Lez. 107 - Tre aspetti che ostacolano la capacità di amare
Lezione della Guida del Sentiero - Pathwork Guide Lecture
12 ottobre 1962
Traduzione in italiano di Daniele Buratti
Revisione non ancora effettuata
Edizione Gennaio 2025
- Saluti, amici carissimi. Dio vi benedica. Benedetta è quest’ora.
- A proposito di benedizioni, quale significato attribuite a queste parole? Forse le percepite come delle semplici parole vuote di significato o di concretezza? Le benedizioni hanno una concretezza molto definita, amici miei. Se foste davvero liberi da ogni barriera, dagli strati che v’impediscono di percepire, vivere e sperimentare la vita fino in fondo, queste benedizioni sarebbero per voi una realtà. Ne captereste il flusso concreto, la corrente d’amore che fluisce verso ciascuno di voi da un mondo di luce e libertà, di armonia e verità, da un mondo d’amore. Ma spesso il flusso d’amore non riesce a raggiungervi e penetrare in voi. Potreste non percepirlo o sperimentarlo giacché i sensi preposti a tali percezioni sono offuscati da paure, senso di vergogna e desideri impellenti, nonché dalle vostre difese - tutte basate sull’errore - e da confusioni e malintesi.
- Quante volte ve ne ho parlato durante i nostri incontri! Ma troppo spesso ascoltate le mie parole senza capirle e viverle per davvero. Le mie parole diverranno reali solo se e quando ne troverete la specifica verità dentro di voi. E questo, amici miei, non si fa con deduzioni e scoperte intellettuali, ma solo consentendo a voi stessi di percepire e di vivere attraverso le vostre emozioni, così da accertare quegli specifici fraintendimenti che avete covato per tutta la vita. Prendere atto delle vostre verità infondate vi avvicina molto di più sia alla corrente d’amore che vi giunge dall’esterno, sia alla corrente d’amore che è in voi.
- In ogni individuo c’è un pozzo di saggezza e d’amore. È un tesoro sepolto dentro di voi che emerge solo divenendo consapevoli di tutti gli aspetti di voi che ostacolano l’accesso al tesoro. Siete abituati a cercare fuori di voi la verità, la guida e le soluzioni ai problemi, magari in saggi insegnamenti o con l’aiuto di una mano amica. Ma le risposte più attendibili e realistiche vengono da dentro. Per attingere al pozzo è, sì, necessario un aiuto esterno, ma ha valore solo se vi riesce a condurre alla fonte interiore.
- Oltre a questo percorso di autoconfronto, ci sono altre strade per attingere al pozzo? Sì. Dovete cercare la calma, fuori e dentro. Ogni giorno, nella meditazione, portate la calma dentro di voi, così che il rumore interiore che ricopre il pozzo della saggezza e dell’amore vi si riveli in pieno. Dopo aver tradotto quel rumore in pensieri concisi, il vostro meditare farà finalmente emergere da quel pozzo di sapiente guida dei caldi sentimenti d’amore, di affettività e comprensione, senza che l’impellenza dei vostri bisogni offuschi la percezione realistica degli altri.
- Se decidete di ignorare ed eludere il rumore interiore di paure, vergogne, difese e bisogni urgenti e andare direttamente al pozzo della calma, non raggiungerete davvero il tesoro interiore. Potreste crederlo, ma ciò non basta a renderlo reale. Si deve prendere atto della presenza momentanea della barriera e del rumore mediante un’apertura rilassata, e poi attribuirgli un significato. È questa la strada, amici. I momenti quotidiani di tranquillità per determinare che cosa impedisca la calma vi saranno di grande aiuto, e questa pratica sicuramente non dev’essere trascurata.
- Abbiamo già detto quanto siano nocive le barriere. Prima l’enfasi era su di voi, e non su di voi in relazione agli altri. Eppure, come ben sapete, la vostra infelicità e confusione sono sempre legate alla difficoltà di confrontarvi coi vostri simili. Pertanto adesso utilizzeremo la conoscenza che avete acquisito su di voi grazie al lavoro nel Sentiero e l’applicheremo al vostro rapporto con gli altri.
- Se osservate con calma le vostre reazioni nei confronti degli altri, diverrete decisamente consci di una tensione interiore e di una netta chiusura. Ciò v’impedisce di incontrare gli altri in modo libero e aperto, senza restrizioni. Per questo non riuscite a dare senza prendere o soddisfare le vostre esigenze: il vostro dare è sempre intriso di paura. Solo nell’attimo in cui sarete disposti a incontrare gli altri con amore la vostra vita sarà realmente appagata, anche se le vostre attività fossero già appaganti di per sé. La paura dice sempre: “Ma se gli altri si approfittano dei miei sentimenti calorosi e amorevoli? Se non bado a me stesso e mi concedo di provare sentimenti, io soffrirò”. La verità è che il vostro pozzo interiore, con la sua guida sapiente e il suo affidabile intuito, non funziona se è ricoperto da fitti strati di falsità. Quando voi vi impedite di cedere al sentire lo coprite ancor più fittamente, e il pozzo della verità interiore non si apre. Dunque cercate il rimedio, facendo in modo di penetrare gli strati che ricoprono il pozzo con la vostra comprensione cosciente.
- Quando non c’è una comunicazione profonda con gli altri basata sul comprendere cosa blocchi in voi l’accesso al pozzo della verità, siete isolati. Non avete possibilità di essere felici. Abbiamo discusso di svariati aspetti che impediscono una comunicazione profonda con gli altri. Ora vi sono altri tre aspetti che occorre comprendere bene, che costituiscono un “no” interiore all’amore. Come vedrete, quel "no" interiore non è dovuto solo alla paura di soffrire, di star male o di restare delusi.
- I tre aspetti da considerare si trovano in quasi tutti gli esseri umani, in qualche misura. Uno dei tre potrebbe essere predominante e gli altri due di minore importanza. Anche se sentite di poter escludere che sia il caso vostro, guardatevi dentro e osservate attentamente le vostre reazioni emotive. Comprendetene il significato e scoprirete che, con diverse gradazioni, uno di quei tre aspetti è anche in voi.
- Il primo aspetto è la paura di essere costretti a fare qualcosa che non volete fare, qualora vi concedeste di percepire la vostra tendenza naturale. Temete di dovervi sacrificare anche se non vi va, o cedere davanti a qualcosa di inopportuno o svantaggioso. Credete che il solo modo per proteggervi dalle richieste eccessive e forse anche puerili degli altri sia di frenare il vostro sentire naturale, e così facendo interrompete la corrente d’amore interiore.
- Se, d’altro canto, vi concedeste di provare i vostri sentimenti naturali, vi vedreste costretti a capitolare. Non vedete alternative. Vedendo solo due alternative, voi indebolite il processo organico di crescita emotiva, manipolando i sentimenti che provate nel modo più negativo e distruttivo, con gravi ripercussioni sulla vostra vita psichica e nel rapporto con gli altri. Ne menziono solo due: una è un profondo senso di colpa per il divieto autoimposto di amare, e l’altra è la conseguente mancanza di fiducia e rispetto per se stessi. Per espiare il proprio non amare si fa spesso molto di più per gli altri di quanto di norma si farebbe, e, di conseguenza, si viene largamente sfruttati. E dal momento che tutto quel che fate lo fate senza amore - in sostituzione dell’amore che avete trattenuto - le vostre azioni non tolgono il senso colpa.
- Ciò dimostra ancora una volta come non si possa non ricadere nella stessa situazione che ci si sforza di evitare con mezzucci falsi e irrealistici, basati su conclusioni errate. Tutte le emozioni che derivano dall’idea erronea che il vostro vero sentire vi procuri problemi - sensi di colpa, risentimento per aver fatto ciò che fate compulsivamente come surrogato dell’amore, il non rispettare voi stessi - creano confusione e vi rendono incapaci di affrontare le relazioni intime. O siete sempre coinvolti in modo negativo, oppure vi ritraete in un amaro isolamento che genera frustrazione. Queste, dunque, sono le barriere al vostro pozzo di saggezza, amore e intuizione, che è la fonte dell’autentica guida interiore.
- Allora com’è la situazione, vista in modo oggettivo? Di fatto è possibile amare senza dover esaudire ogni singola richiesta altrui o dover cedere. Non è meglio essere egoisti nelle proprie azioni - se è ciò che si desidera essere - pur amando e provando sentimenti? Non è molto meglio e, anzi, assai meno egoistico che fare di tutto per aiutare, ma senza amore? È molto più facile affermare i vostri diritti e desideri - giusti o sbagliati, egoistici o altruistici che siano - se voi amate. Quando non amate, affermare voi stessi diventa molto difficile poiché il senso di colpa vi paralizza; oppure, se riusciste a dar voce alle vostre obiezioni, le esternereste ferendo gli altri. Il vostro rifiuto di soddisfare le altrui richieste non potrà davvero ferire l’altro, se voi amate. Pertanto il dissentire o il non volersi conformare non sarà più minaccioso - lo potete fare in modo rilassato, tranquillo e senza problemi. La vostra capacità di amare vi farà sentire più amabili e sarete quindi in grado di dire di "no", avendo rimosso il "no" interiore all’amore e al sentire.
- Ciò non vuol dire che dovreste cercare di forzare artificiosamente l’amore quando non vi viene naturale: è inutile, come ben sapete. Sforzatevi di rilevare quella corrente sottile e spesso, all’inizio, molto ben nascosta, in cui vi ritraete dal vostro sentire organico e naturale bloccandolo deliberatamente, per così dire. Una volta che vi imbattete in quella corrente e ne divenite più consapevoli, potete lasciarla andare. Sapere e comprendere che le due alternative - forzare l’amore o ritrarsi dal proprio sentire naturale - non sono le uniche, porrà fine al divieto. Avrete una nuova libertà che vi porterà a risultati più gioiosi, rafforzanti e liberatori.
- Se all’inizio latitano i sentimenti di affetto e di amore, osservate quali sentimenti albergate. Troverete tutte le emozioni negative di cui abbiamo parlato che occorre riconoscere e capire, e non respingere o sopprimere. Dopo che le avrete capite affioreranno i sentimenti caldi e naturali di affettività, quel sentire d’amore che di fatto è già in voi e che non deve provenire da fuori. Esso è sepolto dalle emozioni negative che non consentono a quelle positive di concretizzarsi, per il banale ed erroneo convincimento che non dovreste vivere il vostro sentire naturale. Dato che il malinteso non è evidente, non è neanche suscettibile di correzione. Ecco perché per prima cosa lo si deve portare allo scoperto. Dovete vedere chiaramente perché si tratta di un fraintendimento, e poi potrete procedere. Se sperimentate davvero il flusso del vostro sentire mentre affiora, la probabile sequenza sarebbe la seguente: il fraintendere porta all’interruzione deliberata del sentire che sgorga naturale; a sua volta ciò induce senso di colpa, paura, incertezza, rabbia, risentimento, furia impotente e un’oscillare confuso tra il cedere troppo e l’essere troppo severi. Dovrete vivere appieno tutti quei sentimenti e quelle confusioni prima di poter effettivamente percepire la realtà dell’amore dentro di voi.
- Dapprima l’amore si manifesta in modo sporadico, fiacco, non eclatante. Quando lo fa prendetene atto, fatelo fluire osservando il suo meraviglioso effetto su di voi e sugli altri. Ad esempio, le eccessive richieste degli altri si potrebbero ridimensionare drasticamente percependo una corrente d’amore provenire da voi. Infatti le loro richieste sono spesso un’inconscia, cieca richiesta d’amore: un sostituto di ciò che realmente cercano. Ma quando si dona con vero amore le richieste sono destinate a ridimensionarsi.
- Il secondo aspetto è questo: come sapete dal nostro lavoro passato, quasi tutti desiderano essere accettati e far parte di un simbolico mondo superiore. Quando quel mondo che sembra superiore si mostra insensibile, poco espansivo o persino duro, non vi permettete di provare il vostro sentire naturale poiché temete di essere disprezzati da chi volete che vi approvi. La paura è particolarmente intensa quando provate sentimenti calorosi e naturali per qualcuno che, stando al codice reale o fittizio del mondo “superiore”, siete convinti di dover rifiutare. Se lo farete, il danno arrecato comporterà le conseguenze più nefaste.
- Forse quelle persone si sentono, di fatto, in modo assai diverso da come pensate voi. Forse vi rispetterebbero, apprezzerebbero e accetterebbero molto di più se voi foste delle persone gentili e amorevoli che non negano, né tradiscono il meglio di sé per poter essere approvate. Forse non sono consce di tali reazioni, ma poiché le correnti inconsce sono reali, la loro risposta sancirebbe i fatti. Solo con il coraggio di essere voi stessi potrete scoprire la verità. Ad alcuni serve molto più coraggio per essere il loro sé amorevole che per essere il loro sé “forte” e autoassertivo.
- Ma supponiamo che il mondo superiore delle vostre aspirazioni sia, di fatto, così come dite voi. Non si evince forse che quelle persone, sotto questo aspetto, sono immature quanto voi? Emulare l’immaturità non porta mai nella personalità rispetto di sé e certezze. Tutt’al più genera disprezzo di sé e senso di colpa, che vi tolgono quel terreno solido sotto i piedi che solo l’essere sé stessi può garantire. Simulare la forza tradendo il vostro sé reale, negando l’amore ai più deboli che vi si chiede di rifiutare, produce lo stesso odio di sé che si prova quando si manca di coraggio e di autoasserzione, quando ci si sottomette per manifesta debolezza. Quella pseudo-forza è, in realtà ed essenza, debole come la sottomissione. Chi di voi appartiene a questa categoria nega il meglio di sé solo per essere approvato. Avviate così in modo intenzionale un processo di autoalienazione con il mero atto di scoraggiare i vostri sentimenti naturali e caldi e di produrre durezza artificialmente.
- Anche in questo caso nulla avviene a livello conscio. Potreste non essere consapevoli dei processi interiori, ma osservate attentamente alcune vostre reazioni e potreste scoprire che ciò che dico si applica al vostro caso. Forse ne siete già consci in qualche misura, ma non avete mai pensato davvero in questi termini. Fatelo, sondate il significato delle vostre reazioni e avrete una visione più completa; e così potrete cambiare i vostri atteggiamenti puerili. Con il coraggio della fedeltà al vostro sé reale, osando amare una persona che il "mondo superiore" tratterebbe con disdegno, scoprirete che la divisione tra un "mondo superiore" e un "mondo inferiore" è illusoria. Tale scoperta vi renderà liberi e vi darà una forza che al momento neanche v’immaginate.
- Per chi tra voi non ha ancora scavato a fondo nel labirinto del proprio essere, quel che dico potrebbe sembrare inverosimile o persino sciocco. Ma queste parole aiuteranno alcuni di voi a dissolvere dei fraintendimenti assai paralizzanti riguardo alla vita e alle persone.
- Il terzo aspetto del "no" interiore all’amore potrebbe dapprima sembrare paradossale. Le persone in cui predomina tale aspetto hanno un bisogno di appagamento e amore così forte che il non conseguirli costituisce un timore e una minaccia speciali. Il "rimedio" da loro adottato è una forte corrente a forzare. Non serve dire che è un rimedio inefficace, se non distruttivo. La corrente a forzare blocca il dono gratuito dell’amore. In modo subdolo induce un "no" interiore al dare rilassato e calmo. Arraffa e pretende. Una persona del genere vuol dare, ma lo fa compulsivamente per soddisfare le sue esigenze, non in modo saggio e con quella sensibilità consapevole che sa riconoscere i bisogni altrui. Pertanto il donare non è né gratuito, né genuino.
- Questa persona è spesso l’opposto del tipo di cui parlavo prima, che reprime i sentimenti. I due tipi entrano spesso in conflitto tra loro. Le richieste e la corrente a forzare spaventano l’altro, anche se le richieste si camuffano sotto le spoglie del "dare".
- Chi ha fame di approvazione, ed è quindi terrorizzato dal rifiuto, è cieco agli altri. Tutto ciò che avverte è il proprio bisogno. Non c’è spazio per guardare con calma l’altra persona e percepirne i bisogni. Trova l’idea di essere rifiutato devastante, tuttavia attrae il rifiuto a causa della sua impellenza - e quando poi esso arriva, non sperimenta che la conferma del suo non valere. La sua visione distorta gli impedisce una valutazione reale dei fatti, ma la sua sconfitta non ha a che vedere con la sua svalorizzazione. Forse c’entrano le paure e i problemi altrui tanto quanto la sua stessa cecità, vedendo il mondo e gli altri solo in termini di valore o assenza di valore. La forte corrente a forzare che ne consegue, usata per dissipare la temuta mancanza di valore, diventa allora il mezzo per confermare i suoi peggiori timori.
- Il vero rimedio per chi fa prevalentemente parte di questa categoria ha tre componenti. Per prima cosa la persona deve affrontare la mancanza di fiducia in se stessa e scoprirne le effettive ragioni, quali la mancanza di amore sovente camuffata da un esagerato desiderio di dare, con lo scopo di essere amata come vorrebbe essere amato un bambino. Poi deve trovare in sé i concetti distorti e capire perché sono distorti. In terzo luogo deve concedersi di provare tutti i sentimenti che emergono nel processo della sua ricerca del sé.
- Forse celato dietro a un bisogno conscio e impellente troverà il motivo che blocca il suo sentire reale per l’affetto e l’amore. Potrebbe essere così nascosto da negarlo con forza. Avverte solo il bisogno di essere amata, che confonde con sentimenti genuini di affetto per gli altri - questi rappresentano emozioni assai meno urgenti e molto più tranquille, non così egocentriche come il bisogno. Questo sentire maturo c’è, ma gli è stato proibito di crescere e lo si deve portare alla consapevolezza. Il reiterarsi di un mancato appagamento fa molto più male di quanto dovrebbe, a motivo di un’incapacità bambinesca di tollerare la frustrazione. Prima di poter conseguire l’appagamento è necessario che segua fino in fondo i vari passaggi che ho illustrato.
- Certo, ci vuole tempo. Potrebbero arrivare altre delusioni, che però si possono utilizzare per il lavoro su di sé: un’occasione fantastica per scoprire di più sul sé. Nel frattempo ciò che si può imparare in piena coscienza è nuotare con la marea, evitando di opporle la lotta selvaggia delle vostre forze animiche. La maturità verrà appena insegnerete alla vostra anima a tollerare la frustrazione senza che la reprimiate o vi arrabbiate. Ciò ha l’effetto curativo di portare il pendolo in posizione più equilibrata. Dall’iperattività della corrente a forzare, dalla lotta selvaggia, si genera una serenità che avvicina la persona allo stato dell’essere.
- Non mi stancherò mai di ripetere che tutte le emozioni frustrate - che affamano e causano l’urgenza - devono poter sbollire in superficie ed essere tradotte in termini concisi e sensati. Gli individui del tipo "affamati d’amore" hanno un’altra reazione da osservare e affrontare. A volte, soddisfatti i bisogni, l’amore svanisce. Questo dovrebbe bastare a fornire la prova che ciò che pensavano fosse amore non era amore, bensì un bisogno famelico - di sicuro una grande differenza! Queste persone sono incapaci di soddisfare i bisogni altrui quanto quelle appartenenti agli altri due generi. Si sentono violate dagli altri, per cui prendono le distanze. Riconoscere tale fatto è di primaria importanza. In questa controcorrente nascosta hanno lo stesso timore provato dai tipi repressivi e “superiori” di abbassare la guardia, solo che la loro paura è coperta dal bisogno manifesto. Tutto ciò che possono vedere è quello che vogliono o che temono possa accadere loro, nulla di più. Sono divisi tra due alternative, così che interpretano ogni avvenimento esterno in termini di bisogno o di paura: ma in nessuna delle due alternative vedono la realtà.
- Bene, amici, vi ho dato degli spunti di riflessione e del materiale per ulteriori lavori, per ognuno di voi. Oserei dire che gran parte delle persone in qualche modo presenta una combinazione dei tre gli aspetti, ma per molti un aspetto è alquanto ovvio e facilmente verificabile. Nessuno dei presenti - o di chi legge queste parole - è esente da almeno uno di questi aspetti. Se lavorate con questi aspetti non potrete non registrare dei buoni risultati. Queste lezioni sono dirette a quei livelli del vostro essere che presentano tali atteggiamenti irrazionali. Non sono rivolte al vostro pensiero razionale.
- E ora, amici, passiamo alle domande.
- DOMANDA: Puoi approfondire la differenza tra pietà e compassione? Diventando anziani e vedendo soffrire tanti amici, quale sarebbe l’atteggiamento giusto da adottare?
- RISPOSTA: Sarò lieta di aiutarti con questa domanda, se posso, anche se abbiamo già trattato l’argomento varie volte. Tuttavia, se ti dovessi dire quale dovrebbe essere in teoria il sentimento corretto, non ti sarei di aiuto. Di fatto manipoleresti ulteriormente il tuo sentire sovrapponendo atteggiamenti che non sono veramente tuoi. Sai bene che questa non può essere una procedura salutare. È importante che tu riconosca ciò che senti davvero, giusto o sbagliato che sia.
- Oltre a quanto detto sulla differenza tra pietà e compassione, ora vi darò una spiegazione che indica perché si prova pietà al posto del sentimento assai più produttivo della compassione. Quando vi sentite schiacciati dall’emozione devastante della pietà, che vi inibisce la forza e l’aiuto che potreste dare, siate certi che da qualche parte siete coinvolti negativamente. La pietà potrebbe essere, ad esempio, una proiezione della paura che anche a voi possa accadere la stessa cosa. Oppure potreste sentirvi in colpa per qualcosa di cui non siete a conoscenza.
- L’atteggiamento universale è di provare una certa soddisfazione per la disgrazia altrui, non solo perché non è capitata a voi, ma anche perché l’altro viene punito e si trova in difficoltà. La cosa, ovviamente, avviene a livello irrazionale, ma in quell’atteggiamento vi sono considerazioni quali: "Se anche gli altri hanno difficoltà, allora io non sono poi così cattivo, non sono l’unico a soffrire, per cui sono contento che anche gli altri soffrano". Questa reazione produce spesso uno shock e un senso di colpa che vengono repressi e sovracompensati da una pietà improduttiva che indebolisce. La pietà, inoltre, vi fa sentire assolti poiché compatendo soffrite con l’altro, anche se in modo distruttivo.
- Se riuscite a scoprire e sperimentare le vostre vere reazioni, riconoscendovi come esseri umani portatori di molte emozioni non purificate, di tanti atteggiamenti puerili, egoisti e miopi - imparando ad accettarli senza condannarvi, condonarvi o giustificarvi - allora capirete quali malintesi nascondono quegli atteggiamenti inconsulti. Che si dissolveranno gradualmente nella misura in cui li capirete per davvero. La pietà diventerà compassione e sarà possibile dare un aiuto costruttivo a chi soffre, sia agendo, sia attraverso la semplice comunicazione del proprio autentico sentire.
- DOMANDA: In passato hai parlato della stretta connessione tra causa ed effetto. Dobbiamo dunque credere che viviamo in un mondo di causalità nel quale effetti identici sono determinati da cause identiche?
- RISPOSTA: Di certo questo è un mondo di causalità. Riguardo alle cause identiche che producono effetti identici, ciò dipende da cosa intendi per identico. Quelle che potrebbero apparire come cause identiche potrebbero non esserlo. L’atto magari è lo stesso, ma gli individui sono diversi. Pensa all’omicidio, per esempio. Supponiamo che due persone commettano un omicidio - stesso movente. Il rispettivo vissuto che ha indotto quel sentire, quell’azione, nonché la loro evoluzione in generale, la personalità e i tratti caratteriali, potrebbe essere diverso. Le loro reazioni dopo aver commesso il crimine potrebbero non essere identiche. Quindi l’effetto - non necessariamente l’effetto esteriore, ma nei due individui in questione - potrebbe non essere affatto identico.
- Ma se intendi che la legge di causa ed effetto è fin nei minimi dettagli un processo organico, infinitamente giusto e armonioso, un fattore di equilibrio nell’intero universo, così preciso nel suo funzionamento che l’errore o l’ingiustizia è del tutto impossibile, in quel senso cause identiche determinano effetti identici.
- Non è facile capire perché dovrebbe essere tanto difficile per gli umani accettare di vivere in un mondo di causalità. Se osservate bene il mondo e gli eventi che vi accadono, vi confrontate di continuo con la realtà vivente di causa ed effetto. Anche nei piccoli problemi di tutti i giorni operano causa ed effetto, ma ci siete così abituati e fa così tanto parte del vostro quotidiano che lo date per scontato. Avete perso la capacità di vedere l’azione di causa ed effetto con la freschezza che serve a ricavarne una comprensione più profonda.
- Se gli esseri umani fossero in grado di vedere costantemente quel che accade, non sarebbe per loro tanto difficile realizzare che la stessa legge sussiste anche in contesti più ampi. Non riterrebbero che quando causa ed effetto sono ravvicinati si applichi una legge, e che se ne applichi un’altra quando sono distanti nel tempo. Il tempo non ha alcuna influenza: vi rivela solo la causa o l’effetto. A volte gli esseri umani vedono entrambi, a volte solo uno dei due. Se la gente usasse la logica fino in fondo e vedesse le ripercussioni ultime di questo fenomeno, si renderebbe conto che l’incapacità di vedere causa ed effetto non cambia il fatto che causa ed effetto siano interdipendenti.
- Quando scoprite causa ed effetto nella vostra vita personale viene in essere quella che si chiama fede, ma che di fatto è l’esperienza di una verità. Allora non è più questione di sovrapporre dottrine o postulati. Vari eventi e risultati vi avevano lasciato perplessi quando non ne scorgevate le cause. Conoscendovi meglio, scoprite le cause di molti effetti. Scoprite le connessioni come fatti indiscutibili. Ciò vi dà non solo libertà e forza, ma vi mostra anche la causalità nella sua vera luce. Allora saprete che la stessa legge di causalità vale anche laddove non ne potete conoscere le cause - nella vostra vita, nella vita altrui, nel mondo, o nella creazione in generale.
- Amici cari, possano queste parole cadere su un terreno fertile. Che possiate fare tutti un piccolo passo in avanti e vedere le barriere che impediscono la verità, l’amore e la realtà. Poiché questo è il passo più costruttivo verso la loro rimozione. L’errore umano è sempre quello di negare l’esistenza della barriera e di spingere contro, il che non fa che rafforzarla. Volete rimuovere l’ostacolo senza vedere di cosa si tratti in realtà. Quando ne divenite consapevoli e vedete di cosa è fatto, capite di non poterlo eliminare con la forza. Si può solo dissolvere un po’ alla volta, nella misura in cui l’avrete compreso.
- Ecco che, ancora una volta, un flusso caldo e una corrente d’amore fluiscono verso ognuno di voi. Scendete nella calma interiore. Scovate le vostre paure, le difese, ciò di cui provate vergogna, gli imbarazzi, le resistenze al sentire. Se lo fate, questa corrente vi potrà raggiungere in modo migliore. Convoglierà alcuni aspetti della sua forza nei vostri cuori e vi riempirà di luce, di forza e speranza. Siate nella pace, siate in Dio!
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