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Lez. 111 - La sostanza dell'anima: affrontare le pretese

Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
1 febbraio 1963

Traduzione in italiano di Daniele Buratti
Revisione non ancora effettuata
Edizione Dicembre 2020

  1. Saluti, amici carissimi. Siate i benvenuti. Benedizioni a tutti voi.

  2. Vorrei innanzitutto parlare della differenza tra un’anima sana e una malata, da un punto di vista spirituale. Che le mie parole possano dare agli amici una comprensione più profonda per agevolare il loro ulteriore sviluppo e crescita interiore.

  3. Quando un bambino arriva su questa terra, la sua anima è molto malleabile e morbida. In questa sostanza dell’anima si trovano tutti i potenziali: i talenti, le qualità, le tendenze, le caratteristiche, nonché i problemi irrisolti. È in base a queste potenzialità - positive e negative - che l’entità cresce. La sostanza malleabile e morbida dell’anima è, per sua natura, molto influenzabile. Pertanto le esperienze dei primi anni di vita avranno un impatto maggiore o minore a seconda dei potenziali latenti. Laddove l’anima è potenzialmente sana e forte, le esperienze negative non causeranno molti danni. L’esperienza viene registrata e assimilata in modo realistico, affinché la personalità apprenda e cresca grazie all’esperienza più o meno felice. Laddove il potenziale latente è positivo, la relativa sostanza dell’anima non verrà scalfita nemmeno da un evento all’apparenza nocivo. Non resteranno segni permanenti, se non il vantaggio di aver acquisito una più ampia comprensione.

  4. Tuttavia, laddove il potenziale latente è costituito in gran parte da problemi irrisolti, la sostanza dell’anima non è resiliente, e le varie esperienze creano delle ammaccature profonde che vengono incorporate nella sostanza dell’anima. Se ricordate le lezioni su come si formano le immagini, capirete meglio quel che sto dicendo.

  5. Quando l’esperienza viene impressa in una sostanza dell’anima non resiliente, l’intero meccanismo psichico si basa su di essa e ne esaspera il valore reale. Nel processo mnemonico, quando l’immagine si forma nell’anima, si generalizza, e dunque si falsifica, l’evento accaduto una singola volta. In quel momento si innesca uno schema distruttivo che permane finché non si appiana l’ammaccatura nella sostanza dell’anima. Una guarigione è possibile solo impegnandosi, come fate voi, attraverso un’attiva scoperta di se stessi.

  6. Parliamo ora di flessibilità e rigidità. La flessibilità è la qualità di una sostanza dell’anima resiliente, elastica e sana. Ma ci sono due tipi di rigidità, e sarà molto utile capirne la differenza. Il primo tipo di rigidità si basa su queste circostanze: se l’anima è esposta di continuo a suggestioni profonde che non riesce ad assimilare, e che quindi creano delle ammaccature che vengono incorporate nella sostanza dell’anima, l’effetto sulla personalità è pesante. Dunque delle circostanze sfavorevoli provocano una sofferenza sproporzionata ai fatti accaduti, e l’anima soffre più del necessario. Ma anche le suggestioni favorevoli possono avere effetti pesanti. Vi sentite di sicuro sovreccitati quando vi capita qualcosa di buono: è un effetto dirompente. Non ce la fate ad assimilare l’esperienza; ne sentite il peso eccessivo e la cosa vi rende inquieti. L’assimilazione e la digestione, in questi frangenti, sono così lente da coinvolgere tutte le vostre facoltà, arrestando così la crescita e il funzionamento di altri aspetti della psiche.

  7. Affrontare un’esperienza che normalmente richiederebbe solo un po’ di attenzione e di investimento, lasciando parte delle vostre facoltà libere di occuparsi di altri aspetti del vivere e dell’essere, diventa un compito in cui ogni forza interiore è dirottata verso un evento relativamente poco importante. Il fatto che vi sentiate gioiosi e gratificati per l’evento non cambia il fatto che si disperda una certa quantità di energia. Ciò produce una sorta di irrequietezza, un aggrapparsi all’esperienza che blocca il moto dell’anima. Potrebbe non avvenire a livello cosciente, ma se osservate bene le reazioni interiori scoprirete quel tipo di apprensione. Forse saranno solo dei pensieri intensi su un evento trascurabile; potreste non riuscire a lasciar andare il suo impatto emotivo, o a perdonare e dimenticare. Ma soprattutto si mette in moto una procedura molto più sottile, una reazione automatica che non è commisurata all’evento. L’esperienza di una volta viene erroneamente applicata a un evento di natura totalmente diversa. In breve, qualcosa che vi ha spaventato una volta vi farà provare ancora spavento per un evento esterno totalmente diverso dal primo. Tali reazioni automatiche, che avete iniziato a osservare in voi e a capire, sono l’evidenza di una sostanza dell’anima troppo malleabile che non è cresciuta in modo sano, vale a dire sviluppando una elasticità durevole.

  8. Una sostanza dell’anima troppo tenera causa dolore a livello conscio e inconscio. Poiché l’effetto è nocivo, la psiche cerca di porvi rimedio. I rimedi inconsci sono spesso più distruttivi del male originario, come lo sono, ad esempio, le pseudo-soluzioni. Il finto rimedio, in questo caso, è erigere un muro artificiale di protezione per difendersi da colpi continui e pesanti che provocano ammaccature dolorose nella sostanza dell’anima, vissute come "ipersensibilità". Il muro è duro ma fragile; ostacolando il sentire e lo sperimentare, esso provoca il primo tipo di rigidità.

  9. Il secondo tipo di rigidità è prodotto da una condizione dell’anima che non riesce ad assimilare l’esperienza e che, anzi, vi resta attaccata. Se l’ammaccatura dell’anima è tanto profonda da non riuscire a lasciarla andare, la preoccupazione per l’esperienza vissuta esclude aspetti importanti della realtà. Si vede e si valuta solo quella parte della realtà che sembra disturbare di più, escludendo altri aspetti importanti che servirebbero a capire l’accaduto nella sua globalità. Se l’anima è nella sofferenza, è inevitabile che si faccia una valutazione limitata e soggettiva. La sofferenza rende impossibile una visione ampia e veritiera. Dunque il secondo tipo di rigidità è fatto di univocità e incapacità di percepire in modo diverso. Si riesce a gestire solo ciò che si vede e si percepisce nell’immediato, in base all’area ipersensibile della vulnerabile sostanza dell’anima. Ogni altro aspetto della situazione, o dell’altra persona coinvolta, viene oscurato. Se solo si facessero emergere quegli aspetti la visione sarebbe molto più oggettiva. Ma non ci si riesce, poiché si è troppo presi dagli spiacevoli effetti dell’ammaccatura della sostanza dell’anima.

  10. Quando vi duole una parte del corpo, voi concentrate lì tutta l’attenzione, ignorando le altre parti. Lo stesso accade con il processo dell’anima. La cosa è resa più complicata dal fatto che qui abbiamo a che fare con reazioni molto sottili e inconsce, che possono essere verificate solo se e quando riuscite a entrare abbastanza in sintonia con i vostri meccanismi interni.

  11. Per riassumere la differenza tra i due tipi di rigidità: una attenua la capacità di sentire e sperimentare; l’altra esagera la prospettiva e l’esperienza, tanto da limitare fortemente la vostra percezione della realtà. Spesso le persone hanno entrambe le rigidità in modalità alternata e simultanea, l’una causata dall’altra e sovrapposte. A volte una prevale sull’altra. In quel caso la si può identificare abbastanza agevolmente.

  12. Quando prevale il secondo tipo, ce se ne accorge perché si insiste sui dettagli e si notano solo alcuni aspetti degli altri e di situazioni che potrebbero, di per sé, essere validi; ma la percezione è incompleta perché si trascurano altri aspetti. Potrebbe valere anche per il vostro atteggiamento verso persone e situazioni con cui non vi sentite coinvolti, ma voi siete talmente condizionati a reagire in quel modo (poiché la vostra sostanza dell’anima non è resiliente), che non riuscite a reagire altrimenti. Una sostanza dell’anima troppo malleabile vi rende incapaci di adattarvi a circostanze che si evolvono di continuo, che non riuscite a vedere né a valutare perché condizionati a reagire unicamente all’impronta rimasta nella sostanza dell’anima. Ciò vi impedisce di abbandonarvi al flusso perenne della vita, di essere nella verità e nella realtà. Per fluire con la vita, la materia dell’anima deve avere una sana elasticità per assimilare rapidamente gli eventi avversi in base al loro effettivo significato.

  13. Non serve dire che una sostanza dell’anima sana non si ottiene con un semplice atto di volontà, ma trovando e modificando idee erronee, pseudo-soluzioni e distorsioni. Per facilitare il processo, è molto importante vedere in questa luce le reazioni sane e malsane della sostanza dell’anima. È inoltre necessario riconoscere i due tipi di rigidità. Sarà molto utile percepirne la differenza dentro di voi. Sono differenti, hanno un "sapore" diverso, per così dire. Come detto in precedenza, potrebbero coesistere. L’una potrebbe insorgere come controreazione all’altra. All’inizio troverete il fragile muro di rigidità. Non aspettatevi che nasconda una flessibilità sana. Preparatevi a trovare l’altro tipo di rigidità che, lì per lì, vi potrebbe sembrare l’esatto opposto della rigidità, essendo fatta di una sostanza oltremodo tenera. Ma a un esame più attento vedrete che proprio quella tenerezza, scevra di una sana resistenza, non molla le suggestioni registrate. Suggestioni che voi state sempre a rimuginare e da cui siete costantemente influenzati, anche se obsolete. Così la sostanza dell’anima diventa rigida. Esagerare la verità porta falsità nei due sensi. Questo vale per tutto, e se ne è spesso parlato in diversi altri contesti correlati a questo. Qui la resistenza eccessiva del fragile muro pseudo-protettivo produce effetti simili a quelli di una insufficiente resistenza della sostanza dell’anima iper-malleabile.

  14. Come vi potete confrontare con la vita se non siete nella realtà? Come essere nella realtà se c’è in voi una di queste rigidità? Come potervi adattare al flusso in continua evoluzione della vita? Come valutare i fatti in modo oggettivo e percepirli nella verità? Niente di questo è possibile, se la sostanza dell’anima si lascia intaccare tanto facilmente da incorporare una suggestione di poco conto che poi determina come reagite agli eventi. In tal modo distorcete la relazione tra l’evento e la vostra reazione verso di esso.

  15. Vi ho mostrato una nuova prospettiva sui meccanismi interni che vi sono già familiari. Una maggiore comprensione può risultare molto utile per imprimere un nuovo impulso al vostro lavoro nel Sentiero.

  16. Permettetemi di concludere con una breve descrizione di come appare un’anima sana rispetto a una malsana, vista da questa prospettiva. L’anima sana ha una forma arrotondata, liscia e uniforme, e ha una sostanza elastica: un misto di morbidezza resiliente e salutare. Questa combinazione produce le condizioni ideali per affrontare la vita con una capacità di sperimentare nel profondo che vi fa assimilare rapidamente, così che siete sempre pronti a recepire nuove impressioni e nuove esperienze.

  17. L’anima malsana ha una forma irregolare, con protuberanze dure come croste. La sua sostanza è così malleabile, appiccicosa e pastosa che conserva ogni impronta, ed è incapace di ricostituire una superficie priva di impronte e resistente come era in origine.

  18. Durante il lavoro tanti di voi hanno capito che le reazioni malsane sono artificiose. È molto più difficile reagire in modo artificioso che in modo naturale. Ma se ne avrete la percezione - e all’inizio accade di rado - avrete fatto un passo decisivo verso la crescita e l’autorealizzazione. In quell’attimo capirete quanto sia faticoso sostenere le pseudo-protezioni e le pseudo-soluzioni. Quanto più facilmente, e in maniera quanto più affidabile e sicura vi guida nella vita il vostro essere naturale! Ma non dovete confonderlo con la linea di minor resistenza o con il cedere agli istinti distruttivi. Prima che abbiate conseguito determinati livelli di chiarezza interiore, potreste fraintendere una siffatta affermazione. Ma una volta che avrete acquisito questa capacità di visione, grazie al progresso costante e alla crescita organica a cui vi condurrà un lavoro tenace, capirete e sperimenterete una volta per tutte la verità che le pseudo-soluzioni sono faticose e che consumano energia, mentre sperimentare il sé reale è facile e sicuro. Lo ripeto, perché voi tendete a sottovalutare l’importanza delle vostre intuizioni. Vi prego di ponderarle. Fate caso a quelle prime, sporadiche intuizioni, per comprendere il pieno valore e il profondo significato che esse albergano. Quelle intuizioni salutari, se paragonate ai modi di vivere distorti e zeppi di tensioni artificiali, sono la via migliore per curare la vostra sostanza dell’anima.

  19. Anche qui vedete come la consapevolezza di stare male porta alla salute, mentre non esserne consapevoli o il nasconderselo vi allontanano da essa.

  20. Ora vi vorrei parlare di un altro argomento connesso al precedente, poiché nell’anima umana tutto è correlato. Nel corso di questo lavoro abbiamo discusso spesso delle vostre pretese. Mi riferisco soprattutto a quelle pretese nascoste e inconsce di cui non siete consapevoli. Nel momento in cui le identificavate, spesso vi sorprendevate di scoprire quanto esse fossero esigenti nei confronti degli altri, di voi stessi e della vita. Spesso quelle pretese richiedevano tempo e impegno da parte vostra, e forse siete rimasti attoniti nello scoprire quanto fossero incompatibili con il concetto cosciente che avevate di voi stessi. Se non avete ancora raggiunto una piena coscienza delle vostre esigenze, forse dovreste indagare sotto questa luce particolare su quanto avevate scoperto in precedenza. Scoprirete uno squilibrio: da un lato le pretese eccessive, in quanto vi aspettate dagli altri più di quanto siete disposti a dare, benché vi affanniate a nasconderlo; dall’altro lato, le vostre aspettative potrebbero essere eccessivamente modeste. Questa è una conseguenza logica che viene da sé, e che si basa sulla qualità equilibratrice della legge interiore.

  21. Ma consideriamo ora un altro aspetto: le pretese nei vostri confronti. Come reagite quando vi vengono rivolte delle pretese? Come le gestite? Prima di proseguire diciamo che potreste essere inconsapevoli delle pretese che ricevete, tanto quanto lo siete di quelle che voi rivolgete agli altri. Il fatto che non siate consapevoli delle pretese ricevute non ne cancella l’effetto sul vostro modo particolare e interiore di gestirle. Di sicuro avrete una reazione forte, anche se non consapevole. Vi serve quella maggiore consapevolezza che si coltiva in un percorso come il nostro, la quale vi renderà finalmente consapevoli di come gli altri vi rivolgono le loro pretese, e anche di come voi reagite effettivamente alle loro.

  22. Il consiglio che dò agli amici che lavorano in questo intensivo è di dedicare attenzione al tema delle pretese. Osservate le vostre associazioni e le vostre relazioni da questa particolare prospettiva. Quando avvertite che vi si sta rivolgendo una pretesa, e che reagite in questo o in quel talaltro modo, è un passo avanti. Vi traccerò un percorso, anche se, naturalmente, non si potranno intraprendere i passi successivi finché non sarete pienamente consapevoli delle vostre pretese agli altri e delle pretese degli altri verso di voi, nonché delle vostre reali reazioni.

  23. Per comprendere le vostre reazioni, è bene vederle anche dalla prospettiva che vi spiegavo nella prima parte della lezione. Se la sostanza dell’anima è troppo morbida, se conserva indebitamente ogni suggestione - in questo caso, le correnti delle pretese che vi rivolgono gli altri -, se non riuscite ad assimilare, a valutare e venire a patti con l’effetto che gli altri hanno su di voi, allora le loro pretese hanno un impatto travolgente. O scambierete per pretesa qualcosa che pretesa non è, innescando una difesa interiore, o potreste accogliere le pretese più infantili e ingiustificate per evitare di sentirvi in colpa o evitare conseguenze non volute. Proverete comunque risentimento, ribellione e ostilità. Forse al momento non ne avete coscienza, oppure potreste non collegare quel sentire a come rispondete alle pretese che vi vengono fatte. Spesso, inconsciamente, avete talmente paura delle pretese (o della vostra compulsione ad accoglierle), e di ciò che potrebbe accadere se voi non le accoglieste, che vi affrettate a impostare una difesa.

  24. Eppure ogni volta che ricevete una pretesa scatta un allarme interiore, immaginario o reale che sia. Il senso di colpa e la paura non ve ne fanno prendere coscienza, e così non indagate su cosa abbia fatto scattare l’allarme. Anziché indagare con le facoltà mentali, rifiutate ciecamente la razionalità. Il vostro rifiuto non è tanto una reazione alle pretese in sé, ma piuttosto alla tentazione e all’impulso di cedere a esse. L’incapacità di discriminare è ciò che vi rende insicuri. Tenere nascosta la vostra reazione renderà ancor meno possibile il discernimento. La mancanza di fiducia in voi stessi vi rende incapaci di determinare e differenziare. L’insicurezza, a sua volta, proviene da una integrità compromessa.

  25. Una sostanza dell’anima non elastica e ipersensibile crea una tale avversione a gestire quel che la colpisce dall’esterno, che semplicemente lo esclude. Pertanto vi risulterà impossibile una salutare intercomunicazione con l’esterno.

  26. La vostra reazione alle pretese altrui potrebbe spaventarvi al punto da farvi tirare indietro da relazioni serie. È fondamentale capire che la paura del coinvolgimento può esistere non solo perché si ha paura di soffrire e di restare delusi, ma anche perché si ha paura di dover far fronte alle pretese altrui.

  27. Ora, amici miei, rendetevi conto che siete circondati dalle pretese. Più siete coinvolti, più le pretese si moltiplicano. Valutatele con calma, e vedrete che in alcuni casi le pretese altrui sono eccessive e infantili. In altre occasioni le pretese sono solo parte della comunicazione umana, e le paure e il rifiuto di impegnarvi sono ingiustificati. Una reazione del genere denota una pretesa eccessiva da parte vostra: desiderare i vantaggi di una relazione intima senza però concedersi nel vero senso della parola, benché forse, su un diverso livello, ci si conceda anche più del dovuto. In tal modo sbilanciate la vostra relazione. E poiché gli altri ricevono più del dovuto, le loro pretese si fanno via via più pressanti, mentre in voi si accrescono i sensi di colpa e il risentimento.

  28. Se la conoscenza di questi fatti non basta a permettervi di affrontare liberamente ogni pretesa che vi viene rivolta, cercatene la chiave nel vostro atteggiamento. In quale area ignoravate di avere delle pretese eccessive? Forse si trovano in un’area diversa, nascoste alla vista o giustificate in qualche modo. Per quanto sia importante determinare di non farcela a sostenere le pretese degli altri, da solo non basta. È altrettanto importante scoprire l’area in cui occultate le vostre pretese. Quando le troverete e trasformerete l’insensata avidità delle vostre aspettative infantili, sarete del tutto in grado di far fronte in modo più che adeguato alle pretese altrui, mantenendo così delle relazioni buone e profonde.

  29. E ora amici, avanti con le domande.

  30. DOMANDA: Vorrei una definizione chiara di cosa sia l’anima. Penso che chiarirebbe la lezione.

  31. RISPOSTA: Come sai esistono diverse interpretazioni, anche alquanto precise. Se a volte sembrano contraddittorie, è perché le parole sono troppo limitate per descrivere una dimensione inaccessibile al linguaggio umano. Non si potrà mai accedere alle dimensioni superiori con l’insegnamento verbale: occorre un’esperienza interiore la quale, a sua volta, diventa possibile solo se e quando saranno risolti gli errori e le distorsioni interiori.

  32. Lasciate che vi spieghi il concetto di anima come l’intendiamo noi. L’anima è la somma totale della personalità interiore: il pensiero, il sentire, le concezioni, il potenziale, gli atteggiamenti, i modelli, le caratteristiche, il temperamento, le emozioni, le idiosincrasie - tutto ciò che non è l’essere fisico. Include anche, ovviamente, i problemi irrisolti; ma non la copertura dei problemi irrisolti, le pseudo-soluzioni o le false difese. Queste cose non fanno parte dell’anima. Tuttavia la scelta peculiare della pseudo-soluzione è espressione, manifestazione o indicazione dell’anima.
  33. DOMANDA: Il karma, quindi, è la memoria dell’anima di precedenti problemi irrisolti?

  34. RISPOSTA: Non direi memoria. È il risultato di tutte le precedenti incarnazioni. Il karma è l’effetto prodotto dall’anima.

  35. DOMANDA: Anche la sensibilità procede dalle incarnazioni precedenti?

  36. RISPOSTA: Certamente. La sensibilità, la percezione e la capacità di sperimentare. Queste facoltà hanno una progressione. La sensibilità di qualcuno potrebbe essere minima, quella di qualcun altro al massimo livello. Ma può essere sana o malsana. Il karma, come sai, è il risultato di tutto fino al momento presente.

  37. DOMANDA: Hai dato all’anima attributi di carattere fisico, materiale. Hai parlato di rotondità e malleabilità come se avesse una sorta di consistenza fisica. Può essere localizzata come gli altri organi del corpo?

  38. RISPOSTA: No, non in quel senso. È un corpo costituito da materia molto simile alla materia terrestre, ma non percepibile con gli organi fisici. Come tu sai, e come hai spesso sentito, si tratta di un "corpo sottile". Rotondità non significa che abbia la forma rotonda di una palla. La superficie del corpo sottile può avere tutti gli attributi che ho descritto. Potresti paragonarla alla consistenza della pelle e della carne, ma la superficie del corpo sottile dell’anima ha una varietà molto maggiore della pelle e della carne fisica. Le parole sono così limitate da sembrare spesso assurde, ma è il modo più approssimativo per darti un’idea di come potrebbe apparire l’anima-corpo.

  39. DOMANDA: Posso chiedere che rapporto c’è tra il subconscio e l’anima?

  40. RISPOSTA: L’anima è la mente inconscia. Le motivazioni inconsce, gli atteggiamenti, le forze motrici e le inclinazioni provengono dall’anima; le regioni più profonde del sé inconscio appartengono al vero essere spirituale, e il vero essere spirituale abita nelle regioni più profonde del sé inconscio. Tuttavia l’inconscio non è che una parte dell’anima: gran parte di essa è cosciente.

  41. DOMANDA: Noi affermiamo che gli atteggiamenti determinano gli avvenimenti nella nostra vita. Come mai le persone con cattive intenzioni hanno spesso felicità e successo nella vita? Ne conosco qualcuna.

  42. RISPOSTA: Ho già risposto in passato, ma rispondo di nuovo brevemente. In primo luogo, la visione umana è assai limitata. Se l’effetto non è subito conseguente alla causa, le persone perdono il nesso e non riescono a scorgere l’interrelazione. Se tuttavia provano a esprimere un giudizio, quel giudizio è di certo errato. Causa ed effetto sono spesso molto separati nel tempo. In altre parole, gli esseri umani potrebbero vivere adesso l’effetto di una causa remota, ma non ancora quello delle nuove cause che stanno imbastendo, che si farà sentire più in là. Con l’innalzamento dello sviluppo spirituale, della salute interiore e dell’unità, causa ed effetto si avvicinano. Finché essi sono separati nel tempo, c’è anche una divisione interna dell’anima. Lo sviluppo generale dell’anima, il suo potenziale di crescita in particolari aree da sviluppare, è ancora limitato, se si scollegano causa ed effetto. Solo quando il potenziale dell’anima è maggiore del suo effettivo sviluppo, e può dunque essere realizzato, causa ed effetto si avvicinano.

  43. Inoltre, se vi sono delle motivazioni divise, anche l’effetto ne è influenzato. Ad esempio - come dicevo in una recente lezione - se le persone hanno ancora una spiritualità così rudimentale da non avere coscienza, nulla interferirà con le loro cattive motivazioni, le quali saranno, dunque, unificate. Poiché non c’è scissione, le loro ragioni avranno un effetto apparentemente favorevole. Solo in seguito, con il crescere della coscienza, la colpa passata avrà un effetto retroattivo che si manifesterà come una punizione che viene dall’esterno. Con delle motivazioni scisse - che in questo senso costituiscono uno sviluppo positivo rispetto a chi ha delle motivazioni distruttive senza un conflitto interiore - non si ottengono risultati. Un lato della personalità ha acquisito un livello molto più elevato di un altro - e non parlo di livelli sovrapposti, ma di veri e propri livelli interiori. Se questo è il caso, le motivazioni distruttive, di cui forse si è ben consapevoli, non porteranno al risultato voluto. D’altra parte nemmeno dei propositi edificanti, per quanto coscienti, porteranno a dei buoni risultati, se fiaccati da motivazioni inconsce e distruttive. Dunque una persona senza scrupoli potrebbe non raggiungere i suoi obiettivi perché una voce interiore, di cui potrebbe essere del tutto ignara, ostacola l’impatto del suo volere. Il suo sviluppo interiore, ancora nascosto e contraddittorio rispetto ad alcuni aspetti del suo essere, non consente un volere unificato. Pertanto la determinazione cosciente di essere privi di scrupoli non avrà effetto, poiché l’anima ha già acquisito un nuovo potenziale. Allo stesso modo, la persona che si sforza di essere buona, ma che non è in grado di far fronte al suo celato egoismo e crudeltà perché li ha repressi, non sarà in grado di ottenere il risultato positivo a cui anela. Sono sempre le motivazioni scisse - specialmente quella loro parte di cui non si è consapevoli - che ostacolano la volontà e che poi influenzano il risultato.

  44. DOMANDA: Come spieghi la funzione del dramma, del mito e delle fiabe nello sviluppo personale dell’essere umano?

  45. RISPOSTA: Se intendi l’effetto che hanno sull’essere umano il mito, il dramma o le fiabe, ho già risposto con questa lezione. L’assimilazione di qualsiasi apporto esterno dipende dalla ricettività dell’anima. Quanto al fatto che fiabe e miti abbiano una buona influenza su un adolescente o su un adulto, non si può certo generalizzare. Dipende dal materiale e dall’interpretazione. Un adulto non dipende dalle interpretazioni altrui, ma un bimbo dipende dall’interpretazione data dagli adulti. L’interpretazione potrebbe non essere nelle parole, ma nell’atmosfera che emana dal racconto della storia. Il sentire dell’adulto ha sul bambino un’influenza molto più forte, rispetto alle parole. Qualunque cosa la mente del bambino assimili, avrà il suo effetto: se prende alla lettera una fiaba o un mito apparentemente crudele, una particella dell’anima che sia già tribolata verrà influenzata e impressa negativamente. Ma una sostanza dell’anima sana non ne risentirà, se la storia viene mal interpretata. Neanche i falsi miti sortiranno un effetto negativo. Poiché non tutti i miti sono veritieri. La letteratura non veritiera, oppure altri influssi che, seppure veri, sono fraintesi o mal interpretati, avranno degli effetti negativi solo nelle aree in cui l’anima è già tribolata. Un’anima tribolata che riceve messaggi o interpretazioni veritiere, ha la facoltà di assimilare gli influssi utili. Che poi lo faccia o meno, dipende sempre dalla persona.

  46. DOMANDA: Vorrei sapere qual è la differenza tra sentimenti ed emozioni.

  47. RISPOSTA: Ci sono delle differenze. Posso dirti che un sentimento è più radicato e permanente. Con questo non intendo che i sentimenti non possano mutare, né che durino per sempre, ma sono permanenti in termini di qualità, coerenza, carattere ed essenza. Un sentimento potrebbe mutare più velocemente di un’emozione, ma in genere è permanente. È molto difficile da spiegare; per capire, dovresti percepire quel che intendo dire con le tue facoltà interiori. Un’emozione è più superficiale, anche se permane a lungo nella sostanza dell’anima. L’emozione nasce da condizioni superficiali nell’anima. Le reazioni e le risposte basate su modi di affrontare la vita appresi da altri, che non provengono dalla persona stessa, sono delle emozioni. Il sé reale trasmette sentimenti. Dunque il sentimento è qualcosa di molto più sostanziale. Per riuscire a discernere non è sufficiente basarsi sul valore di superficie del sentimento o dell’emozione. Potresti provare un sentimento spiacevole, ma comunque basato sulla verità, sulla realtà. Un’emozione si basa su una condizione interiore soggettiva.

  48. Ti faccio un esempio: supponiamo che tu percepisca una qualità nociva e negativa in qualcuno o in te stesso. Se quella qualità è vera, hai a che fare con un sentimento, anche se molto spiacevole. In un altro caso potresti avere la stessa percezione senza però avvertire la qualità negativa, giacché, invece di limitarti a osservare quel che c’è, ti senti timoroso, sospettoso, colpevole e risentito: è all’opera un’immagine o una pseudo-soluzione. Ancora una volta la tua percezione è corretta, ma in questo caso è un’emozione. Se non accantoni quel tuo sentire, vedrai che la tua intuizione è valida, che si tratti di te o di altri. Se non lasci da parte l’emozione - e non dovresti mai accantonare un’emozione, un sentire o qualsiasi altra cosa - arriverai a riconoscere quei fattori in te che ti danno una visione soggettiva, distorta e fuori dal mondo. In breve, vedrai tutti i blocchi che impediscono il sentire e l’intuizione. Un sentimento reagisce sempre alla realtà per come essa si presenta, per quanto temporanea possa essere quella particolare realtà.

  49. Analizziamo adesso un’emozione positiva. Gratificare la vanità, l’avidità o l’orgoglio può dare un’emozione piacevole. Prendiamo una situazione che si percepisce in modo reale ma che viene utilizzata in modo soggettivo: essa genera un’emozione, non un sentimento. Il sentire è basato sulla oggettività, l’emozione sulla soggettività. In entrambi i casi, possono essere gradevoli o sgradevoli. Le parole confondono. Si parla di maturità o coinvolgimento emotivo, di esprimere le proprie emozioni, quando invece si intende anche il sentire. Non preoccuparti delle parole, l’importante è comprendere l’essenza.

  50. DOMANDA: Ho capito bene che qualsiasi cosa può essere sentimento o emozione? La paura, ad esempio?

  51. RISPOSTA: Sì, corretto. Tuttavia, cari amici, vi consiglio di non dare etichette. Etichettare è sempre pericoloso. Se lo fate vi impedite di comprendere di più. Cercate piuttosto di affrontare il sentire o l’emozione man mano che si presentano. Cercate di capire se si basa o meno su fattori oggettivi o su nozioni personali, soggettive e fantasmagoriche.

  52. Possano queste parole ispirarvi una più ampia e profonda comprensione. Dono a tutti il mio amore e il mio aiuto. Benedizioni e assistenza sono concesse a chi dimostra coraggio e dignità: la dignità umana di volersi sviluppare, crescere e cambiare, e di confrontarsi con totale franchezza per attuare la crescita. Si evince la dignità dello sforzo se si persegue l’obiettivo anche a costo di affrontare degli aspetti negativi, o se si rinuncia alla bella immagine che si ha di sé. Fatelo, e ne raccoglierete i frutti. Curate adesso questo giardino stupendo, estirpate ciò che non vi appartiene, e lungo il cammino avrete sempre al vostro fianco l’aiuto spirituale. Siate nella pace, miei carissimi amici, siate in Dio.

Testo originale: Pathwork Guide Lecture No. 111 - Soul Substance - Coping With Demands
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