero, inibito e colpevole. Non riesce a trovare la via d’uscita da questa situazione. Se questo è il caso, potete essere sicuri, amici miei, che non avete affrontato un’avidità egoistica sottostante, né avete pienamente compreso che l’avidità è semplicemente il risultato di una confusione che ignora il fatto che avete diritto a ricevere. Se questo conflitto viene risolto, il vostro dare sarà più libero, e così anche la vostra capacità di ricevere.
- Ho detto prima che se l’errore originale fosse pienamente cosciente, il disturbo sarebbe relativamente piccolo. Applichiamo questa verità a questo particolare aspetto della psiche umana. Se una persona potesse vedere chiaramente l’egoismo avido e infantile, e lo potesse esprimere in questo modo: "Dato che sono così egoista da volere tutto per me, non merito di ricevere" - il conflitto cesserebbe, anche prima che l’egoismo avido sparisca del tutto. Il solo fatto di essere consapevole dell’egoismo - e della sua conseguente conclusione sbagliata di abnegazione - permetterebbe alla persona di capire che, mentre l’avidità fino ad allora nascosta non è giusta, la misura successiva contro di essa - la completa abnegazione – è, all’estremo opposto, altrettanto sbagliata.
- Che si tratti dell’aspetto del dare e del ricevere, o di qualsiasi altro bisogno naturale e legittimo, e dell’espressione di sé, la nascosta unilateralità crea spesso un’unilateralità palese all’estremo opposto. Questa forma di sostituire il bisogno o l’emozione disapprovata con il suo opposto è molto frequente e sta alla base di molti conflitti che, nonostante le vostre varie scoperte, ancora non si dissolvono.
- Prendiamo un altro problema attuale: l’autoaffermazione. Supponiamo che un uomo si senta colpevole di esprimere la sua sana aggressività maschile, confondendola con l’aggressività insana e ostile. Egli si trova dunque nella seguente situazione e conflitto: desiste dall’esprimere il suo naturale bisogno di autoaffermazione maschile nella confusione che questo lo renda sbagliato. Di conseguenza, si evira. La sua debolezza provoca disprezzo di sé e risentimento verso gli altri, che egli incolpa per gli effetti spiacevoli della sua debolezza. Oppure, decide di esprimere l’aggressività, ma poiché sente vagamente che questo è "poco gentile" o "poco spirituale", vacilla. Questo vacillare, di per sé, rende problematica l’espressione dell’autoaffermazione - l’indipendenza, la sana aggressività naturale - perché il suo stesso atteggiamento verso di essa è incerto, che ne sia o no consapevole. Inoltre, i suoi risentimenti - il risultato della soppressione della sua aggressività naturale - si mescolano ora alla confusione. Non esprime più l’aspetto sano dell’aggressività, ma piuttosto una versione negativa di essa.
- Alcuni dei miei amici sul sentiero hanno raggiunto il punto in cui riconoscono di avere un conflitto tra due alternative insoddisfacenti: la debolezza contro l’ostilità. Essi n riescono a trovare la via d’uscita finché non si rendono conto di aver negato il loro bisogno originario di esprimere la naturale aggressività maschile, senza sapere che si tratta di un sano bisogno. Quando date all’aggressività il diritto di esistere, non avrete motivo di sentirvi ostili, quindi esprimere l’aggressività più non vi creerà più sensi di colpa. Sarete anche in grado di fare la distinzione tra la legittimità di questo bisogno e l’uguale legittimità del bisogno di interdipendenza, rinuncia e flessibilità. Questi ultimi aspetti sono negati con più forza dalla persona che si indebolisce a causa del suddetto malinteso. Egli sostituisce alla debolezza e alla vergogna il suo corrispondente, cioè una "forza" esagerata. Confonde la flessibilità, l’adattabilità, la capacità di accettare consigli, con la debolezza, e la rigida testardaggine, con la forza. Oscilla costantemente tra il cedere nel momento e nel luogo sbagliato (e questo perché disapprova le sue tendenze aggressive) e l’affermarsi dove la ragione indica che farlo è dannoso.
- Oltre alla propensione a sostituire una tendenza opposta a quella che viene negata, un’altra forma di spostamento è lo spostamento di un bisogno in un altro canale. Ovunque vi sia un esagerato coinvolgimento che disturba la pace interiore e/o esteriore, un coinvolgimento che lascia inappagate altre funzioni importanti della vita, si può essere sicuri che vi è stato uno spostamento. Prendiamo di nuovo alcuni esempi illustrativi. Un’eccessiva preoccupazione per le proprie capacità creative difficilmente lascia spazio per esprimere altri bisogni, indipendentemente da quanto costruttiva possa essere di per sé questa espressione. Tale enfasi eccessiva può essere un’indicazione di un bisogno negato in un’altra area della personalità. L’attrito interiore che ne risulta può divenire evidente solo gradualmente, dopo un grande sviluppo dell’autoconsapevolezza. La tensione, la frustrazione, il malcontento, l’inspiegabile ostilità, la reazione eccessiva - quando è chiaro che l’intensità dell’emozione non è commisurata alla situazione, eppure non si è in grado di gestirla - o l’intorpidimento e l’impoverimento dei sentimenti in altre aree, sono indicazioni frequenti di un attrito interno a voi stessi, che è il risultato della negazione di un bisogno legittimo. L’attrito esterno con il proprio ambiente è spesso un ulteriore risultato.
- Ci sono molte possibili ragioni per negare o ignorare la legittimità del bisogno originale. Quali che siano le circostanze specifiche, le influenze dell’infanzia o le immagini personali, dovete riconoscere che questo bisogno originario esiste, anche se avete paura di riconoscerlo. In periodi precedenti della vostra vita il bisogno può essersi manifestato in modo chiaro, mentre ora può manifestarsi in una forma spostata. Se siete veramente desiderosi di conoscere la verità su voi stessi, non sarà troppo difficile allineare i sentimenti del bisogno originale negato, con i sentimenti del bisogno sostitutivo. Fare ciò vi porterà un incommensurabile pace e sollievo.
- Potete essere spaventati dall’amore e sostituire il vostro bisogno di esso con l’espressione di un talento. Non sapete che c’è spazio per entrambi - e per molte altre forme di espressione - nella vostra vita emotiva. La vostra paura di riconoscere il bisogno originale vi costringe ad abbandonare un bisogno diverso, ma ugualmente legittimo. Può darsi che vi manchino ancora le informazioni necessarie sui vostri malintesi e le idee sbagliate che sono responsabili della vostra paura dell’amore. Avete paura di essere costretti ad immergervi in esso quando riconoscete l’esistenza di questo vostro bisogno. Perciò fate di tutto per non riconoscere lo spostamento - o se lo riconoscete, lo fate solo in modo piatto e razionale. Ignorate anche il danno che vi infliggete, a parte la brama perpetua a cui vi esponete.
- Qualsiasi fallimento, ferita, rifiuto o delusione provoca una sofferenza infinitamente più profonda nell’area spostata rispetto alla sofferenza connessa al bisogno originale. Se siete pienamente consapevoli dell’espressione della vostra psiche - "Ho ancora paura di amare. Non capisco ancora bene perché e quindi non sono pronto ad amare e ad essere amato. Ma so che l’amore è un bisogno universale. Cosa mi provoca la sua negazione? Come sento veramente questa mancanza? Quante delle mie emozioni coinvolte nella mia sostituzione appartengono effettivamente al bisogno d’amore?" - la vostra crescente pace, intuizione e capacità di far fronte a questioni con le quali prima non potevate far fronte, dimostreranno quanto sia essenziale vivere nella verità. Anche se riuscite ancora a sottrarvi all’amore, otterrete comunque il pieno possesso di voi stessi non sottraendovi alla verità. Così eviterete di accumulare evitabili colpe reali e di mettervi inutilmente sotto il potere di influenze dannose che incoraggiano tutto ciò che è veramente dannoso in voi.
- Lo spostamento dei bisogni originari in canali differenti può assumere varie forme, a parte l’esempio citato sopra. La paura dell’amore può, in altre personalità, creare un’enfasi eccessiva, un bisogno esagerato di espressione puramente sessuale. Una compulsione per il sesso può anche essere una negazione del proprio bisogno di affermarsi, o del bisogno di sviluppare un talento creativo. Un bisogno sbilanciato e unilaterale di spiritualità e isolamento può essere la manifestazione di bisogni spostati in uno qualsiasi dei suddetti aspetti: paura dell’amore, del sesso, dell’autoaffermazione, dell’espressione della propria vocazione. La paura, ripeto, è il risultato che deriva dall’ignorare che tutti questi bisogni, e altri ancora, sono in sana interazione, naturali e universali, e quindi non sono motivo di colpa e negazione.
- Un bisogno generalmente ignorato è quello della gratificazione dell’io. Le persone più illuminate hanno l’impressione che qualsiasi bisogno di essa indichi nevrosi, disturbo, immaturità. Nella personalità ben funzionante, il bisogno di gratificazione dell’io è riconosciuto, ma non è esagerato a spese di altre funzioni ed espressioni del sé. La mancanza di capacità di dare all’io la sua necessaria gratificazione risulta dall’ignorare la sua esistenza sana e non esagerata. Essere dipendenti da persone che non riescono a soddisfare questo vostro bisogno è il segno che l’io ignora il suo giusto posto nello schema generale. Tuttavia, se siete in grado di riconoscere: "Ho bisogno di una certa misura di approvazione, di un certo grado di gratificazione del mio io", è probabile che, se non vi sentite in colpa per questo, lentamente si apriranno delle strade per offrirvi questo appagamento. E sarà poi infinitamente più facile trovare certi meccanismi in voi stessi che impedivano l’appagamento di questo bisogno, certi modelli di comportamento distruttivi che non riuscivate a vedere, una volta che potete riconoscere questo bisogno senza sensi di colpa.
- È della massima importanza, amici miei, verificare tutti i vostri bisogni - fino a che punto sono soddisfatti, fino a che punto non sono soddisfatti. Pensate alla varietà dei bisogni universali, e poi vedete se avete dato a tutti loro il giusto posto. Verificate quali bisogni particolari vi fanno sentire in colpa e vi fanno vergognare. Verificate quali bisogni sono destinati a rimanere insoddisfatti a causa delle vostre immagini personali, dei problemi più importanti, dei conflitti irrisolti, delle pseudo-soluzioni e dell’immagine idealizzata di voi stessi. Esaminate ulteriormente i vostri spostamenti personali. Come avete spostato i vostri bisogni - sostituendolo con l’opposto o spostando il bisogno o il sentimento negato in un canale diverso - e in che misura? Poi guardate i vostri spostamenti partendo dall’approccio opposto. Esaminate i vostri attuali coinvolgimenti negativi, le emozioni disturbanti, le impasse da cui non riuscite a districarvi perché le alternative a vostra disposizione - sia interne che esterne - sono ugualmente insoddisfacenti. Quali possibili bisogni reali sono alla base di tale nucleo? Quali bisogni sono diventati sproporzionatamente forti a causa della negazione e del falso senso di colpa?
- Il valore di un tale modo di affrontare se stessi non può essere misurato, amici miei. Vedo che per tutti voi è della massima importanza intraprendere questo passo vitale. Molte situazioni negative persistenti sono il risultato del fatto di averle ignorate. Dopo aver guadagnato più ampie comprensioni, i vostri problemi permanenti di personalità e i vostri fallimenti richiedono spesso solo l’applicazione finale di questi principi prima che una vera e liberatoria trasformazione possa avere luogo. Questo processo è anche il modo migliore per accrescere la vostra capacità di accettarvi in uno spirito di realismo.
- Lo spostamento e la sostituzione non avvengono solo in rapporto ai propri problemi fondamentali, le immagini principali, i conflitti innati, tutti in attesa di essere compresi per essere risolti, ma si applicano anche a situazioni temporanee. Dopo una forte delusione, un individuo può negare un bisogno fino ad allora accettato e, successivamente, spostare la relativa energia in un canale diverso. Va da sé che un problema fondamentale della personalità può, in qualche modo, essere collegato a questo modo di reagire. Tuttavia, lo spostamento può non essere permanente. È di uguale importanza essere consapevoli degli spostamenti situazionali, altrimenti può nascere la negazione permanente di un bisogno e la sua sostituzione.
- Questi spostamenti temporanei possono verificarsi, in particolare nel corso del vostro sentiero, come fase intermedia. Prendiamo ancora un esempio. Supponiamo che abbiate un problema di coppia, una difficoltà a relazionarvi con l’altro sesso. Supponiamo inoltre che prima di iniziare a progredire su questo cammino, le vostre pseudo-soluzioni, la vostra immagine idealizzata di sé, i vostri meccanismi di difesa vi abbiano dato una certa misura di appagamento nonostante l’esistenza del problema. Naturalmente, tale appagamento era limitato, problematico, carico di tensione e, alla fine, deludente. Non può essere altrimenti se si cerca di risolvere un problema con i mezzi sbagliati. Ciononostante, vi è stata una certa misura di appagamento. Il progresso in questo lavoro comincia a dissolvere in misura considerevole le pseudo-soluzioni, l’immagine idealizzata di sé, i meccanismi di difesa, ma il problema originale può non essere stato ancora completamente elaborato e compreso ai livelli più profondi del vostro essere. Né siete del tutto consapevoli dei vostri bisogni e del loro giusto posto nella vostra vita. Quindi, nel frattempo, vi trovate in una fase transitoria che può confondervi. Sapete di essere cresciuti, eppure sperimentate un vuoto più grande di prima in questo settore specifico della vostra vita. E non sapete perché le cose stanno così. I vostri bisogni vengono ora meno soddisfatti di prima, ma poiché non riconoscete con chiarezza questo fatto, la corrente energetica si sposta verso un altro canale.
- Non essere consapevoli del vostro bisogno originario e del fatto che non viene appagato, è destinato a farlo attaccare ad un’altra situazione. Forse causa uno stretto sovracoinvolgimento con il vostro lavoro, causandovi troppe reazioni intense. O forse produce un coinvolgimento eccessivo con una particolare amicizia in cui si spostano tutti i sentimenti e i bisogni.
- Non basta essere consapevoli in modo generale di un insoddisfatto bisogno di avere una relazione di coppia. Bisogna riconoscere in modo specifico che diversi altri bisogni sono incorporati in questa espressione. Per esempio, a parte il principio del piacere, vi è il bisogno di essere necessari e importanti; il bisogno di dare e ricevere; il bisogno di essere protetti o tutelati - o entrambi; il bisogno di autogratificazione. Tutti questi sono bisogni legittimi, a condizione che non siano sovradimensionati e che uno non sia sproporzionato rispetto all’altro. Per esempio, se il bisogno di auto-gratificazione in una relazione è sproporzionatamente più forte del bisogno di dare e ricevere amore, affetto e piacere, tale squilibrio deve essere riconosciuto e occorre trovarne la ragione. Anche quando tutti questi vari bisogni di coppia interagiscono in modo sano, l’intero nucleo di bisogni potrebbe essere inconsapevolmente spostato in un altro canale, se questi vengono ignorati nella nuova fase traferita. Naturalmente, tutti questi bisogni potrebbero essere soddisfatti in una certa misura e in una forma diversa, nella nuova area in cui sono stati trasferiti. Essere pienamente consapevoli della sostituzione renderà lo spostamento innocuo, persino sano e necessario. Ma ignorare il processo non può che creare enormi e inutili disagi e confusioni.
- Se un capo, un impiegato, una persona per cui lavorate, un amico o un gruppo di persone, o un’attività o un interesse devono fornirvi tutti i bisogni insoddisfatti del compagno mancante, non potete che divenire ipersensibili, ansiosi, ostili, insicuri. Ogni piccolo affronto, o apparente affronto, vi farà molto più male che se foste consapevoli di ciò che sta succedendo in voi. Tale consapevolezza vi farà accettare con gioia quegli appagamenti che possono essere sostituiti, senza che vi aspettiate ciò che non è possibile aspettarsi. Eviterete quindi la delusione e la frustrazione.
- Non voglio dire che il principio del piacere possa essere spostato in un altro sbocco nella sua forma originale - certo che no. Esso si trasforma. Un desiderio di lusso può essere una tale trasformazione, o un desiderio di cibo e bevande. La piena consapevolezza di questo cambiamento diminuirà l’intensità e la tensione, anche se il bisogno spostato deve trovare un altro sbocco fino a quando non può essere soddisfatto nel suo modo naturale.
- Facciamo un altro esempio, supponiamo che il vostro problema principale sia la difficoltà di dare il meglio di voi stessi. Nel corso di questo lavoro avete trovato e dissolto l’immagine idealizzata di voi stessi, le pseudo-soluzioni, ecc. Quindi, il piccolo e precario successo che avevate prima è ora temporaneamente diminuito. Ora vi è più difficile affermarvi perché le difese non funzionano più, ma non avete ancora trovato la chiarezza per riconoscere i vostri veri bisogni senza immaginarvi conseguenze terribili e crearvi falsi sensi di colpa. Ora capite che le vostre realizzazioni, precedentemente limitate, non erano una soluzione soddisfacente. Queste esperienze, piene di tensione e di ansia, sono sempre fallite senza comprenderne veramente il motivo. Ora lo sapete. Ma non siete ancora in grado di esprimere le vostre capacità e i vostri talenti senza avere conflitti e incertezze. Ci vuole un po’ più di intuizione e comprensione prima che possiate farlo. In questa fase intermedia, in cui vi trovate più frustrati di prima, i rispettivi bisogni rimangono senza sbocco. Inconsciamente, cercate un canale sostitutivo.
- Di nuovo, è importante riconoscere i vari bisogni collegati a questo tema dell’autoespressione professionale. A parte il bisogno di guadagnarsi da vivere, che è il più ovvio e il più facilmente riconoscibile, ce ne sono anche altri: il bisogno di realizzarsi in modo creativo, il bisogno di gratificare l’io e quello di autostima, il bisogno del piacere di realizzarsi, il bisogno di avere responsabilità e di affrontare le sfide, il bisogno di autoaffermazione, così come il bisogno di cooperazione e interazione. A condizione che un bisogno non sia sproporzionato rispetto agli altri, tutti hanno il loro giusto posto e non dovrebbero causare sensi di colpa. Se non riconoscete questi bisogni, li sposterete su una relazione o un’attività secondaria. Come nell’esempio precedente, lo spostamento in sé non può nuocervi, purché ne siate pienamente consapevoli. Questo vi salva da un’indebita reazione eccessiva, dalla tensione, dalla frustrazione, dal disagio e dallo squilibrio interiore che è sempre il risultato di una mancanza di autoconsapevolezza.
- Guardate alle vostre attuali attività e relazioni in questa luce. Verificate ogni possibile reazione eccessiva, ansia persistente o frequentemente ricorrente, e altre emozioni negative. Poi esaminate e riflettete profondamente sui bisogni che stanno dietro la vostra attività o la relazione. Sarà allora possibile trovare e determinare in modo chiaro lo spostamento. È particolarmente importante accertare fino a che punto sentite che non dovreste avere questi bisogni, e se vengono distorti o meno perché li negate.
- È anche essenziale verificare i vari strati della sovrapposizione e sostituzione. Più si sperimentano questi vari strati a livello emotivo, e si comprende il loro vero significato, e prima è possibile sentirsi appagati. Tuttavia, la mancata gratificazione dei propri bisogni non è tanto penosa quanto il credere, consciamente o inconsciamente, che i bisogni frustrati siano necessariamente dolorosi. Questa è una delle ragioni predominanti per cui si reprimono i bisogni - credendo che così cesseranno di esistere. Reprimendo i bisogni, si suppone che l’immaginato dolore della frustrazione venga eliminato. In realtà, lo spostamento e la sostituzione si traducono in una sofferenza molto più grave e amara di quanto non lo sarebbe una rilassata ammissione di un mancato appagamento.
- Consideriamo ora la presenza di vari strati della sostituzione. In origine c’è il bisogno. Questo è uno strato. Ma voi potete - in modo inconsapevole o vagamente consapevole - sentite che voi, quale persona sana e matura, che non dovreste averlo, perciò ne negate l’esistenza. Questa negazione è lo strato successivo. Per far sì che la negazione vi riesca, create il suo opposto amplificato. Non solo cercate di convincervi che il bisogno non esiste, ma lo "dimostrate" enfatizzando l’opposto. Questo, poi, diverrà compulsivo. Questo è il terzo strato. Come ulteriore risultato, dovranno poi sopraggiungere il risentimento e l’insoddisfazione - il quarto strato. Come quinto, arriva il senso di colpa per questo risentimento. Come sesto, vi è poi confusione perché non si riescono ad affrontare tutte queste emozioni così forti. Esse sono semplicemente il risultato della negazione del bisogno, o del sentimento originale.
- Lo spostamento, come descritto qui, è per così dire, orizzontale. Uno strato copre l’altro. Lo spostamento verticale sostituisce, invece, una forma di autoespressione con un’altra.
- La compulsività è il risultato di spostamenti sia verticali che orizzontali. L’intensità della tensione risultante da tali spostamenti si applica ad entrambe le forme. Se avete paura di essere rifiutati in amore e, successivamente, spostate quella particolare corrente energetica nel canale del successo professionale, il minimo rifiuto reale o immaginario nella vostra carriera fa infinitamente più male di un rifiuto reale nella vostra relazione.
- La trattazione di un tale argomento deve, per forza di cose, essere molto semplificata. Quando si tratta delle dinamiche della psiche umana, vanno presi in considerazione moltissimi dettagli. Non è più una questione di chiara negazione o accettazione. La consapevolezza è spesso una via di mezzo - una mezza misura che non è più soddisfacente di una completa mancanza di consapevolezza di questi processi.
- Se vi trovate coinvolti in una particolare situazione, esaminatela dal punto di vista di cui vi sto parlando. Riconoscere i vostri bisogni - anche se forse non siete ancora in grado di distinguere tra bisogni e atteggiamenti emotivi, distorti o sani - ma riconoscerli nel bene e nel male, inevitabilmente va ad alleggerire la situazione coinvolta in un eccesso di intensità e in emozioni dolorosamente contorte e contrastanti. Potete anche cercare con tutte le vostre forze di capire una situazione dolorosa e complessa analizzando voi stessi e l’altra persona, ma finché non trovate la pace, potete ben essere sicuri che qualcosa è stato spostato.
- Vedere tutto questo più e più volte, in misura più o meno maggiore, amici miei, rende questo argomento particolarmente utile. Per quanto abbiate una buona volontà e per quanto sinceramente vi sforziate, spesso non riuscite a guardare nella giusta direzione. Molto di ciò che vi ripeto spesso, ve lo dimenticate proprio quando vi è più necessario.
- Recentemente ho discusso l’argomento del transfert. Naturalmente, il transfert è anche una forma di spostamento o sostituzione. Ma il fenomeno delle emozioni trasferite spesso non viene riconosciuto nel suo pieno significato e nei dettagli. I bisogni spostati vengono trasferiti proprio come si potrebbero spostare, o trasferire, le emozioni che si avevano originariamente per un genitore, su un’altra persona. Nella lezione sul transfert ho detto che è necessario identificare un’emozione negativa e persistente verso una particolare persona, e che questo non può essere risolto solo scoprendo che originariamente si sentiva la stessa emozione in modo simile verso un genitore, ma non si osava ammetterlo. Nel momento in cui permettete a voi stessi di sentire l’emozione originale verso il genitore in associazione con la nuova persona, la situazione negativa coinvolta dovrà man mano chiarirsi. Nel frattempo, siete notevolmente cresciuti lungo il processo di riconoscimento della verità dentro di voi. Lo stesso meccanismo funziona con le emozioni e i bisogni spostati.
- Avete delle domande?
- DOMANDA: Ho la sensazione che, a causa della mia infanzia, ho in me un’avidità infantile che si manifesta in un bisogno di ricevere una considerazione speciale. Sto spostando o sovrapponendo questo bisogno originale?
- RISPOSTA: Sì, hai proprio ragione. Fino a poco tempo fa hai negato completamente questa avidità infantile, tanto che hai decisamente passato il limite, negandoti ogni gratificazione e appagamento. Ti senti profondamente colpevole, non solo per questa parte di te ancora non sviluppata, in cui esiste questa avidità infantile, ma anche per il legittimo, sacrosanto desiderio di ricevere. Ti senti in colpa tanto per l’uno quanto per l’altro.
- Il fatto che tu possa anche solo fare questa domanda indica un enorme passo avanti e una nuova grande apertura nella comprensione in te stesso, una chiarificazione. Questo si rivelerà di un’importanza cruciale, molto più di quanto ti possa rendere conto in questo momento. È davvero una soglia.
- DOMANDA: Nel rapporto con una nuova persona, come si può essere sicuri che non si sta facendo un transfert da un genitore?
- RISPOSTA: Si può essere sicuri solo esaminando profondamente i propri sentimenti e accertando i parallelismi e le somiglianze delle proprie reazioni. Ma una relazione non deve essere evitata per il fatto che può contenere anche elementi di emozioni trasferite. Non solo si può crescere anche in una tale relazione, in particolare quando si è vigili verso se stessi, ma di solito esistono anche sentimenti spontanei per la nuova persona, il che può ancora rendere la relazione gratificante per entrambi. Nella misura in cui si conosce se stessi, la relazione diverrà più reale, e sempre meno una ripetizione di vecchi schemi.
- Ti consiglierei anche di esaminare le tue motivazioni inconsce rispetto a questa domanda. Forse speravi di sentire che un legame con qualcuno è effettivamente solo un transfert, e quindi non va bene. Avresti pensato che questa risposta ti avrebbe semplificato alcune questioni inquietanti.
- Anche se non è completamente nuovo, questo argomento può aprire molte più porte ai miei amici, rispetto ad un’introduzione di un argomento completamente nuovo. È essenziale per tutti voi lavorare su questo materiale.
- Lasciate che vi lasci con le mie amorevoli e calorose benedizioni per tutti voi, nel modo più appropriato per ognuno di voi - anche per coloro che leggono questa conferenza. Che tutti voi possiate ricevere e sentire questo amore, anche se alcuni di voi - a causa dei problemi attuali e dei vari coinvolgimenti che vi rendono temporaneamente ciechi - non si rendono conto di quanto io sia con voi e per voi! Siate benedetti, siate in pace, siate in Dio.
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